La Voce - anno II - n. 30 - 7 luglio 1910

LA VOCE GIUSEPPE GRANDI : • L.1 Piccola A1torl >. EqNESTO BAZZARO. MEDARDO ROSSO: e La portln.tiil >. MEDARDO ROSSO : • Ca.rnt. altrui >. ERCOLE ROSA: c. Monumento ni Frate lii Calroli >, TRANQUILLO CREMONA : e S11tn:r:10amoro1,o ,. BiblotecaGino Bianco 355 I protettori. - Quando si vuol pigliare in giro un ministro o 1111 qualunque uomo di stato e dire che 11011 è né un Uismark né un Cavour, si dice che ha cambiato il colore dei francobolli. Ci s0110però altri uomini polìtici eguttlmente ridicoli, che cert1111i pigliano sul serio: sono quelli che non !'-apendo né risolver la questione sociale, né met· tersi alla testa di un panno, né pro111overe o in– coraggiare un'industria, un commercio qualsiasi e 11tmmeno proporre una riforma della legge sulla pe• sra ai grnnocchi, lanciano un progetto, diciamo cosi estetico, che,specie nelle nazioni latine.è quasi sem• pre lo stesso : proteggere la Bellezza. l 11 generale 1,, bellezza del paesag·gio. 1 n Fra11cia c'è una so– cietà cli s11obs e di pensionati, capitanata <la uno di questi Soloni, C'i1e fa la caccia ai cartelli-reclame della cioccolata ì\l enier e della vernice Ripolin. In Iuli.i è l'avvocato Rosadi che si fo il Cavaliere dalla trista figu1a, della ve,g·ini1à ddh:! praterie e dei boschelli, e bandisce la crociata contro le ci– miniere i pali teleKr,1fici e gli avvh,i della Chinina i\Jigo11e. S011 ridicolezze. Il 1>aesag·gio, la natura son se111prebelli, un albero che sparisce e 1111a 11iac– chm rossa gialla o celtste di una reclame che 11e piglia il posto, non cambian nulla alla bellezza eh un sito. A volte la viole111a <li un tono crea va• rie1à- come hanno capito i pittori moderni - fran– cesi naturnlmentt: - e una nuova ;u monia. Se– nonchè per capir questo bisognerebbe saper prima che le cose 11011 son in sè belle né hruue, ma che il mondo è tutto e sempre bello pt:r chi sa vederlo e amarlo. (Tous les paysag·es sont beaux quand on les reg·arde avec esprit, diceva Jean i\lo1é;1s 1 - ed è un luogo comune}. i\la q11a11dosi fosse a questo punto non si farebbero pili progetti di legge per impedire un'affissione lungo la ferrovia o nelle vicinanze di un albergo di 111011tag1rn;ma si pense– rebbe ad aiut,1re in un modo qualunque lo sviluppo e l'arricchimento clt::llo spirito unrnno, sola cosa i111port;111le per gioire della bellezza di tutto, e per crearnt:: della 11uov,1. A. S. A proposito dell'articolo cli G. \'itali « Il libro di uno psichiatra » pubblicato nel n. 28: Signor' J),rr-ttor<" d<" I.o \'occ, Non ho alcuno inicnTionc Ji difondc1e le mie opinioni d11llc critiche Jd "icnor Giulio \'i1nil. Le mie opinioni avranno - col tempo - la sorte clic meritano, cd io non mc ne preoccupo affatto. E ucppurc ,,oglio difendermi dalla taccia di dilc11an1ismo filosofico· ho.tanta simpatia pci dilcuanti quanta on1ipa1ì111pci mcs1icranti, anche 11carmati di lauree o caucdrc. Mo debbo chie– dere al Vitali uno schiarimento intr rno a cene frasi che egli certo non pone nel suo ar1icolo per gonfintura retorica o pel piacere di rare la ,·occ grossa, ma douebbcro alludere II fatti e pcnoue, auii 11Ia mia persona. Debbo chiederlo anche in omnggio a quel progrnmma di elevazione del cllflllcrc che fo forte L(I Voc.-. li Vitali parla dì scicntiati che sostituiscono •ll'cspcrieni:a cd all'oggctti,•ità il prcRiudizio e I' imb1oglio 1 o che ranno dell'an– ticlericalismo per t1ssicurt11si... la carriern, o che amt1no l'ozio e, ancor più, i facili guadagni e le av,·cn1urosc curicre lo vorrei che il Vi1ali mettesse i punti sugli i. Se egli parla in gcuerc, pula male a proposi10: -.e vuc,I pnrlarc di mc, ha ~bagliuto in• diriuo. li Vnali conoscerà la filosofia e 1u1ti i filosofi, ma - bcnchl! parli di mc - non mi conosce. Se mi conosce"SC, saprebbe che la mia carriera non I! per nulla " 11,•,·enturos.1", che io Jcvo l,1 mia positionc n qunuro conconi 1 nei qu1li fui giudicnto com– plessivamente, da dicci giudici - 1u1t1 i giudici decentemente posaibili, - comprtsi alcuni infiuent1,;simi 1 contro i quoli nvcvo 1O11cnuto discussioni e polemiche. Saprebbe che io 11011 ho moi bruciato incenso dinanzi 11dalcun itlolo. che per tenere la 1c.hicn1 diritta non ho nltcso che fossi e arri,·ato ", e che sulle schiene curve ho 1ss ~u.to piu d'uua sfen:ata. Saprebbe che se io <10no _ per co11vi11tionc - areligioso, sono .111che- fra11c111ucntc - an1i1m1s'0nc. Chicd 11 il Vitali notizie sul mio conto, non dico ai miei amici, ma ai miei av,·c,sn,i: r;en1irà forse dire che io sono talvolta ar– rogante, sarc:i.stico , ii onico, aggressivo, itrcvcrcntc. ma non tro– •·erà alcuno che osi dire eh' io abbia mii ceduto od oppor1unismo vile. Jo spero. signor Direttttrc, eh Ella ,·oirà pubblicare quer;ta mia, e spero anche che il Vitnli ric41nosccrà lcnlmcntc il suo iorto. M1creda, co1di:dmc111e, il i-uo Dcv.mo ERNESTO LUCiARO, lo non ho Jcnunciato opinioni discutibili, m11 errori, confusioni e contrndJiziuni cvidcn,i nel libro del prof. Lu– garo; e non capisco che coc.11possm far. i il tempo rcr rime– diarli. I. Autore f.,1-.: potrà forci moho, se , uolc, con ahri libri più sodi, quando abbia ces~aio d1 e simpatizz:uc coi dilc11an1i > come lui ora con trnppo spirito afferma ~li u~nre - confc.sionc che, almtno per le bUC elucubrazioni fìlosofiche, era piu cbc su– perflua. Quanto a mc, mu!iliO-.ol,nnto ,la zelo d1 ,eri111,non 1<11111 prc– '-t'ntc che il libro - '1'"' lib,o - ,locumemo rapprc,cntati,·o d1 metodi dcplorevolissimi per l:i no~tra eJlturu, la quale siamo rn;olu1i :i l'oicrc cicuta, :;chictta e benefica. La persona del• l'Autore e le ::.uc \'ÌccnJe - s.ih- n quella fama di fìloaofo fra gli psichiatri - mi erano Jcl iuno ignote. Le mie parole non' \"anno ,urortgte Jal contesto del mio n11icolo. So anche io - diamine - quanto l'umaniu\ de,·o agli scicndati che fanno \'Cra scicnta: onche agli psichiau i! Sicchè pos!.o prend.-rc otto con ~crcno compiacimento dei titoli che il p1of. l.ugaro mi no1ifica eHcrgli !òllltiriconosciuti da e pili che decenti commi\sioni ,., e anche, 1>e\'uole, di ~uellc mohi,– i.ime benemerenze che sì l11r~isccda solo. Perb che egli fosse o no mauonc, mi credo, quc~to non 11\'C\'O neppure pcusato a do• mandarmelo . non è: cosa che mi riguardo, perchè non può mu-

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