Volontà - anno I - n.2 - 1 agosto 1946

La cucinci ,,mericll1w, proprio io me ne i,ùiamoro. Nieute « abit.udi– ui )) 1 nie11te sequenze ,wcess<irie ~i piatt.i. ·Ogmmo trovn iufini:e J>OSsibi– lità, e sceglie ogni volta quello che gli talenta, senza metodo. E tutto è bu.0110, e quanto· più è semplice pi'ù · è buono. ,È -vero che mcuigiare pe.rde ciò che in Europa si chiama « poesia délfo. tavola >>, associwulo due com::ei– ti t.anto dissimili. Ma si crea wi'alt·ra poesia: quella del mangiare di.scor- . rendo con un amico ocl· mi'amica senza lasciarsi distrarre dal cibo, quella. di gust,are la frutta i prodotti sern.plici il latte senza sofistica::::i.oni, e softmttltto il <( ma11gù1re » perde il posto centrale che ha nella 1,ita da noi, divcuta sopratutto un atto neces– sario, e poco più, lascia un posto maggiore per momenti di -vita assai più umatii. IPashiugton/· U~w. città piena di verde, irrn<mzi– ttttto. 1'utte strade molto alberate, con molte pi.azze che son, piccoli par– chi, con grandi parchi ogni poco, con wta vallata ecl un fiume che l'attra– versano come un'oasi di campagna tra J.e case, e dappertutto uccelli merli, passeri, che scrltella110 · tra la gente sui marciapiedi - e spesso scoiat.toli. con la coda ritta, a,1ch'essi senzu paura. Poi, le case·. V'è unge· nere di sfarzo architettonico un poco proviu.. ciale e di cat.t.ivo gusto in al– cuni. edifici pubblici (lo State Depart– ment, brutto, 'immenso}, 1111 uso in– genuo dello « stile » cfossico greco e· romano, con abbondanza, di colon– ne, qualche chiesa strcow, ma le, mas– sa è di << case », semplici, belle: dal• le minuscole t<1lvoltaancora di le– gno, spesso con 1>orl'icati frontali ed un piccolo giardino in cui prende il fresco la famiglia, alle immeose « a– . paTtment house >) un poco alveari., ma teittanti anch'èsse, che,cforei q11lll· coS<1. per t.rouarmi un posio in ww. di esse, vivere con quel pizzico di vita mo,wcale 'che esse <1ssicuranoai lo– ro i11quil~.ui,alla molti.tudiue· di pic– cole ville d'u11a, due famiglie, wlvol– u, imbruUitç. di torrette e di terrazzi, ma che comunque dami.o alla. strada wia grande vitalità. Poi, i servizi pubblici: tram. -velocissimi e silenzio– si, autobus idem, e tutti maneggiati da un solo uomo senza complica.:::.io– ni di biglietti e di controlli; strade· linde così che io non mi pulisco maì le scarpe, e 110n ww mosca in nes• srma p<1rte(io ~n fatto 11011 ,ie ho cm· cora. vista una, in questr,. citi.ti <l'un milione di gente); e con ~m seruizio, di seg11alazio11edegli attnwersamen– t.i che copTe tutti gli incroci, senza vigili, tuuo affidato ai citt<ulini .. E poi i negozi, una moltilu<line, che– offrono tutte le cose perisllbili con vetrine bellissime che fan vedere tut• to mi.gliore di qucmto sia in realtà (moltissime son le cose di qualità mediocre, che si c0niJ>rano sapendo che d1irercmuo poco e si butteran· no). Gli uffici pubblici, nuovi, lir,– di, con moltitudini d'impiegat.i (mi pare i-n gr<uulissinw parte donne), c011,gran uso di nwccliine contabili ed altre, e tutti son cortesi e poco (< burocratici)). Ed infine, fo,ula– mento di t.utto, la genté. Molti ne· gri, senza alcuna sepamzione { e la Virginia e così prossima dove, ùwe• ce i J1.egrison i.solati dura.mente, mi si dice): e molti - uomini donne bambi11i - negri del tipo cafro, con visi deformatV e spesso anche corpi in c,ii si ·vede <.'Ome un'eco delle ge• nerazioni di. schiavi che l'han pre• cecluti nel tempo. Moltissime don·

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