La Voce - anno II - n. 12 - 3 marzo 1910
278 LA VOCE stiana, d<·dicata nll' insegnamento nei seminari, che potrebbe e-.'icre adottata con profitto. L'in– segnamento della filosofi., moderna è nullo ; esso ~i limita alla tomi:.tica. Troppo ristretto è quello della letteratura e della storia. Eppure, coi larghi meui dell'All,eroni, quale coltura sarebbe facile ottenere ! Un piacentino co11temporn11eo dell'Alberoni, Felice Gazola, generale supremo di Spagna, scopritore di Pesto, si ricordò cg·li pure dc:lla patria, col <lcstiti:u·c le sostanze :tlla crear.ione d'un istituto di belle :uti, il quale è buono stru– mento di coltur:1 e diede egregi artisti. Ali' isti– tuto G:uzola spetta anche il merito d'aver ospi– tato e riordim,10 il ~lusco, di cui sono pregio un Botticelli, un Antonello e preziosi arazzi che i piacentini portavano in patria, dopO a\'ere coperte alte cariche. Molte opere d'arte, tolte a Piacenza e trasportate all'estero furono restituite a Parma. Anche il Museo di \'elleia, la Pompei emiliana, dovrebbe a,·ere qui la sede naturale. Ma nessuno pt=nsa a ri\·endicare il nostro pa• trimonio. 11 Municipio non dimentichi il ;\luseo, le cui sale ora sembrano la bottega d'un anti– quario, tanto le tele vi stanno a disagio, IO· gliendo la 1>0ssibi1itàdi qualsiasi sviluppo. Mille ire annue, per una pinacoteca di giovane for– mazione, sono un'ironia. Ma gli amanti dell'ar1e sono poco pericolosi .... elettoralmente. l..n biblioteca comunale vanta 140 mila volumi e molti manoscritti. La frequentano ogni anno circa nO\"emila lettori, dei quali un migliaio di studiosi. Ha un'entrata di \"entiseimila lire, ma solo duemila possono essere destinate agli :\C• qubti, colla tara cli ottocentocinquanta per ab– bonamenti ai giornali e alle ri\"iste, non escluse le cittadine, perchè quanto slampiamo, per una vecchia legge, la procura de\"e inviare alla bi– blioteca di Ponna. Molli opuscoli, numeri unici, comparse lebrali, talora importanti, mancano alla nostra raccolta. n materiale \·ecchio è buono specialmente per le discipline ecclesiastiche, ma in parte ingom• brante, 1>erchè molte opere, pro\"enienti da \"ari lasciti, \'i sono in parecchie edizioni. È copiosa fonte di studi giuridici, consultati solo a scopo professionale. La parte moderna rigurgita di libri scolastici, a sollievo di troppi frequentatori, giovanilmente rumorosi. Non manca un saggio d'opcre di coltura filosofica. Molto letti sono il Carducci, il cl' Annunzio, il Dc Amicis, il Mantegazza e le riviste. Gli studiosi chiedono sopra tutto libri lette– rari e storici. È in pubblicazione il catalogo dei manoscritti, per cura ciel bibliotecario, il colto prof. Augusto Balsamo, il quale si presta a soddisfare ogni legittimo desiderio dei frequen– tatori. Ma è un peccato che il catalogo dei libri non sia a disposizione del pubblico. Il 1torn1ll1mo. Molti sono i giornali sorti ali 'ombra del Go– tico. Lascio in pace i morti, (che cimitero!) com1>osti nel freddo delle biblioteche o sepolti nella carta straccia. Quante buone idee, quanti prodotti dcli' imbecillità umana passano, sopra– fatti dal nostro correre quotidiano ,·erso l'ignoto! La /.i6ertà è il nostro Times e credo che sia il solo giornale \"eramente attivo. La dirige il dottor Ernesto Prati, che ha molto materia grigia, chius:1 in una bella testa eia moschcttiero. È curioso risalire a certi articoli, mirabilmente \"Ì\"aci, nelle prime annate della l.i6t,-/à. l\la mutarono .... i tem1>i. Ora, in nome elci connubio clerico-moderato. la Li6t>,·là pubblica quotidianamente la cronaca del movimento cat– tolico. Essa è forte di una tipografia propri.,, presso la quale si st:un1>ano quasi tutti i gior– nali cittadini. Da poco ha smesso polemiche eterne, che i lettori si facevano un do\"ere di ~altare a piè pari, senza un rimorso. La /.iMr/J sta per sctnrlere serenamente in lotta con la Fa1'1"lla organo dell'episcopio, la quale da ebdomadaria è di\"entat:t quotidiana. contrari il clericalismo elettorale e molti preti, cui non sorridono la politica e le rivendicazioni delle leghe c:tttoliche. I.a Li~rtd è ormai una istituzione cittadin:l e, fin nelle prime ore del mattino, i molti suoi a\·,·ersari s'affrettano a comperarla, a leggerla e a .... dirne male. Il Progrt•sso, democratico, è il più \"ecchio giornale, rin-;anguato in questi giomi e diretto da Luigi l'erona. Il Piu:oto è un antico organo della democra– zia autonoma. \'anta all'anh·o un'accanita lotta contro il sedicente vesCO\"O ;\liraglia e il suo giornale, il Sm'011arolt1. I .o dicono la voce della massoneria, ma vi scri\•0110 talora clericali della pii) bell'acqua .... santa. \'i collabora\·a, <1uasi settimanalmente Francesco Giarelli, che fu buon pubblicista e ottimo piacentino. L 'C11ione è l'organo dell'associazione degli agricoltori, guidata da Gaetano Perotti, forte e modesto hworatorc della penna. /.a Voce l'rnlda,it1 è riu:.cit.i a mangiare \·ivo !"organo dei riformi<.,li, la Piau11;a .\'uo1·a, che l':n rebbe volentieri ricambiata. ;\litologia in\·er– tita: è Giove che dhora il padre. \'oce dei n.:pubblicani è il (ì'ltadi110. Si dice, e nessuno ha contrad<:tto e a me mancano il potere e la voglia di co111rollare, che i repub– blic:tni siano venticinque, i c1uali faranno bene a declinare npcrt:lmcute una fin <1ui chiara e tacita complicità di persone col Tollein. li di– rettore ciel Cillatlino lo fu :\llchc elci 10/lein e del Cilladi110 insieme. Al 'lolkùz partecipano altri della famiglia del li"lliidùro. Orn manteniamoci seri cd nustcri per parlare del mo<lcrnis~imo J)ir111sThomas, sul quale al• cuni filosofi no~trani 1>erdono il loro tempo, <1uasichè intorno a noi non urgessero mille altri problemi iusoh1ti, <1ua<.,ichènel frastuono e nel dibattito di questa vita moderna non ci fosse niente di meglio da fore che il filosofo trascen• dentalista. ;\la abbiamo anche il 01/uhiJlt1 calloliro, fi– liazione di non so <1uale congresso. Natural– mente la mi:l conosccnz<t di que:-:.teri\ •h.te non passa di molto la copertina, potrebbe anche darsi che fossero fra i pila ; mi spiace di non potere quindi parlarne più profondamente. Il Goliardo Jlloder110, C al secondo numero e vuol essere la parola dei gio,ani. ( '!limo ;,, ran11ùtt•, cd è ,•eramcnte poco con– siderato, il Ciovmre italiano, oiim ralloliro, figlio della fantasia d'un frate filantropo esaltato. Non mi occuperò d'altri giornnli che, senza tema cl'offench:rli, chiamerò miuimi, nè dei gior– nali agrari; ma un cenno ~pedale merita il llol/dli110 storico piau11tùro, ri\·ista bimensile illustrata di storia, lettere e arte, diretta dal prof. Stefano Fermi un bra\'O e erudito pro– fessore, autore della migfo..>rcmono,rafia che si abbia sul Magnlotti. Intorno al bollettino si raggruppano gli studio~i, fra gli altri l'arci– prete dott. ·rononi, il prof. Augusto Ual:,amo, Leopoldo Cerri. li bollettino ha promossa la pubblicazio11e del Rr.tristnm, 111ag1111111 delPar– chivio del comune, d'importanza capitale per gli studi storici. 011 e:dltorl. Abbiamo tre o quattro librai-editori e biblio– teche circolanti 1 formate dai soliti libri d'amena lettura. I princi1>ali editori sono il Porta, che stamJlÒ la storia cli Piacenza e il Rinfre:i;chi; che è alla testa del movimento librario gir0\"ago. Quei banchi, non del tutto inutili (l'alimenta• xione della carne di seconda qualità è eia pre• ferirsi ali 'assoluta mancanza di carne) ove sono allineati 1Icav. )tarino, il Costa, il Re dei rnod,i, col d'Annunzio e col Carducci, dC\"Ono dipen– dere in gran parte dal Rinfreschi, che ha fon– data la società editrice a1>uana e pubblicato uu romanzo del Campolonghi e alcuni libri del Croppali, del Miceli, dd d'Aragona e di ;\I. Martini e promos-,a la llibliolua del pe11siero rdigioso moden,o o modernista, coi \"Olumi del cardinale Nen·nrnn, non ancora tradotti in it<1• liano, clell'l l:lrnack, I loutin. Cleyne, I 16flding, Caird, Lea, l.ois)', Petrc, V<:izs:1cker, Swane, Sch<:11ecc. li Rinfreschi è un curioso fenomeno e meriterebbe uno studio speciale. Umile libraio da prima, ora editore di larghe: vedute e, come <1ualchc .iltro di qul·~tc citt:\ di provincia, più benemerito della coltura di tanti suoi colleghi che vanno per la maggiore, ha fermato a tempo le sue edizioni degli scritti del Costa e di simili l'\otari e avendo conosciuto, in uno dei "iaggi do\"uti nl suo cc..mmercio librario, Domenico Battaini, fu da questi facilmente persuaso del• I' inclinazione che mo:-:.trano gli studiosi \·erso la letteratura scientifico-religios.'l. li problema religioso s' i1111>one ogni giorno di più. I libri, che variamente tentano non di scioglierlo, ma di rischiararlo, sono comperati e letti, poichC una crisi corrode le nostre anime, prese dal!' lr– rcquicto m.1lessere del dubbio, che attranrsa tutte le confessioni religio~c, 11elle cui basi si è insinuata la radice dd raL.iOnalismo critico. Conciliare la Chiesa col pen:,iero moderno, la religione colla ra1,:-ioneecco lo SCOJ>O delle pub– blicazioni c.lella biblioteca cht: il Uattaini, non so con c111al'c~ito,cliri1:;eeia Mcnclrisio, ove, sui primi di quest'anno, vide I., luce la Cullur,t moder11a, ri\ista mensile di studi reli~dosi, allo scopo precipuo di far conoscere in Italia quanto ~i fa all'e-,tero, sc1w1 riguardo a scuole ed a chiese. Lf:lteralura dl1le1talc. Il primo arti-,tn del sas-.o è \'alente Faustini. che ~i distingue r,a i poeti dialettali, J>er 1>0· lenza e per sobrie!.\. Il dialt:tto piacentino è ostico, e grande è il merito del Faustini clu: :,a plasmarlo, addolcirlo e colorire con forma dialettale sentimenti non pro\·ati da un po1>0lo, cosi freddo e poco espan- Bibloteca Gino Bianco ..,i\O. L'anima dd poeta \ihra con (lul"lla dclln .-.u~, dtt,ì. Egli e-.;1lta quanto c-'è in e-.,,1 di buono e di confortante a -..'licie -.pt·ranze. • Sdi11 sum 11ùi11 • dice spe-;'-t, il Fau-.tini, che può essere detto il poeta dell,1 !>Onta, <: altro\·C: • )le, P1uei11u a la •• ~ d' 111 da 11• IOiia un l'aradit •• ~elle sut· poc.!tie pare ,;piri l'aria elci solatio Appcnuino e vi ~orrida l'arguL.ia popolana, coc-,i pronta, mordace e salace, sia che si -,prigioni dalle ùottonaie du:, in certe ore, rompono i si– lenzi delle vie, col chiacchierio delle bocche instancabili e dclii:; pianelle sonore o piova giìi dalla 1>iccionaia, nel punto pili uitico d'unn rappresentazione. Esse dice il poeta : • J'ea i 1i1b dal 111•c:6r il to ••hfi, il th11pc1t, I 1rel11 1,. pus oa c'a• !a m!lr.... •• Il Faustini ha con succ<:sso posta la prima pietra d'un teatro JlOpolare piacentino, tras1>0r• tando sulla scena tipi e fatti che, per via, hanno impressionata la~ua rclina. Egli è qualche cosa di più d'on buon facitore di \"Cri.i: egli è un bene– merito del suo pnesc, per la propaganda d' idca• lità alla quale 11011 è m:-ii , enuto meno. Nella vita c nella scuola ha educato gcn~razioni di giovnni. E la citt:ì gli è grata d'a\'erla fatta conoscere n sé e .... nll'e:.tcro. Pochi uomini sono universalmente amati e ammirati quanto il Fau– stini. Le speranze. Com'è degna d'amore qu<:sta \'ecchia città, che Carlo Alberto chiamò la primogenita.' La poesia delle cose belle e nascoste è nel mas– siccio palaao dél libero comune, nelle piazze, cinte dall'erba e guardate da secolari chiese, dal rosso-cupo taglio netto, nelle \ ie silen.1.io ~e, ove le ca:,e si suss<:guono e s'assomigliano e, ogni tratto, s'a1>rono marmoree e fiorite 1>0rte del rinascimento e finestre, incorniciate da terre cotte, che sono come il riso intorno a bocca femminile. E ùuon :,angue scorre nelle sue "ene, poichè, in ogni tem1>0, fu generosa madre di eletti ingegni e fortunata esportatrice cli \'alorosi uomini. Valgano per tutti il e Piau11tù10 • che solo, si ribellò al res1>0n:,odei dottori bolognesi, assen 1 iti al Barbarossa, e I' ;-\lberoni, imperialista figlio d'ortolano, che esperimentò l'incostanza della fortuna e I' in1,,rratitudine dei re. E pure oggi parecchi giovani, che anni addietro qui nvn fermarono i loro oriz1on1i, h:u1110 raggiunto supreme caricl1e, n<:ll'epbcopato, nell'esercito, nella magistratura. Piacentino è il presiJente del Senato. Piacenza che fu metropoli <lella Gallia togata e, al tempo degl' imperatori oc– cidentali, dell'Emilia, che Na1>olcone inscri~se fra le <1uarantano\'e buone citt,\, che ebbe da Roma la facoltà d'erigersi a municipio, con statuti locali, che fu convegno delle leghe e delle diete, meritò il giudi1io di Pietro, abate cli Cluny, che la chiamò e illustre e <1unsi a niuna d' Italia seconcl.t •· Piacenza t! 0s1,italc! e moc:lei.ta ccl ha un de– bole per i forestieri. In tempi "lontani donò re– tori e legati a molte città cl' Italia, in tempi vi– cini andò a ct:rcare come suoi rappresentanti dei forestieri, non tutti preclari pt,r ingegno. E inglesi e francesi sono i capitali che sfruttano le trall\ 1 ie, i pozzi del petrolio, le raOìnerie dello zucchero, mentre gl' istituti cli credito rigurgitano di dnnaro. L'anno scorso, meteora breve, Piacenza ha per <1ualchc mese "issutn la \ila d'una grande cittil. Un nuovo ponte sul Po diede motivo ad una rassegna di for.te, che si vanno sempre più affermando. L'c,empio \ icino dello riccheua milanese è grande sprone al la\"oro per la citt:\. dei con– ,·enti, delle ca~erme, dc:i collegi, che, vigilata da alti e fumanti C.'lmini, s'affretta a stendere una fitt,, rete di facili comunicazioni colle sue fertili colline e coll'uberto!-o piano lombardo. Il 1>0rto dd Po superer.\ le glorie dell'antico, poichè il piacentino ha un passato nella storia del commercio. Cli Scotti e Kli i\ngui:.-,ola condussero la pro– spcrit:\ di Pinccn,m e cli 'Illasi tutta l'nlta Italia sui piì1 lontani mercati e alle grane.li fìerc pia– centine con,cni,ano i negoziatori da tutte le parti del mondo. Il piacentino, di rau:a ligure-romana, po~to tra l'Emilia e la Lombardia, ncll' indu::.tria tem– però sempre la tenacn,'l degl'emiliani collo spi• rito d' ini.t.iativa dei lomb:ndi, pilÌ modesto e silen.1.io ">odi <1ue~ti 1 m<:no pavido di no\"ilà di quelli. Quando PinrenL.a sar.ì un sobbor~·o di ;\Iilano, le ~ue energie: migliori non fuggiranno le HC· chic mura. I giovani 11011 ,1bbiano fretta e.l'andarsene e poi ritornino, co~li spiriti pili agili, coll'es1x• rienL..1pili matura ; poich~ ad <:.,.,j ,petu di la– ,·or:ire <1uc~l:l.\.ergine terra. . Svecchiare ~· <;.H.•">!loi : ecco il rompilo dei II giornalista da Gemito. In que::.ti giorni <:ra scritto in !ltconda o terza o c1uarta pagina di piri giorn:tli, a caraucri di scatola: Gn1no IUC►.:\'l"·ro IJAI.I.A R►:Gl:-,iA. IN· Tf-~R\'ISTA C()I. (.RA:-:0~ ARTIS"rA.Oppure: I.' A- 1\IMA DI \ 1 1:-,.<.:f-:SL.O Gh)IITO. CON\'1-RSANl>0 CON u, sct·LT0Rt;. Ed ecco qua Gino Calza Jkdolo o Fausto ;\I. ;\Jartini o <1ualunqut si \'Oglia - son nomi mitici come chi dice.,..,e Tersite - ad aprin i l'uscio. Entrate e ascoltate. E ammi– rate. e I.a sua testa m •~1>par\'e nel vano luminoso di una porta socchiuso, non appena foi entrato nella casa dell'o~pite: la bella te:-:.ta di biblico profota .... •· l.',1ltro: e \"inc~nzo Gemito era in 1>iecli,vicino ad una fine.!ttra della sala: la sua figura qua.,i ieratica .... spicca,·a nitida sul fondo d'aria e cli sole •· È stabilita l'identità dei due /Jhllriul,.·t•,-. Lasciamoli 1ri11care: domani de\'Ono reccre l'articolo. e Tutto egli , ibra\·.:t dalle mani adunche e souili alle quali l'energia plastica affiuisce in– cessantemente per riprodurre .... •· E: « Anche cerca\"O h: sue m:tni, le mani del! 'artefice sa– piente, e nella \"aria vicenda dei gesti le \•ede\"O a \'Ohe pendere esangui come pO\ere cose morte, a \"Ohe animarsi d'una inaspetlata energia e rendere l'aria, agitate, come se contenessero a rnala pena lo ~pasimo d'una forma o d'una linea non ancora espresse •· I tcde-;chi sp.'llancano da\"anti le porte del Battistero il Baedeker: dimmi, giornalista del mio cuore, in che edi• zione ti porti in saccoccia la Cio<o11da d'annun– ziana quando vai da \'incenzo Gemito? E come l'apristi proprio alla pagina bl1ona) soOìandoti il naso con cui tu ti ficchi, risquarciandole - è tanto grosso - in tutte le 1>it'terribili, le pili belle ferite? o fingendo di guardarti le mani che e nella \'aria vicenda dei gesti • rilucono nitide e sul fondo d'aria e cli sole • dalle cancrcnose macchie d'inchiostro? Ah, scus.-1 ! tu ammiri per il primo 11110\"i di– segni dell'arti:.ta: « sono tre cli,egni, tr;1ttati con tale :.uggcstiva forza di linea .... e nel gruppo è in"tieme tanta vigoria di di:,egno conuui~ta a a un'indefinibile gra.da di atteggiamento, da far trionfare ancora una \"Olta il nome di que– st'artista che Gabriele I)' Annunzio paragonò un tempo al • figliuolo di Càrmidf' • celebratore degli alti fatti delle guerre mediche •· E anche: • .... un atteggiamento cosi efficace che l'espres– sione \"astissima sembra smarrirsi : où l'e.rpres– sio11 u perd à iJHt d'odi .... E la :,uggesti\•a per– fezione dell' in~iemc .... E i suoi disegni, per la vigoria del tratto sembra\'anu rif1e1tere ancora, <1ua~i metalli politi e duri legni, l'essenziale della fisonomia e l'attitudine intera dell'artista, come se egli fosse ancora curvo su di loro, ne Il 'opera lenta e religiosa •. Perdona: non bisogna scrutar troppo nella tua. ammirazione: tu pensi che uno di quei disegni farebbero grand'erfello o cappello all'ar• ticolo che i,ta formandosi dentro a te come cibo entro le budelln. Ma dice \"incenzo Gemito: • No! no, perchè questi disegni sono l'espres– sione di quello che ho pensato <1ua dentro. Da qua dentro alla carta gli ho portati, ma dalla carta ai giornali, non li porto, io! ... Quando ·:::ngono sui giornali, non sono pit't miei. ... •· - O allora come faccio? - pensi tu. E com– menti: e Non bisognava contraddirlo in questa sua strana concezione, che pur ri\·elava nella sua anor· malità un giusto ed e\·idente J>ensiero •· Si, caro mio: e un poco pi,, che e\"idente, benchè ano,·– male. Era un mondo che ti piombava, come l)Ugno, contro il tuo muso tondo: ma tu aschi– \"arlo ghignasti nella cara anima : - Pare che ~ia ancora un po' pauo. E diceva anche, con la bocca di \'incenzo Gemito, il caro. il divino ingenuo che circonda lo spirito onde le pnrolc cave o fangose dei Fausti ì\l. ;\lartini non arrivino a lui: e Perchè, ~enti te! Se voi scrivete un lihro e lo mettete in commercio, e un giorno il libro non ,,i piace pili, che fate? Correte dai librai, ritirale tutte le copie, e ne scri\'ete un altro .... Cosl faccio io. t giusto? •· E il giornali:,ta si pens.wa a cor– rere scalmanato da Tre\"eS e ;\lodes e Lux ecc.: - Per carit;\ ridatemi le co1,ie che mi fruttano tanto bene ! - E ridern, dentro. )ta di fuori nmmirava, lui 1 Hcne: ma se non i di~eKni, l'autoritratto al• meno bisogna a\"~rlo : e quello che .... per con– discendenza dello stesso Gemito, strappala ro11 grande dijficolld • si riproduce a sommo della
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