Volontà - anno I - n.5 - 1 novembre 1946
m1 i,ussullo, la santità è di ogni gior– no. E i giorni son lunghi, grigi, e– terni. I giorni son fetidi di ~nale, <luri di crudeltà, turgidi d.i violenza. Ep• pure è mestieri che « Dio si accresca in noi )>, è mestieri diventar Cristo, essere Cristo in se stessi. lo non so se Camillo Bcrneri fu, e Jlattistclli lo testimonia, un santo in ogni ora della sua vita. lo 11011 credo ,che mli santi siano mai esistiti uè nella religiont. nè Cuori. Cristo stcS• so ha il suo orto di Celsem~tni, .arido di dubbi e di pau.re. lo so che Ca– .milio IJerncri ha raggiunto il martirio cd è stato. due volte almeno, Cristo. La prima; quando nel coq>O di guar– dia di .Esch, si rinnovò, alla distanza <li due mila anni, la scena del corpo di gunrdiu di Gerusalemme e l'anar• .chièo d'oggi, come <JueJlo c1'allorn, ru, dalla poliziott.aglia, sputacchiato in pieno \'iso; Ja seconda, <1uanclo, a Barccllo1rn, uno sgherro lo trucidò al- 1";:dba della notte in cui aveva scrit· to: <( lo veglio per tutti, Javorando per coloro che verranno. È l'uni~t cosa bella interamente ». Di quella uottc che scrisse: (( Se mi fosse pos• sihile salvare Bilbao con fa mia vit,l J1011 esiterei un attimo >> e che, preso dal timore d'a"cr troppo dello, qua– .si vergognandosi dj pensare .a co~c troppo grandi, soggiunse: << Quanto sopra è di una solennità un po' ricli– -cola per chiLU1que non viva qui. Ma forse un giorno, se potrò parlarli di guesli mesi, capirai». ••• Ma com'è lunga, dura, irta di ro\'i· ,e di s:tssi, la via che conduce alla perfezione! L'indi\'iduo è un com- .J4 plesso d'istinti e di ragione; è l"·m– gelo o il hmto, il cielo e la t€"rra: per mille fì.H è legato alla grama vii a d'ogni giorno: consuetudine, pigri– zia, dolcezza di afTeui, preferenze in– tellettuali, piaceri, comoditlt. E se si ,,uo] camminare, bisogna disperder'! tutto . .Bisogna essere duri e crudeli, con gli ah1·i e con sè. Con il « prossi. mo», con coloro che vii, stanno ,,i– cini e pili s'amano. I problemi da ri– solvere si intrecciano, si soprafTan•1u, non sono mai chiari. Il dovere. Ma il dovere non sempre si vede. Qual è il dovere? Dov'è? Prendete, a JM· gioa 47, la lettera alla madre. Il con– trasto è alrocc. Siamo nel 1917, in f>icna guerra; Berneri ha venti anni; è, dunque. soldalo. Evidcntemcntr, nulla, null<t, lo sorregge in quell.l . vita che é contraria alla sua natura, alle sue idee, alla sua fede; lutto, anzi, ne lo alloutana. Non è un solda• lo, egli, è un giudice. Ha giudicato e condannato. E allora perchè ri• ma nere? Qua I è i I clo,•cre? Ed ecco la frase grondaulc sangue: « ln que– sti ultimi tempi ti ho offerto piì1 di quello che tu possa pensare e ancora oggi debbo erc<lere che la 1nia morte per te sarebbe meno dolor-osa di 11n'al. tra soluzione e debbo pensare al tuo patriottismo, alla hm co11cczione del– l'onore, al valore che attribuisci alla storia e all'idea dei più, per trovar per me la forza neg:tti,,a di clire: ' « Rimango cd ubbidisco ... Rimarrò fino all'ultimo )1, Rimane. Ha fatto bene? Nella sua « linea » 1 no. Ci vo– glion_o ancora anni e .umi, per libe– rarsi. Giù fin d'allora, tuttavia, si sente ]'uomo. Una frase, del '18, dal– l'Ospedale c1a Campo: « Mi hanno portato or ora, per ordine del capi-
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