Volontà - anno I - n.5 - 1 novembre 1946

M11 nel 11ostro interlocutore JHISS(IcerU1me,11c fo visione tiella gigantesca mole di t.vori che c'è ria fare i11 Italia e gli fXJre impossibile che non ve ne possa essere per lutte I• braccia cl,e non chiedono altro che di euere impiegate. Ed anche noi vediamo quanto c'è da fare in Italia. ma 11011 vorremmo che tJuesti lavori fossero falli ,, casaccio (co11 1rave da,1110di tuu.i) ed ,i/fidati. come è accadufo proprio ultimamente 11ella.capitale. " degli appalUJ1.oriche si credono in (/iri1to di poter Jice11ziarc quando fa loro comodo 8/i operai, e di relllizzare su qucsli lt:vori guadagni cosi fauofosi dli 11011 crederli possi• bili in u.n pàe.se che, pe'r vivere, lia bisogno deU'UNRRA e dell'ai1t10 strw1iero. Perciò i11 attesa cl,e_ il lauoro possa orgw,iz:z:.arsi e possa assumere il maggior numero di di,occup,ati, noi <lobbimno esigere, per clii non '4vora, l:'assite,u:a " 1Uui i dUocc«fMIÌ • ~e dei possidenti, come fomlameJ1to i1ulis~nsabile per l'avvio deUa ricostruzione. A speu dei possiden1i 11011 a spese del Com.une e del Governo chè, in ,,uest'ullimo caso .tigni/ica. i11 gron parre, a spe.sc dei lauoratori. Se i sig11orot1i delle 11(1rie local'ilà saranno obbligai( a sborsare .wldi per 111.a11te11eré j:t!llle in o-zio, probabilmelltc si deci<leran110a /are quei ~vori che porteranno w1 migliora• mento eco11omic'-' nella uita dei ri..! pelti.vi paesi e 11t1illdi u11 be11essere generule. Ecco perchè noi ,,e,uiamo che l'assisteuza ai ,lisocc,1,x11i (11011 sollo fotma di elemosim1) po• trebbe segnare /.'avvio alla ricostru:io11e, Ma, ci si potrebbe tmcorn obiellare, i ricchi 11011,icconsentirwrno mai " sborsllre danaro e ml as.sumersi l'enorme peso della disoccu1uaio11e. Sappiamo miche noi che agi– tiamo un'idea che deve viucere dei duri egoismi e che per renlizzarla domamla i11 tutti una ckci.sa vokmtà di lolla. Chi 1>0ssiede,chi è in condizioni. di privil-egio rispetlo alle m.ol1it11dilli, lascia qualche briciola di ciò che ha solo sollo fa presJi.o1fe di 1111a fono o dietro la paura di essn. Tutti ricortla110 come erano diue11tati ge11erosi certi signori vt!rso i pllrtigiani ,forante la g11err<1 co,uro il /a.scisnw. - Putroppo te co11di:io11idi 11itadel nostro paese sono diue.11/llfe itwnume e In lolla per vitJere dovrà diventare moUo feroce. Quel diritto aU'esiste11za che cfosc1u10 di ,wi dovrebbe liv.ere uemmdo t1l mondo, dovremo, invece. conquistarcelo co11. /a forzt1 per l't1.sS-Olu1t1 ma11ca11:t1 di solicltirie1à Il• mona nelUI cla.sse priuilegiata. Per non allungare troppo quest'inizio di disc11ssio11epreferiamo rimamlare af pros• .simo numero la q1tes1io11e della gior11ato di sei ore vofe11rlo trnltarfo it, tuffi i suoi •s~tti. V. « Se la razza umana e cosi irrimediabilmente ,,1upida che in 2080 anni non h.i. avula eufficiente in1elligenza 1>er accorgersi che il 6egrcto della felicità è tulto raochiuso in una breve frase che, bisogna «m111e11ere, anche un ragazzo 1l110comprendere cò O,lJ>licare, allora è 1empo che noi la bulliamo nella pros,.ima fogm1, e !:i.sciamo olle fonniche la cura di temare la loro via. Quella sem11lice frase è: (( Che iio,•er~ ad un uomo di gua• dagnare il mondo, se egli 11crde la ~ua anima?)). O' Ni,;1u. in una intervis111 alla prima ra11pre~111uione del ,mo <1 The keman ,, (da (<Lì/e», 011. 1946). 38

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