La Voce - anno II - n. 53 - 15 dicembre 1910

dan? in_c~~nescn .... e si fanno proteste d'amore u d1 a1111c1zia. Intanto si sussurra di un'alle:tnza turco bulç-ar~ ~ la Porta alz;i la ,·oce per Creta Pace e gmst1z1a regnano n<::Imondo. · E nel nurnero 215: >· E inta1_1to, d~po Ferdinando di Bulgarh,, re I 1 e~ro d1 Se~b1a va a Pietroburgo è l'aquila russ~ _raccogli~ _nuovarnente sotto le sue ali i pulc1111 balca111c 1 ; funzione bene slran.1 1 non si può negarlo, per un uccello rapace. LA VOCE IL TRENTINO ..... il l?ai_-tito_ democratico sociale che ~ povero di. me:7 1 , 1 ! 1 t•,a d( ,,res(n::ione, ma ricco di energie, d, fedt, d, e11lus,asm1 e che si affida nlla bontà cl_e_l s11? protramma, che è quello del piil grande :'.\ olu1.10~1ar)o, ~· t1:t più grande pensa/ore del ccolo_ -\_I~_\, ch 1 Giuseppe l\I;1zzini » (npplausi La politica nel Trentino. entusia 5t ict). (L Ema11ripa::iom· 1 num. 169). Vi sono molti italiani che giungendo nel Tren- Poz,cro di me::::i, ed in via di ;resla::ione: la tino credono di trovarvi uno stato d'animo uguale gestazione c11u11 partito che dura eia quattr'anni I a qm:llo delle popolazioni italiane (una c'lite delle per dio, che parto laborio~o ! ma puzza di abort~ stesse però) sofferenti <lei giogo austriaco in Lom- a_un__ chilome_tro; se in quattro anni non ..:on bardia prima ciel '59, nel Veneto prima del '66. Credo cl';:wer dato con c1uesto un'idea abba- d -i.: Poichè · · · nesctt1 a aflcrmarsi essi, che avevano tanti ele- I trent1111 - popolazione italiana - sono st anza precisa sul genere di principi e di pro- 1· · d d so~getti all'A 1 · men I pronti a a erirvi, e nor\ sep ero attrarli, b us ria - e poichè l'Austria è nemi- paganda sostenuti dall' Ema11ripa::io1u•, e st1lla I I ca cieli' Jt 1· . non crec o c 1e si matureranno pitì. Ricco di em.•r- aia, 1 e regnicoli > ingenui di cui sopra meutalità generale cli chi ne sta a c,-11, 0 . 1·,:e,,,_ · d"fid d' credono ali" · · . g,e, 1 e e e I entu iasmi; ma il male si è che · esistenza di 1111 irredentismo di un dente che con tutto c1uesto 1,ae-agl1·,. d"1 ·,dea!,· l' t . movin1e I . è . • . . .... .., en us1asmo é l'unico patrimonio cli tutto . 1 . 11 o cio an11austriaco tendente a separare non . co_m_pres1,_di entusia5mi per mere utopie, tito: afliliali e capi . o la coscienza I' _1 pali~- ev1denten1t?nte il Trentino dAI çosidetto « uesso e pnnc1p1 belli ~j e i ' · J 1 ' 1 lllle I• d n,, . . . . ' ~. t11~11nos1,ma a cui insta- gT., la mente direttiva, dove ci sta? e impero> per ricongiungerlo al!' Italia. Non b1hta e. ancor p,u lurmnosa. cou questa man-/"r. ~a ultimo essi credono fermamente t el . . 30 se irredentisti, nel senso tradizionale della pa- canza cli senso· pratico, e soprattutto d' intelli- grande pensatore del secolo XIX e i p1u rola, ci siano a Trieste, dove il sacrificio di Ober- genz;i, la D. S. I. non pote\'a far ~raudi passi nel secolo XX ed . ~ i rnent~e vivono tank è troppo recente per essere dunenticato - L'ideale mazziniano, attiranddll, 1,· acc·,ecò. . . ' arrivare con un ritardo di è cent'anni, è un JJ'l' troppo. a certo che a Trento irredentisti non ce ne completamente, togliendo lo 1a visione di tt1t- L I ono a grane e speranza della D. s. r. so,m i sim. - 0 se et sono 11011 s1adchmoRtrano aperta- to quanto esiste e succ eramente nel mondo, e cristallizzandoli in u~ rie.di accademie di retorica che valevano sì ad infiammare gli adepti che da prima furono abbastanza numerosi (nel primo anno i giovani giunsero a 300, ed il cir– colo Popolare di Coltura a circa 200 soci) ma non certamente ad acquistarne cli nuovi : e::din fatti da almeno due anni il loro numero è sta- zionario: su per giù 600 inclh·idui. Tutta l'opera ciel partito si risolvette in in– fuocati rimpro\'eri a socialisti ed a liberali, per mezzo del giornale, chè mai trovarono altro modo per poter comunicare al pubblico. - Voi siete conservatori ! - a destra; - Voi siete austriacanti ! - a sinistra ; ecco la polemica. Accuse, che non venivano mai nemmeno ascol– tate. Così la D. S. I. giunse al 1908. S'era costi– tuita in partito, con sezioni nelle provincie, (Go– rizia, Grado, ~Ionfalcone, Muggia, Cap~distria, Pola) ed a\·eva fondato un'organizzazione gio– vanile. Xel gennaio tenne il primo congresso g-enerale, che andò abbastanza bene, e servi fors' anco per la propaganda. Nel settembre tenne, o volle tenere il secondo congresso dei giovani, che fu proibito dall'autorità, fatto lo stesso segretamente, e, sorpreso, ebbe un se– guito d 1arresti, perquisizioni, scioglimenti e con– danne. Esso segna il principio dell'epoca romantica della D. S. I. Già in alcune dimostrazioni, successe dopo la sua costituzione, inscenate di solito dai suoi uo- mini, ma cui occorreva si unissero i liberali per– -ché potessero riuscire, arresti e condanne di mazziniani ve n'erano stati e numerosi; anzi il Pasi, romagnolo, buon propagandista e magnifico parolaio, era stato bandito ; ma nulla pili che tanto. Dal settembre 1908 arresti e processi si seguirono a distanza di pochi mesi in una serie che dura ancora. Le società repubblicane in tutta la regione furono sciolte, e subito rico- stituite, e poi nuo\·amente sciolte con una ra– pidità fantasmagorica che ha creato una confu- sione straordinaria. Adesso credo che società di giovani non ne esistano in tutta la regione, es– sendo state sciolte en blok assieme alle liberali ed alle socialiste. Peraltro in mezzo al l'inerzia dei Triestini, i maz- ziniani segnano una nota simpatica ed impor– tante. Pur non riescendo a nulla di pratico, essi ottengono tuttavia di tener desto lo spirito irre– dentista, e bisogna applaudire alla loro fede ed .alla loro abnegazione. Ad ogni provocazione de- gli slavi o del governo, essi sono in piazza al loro posto, pronti ad agire; e non temono nè bastonate, nt:: arresti ; e dan•ero la loro costr1.nza è tanto più ;1mmirabile per chi ha assistito a qualche scena delle dimostrazioni a Trieste : i mazziniani t.:he picchiano, e si fanno anche ferire, e dietro a loro i giovani liberali (chè i \'ecchi nessuno li ha mai \'istiJ che cantano e battono le mani, ed al primo apparire d'un po- liziotto se la danno a gambe Iaaciando nelle peste gli ahri, i quali subiscono tranquillamente condanne e persecuzioni ed alla prossima occa- sione ritoruano da capo. Spirito di sacrific.io stupendo, come si vede, ma di un'utilitit relativa. 8t11 altro era d'aspet– tarsi dal partito mazziniano, e lo sanno molti giovani che a\·e\'ano creduto di trovarvi il loro campo d'azione. \"i entraronù ricchi di e::ntusia– smo, e se ne ritirarono ancor più oppre-ssi e privi di spt:ranza: la vuotezza d'idee, 1' impos– sibilità di pensare dei capi democratici li ha completameute disillusi ; ed oramai la D. S. I. è abbandonata a st con poca speranza di sol- levarsi. Un brano del discon,o tenuto in un comiziù dal dottor Spadoni, loro candidato alle ultime ele– zioni amministrative, /; il quadro desolante delle loro condizioni : patizzanti, ed é fidandosi su questo elemento f 1ente tali - nè del resto potrebbero costHmre - che l'altr'anno presentarono candidati' e ç.~ rata 1_1es1gu1tà del loro numero - un'associazione zioni a111minis1rative. ..,,. 1 ... • 1 :.on, .. 'lrrn , __ !' ,ualsiasi. lrreclentismo e irredentisti 11011 esistono E simpatizzanti ne hanno: queW elemento nel T'rentino a meno che non si voglia far passare fluttuante, ni:::carne nè pesce, che nelle elezioni per irredentismo le sassaiuole contro il grifo della é peraltro ligio ai liberali, da cui poteva bensi birreria Forst (grifo del resto permesso e autoriz- staccars· I ·d d zato dal Comune) 0 qualche timida oste11taz·1011e 1 sotto a gm a 'un Edgardo Rascovich, uomo cl . 1· di coccarde tricolori - limitate però sempre al- . 1e pro11unc1ava e 1scorsi magnifici, ricchi cl' idee geniali, e sapeva anche tenere la vice l'elemento giovane per non dire infantile - o.i presidenza del consiglio municipale1 ma non mai piani rocambolici di uno squilibrato qur1l'è il Col- sotto la guida dei mazziniani che sono come pi - o l'impiccagione di un fantoccio rappresen- sono. L'entrare poi che fecero alcuni cli quei tante Hofer a piè.della statua a Dante - o il getto mezzi e mezzi nel partito, non poté che dan- di uova fracide sugli stemmi austriaci compiuto neggiarlo, met:.endolo in una posizione falsa cli 11elcuor della notte, Che i fogli tedeschi del Ti- fronte ai liberali, che oramai li trascurano af- rolo - quasi tutti sussidiati dalle associazioni fatto. pangermaniste - agitino periodicamente il babau E l'esito dei voti fu edificante: cinquecento J fiasco su tutta la linea, come si vede; ma L,E_ 111ancipa::ione se ne consolava con queste pa– role cli cui non riesco ad afferrare interamente il significati') : Cinquecent? elettori si raggrupparono intorno al nostro \·ess1llo ; pochi se confrontiamo le cifre sufficienti se consideriamo lecondi.t.ioni dell'ora ... , [(ors~ mc::::a11otlc, quando i raga::::i calliz,i erano dr grà a letto l] (Nota dell'autore). L 'E111a11cipa– ::1one 111011. 203. Nella provincia invece ebbero un esito mi– gliore con la loro propaganda. A Pola ed a Go– rizia socialisti non ne esistono ; più forti sono i clericali governativi (accozzaglia di venti persone a Trieste1 per cui i liberali della provincia hanno anzi qualche simpatia. Quindi le idee mazziniane soprattutto perchè ridotte ad una visione più pra– tica della situazione, attecchirono più presto e più vastamente. l democratici nella provincia, e specialmente a Gorizia, si posero presto alla testa di ogni mo\·imento, e più efficace è la loro operai appunto, clico1 perché non si perdono in bei parlari ed in lieti sogni. ~Ja a Trieste non vi è un'opera eh' essi pos- sano vantart propria. La Camera del Lavoro la propugnarono sin dal primo numero del gior– nale, ma non riescirono a nulla, finché Silvio Pagnini non si staccò con i suoi aderenti dai socialisti ufficiali, e, facendo un compromesso coi mazziniani, fondò assieme ad essi la Camera del Lavoro tanto sospirata. Ed in sc:condo luogo, l'Associazione del Libero Pensiero - in cui si al- learono per la lotta anticlericale i liberali, i so- cialisti dissidenti cd i democratici, i quali su 26 membri direttivi ottennero sei rnppresantanti. Due s,·onfitte morali. l nfatti : la tanto proda- mata intransige::nza dovettero metterla da parte . Ed insensibilmt:nte anch'essi s' accorst:ro di non potere oramai rar nulla da sé, ma 11011 sen– tono la gravità dél fatto. Con tutta tranquilliti scrivono· questo i11 un articolo dcli' Emn11cipa– ::io11e, n. 210 dd. 19 febbraio 1910. I democratici sociali devono volere che nelle diett. d'ognuna delle no"itre tre provincie entri una pattug-lia cl' estrema sinistra, \'igile e bat– tngliera. '.\la dobbiamo prepar;trci " tempo. Cli altri verranno a patti co11noi so/fan/o se po– /remo mostrare dei gruppi vitali'. e affiatati fra loro c/u possono i11jluù·e su/i' esito delle ba/ta– glie. Kon t: il de prorundis questo? lo non so per quanto tempo ancora la D. S. I. si reggerà. i\Ia so che tutte lt migliori forze in– tellettuali la abbandonano. L'entusiasmo con cui i giCivanissimi si sono accostati ad essc1, è sbol- lito, quando un po' d'idee sono penetrate nei loro cervelli cd hanno dimostrato che con la poli/ira del cuore in Austria non si va avanti. E cli fronte: a questo !)faccio, la nostra anima italiana che non vuol scomparire continua a di– battersi nella motta lubrica della falsa italianità Jibc:rale, della Beo✓.ia rc:pubhlicana 1 cleW ingiu• stizia stomnche\'ole del governo, e solo possiamo chie::derci, con un tremito d'angoscia nella voce: - Che fare? Alberto Spaini. dell'irredentismo trentino, è comprensibile. J\'la uno studio sul luogo, 111a un sufficiente lungo contatto coi trentini, basta per sfatare le leggende irredentiste. Neppure durante il nostro risorgi– mento vi furono movimenti irredentisti nel Tren– tino. Gli agitatori della m1.zionalità politica d'al– lora erano più che altro < valenti causidici, &1,e pelle,rri11aro11011eiparlame11/id'Europa, a Fra11,. co/orle, a Vienna, a Kremsir, c!,iedendo prùna l'a1111essioue del Trentino al Veneto, e poi /'illdi– pe11de11zaammù1istrativa del paeJe, facendo so– vercltie lezioni di storia 1·omami dei T,·e11tini e del Trentino/ ma 11011 ebbero w, sol uomo che ab– bia tentato 1ma resistenza armata. I pochi falli d'arme, clie nel 48 e dopo ebbero Luogo nei Tren– tino sono dovuti o all'esercito italiano o ai gan• baldini: insurrezioni dei trentini non se n'ebbero, nè a Trento, 11è altrove. > Coi;) scrive un tren– tino, acuto conoscitore della sua terra. Se dun– que mancarono moti irredentistici seri, qu,rndo tutta l'Europa era in fiamme, se il Trentino 11011 arse, e 11011 arse perchè spalmato di pece clericale quando Gariln1ldi lo popolò di c11micierosse trion– fatrici e liberatrici, assurdo saitbbt oggi cercare le tracce dell'irredentismo. Tutti sono rassegnati al giogo austriaco. Il tempernmento trentino non è rivoluzionario, ma conservatore. Nelle vene della borghesia trentina che dovrebbe dare gli irreden• tisti come la borghesia italiana diede l patriotti 1 c'è troppo sangue tedesco mescolato e troppo sangue di preti. Nè vi sono nella storia antica e moderna del Trentino ~w•:enimenti o serie di av– venimenti tali eia imprimere un loro colore, una loro anima alla politica ;1ttu,1le e uno speciale temperamento politico a frazioni del popolo. Nel medioevo e sino all'evo moderno il Trentino è la te.rra su cui si appuntano le cupidigie altrui, è la terra agognata dai dominatori del Nord e da quelli ciel Sud, t: il popolo trentino e subisce> gli avvenimenti che gli accadono intorno. Una sola rivoluzione sptzza la grigia monotonia di una sto• ria senza rilievi: nel 1407 Rodolfo llelenzano - capitano del popolo - solleva i Lreutiui e strappa al vescovo tiranno frn.11chigie<p1asi repubblicane, ma il suo liberale governo fu d1 breve durata. La e guerra rustica > 11011 ebbe nel Trentino l',1111- piezza di qu1:lla guidala dal Bokelson in Germa– nia, nè la ferocia delle jacqueries cli Francia. li periodo della rlo111inaziu11e n1adiuzzta che si chiu. de colla morte di Emanuele nel 1648 11011 ha quella fc:rvidezza di vita che distingue le nascenti signorie italiane. 1./epoca che sc:gue non ha avve– nimenti degni di nota. Oggi il Trentino non può vivere una vita politica in1e11sa perchè non ha una nazionalità politif'a. I confini lo dividono dal- 1'Italia, la lingua dall'Austria. La sua vita poli– tic.t quindi è chius,t, superficiale sino al pettego– lezzo, contradditoria sino all'assurdo, paurosa e malignante, è la vita politica propria di tutti i pat:si dérnciués. Trentino e Tirolo. Sono due parti della stessa provincia; due parti non solo diverse l'una dall'altra, ma 111 antitesi irreducibile. Il Tirolo è il tutore, il Trentino è • 0..1 volume che cscirà nei e Quaderni della Voce. > Bibloteca Gino Bianco 46l il pupillo. li Tren1i110 e subisce • 1111 1 :1mmi11istra– zio11ecomposta in grnn parte dc1\lahorghesia cle– ricale e reudale del Tirolo. La la111cnttvole situa– zione politica ed ;rnche economka del Trentino dipende da questo connubio forzato colla gente di 0 1 tre llre111H!ro.e E ciò a dii.petto, dice uno scrittore trentino, delle più tvide111i leggi cli na– tura, on~se da simile procedimento: a dispetto dei nostri fiumi che i11viR110 le loro acque all'A· driatico, mentre i ghiacciai del Tirolo mandane il loro tributo al torbido Danubio, o traverso i laghi del Reno, al mare del Nord; a dispetto della lingu2. che qui si chiama lingua cld sì, mentre li \la111ail nome di lingua di Goethe e di Schiller; a dispetto della coltura del suolo che qui f..t pompa di viti, di ulivi, di gelsi e lì di abeti e di prati i a dispetto degli ordinamenti econo– mici lì germanid e qui latini. ... >. La enumerazione delle differenze fra le due re– gioni e i due popoli potrebbero, come oguun vede, co11tinuare ;111' infinito, ma senza modificare lo stato cli fatto. Oggi il Trentino è politican1ente e amministrativamente unito e sottoposto al Ti– rolo; i 300.000 trentini sono unili e sottoposti alla borghesia tirolese rapprtsentante 500.000 tirolesi. Eppure il Trentino ha sempre costituito dai tempi rom.tni fino al 1814 uno stato a sè, aAatto indipendente dal Tirolo. Gli avvenimenti di quel• l'anno lo aggregarono all'Austria e in t-Ssa al Tirolo. Che fino al 1814, il Trentino fosse un quid a sè, non una parte del Tirolo, fu sancito dalla Corona stessa che accanto al titolo di Conte del Tirolo metteva quell,> di Principe di Trento. JI C;1pitolo XIX della costituzione austriaca stabi– lisce che tutte le nazioni dello S1ato abbiano uguali diritti. Quindi il Trentino doveva avere una sua propria dieta, completamente autonoma dal Tirolo. Nel 18.4,9. ad es. si eressero a provincie la Slesia, la Bucovina, la Carinzia, il Salisburghese, che prima erano aggregate rispettivamente alla Moravia, alla Galizia, alla Carniola ali' Austria Superiore. Nel 1861 anche il Vorarlherg ebbe Dieta propria. Ai paesi italiani del Litorale furono assegnate tre diete. Solo il Trentino 11011 fu eretto a provincia, ma forzato a unirsi col Tirolo. La disparità della rappresentanza alla Dieta è dimo• strata colle cifre. Nel 1816 la Dieta cl' Junsbruck aveva sette seggi per i trentini contro 45 dati ai tedeschi. Più tardi si tentò rip1uare ali' ingiustizia e nel 1848 furono accordati 20 seggi ai trentini contro 52. E ciò in un tempo in cui la popola– zione del Trentino era di 320.000 anime e quella del Tirolo di circa 400.000. Finalmente per cal– mare le proteste dei trentini, nel 1861 si realizzò una riforrm1, che vige pur oggi e in base alla quale il Trentino ha un deputato ogn: 10.8o8 abitanti di borgate e città e uno ogni 28.96g abi– tanti dei comuni rurali, mentre il Tirolo ha un deputato ogni 9174 abitanti di città e uno ogni 17.049 dei comuni rurali. I trentini sono sempre iu minoranza e devono subire la maggioranza tirolese. È chiaro che i tedeschi favoriscono il loro Tirolo, servendosi anche delle c-ontribuzioni del Trentino il quale deve contentarsi delle bri– ciole che cadono dalla tt1.vola dell'Epulone tiro– lese. Un esempio fra i tanti conforterà questo richiamo evangelico. Nel 1882si ebbero nel Tren– tino e nel T'irolo parecchie disastrose inoncl;1zioni. Nel Trentino i danni furono di gran lunga mag– giori. Ebbene i sussidi vennero cosl ripartiti: fio– rini 1.o83.ooo per il Trentino; fiorini :;.444.000 per il Tirolo. Lo stesso governo austriaco trovò il cori:iggio <l'opporsi a q11esta deliberazione dei suoi buoni amici tirolesi e abrogò la relativa di– sposizione imponendo una meno ingiusta retribu– zione. Altro caso. li governo in varie riprese as– segnò alla provincia dei sussidi per la scuola popolare. Nel 1886 il sussidio fu cli fiorini 38.000. 11· Consiglio scolastico provinciale ne conferì Sooo al Trentino e il resto al Tirolo. Nessuna mara– viglia perchè il Consiglio scolastico provinciale è composto in nrnggioranza. cln elementi tedeschi e clericali ; da ciò frequenti atti di ostilità alle scuole italiane, da ciò regolamenti scolastici ad uso e consumo del dominio clericale. (Come il regola– mento chi! stabilisce l'obbligo pei bambini delle elementari di udir quotidianamente la messa). Il maestro è cosi ridotto a fare il sagrestano e, come narra uno scrittore trentino, si arriva al punto di ritenere pedagogisti modello uomini, che han po:uto, in un'antologia scolastica, camuffare sa– crilegamente l'inno a Satana di Carducci sotto il titolo di e I 11110 alla Ferrovia > mutilandone correlativa.mente il contenuto. Se la situazione del Trentino rispetto al Tirolo è dal punto cli vista politico, umiliantt\ dal punto di vista economico, che esamineremo fra poco, è dis;1s1rosa. - Orn cli quali mezzi clispo11go110 i trentini per opporsi ;dl'egemonia tirolese almeno nelle sue più violente e urtanti manifestazioni?

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