Volontà - anno I - n.5 - 1 novembre 1946
cd afferma una opposizione .1ssolul<i alla vioJenza, deve ammellerc che Ja logica inlima ciel ~uo pensiero lo .<'onduca all'astensione dalla lolla p0Ji- 1ica, i.n cui Ja violenza è inevitabile ·finchè duri Ja <.·ornice sociale della op· pressione. Peggio ancora si lr:ova chi entro la idea della violenza cèrehi di coslill:ire delle subcategorie men1,di, ed .ammetterne alcune cd escluderne altre: come nccade .a <'hi s'illude di accçllarc la volontà della lolta rivo.lu– zionaria 1>ur rifiulanclonc -alcuni momenli particolari, come ad es. gli allen– iati. La oppm,izione ,,Ila violen:1,._'\ e Ja .adesione alla rivoluzione sono due idee evidentemente inconciliabili: e chi s'altenga alla prima deve rinun– ziare ad ogni azione polilica, farsi monaco d'una sua propria religione, ]a quale può ben anche incJuclere l'aspel~zione messianica <li un mitico giorno in cui scoppitrù alfìne una mitica Rivoluzione, ma in pratica non è che solipsismo, isolarsi in una torre d'avorio, separarsi dalla vi"entc 1·c.ahi:1. Noi riconosciamo un anarchico tipico in .Malatesta che arrivava rapido come il baleno dovtmquc uomini oppressi accenna,•ano a voler battersi non • per sc1:\'ire le mire. cli capi ma per conquistare la propria Jiherlà. Un ana• Jogo ruolo, ciascuno secondo le sue capaciti:,, ci assegniamo iu pralica tutli noi: ed è cosi che noi oricntia1no la nostra azione nella casa nell'officina 11ella strnda nella scuola, dappertutto. Ma noi riconosciamo un altro anarchico tipico in Bi-esci cd in .Bono– r.nini, che .tsst:mono su di sè il compito tremendo di esprimere con l'atten• talo .la protesta delle mohituclini incatenate da briganteschi padroni. Non .-iniJeghiamo gli .atlentalori, sorti anche dal nostro 1movimento in ore tra· giche della storia di tnlli i popoli. 1 011 son tutti anarchici j grandi spiriti che in epoche di crisi hanno saputo far di sè stn1mento attivo <li ]ihe11à: senza risalire ad. Orsini o .ad altr·i basta ripensare insieme a Schirru ed a Lu. celti a-nche De Blasis, o insieme ai nostri morii nei movi'lnent.i <li resistenza antifascista anche i morti che cnm da vi.vi o ricchi o preti o d'ahre caste .sociali lontanissime da noi. Ma noi ci sentiamo onorati di constatare che molti Ira essi erano anarchiéi, restano -ne!la" nostra famiglia ideale. E non rinneghiamo nemmeno coloro che, sopraffatti dall'impeto della passione di Jibertà, han colpito Jah•olta ciceamcnte. Vi sono stati ·altcnta.ti che co11- Lenevano un tragico elemento di errore, pçrchè ùrnocenti vi sono stati col– piti da innocenti. Ma nel profondo anch'essi si intendono se anche non s.i giustificano. Jn1e11diau10 Mariani che, ,dopo aver avuto isep.ai -abile com– pagno nella terribile solitudine di 25 anni di prigione il pensie·ro della inu• lile s.trage compiuta per reazione aUe infamie d'una minoran:,,,.a di briganti, sente orrore 1 d'.aver soppresso quelJe vite, e si rallegra d'avere in a.ltra oc-– caeione .salvato altre vite, che è st,alo un modo umano di saldare il suo debito. Ma inlemlianio anche Bonomini che, fallosi g"iustizierc per ucci– dere -senz'odio un tipico rappresentante del regime che opprimevn 11 po• polo italiano. resta lieto del suo allo, J1è trova in esso elemento alcuno che contraddica ~Ifa bonti:1•essenziale della sua viJa pacifica e laboriosa. 9
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