La Voce - anno II - n. 8 - 3 febbraio 1910

LA VOCE catori battagliavamo contro quella legge, che aveva contro di sè i mi~lioti intenll11ori, fra i quali sempre ci è caro ritord.ue Giovanni Gentile– Guido Mauoni, Uio Mon,lolf\.l, Rodolfo Renicr; Gaetano Salvcmini e fra i parlamentari Luigi Morandi che i11Scn:uo aveva già capitanato la ,otta con1ro una proposta di lcgKe consim'.lc? E se non fu interpellata, perchè rimase? Era le– cito al Rava loct·are gli ordinamenti scolastid senza consullue e f.tr pronu111.iare quella autorità della Co111missio11ealla quale poi comoclan 1ente si riferiva tutte le volte che voleva trnrsi dall' im• b:mu:.1.0 di ris1>o11clere alle importune domande -di de1)Utati e di s~natori ~IUl\a rifornrn. della scuola? 11 coutt>gno della commissione. riguardo alla ,questione e agli uftìd dircuivi e dell'ispettorato, fu, sia ~etto, d1 villà. !,e la parola sembrn grave, t colpa della cos·, che è gr:wii.;;ima. La Commis– sìone o si lasciò vinC'er~ da riguardi inopportuni, o fu giocata <lall'u: m1miilro: in ogni caso non agi nubilmente facendo t: piegandosi. Essa poteva impedire il male; ,fwu111e, st-conclo la nostra lo– J,:Jc.,, è rcspous.1l11lc ,lei rualc che produrrà quella legge, più del minio;tro che la 11romosse, fatuo e incom1>ctente. * Ma, la.sci.uno stMe; e \'ediamo piuttosto cosa vuole la Com111is5io11e,cou l,1 quale se concor– di111uoutgli argomt'nti t'he l'Ss;t adduce contro il siislema rnvi:rno, discorclinn10 in moltt: proposte positive. La rifornm dcli' ispeuorntu i:, seconclo lei, in- 5einclibilc da quella del provveditornto. Il prov– Vf'di1on110 va sot1ra110 ali' autori1A politica del Prefetto, che lo ha sinora s11a1urato. ~-la .va a11che scisso in due di~ti11te funzioui: autorità provinci.,le regolatrice tiella scuola elementare e di lutti gli is1ituti di uluc;izione 1>0pola1e, ed :rn. torilà direttrice delle scuole !'lecondarie: per di– versi problemi com1~tc11%eetl unici diversi. Cosi chiedeva da mi11i~1ro1'11S<1ualeViIlari nel 1891, e alle sue geniali proposte è necessario ritornare. Sin qui l'accordo tra noi e 111Commissione Reale non 1>0trebbe essere 1>illpieno; tla tre anni bat• tiamo su questo chiodo con geuerale consenso. Ma la Commissione che vuol coordinare l'opera dell'ls1>eltorato con <1uella tlel ,,rov\·editore dive• 1iuto i-tJ>ettore dt-gli studi secoutlnri per la provin– cia e 11ssistito da un Con~iglio l'rovinci11le Scola– stico per l'istruzione secondaria, formato da capi d'istituto, che ullicio poi vuole ;1s-.eg1rnreali' ispet• tarato d1e gli i,:;iaproprio, carntterislico, originale ri!lipetto alle altre A11tori1:\direltive? Ecco <111i: 1)!W:Oprire gli stanchi, i tr11scurnti, gli svogliati, gli squìlibrat1 fra gli iu~eguanti (pag. 528); 2) dare concordanza ed uniu'I 11imetodi ; 3) dar consigli ai novellini (pag. 519); 4) giudicare dei prosnovi• bili; \) inquirere .sui disordini e i co11AIli che pos– souo m1M:erenella Muoia; 6) impedire che la scuola si fossilizzi (l>ag 531). Correggere, frenare, stimoliue .... Benissimo! ~!a <.'Omesi può ottenere co:-l mirabile risultato, dtrl dt/Noril Noi abbia:no sosten1110 - e la commissione in alcune 1>agine, esponendo benevolmente il nostro pensit'ro mo!!itra di a\!erci inteso - che i freni e gli stimoli debbono esse, e inie, ni. Quando noi avremo migliorato l'uomo che deve insegnare, rial• zando il li\•ello cli c11h1m,all'Univer~ità dove pur. tro1>po og1,ti la perso1rnli1à del 111:icstroe dello slu• dioso 11011 ha modo di fornrnrsi, t:d es;imiuandolo con cri1eri rigorosi nt'i roncorsi <l'ammissione, oggi SCÌO(.·d1issimame11te org:rnina1i; quando gli a\•remo 1>0sloaccanto una vera guicla s1>iri1uale nel capo d'istituto, <live11uto a~"-'lidivt'rso dal tradizionale preside burocratico, c..ipo di bidelli, romputista, avvi111oredi cari~; quando t1\'rt"mO rinnovato il Consiglio delle singole scuole ecci1,rndolo alla at– tività 1.lid 1ttic.- coll'anicliugli I' inc.irico ,tella pub– blic~ziouc clt•gli n/11 della srnola, destinati alle fa. miglie ed alle autorit.'l, ud (Juali \'enga es1>0sto minutamente tutlo il co111e11uto didat11co dcli' isti• Iulo, d,1iprogrammi dd ~ing-oliprnfcswri all'elen– co degli esercizi S'"rilli asse~1i;iti clurantt l':umo, delle lellure falle, delle es1k!rien7.t' S<'ie111itiche sot– toposte agh alunni, al ('iualogo <lt'ihhri acquistati dalla biblioteca, alla relazione riu-1le del pres·de e alle Sl:llistiche degli alu1111i e \lt•I resultato del loro profiuo, 111e1tc, u.lo co ~i In r-cuola :-allo il \'igile con• trol\o dei mille occhi cl~gli intere,.~ati; ,111andoavre– mo dlHo a ci:1sc11ninse~mrnte 1ut111 l::1 re..<iponsabi– lilà che i;li com1>etc e che oggi 11011 ha, facendogli s«gliere gli ah11111i mcdia111e e!mmi di ammissione ed affidandogli le classi non a /dle e per bre\ 1 i periodi come oggi avviene col sistema pernicioso dt'lle cla'lotiaggiunte; c1uando avremo fatto funzio– nare nelle singole provincie e per le singole ma– terie o gruppi di rn.a1erie i11 cia~un grado di scuole, ilsstmb!ee speciali formale d::1gliste.s_,;insegnanti per obbligo di uOicio, per l'es..me dei libri di te– sto e per la stllu,ione dei vati que!->ilididattici che oggi risoh•e a naso 1111 qualche signor vice-segre· tario della Mi11erv::1,qu,uido non h I eia scrh•ere troppe • letterine • ai Deputati i si domanda quale uOicio re.sterebbe alle i-.pezioni.\isite e agli ispet– tori-viaggianti- Si comprende $010, come giuictame11te ossen•a– ,,:1, contro l' ispellor.ito R:;1va.,Guido ~lauoni, I' 111cl11esta 'ltraord111.uia 111 c-a~i straordinari: e si C'Omprende sopratutto la cr(':tt:ione di una dire– zione centrale tecuira e permanente - si chiami i'lpettorato o provveditornto centrale. non importa - 1>er la preparazione dei rtigolamenti e delle leggi, per i trasferimenti, e per il pii1 allo co111pi10di coordinare in una périodica ~~posi7.ione al Parla– mento tutti i da1i forniti dalle scuole, onde si possa in avvenire, senu a111>et1areReali Commissioni fhe :-.icl1iuda•10 1>erpiù cli tre a1111i nel piU geloso mistero, cono11cere, in ogni mo111e1110, l':rnd:unento generale delle scuole. M.,, lant•~. in Italia il miglior sislema, il sistema ideale pare che sia <111ello elci duplicali. Ci sono funzionari e fun%ioni che 11011 >;iio110 render tutto l'utile sociale in vista tlel quale furono istirnite? Ucnt'; per rimediare '-i fo 1>re.!'>tO. si crea il loro d111>licato.Un paese che non ha trovato o non h::t SAfllllOe voluto trovare c::1pidi istituto energici e c•q>aci, vuol correggere la loro incapacità creando 1r11 e<11ercito di il'l1>e11ori, che abbiano le stesse loro funzioni , almeno uominahnente. Cosa ottima, in regime p;1rlamen111re, poter di– SJlOrre di qu.1lche ce111iuaio di hurrni posti da di– stdbuire I A111ne11ta110 i funzio,rnri? che importa se 11011 si rinvigoriscono le funzioni? Cosi si corregge la n1,111can1.a di autonomia che è il male peggiore di 1111t:1 la hurocrn%ia e di tutti i pubblici i-.1i111titaliani: con una nuova diminu. zione di autonomia, con freni, s1imoli, correttivi es/e, ni, che scemano uei funzionari colla respon• sabilità reale che sta nelle iniz111tive,anche il sen• tim~1110della res11011~bili1:\e il bisogno della i11i– %i.1t1va.Lo stato diventR CO!!iÌ 11supremo motore .... immobìle. Si dovrebbe 11rovvedert: al miglior rcclulamento «lei presidi? - e ~i 1-.rovvede invece a un ispet• torato duplicato della i,re•iidemm; a una migliore prepitru1one e a un più r11gionevole reclutamento degl'insegnnntì? - e si pen!la 1,rima al pu11gigl1one, nl segugio cieli' iuse~n:rnle IIIfun%ione; ad aumen• 1are il 1>0tere ti' ini%i:tliva e la responsabilità dei corpi didattici loc11h? - e I' iuiziativa si concepi– sce con1e in,pulso es1er110,lei vi<Ji1atore-co11trollore– ispettore-giudice•co11rc-.sore; nlla creatione di corpi tecnici loculi, for111a1idalla stessa classe e perciò regolatori clise stessi? - e ~i mette invece a,.:,ar,lo ai corpi tecnici gi:'I esi!!ilenti un gruppo di genie e!>lnme., o c-.Lrr1niRl:t-.i lli41l.t:.cuoia, duplicando il provveditorato e i v.ut con-;igli M:olanici. Ci bene in mt'glio. Colleghi, avrerr.o Ire o quat– trocento r,osti tli più e ben ,,ag11ti, un buon mi· gliaio di incaridu s1rnord111ari per i pili n/Jili di noi! Colleghi, sopr.-111110,/,-a/d/i : . • battiamo le maui, pcrchè f.tremo rt111 ie, a. Che im1>0rta se non farà cnrriera anche la scuola? Giuseppe Lombardo-Radice. II pensiero Greco. 1. Pt.,\TO:-.R, Il 1ì"111ro tradollO d:t G. Fraccaroli con un'appendice '-11 t),111/t: r il Timeo. Torino, 19()6. 111-12di pp. X\'l-424. I.. 8. 2 e 3. E. Ro,1.\G:-.01.1, /.,· Cu111111edie di .--lrislo– fimr trnclotte in \·er-.i it,11iani con i11trodu1.ione e note. Torino, 1909. 111-12di 1>1>. LXXX-515• 613. L. 20. 4. E. BC>nKl·RO, t,,,rli/11, lrslimo,,ùw=c I' fr,1111- 111e11/i, Torino 1910. ln-rl, di 1>1,.XXXll-212. L. ,. 5. / Li, i, i _l[Uri I l::lt'J[i,, r (,'ùm1/Jq) tradotti da G. F'raccaroli. ·1\,rino. 1910. ln-12 di PI>, Xl- 29S. L. 6. Sia locle ai frntclli Bocca editori, che hanno quattr',mni or -.ono iniLi,H,,, e 1m,,eg-uita degna• mente in qutc",ti ultimi 111e-.i. la collc%ione Il Pe11• sier" (,"r·N"· de-.tin;lt;1 ad accot,:liere tr:u-111.r.ioni d'operc d1 poe:-.ia e di opere filo:..olichc III largo sen-..o 1>.irticolarmènlC Pl.11m•e ed Ari,totele) : di libri di ~cil'n,m in qualche modo ancora ,·i\·i fra noi : di tc-.ti noti cc.IC\"l'llllmlmentc di docu• menti <In 1)0("<.1 -.co1>c.•r1i. I ,olumi sono e ~aranno corredati cli -.unicicnti intro<.1111.ioni e cli note, sem• prc con inh:111.iunc meglio c:-.cg·ctica che critica, secondo il c:tr,1ttcre che c-.!'>i hanno d'es-.cr piutto• ~to rin>lti a};:listudenti cd ,,gli uomini colli che ai dotti di J>roft•-.-.iont.>. Oltre ai ,·olumi già 1>ubbli– cati, dei 1111ali l.itò un rapido cenno, <;0110an– nunciati la A,1,/i. 11 ~ la Ndorirn di 1\riMotele e le L1'J:l{Ì <11Pl.uom.:, per cura, ri-.peuhamente, dei prufc,..,ori Dc S,rncti ... , Kom,1gnoli e Taccone; libri poro ,tudi:1t1 tra noi e che \'Mranno a ri• <..-Ordarcicome.· ai Greci 11011 ..,i debb:t sohanto l:2 no1ttra t·o-.cie111;\c:-.tetica e logic:1, nei fondamenti e nelle linct.> e..,-.e11✓i.1li, ma e la <."'O.:,cienza poli– tica, -,e <lllt!'!t.tci porla a \"Olere ed agire nella Bibloteca Gino Bianco sorit:t.\ clt•ili uomini 11011 cume mote.· cl'un rnc-c• cani~mo, ma c;omc elementi d'uno -. 1 lirito. I due \"olumi don11i alle curt- dd Fracc.troli. il 'l imr·o t' i /.,, i, t, ..,c>no n·r.rnwnlc utili e buoni. La \ 1.·r-.1011ch:lla pro-.a pL1tonk.1 è nitida e chiara., ma llllilll,llllcrHe fc.-dcle; d1c t· .:-ramie lode, chi pt-n,i ,1ll'artlua materia cht" 1r;tt1,1il di.tloio, ed agli -.c:o;:li fra cui hanri.• rin OI-:gim,1rcggi,1to i lradullori it,1li;1ni di l'l.atont·, c.l'c!'>wrco chiari e !'>UJ>erlìdali,o fccleli e inrnluti , i proh.·i;:omeni sono ;1111pi e \"i\"an, di qurll,1 ~iovauilc \'Ìvncit.\ non H1/,•nw/11, che e 1>ropria dcl Fr,tccaroli, e .,j lt'l.:lr,t,mocon pruliuo anche da dii di..,.,enta, ad c.· ·mpio, dalla i11terpre111zionec-.cmplari-.tica clcll.1 koria <folle idee a cui cJ,;li ~embra .1cce– d1:rc. \lt·no nu pi;1c-e la \Cr-.ionc dei /.irià, che. cun I' intrvdu.::ionc e le notir.ie -.ui -.ingoi i poeti e le note, riesce pure un ben 1.:ompiuto ed ar• monico ca1>itolo di <1uellaMori,t della letter.nura grcc:.1, 1>tr gli .,u,di itali.mi, lutlor.1 111 :·olis; rna il Fraccaroli che è fra i più -.011ili ,rndiosi ed auai."ti i.lei ritmi italiani nei loro re.1li rappurti coi metri .lnlichi, non mi p:-1reabbia :n·1110qui una buon.t idc.i rinuncian.do a ri1>n:,durre 1 \ er-,i greci con ,er-.i italiani e accontent,mtlo!!ii d"un 1,res ..'a poco e d'una qu,llche :rnalog:i,1 rilev.,bilc dall'o– recchio tra le forme del te!!ito e le !!iUC.Kinnn ciamo 1mre all'utopia d'unn , era e propri:\ ri– prod111.ionc; 111:1 l'orecchio richiede, sia che ri– cordi il -.uono del ver.;;ogreço lcttv pcr ar~i e tesi, ~in qucllodel vcr,o latino lc110~ra111m,1ticahne111e, per un e... ,11nc1rnd.1ttilico, un \erso lungo iwliano (o un:1 cop1,i.1 di ,en,ii di '-Ci b:t11u1e: non nitro fon,c, il Fr,11.:carolici d.t im<:c:e (-~amctri di i.eue e d'ottu l>attute, do,·e precbamcute l'orecchio, ch'è il minimo criterio ,,dottabile, nun può rac• capeuar ... i. I)' ahra parte, quando egli \'UOle rendere il tetrametro trocaico, che ei,cli fo a~a~ meKlio, il ritmo tronco h> r)Qrta a forme a.-.s.'li poco 1>iace\·oli al nostro ~u<.,to; tollerabili do,·e !'!Unnate in uno col pcn-,icro dd JX>Cta,in>,:-rate ed ing-ombr;:1111in una tr,tdulione. Certamente la pro-..-. lo :t.\ rebbe 1,en-ito meglio, ed è "pn"ori COll'•igliabile ..,empre. i\on p:1rlo dell'. lrislo/a"~ di Ettore Roma• gnoli. altri ne dir.\ a lungo e di proposito nella I ·o,-e. Qui b:t<.,tiaccennare a quel che accomp:1- gna 1:l mirnbilc • decenne fatica • ciel giovane profe-.sore di Padova: alla i11trodu1.ione generale, :l quelle per le singole commedie, alle noie che sono il modello di <1ucl che ~i deve fare per rendere acce!'><11ibili p ù largamente i lesori della :m1ìc;1 poe-.ia, e, indipendentemente e.la qualun– <1ue giudizio ..,u\ valore d'arte della ,·c~ione, a <1uel cht i due gro<;<;ivolumi contengono di sa– pic111 ..1 in1erpre1a1h•:1. di ricchezza e ,·arietJ. di lingu:1 110,1ra po...ta in rapporto immediato con la l:tnta-.ia del comico greco, di h1ct' a fasci get– tata nei meandri 1>iùriposti dello !'ll>irito :trislQoo fanesco. l·na \"Crsione come (1ue-.1.1 vale non méuo per ..,e ,te!'>-.ache per la fatica durata, di cui nvn debbono, al lettore nttcnto, -.fuggire i segni t'd i frulli. I.' Hrnrlilo del J3odrero. che.-ha pure i11trodu– zionc t' nolc ed un'utile bihliografia, e dei cinque \Olumi il meno buono; nm for,e soffre d:t due ronfronti un po' ingiu-,ti che m'è ,·enuto fatto di in-.ti1uire; della i111rod11zionc, grave e involuta e poco conclu.;iq,, col brt:ve :-.aggio preme!>.;o da I lermann l)icls nl\a ~ccoucl:, edi– zione del !'>UO lh:rnkll'ilus 1Hcrli11, \\'cidmann, 1909 ?), d;i cui spicca quanlo è 1>0!'>,ihilc nt'ttn la figura ,torirn e l:t dottrina dd Tenchroso; <lella Hn,ione fcdde, ma incolore e prdi-...,a, dei fmm– mcnli, con <1udla che ne J1a cl.,ta Emilio Te%a in 11110 di c1ue' ... uoi rari...-.imi opu-.coli. ttllla mu- 1,colie nen·i, ,1<1<.-rentt.' in og11i :-.11,1 parte nll'o. rigin.ilc, nello !'>tilefuj.r~iti\"O l" inci-.irn insieme che han cc, ti J)Cnsieri di Leonardo. )l.1 1>0ichè il l>icls è kde-.co, e il Tcza intrornhih.·, anche <llll""'to Frndi/q !'>iail bemc..:nuto, Ed ,1hhi:1110c1ue..,ti\"Olumi dimolti c(unpaKni. R. P. Caratteri. L'assiduo. Egregio sig. dirt'tlOre, lo sono un 11ssiduo lettore del MIO <.or,iggioso giornale; dh·ido llllte. le idee dei suoi coll.-bora– tori, ed ammiro il lor modo franco ed cnlusi:,– stko di aflerrnarle. Ogni set1i111aua mi e.salto con loro sulle questioni artistiche letterarie ed, cul– tur,1 intelle1t1rnle e morale: seuto che l.1 loro opera è utile e - senu complì111e111i - grande. Se me ue se111issi<.leguo vorrt:i far pa!'te d1codE– s10 gruppo di !!iiuceri,ed :nutarlo. l'erò - mi per– metta di e:sprnuere lutto il mio pensiero - tro\'O che il loro modo di combattere è un cotal poco violento. Capisco che in un paese come il nostro 257 do,•e ognuno cere,, di sousare le 'leccature, col mettere la wr~lini. al111voce della \•ent,'I, col do– rare Ja pillola a forza di circonlocuzioni e di eu– femi,;mi, col dir è la sua opinione e nui::,.ui lanciare le sue im·etti\·e con 11111i do\·uti nguardi per i caporio111,per la g(nte in vi:sl~.per gli amici, per i conoscenti, 1:>er I congiunti, amici e rouos~nli de' cono,;ce111i.c.ipisco, dico che 1111 po' d1 fr,ui– cheua ci vuole; m11c' t francheua e frnncheua e loro - mi perdoni - ignorano del 111110 questa sfunrntur;i, (1uc.-sta 1111a11tt. Difo11i,pcrchè piKlinrla tanto co' dt"11ti (IIIRntlo basterebbe, p"r farsi ca- 1>ire,clifendt'r con se1enità i propri ideRli, ester– nare con gr.1zia II proprio parere, il proprio mal. conlento e <11to 1>crdire il proprio d1sprt-zzo, Non so se 1111 ,pieRO - ma non le pare, egregio si– gnor diri!:ttore, che il dire crudamente sul muso a un indn•iduo sia-pure ignobile: - Lei t un ma– scalzone, 11011sia nt bello nè - quel che più conta - prudente? I~, secondo me, una 1111rnìera pericolosa tli farsi tl~i nemici sen-zanumero, e ogni nemico, lei lo sa, è una mina sotto la ~ggiola, che varr~bbe mc-glio it!\"ilare. Non che io ,,oglia - intendiamoci - 1:>er~uaderea lei e ai suoi co!– labora1ori <1ueisistemi llae.sani di cui p;ulavo po• c'anzi e che anch'io riconosco pes~inu e detc5to; ma vorrei, se mi .sia lecito darle un coniiiglio, ch'ella imbriglia'iSe 1111 po' la temernà dei suoi amici affincht il vero uscisse dalla loro bocca con quell'accento cli eq111111imhl\ che fa tutcn In forza del buon polemico. Non è se 11011 distinguendo con calma che J!i arriva a mellere in chiaro e prop.:igare ef11c:1ce111~nte la più nobile ide.:i. Nè gli uomini sono J>Oi tan10 neri qmrnto si tl1pin– gono. In fondo 111\'animadel più abbietto c"è un germe di intt-grità che bi.sogna scuoprire ed edu– care. Virgilio ~n-a\·a le perle nel concio di En– nio: razzolino anche loro, ma con amore, aOet– tuosamente, senu stomacarsi, nella spazz111ura ar• tistica letteraria e filo,ofica del 110,;lro paese e vi trovernnno qualcosa. L'imperlante è di andar c.:iuti,di non urtu tro1>1>0 la suscettibilit:\ di que– sto e di quello e so1na1utto di non e.ssere intran– sigenti. Una parola velala, un'espressione attu– tita, un giudizio coudiscendenle possono far m:– racoli, creda. E ora, egregio slgnor direttore, mi 1,erdoni que– sto franco parlart-. Condiviclo, le ri1>eto,i 5uoi en• tusiasmi e le sue 11vversioni e non le ho detto il mio parere sulla su:, azione se 11011 per vederla sem1>re più atleguatn e pili eOìcace a ntggiungere i suoi fini. Mi creda suo dev.mo G1NO BIANCIII, Abbluo RomaI - Roma, rappresentata da un anglo-giudeo pseudo figlio di )lnuini, ~ srnta fischiata ;1 Mil:1110.Ci ho gu-,10: cosa ,·ogliono questi signori Romani, eredi ormai non pii) dei conqui ... 1:11oridelle Gallie e della Hritnnnia, ma degli abati e dei ciceroni di debrossiaun e sten– dhaliana memoria? ~i\'ogliono una -,tatua - una statu:t greca, b;1d.11c,una !'!tatua nibata un tempo da qualche pnxon<;olc colll!1:ioni,1a nel paes(• che la creò, o comprata ed e~1>ortata da un qual'!iasi crede di Cra,-.o a di.,1>et10degli editti Pacca dcll:t der.tcluta Atene. Roba, du11quc, doppiamente non di Roma-non ~un come opera perché i Romani furono sncche..:-– gfatori in a111icoe OJ{gicustodi di scavi ma crea– tori qua-.i 111ni ; 11011 snn 1>crchC:: trovata in tcrr,1 chè appartiene a privati I quali <,on lil;eri di portarla dO\'C a loro fa comodo purchè rc-.ti, in onrng~io n muionali,tiche cd alheq,:-.tlrici pre– cauzioni, dcnlro i confini cl' Italia. L'l rin.>1,;liononon 1x:rchè l:t plebe di S;m I.<>· ren%Odi-.erti le O!'>lt1ic 1>er and;ire a bcar-.i di belleua ma pcrchè temono, que.!'lti nipoli di Romolo e del C'omm. Spat.-, che l,1 parte11,;.1 della :'\"iobide ri,ort:1 faccia :;cemare la calat., dei marchi e degli scellini ai tw,-ea" 1.· deg-li al• ber&'<ltori sducri che si son ,,iantnti \·icino alle Terme Diodc,.iant• o al Colosseo. lnJ:..;llslO S(hJ>etto anche (jllcStO: a Hom,\ d saranno, credo. \'Cntimila st.nue antiche non tutte bt:lle, e H:ro, chè anzi troppo marmo p;.– sankmcnte e lcttcr.1ri,1mt:nte scolpito in;.:omhr,1 i nrn.,ei pap:lli, c.,piloliui e regi. \la in,omm,, di roba ),!reca I) copi,1ta d.ii Greci ce n'è n Ro111.1 pii1 tlt:1 b:-.og110per richi;unare ;1rchcologi e spo– sini freschi e sfaccencla1i facoltosi. /\ ~lil:1110in• vece c1è poco o m1lln di !'>Culturada-;,icn e ))i. lano nnn l{iac<·, -.ia pure Jter I' ii;-noranza ..:-eo– graficn del sindaco :'\"athan. nello Staio d\'I )la,,'lcln1"ct-. o dcli'( >hio. Se i rom,mi fo-.-.cro mo-.si dall'amor rlt:ll'arte e del n:11io loco do– \'n:bbero a\(:r caro che un peuo di cla,-.1cit,1. che un tc!!itimunio del lu,so romano and.1!'!.,e,u nella gr,rnde ollicina lombarda a pori-are un' im– ma},:ine di calmo e nobile dolol'"c tr.i I., \ ,111;1 ansia dei negolianti e il fumo delle caldaie. l·n 1,0' di giu:-.ti1ia, o m,1dre antica del diritto. ch1.· per la giu ... ti,:ia ('1 hai fatto buttar , ia ultima mente <1uar;rn1.1milioni in un brutto pal.ìau !

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