Volontà - anno I - n.5 - 1 novembre 1946
brillante. Gli intjmi ne intravvede· ,ano una seconda, una terza; Libero BallÌ$1Clli, unico forse, nelle opero• ~e - cd eroiche - giornate calala· ne, s'a,,vicinò cli più a quella ch'era la sua stessa essenza. Oggi lo sappia- 1110. Oggi tutti "lo sa,nuo. Ecco, io vorrei che J'assassiuo si curvasse uua notte di quiete su queste pagine. Pet·· chè i I rimorso lo salvi. Anarchico. Ventidue anni di mili– zi..-1 anarchica. Non ortodosso, no, non supino .alle verità più o meno 1:i,•e– l:11e , in continua fronda, anzi; 1a·1. , olta in con traslo, talvolta in acerba polemica con i suoi stessi compagni di Cede, ma anarchico. Lasciamo al– J"Anarchia, che non ne manca, anche <JUCSlagloria. Ma religioso. Ma cri· si iano. E qucsla è una di quelle sco– perle che pii, ci lnrbarono. Ben inteso il suo Cristo egli lo por- 1,;tdentro, ma rileggete il (< Credo )) 1 sopratutto rUeggete 1a lettera alla compagna dell'agosto ]929: (( Ogni voha che diciamo fa veriti,, che fac– ciamo un'opera buona, che facciamo giustizia, che _guardiamo le slelle con commozione, che gioiamo del pia– <'ere altrui, che perdoniamo: ognuna cli queste volJe noi contribuiamo a Cat· rivivere sempre pili Dio. >> Quel– la vei-iti,, quell'opera buona, cp1elper– dono! È una stupefazione, un:1 'UJaC· chia rigogliosa di verde sbocciata Cuori d'incanto cb questo arido de– serto che si chiania l'esilio. Del resto la vel'itil, la missione, la santirà, egli le persegue in ogni pagina, in ogni momento della sua esistenza. La ve– t·iU1, che amo pili di me stes:;o, egli ripete. E chi uolrebbe contestarlo? C'è, in questo IÙ>ro, nei confronti del. la verità, uno spirito d'auloflagella- zionc. La missione è il suo scopo ve– ro. A poco a poco, procedendo negli anni, egli si spoglia di tutto d'ambi– zioni, cli sogni, di speranze; e COJl che lotte vedremo; concentrando o– gni sua forza, affocando ogni luce in un punto solo: .adempiere alla mis. sione di bonti:t e di veriti:, per cui si seJ1te, si sa, nato. La scelta è fatta. La volontà della missi·one, per cui si deve essere pronli a lutto ((( In che possa esser sempre disposlo a morire cli 11na morte che valga una vita di uomo giusto)>) domina. <( Sono stan– co - dice a pagina ] 16 - se non riu. s~issi a compiere questo atto di corag-– gio, cli volontà, di ingenuitit, dovrei ricohoscermi vinlo, dalla vit.,1 e da me stesso. Ed io voglio vivere, mtco· ra. Voglio rimanere Ianciullo, voglio ancora credermi capace di una mis~ sione. Se questo sole si spegnesse, sa– rei un cieco inguaribile. Mi scavo nel cuore e nel cervello per credere an– cor.:1. Bisogna che sia crudele come un Et·oe. Bi8'ogna che viva un mo· mento di Sanlitit ». La parola fatale rilorna. Come 1111 gioiello mcravigli·oso e fragilissimo splende sul suo destioo · e incastona con frequenza inusitata <ruesteJ>agine ai·clcnti. Essere santo. Essere un san– to, ceco l'ideale. Per queslo egli ma– cera, pet· questo egli si cli, in pasto. Ma che cos'è In santità? Oh, egli ben lo sn! « La santità è l'eroismo di una vila )). Or « l'eroismo dell'atto è un miracolo che può infiorare un ramo secco o che sboccia da un naturale rigoglio di ,•italità entusiastica l>, ma, dice il sh1daco cli Cork, « è piì:1di(. ficile ,•ivere una coerente vita clic a(. fronlare una coraggiosa morte )). Lo eroismo è un auimo, un soprassalto, 43
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