Volontà - anno I - n.4 - 1 ottobre 1946
forma si do, eva cl1icdc1·c al governo la co11vo<·.1zio11c d,el parbmento e se a nome del gruppo parlamc11larc o della Confederazione. Un ordine ciel giorno cOIH'Orde vicue sli1>11latoin cui si richiede l"aperlura della Camera per esa· mjnare la situazione e per propOl'l'C quei provvedimenti legislativi pii1 pronti e radicali che ntlravcl'SO la requisizione delle fabbriche e il loro controllo da pat·te degli operai pi-epa ..ino Ja gestione diretta dalle medesime nell'i11• teressc della <'Ollc114vi1i1. Il voto del Consiglio Confederale rcnclèva e8tremamente difficile il com- 11ito tlclle forze operaie di e:,trcma. li comeg11O intcr-prolctJrio indetto <lal. J'U.S.T. 1 alla prcpar::zionc del r1uale aveva accor(hlo "il proprio concorso .il· Sindacato Fenovierì, era fissato per il 12 setlemhre. Si sa1:chbe !rovaio il modo cli ~ahollai-c il ~abottaggio ,-ifonuisla? A questa riunione parlcci1J.1rono, oltré i promotori - Fen-0\•ici~i e U.S.I. - i l,woralori elci mare e dei porti, <lell'Unione Anarchica e del Pai-lito SOi'ialista. Intervenne persino 1111 rapprcscnlante tiella Co11feclcra– zio11e, per avverli1·e, .a scanso di .. ;. illusioni, che, in seguito al voto del giorno preccclcntc, la ccnlralc riformista non :ivrebbc seg~1iJo allra linea <li condona che quella gii1 lraceiatasi. ~ delegali del p.1rtito socialisla de– plorarono ... ancora una volta di dover seguire 1..lisoiplinali la rivoluzione die in ... pi-oscguo di tempo avrebbe rCalizz.ala Ja Con[eder:1zione. Non var· rehbe nulla nasconderselo: la rorza "en, che avrebbe potuto decidere della situazione era a11cora il JHtrlilo socialisla. Impegnarlo· ncU'aziorlf.! .a fonclo era prcoceupazionc un poco di .lnlti, per cvilarc cli trovarsene, in caso con• lnirio, i suoi capi alle spalle. Era sovratutlo la preoccupazione elci Ieno– vicri: i quali dirhia,·arono chiaramente 11eli:l riunione c/111solo <L condi– zione chP il pllrtito socialistfl s( impeg1wssc up/fn lotta " /mulo essi. vi a– UPÌJbero dato lo loro adesione. Fallito atwhe l'ultimo -lenlali,•o minoritario l'orizzonte si oscur.a,•a an– co,-~. Mai tanla volontà <1'azione <'OZZÒ contro t;mla arte di logoramento! La zizzania già incominciava. Le masse si lrovavano in una <'ima che toslo sar~hbc divenuta uJ1 Calv.a1,io. Nelle fabbriche Je forze di estrema pro– lc~lav.rno la nullità dei deliberati di Palazzo Marino e SL>ingev.anoqua e 'Jà Jc cose agli estremi, Ma il punlo cnlmjnante clella parabola era gi:, Halo ::--uperato scnz,, 1a scossa decisiva. Veniva il momen\o critico in cui i pru• (lenti si lrovavano al bh•io delle loro ,-esponsahilitù: uu passo avanti poteva (·ompromettel'li decisivamente, un passo inclielro poteva coprirH r: nascon– dere anche i loro precedenti ardimenti. Quando gli individui - 1n gr.ancle magg:iornnza - non si scnlono piit proietti dalla responsabilità· colletti,•a incomincia J'ora del calcolo e nel freddo calcolo si afferma b signoria nefasta della pu&illanimità. Poi biso• gnava produrre e mangiare e Io sfot·zo dc1lc Cooperative e i risuitati tlelle vendile, ccc. si csauri,•ano. Bisognav.a quindi .impadronirsi di tutto J'ap· parecchio della produzione e degli scambi e debellai-e ]o Stato. li quotidiano anarchico 1anciava ancor.a a.ppe11i ardenti all'azione. La 26
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