La Voce - anno II - n. 7 - 27 gennaio 1910

LA VOCE ma è nel fluttuare incomposto e dh·erso della piccola poi itica. Perchè i partili non trag• gono loro scopo e fine in alcuna permanente visione unitaria, ma dal pensiero recondito, ma ormai manifesto, d1 consen•are il potere, linalità tutt'altro che utile alla Francia. Noi quindi combattiamo, sopra tutto, gli ag– gruppamenti omogenei che si sviluppano al di fuori dell'unii.i ù.lea/11 slorrca della Francia, che hanno quindi delle fin:tlith d'imperio tutte particolari. E coerentemente, per motivi del tutto politici risaliamo alla nostra concezione di monarchia antiparlamentare, torniamo al– l'antica tradizionale secolare monarchia ·r,an– cese, che propugnamo ed invochiamo per considerazioni etiche di !,:alute pubblica, la quale vogliamo perchè assurga a simbolo del popolo di Francia, dell' uni1:'1 della '-lirpe e della lingua, immutabile al disopra delle con– tingenze e delle lotte. È una suprema necessit?t politica, ripeto, che prescinde da ogni motivo d' indole sen– timentale, e risponde ad un \aiutato principio tilosofico. Nè c'inganniamo nella nostra conce– zione, perchè molti che non erano originaria– mente monarchici son venuti nelle noc;tre file partiti da diverse fedi. Intorno a Charles Maurras dal I 899 ad oggi venne sempre pili crescendo il consenso di uomini di dottrina e d'azione >. Del programma pmtico Jell' Aclion Fra11- ra1"se mi disse che è fondato sulla decentra– lizzazione amministrativa dello Staio. Charles Maurras scrisse un opuscolo sul– l'argomento, che per vero ha fa,·ore\·oli anche molti repubblicani come il Clemenceau. ~la può il regime democratico procedere ad una decentralizzazione? Il Lasserre ritiene di no, perchè il centralismo è necessario al go\'erno politico, ali' influenza politica sull'ammini– strazione. Con Napoleone comincia e dopo segue inin– terrollo il processo di centralizzazione burocra• tica, nè può oggi di colpo cessnre. e L'Actiou fr.111raisr lotta per la restauraz.ione delle auto– nomie comunali e provinciali. Lo Stato deve di\•enlare il $llpremo moderatore dell'ordine, il regolatore dall'alto delle grandi diretti\'e del paese, senza confondersi nella politica quotidiana che lo esautora. Alla menzogna del suffragio uni\'ersale contro cui si espressero Comte, Taine, Proudhon, i monarchici \'ogliono sostituire un sistema di rappresentanza per categoria, di voto ltou"ro, di guisa che le tiuestioni singole siano valutale per compe– tenza e non per moti\·i d'indole ?Olitica generale. Un'ultima que<:tione io ro~i: il sindaca– lismo ... È nota la simr:uia che i seguaCi dell' Artùm fr.1nr,1i~ dicono di nutrire per l'organiz.z.azione sindacale. Già Renan in una pagina bellis;;ima \·ide l,1 posizione giuridica creata dal dirillo moderno all 1 operaio 1 che è abbandonato solo sul mercato del lavoro. I nazionalisti odierni credono che la ~)anarchia renderebbe la lolla di cl:isse assai più facile, perchè lo stato re<:terebbe fuori delle com– petizioni d'interesse. L'organizzazione operaia è ordine, td è la negazione effettuale della Ri– voluz.ione del 'g_\. Fin qui la parola del Lasserre, eh' io ho fedelmente riportata. ~on credo di essermi ingannato nel riconoscere, sia nell'esposi- 11one dtl J asscrre che in tutta la critica svolta nell 1 agone giornalistico e politico dai suoi amici che ho potuto seguire, una vera dot– trina che ricollegala in parie a un passalo e ad una tradizione storica, ha anche, in nole\·ole misura, un contenuto di modernità e una vigoria critica assai importanti. Inten– diamoci che nè l'idea monarchica 1 nè il fondamento dottrinale della teoria naziona– lista, hanno, al meno per ora, alcuna presa nella vita pubblica della Francia contempo– ranea trnscinala da un venia di follia verso un'irresistibile ubbriacatura democratica. ~la ciò non importa. E neppure che un punto sia p:irticolarmenle debole, quello dei rapporii col movimento operaio, importa del pari. TrauanJosi d1 una leoria e di un'azione che nascono nell'ambi10 della borghesia non pote\·ano n"n essere fallaci nei rispetti del movimento proletario. Sarebbe assai utile studiare la genesi e l"importanza storica di questo mo\·imento monarchico nell'at1uale momento della Fran– cia. ~la è opera che trascenderebbe i confini assai modesti del I' inten ist:i, ché mi sono prefisso. Agostino Lanzillo. Il Circolo di Filosofia di Firenze nella <:uanilima adun:.111✓a ha delibu:nu. con vo1i 12 contro 6, di ritirare la propria aclt.--,ione dalla Società Filo– ~ofica lt,1lianu. L;1mag->,;-ioranta ha iuteso con ciò atTermare la :-.fiducia, a, valorata d:1 folli e docu– menti, uel prof. Enriqucs, come organiuatore e presidente del Con~res-.o lnterna,.ion:-ile di Filu~otia del 1911, e la riprov.,tionc dei 1ne1odi poco lilosofici u~ti dallo slesso prof. Enriques pcr figur.ue n~I Jlcll"iicro italiano <1ualeegli real– mente 11011 è nell'opinione e.lei pili e dei meglio che -.i occupano di filosofia in Italia. :\'oi s.11>– pi:11110 che identico com incimenlo è anche in molti altri che non lm11110prc,o ll•irte nlla de– libci-,1tiunc <lei Circolo; ,pcrmmu quindi eh~ que– sto sia il primo segno di una liben:uione da una 1>ersona che 11011 ha ne:.sun dirillt'I di figurare in Italia per quello che in Germania è un \\'indel– band e in Francia un Boutrou,. Purtroppo, per amore Uella filosofia e della buona riescita del Congres,o, molle pcrson~ di valore esitano a dichiarare npcriamente il loro biasimo per certi sistemi dell'E11riqucs, e farebbero hene se con ciò fos.,ero sic~irc che il Congresso ciel 1911 po– tesse avvenire senza gli inconveuicnti e le scene ridicole e burlesche di quello di Roma. Queste persone dando, almeno cli fro111eal pubblico, il loro :-ippo;n;io non conditionato a una persona che del filosofo si sforza di avere le in<:egne e non la realtà, contribuiscono a mantenere in Italia uno dei più trisli ec1ui\'oci, tanto più triste e noch·o in 'lllanto uon si restringe all' Italia, ma tende n escir da <1ue~ta, e a farci ritenere presso gli stranieri assai pii, credenzoni di quel che non -,rnmo. La provincia di Bari. Il. Le lelture che si fanao. Cosi, l:t mancanza cli quat1rini dis1oglie dallo studio; la m:111can,mdello studio impedisce di guadagnar quattrini. Quiuùi, uè biblioteche, nè lil>rerie pri,,1te, nè bisogno di lJil>liotcche o di librerie. A chi scri\'e <1ucsti ragguagli 1an10 ono– re,·oli per la pa1ria terrn non è mai toccato di sentir.,i domandare un libro di studio da qual– cuno non \1 1 è ur1a sola eccezione: li/Jri µ,- leg– l[l'l"l', '-Ì. libri per pas.1t1reil kmpo, si. Cosi so– gliono chiamarsi i libri da chi non ha cef\·ello o cc::rcn la pornografia. l.ibrni 11011 ce ne sono, se si fa ecceiione per il solo nostro benerneritis– ~imo l.aterza, il qualr, allorchè -,i tratt:-a di libri esteri di -,tudio. a-,petta sempre le ordinazioni. Altro\·e, si può inconlrare un chioschelto di gior– nali, 11011 c-.clu~e le F11rfa/ll', o un carrettino di libi i con i romanzi della I 11\"ernh:io,del De Koch. del l)u Terrai!. coi più ,eri,;ti dello Zola, con qualcuno del Tolstoi, con i molti,simi ti1>0 Ce- 110..rffi,, /Jallo i11 .1/a..sckrra e il/il/e e 1111a 110/te, con le recc·ntb,sime riproduzioni napoletane del I)' 1\11111111✓.io, e milnnesi cld Carducci, con alcuni volumi dell'editore Ricciardi, e via dicendo. Le Biblioteche. Intorno al 1896. l'editòre \"aldemaro \"ecchi con l'aiuto dei professori Attilio Butti e \·in– cento Costan;,ii, a\"e\·a aperta una buona bi• hliou:cuC'ci,,: ma don! '-mettere; e Trani, che ha discrete librerie prh·,1te, rimane <tenza una biblioteca pubblica. Ora 1;_1 tipografia \'ecchi e e.i ha una lliccol.t libreria. commerciale, co– stituit,1 da libri stampati per conti) o proprio o del l.atcr.-a. \!tre citt,ì, ill\CCc, hanno bibliote– che di.,crctmncute fornite. 1-t comunale e Sabino l.offredo • di Barletta, alla quale è annesso un mu-,eo di antichità cittadine iihieme a una gal– leria di quadri di autori barlettani, t.ra i quali primegJ:fa il De :\'itti,;, il0s ..ieclc ottomila opere, di cui i tre quinti pro,·cngono dalle con>ara– zioni rcliJ,::io'>cdisciolte nel 1809, e ,iene fre– <111entata con una media di c/11c111ilt1 riclliesle, \'i si Je~gono, cli prercren,::1, lihri storici e le11erari, il cui acc111i.,to è a1'evolato dal -,u-.. iclio di cin• quecento lire annue! Bitonto me\a la biblioteca circolante e (.;iordano \'it.ali •, fondata nel 189<> dal pro(. Cole:lla, e -,astenuta da un consorzio di ..e-.-,anta signori, che nel 1894 gi;\ contava seimila volumi, e a\e\a in mira la ditTusione degli ,tudi ~oci;1li. 1) Quella di Bari, -inlitolata dal (Il A 8i1on10, r•u1 fornito di l1uo• fr ,n,cio Jll''S:gil10 e di UNI oçuol, tccn1u p,.irc pUtl(J:,.U, t•••tcu_ un• l>ibh,1t«:•• k" no_n ccull,oi•. ,,m,,11, ,bba\1■11r, uulo 1-e• ah •111J'°"'· L Amm,n1• :~:':::• !~'::::!~ f:iLc::!c ~,~l,c~;..':~,r,~i ~=:~:~=li~t~: 11 Comunt p, ... 1cJ,: 1h11 t.. ah cho p--urt-t>c,o et-ere u""u per qurto uft.c,o. •• 11 ,u■ d1 un (ano ,·c1■mcn1, vcr1ognot0. Cb1_cc 1., c,,mun1c■ il 11 ptof. G1■•rre lon,,10, che prende moho U1• 1c1,~ ,11. c;olr1,1■ Jd tloOO f'■C•C CC,P r••11,bo 1nU'AIIU. l..t \'OCL Bibloteca Gino Biqnco con11n. Domenico Sag:uriga- \'isconti- \"olpi, al quale clc\"e l'oriJ:ine pel dono di ottomila \Olumi e 1>el su-,... .idio di ottocento lire annue, 1>0ssiede un archi\ io di tipere rare inedite e manO"iCritti concernenti non ~olo la storia bare:.e ma anche quella d' ltali,1, con un fondo di Jlill che qua– rantacinque mila ,olumi. E, se -,i \olcs"ie uscire dei confini propc.hlici, :.arebbero d.1 meniionarc la import,mte l>ihliotcca di Fot,:gia; quella di 1 .. uccra, d1e dnl ·1817 in cui \·enne fondatn dal marchese l'a'iquale dc Nic:u,tl'i col clono di ci11l1ue mila \'0lumi è giuntn a contarne adesso più e.li \"t:ntimila, in s\·ari,ue ma1erie; c1uella di Taranto, fondata d,11 miui-.tro delle Duf" Sicilie Domenico .t\ccl·wio e dal nipote Pietro, ricca delle più importanti opere di let– teratura è di giurisprudenza uscite fino al 18;0, cou c.<liiioni r.ire e libri anti,;l1i e moderni di diritto rnm.1110 e feudale: quella di Lecce, di più -l1e \Clltimila volumi. deficienle di opere mo<letnc, alla cui mancanta cJe,c~i lo sccm:110 numero dei frequentatori. 1 Musei. È il difetto generale. anzi, cli <1ueste bibliote– che: in nessuna di esse uno studioso potrebbe compiere un lavoro senza a\'er bisogno di altri aiuti. ì\'c:111che i ,.lusei mancano: ricco, <1uello cli Jatta a Ruvo, fondalo nel 1820 1 accresciutosi nel 1 22, comph:tatosi nel '35, tutto di materia preis1oric:1 e alllica; moderno, co11 le sue colle• zioni di armi, lane, vesti, maioliche, medaglie, stampe, quello di Carusio, in Pu1ig-na110;dio;cre– tamentc copioso t(udlu ;1rcheologico pro\ inciale cli Bari, che tutto de\·e al suo presidente Cornin. Michele )lircnghi, morto prematuramente nel 1892 e che è sul punlo di riordinarsi con le cure del pre:.cnte direttore sig. Gervasio. Al i\tm,èo la cassa provinciale dà il sussidio di dodicimila lire, una llarte delle c1ualiviène impie• gate nella stampa dei /)ocume11li e ,1/onog-rajie, pubblicati dalla concorde e: nttiva Commissione prcn1i11riale di Arrkeo/01ria e Storia Pc1/ria, che fi– nora ha dato in luce il Codiu Diplomaliro lla– rue (le pergamene del duomo cli Bari dal 939 al 1309 sah-e J>OChelacune), a cura di G. B. :Ofoti dc Rossi e F. Nitti di \'ito; la Storia della S11c– assio11e dl'![li Sfor:eschi in Puglia e Calabria, di L. Pepe; le Cro11acke dei fatti dr/ 1799, a cura di G. Ccci; le Perganmu: dr/la rnllc,t,-ate di '/èrli:::i, I.a Puglia 11e/ suolo .XV, e altri vnlumi di F. C:unbcllese, ecc. Orn son pronte per la stampa la storia delle relatiom tra la Pu– glia e la l)alma✓.ia, dello stesso Carabellcse, e quella di Trani dagli Angioini agli Spagnoli del prof. \'. \·11ale, del liceo di Trani. Parecchie delle citt:\ baresi hanno i loro cul– tori di Moria locale, amorosi e dili~enti. B.1.rle11a conta Sabino I .offredo e Francesco Sa,·erio \'i– sta; Andria ha il \"escovo Emnnudt )!erra e J'eg-regio Dr. Giu-,eppe Ccci, che allaq(ò poi il (.--ampo dei suoi studi nella storia, segnatamente dcll'artt:, di Ka1>0li; Trani può \·antare il Com– mendatore Gio,anni Ueltrani, ora dire11ore della Rasseg11a Pu,rlinr; Bitonto, altri ; )fari, ha la Co111111issio11r p o:·i11riale di storit, pat, i11 intorno alla c1m.lleha raccoho parecchi bènemeriti ri– cercatori che studiano alacremente; il prof. Fran– cesco Nitti l)i \'ito, il prof. Ca:-abellest troppo presto, oimè, rapito agli ~tudi, il sig. J\rnwn<lo Pcrotti e nitri. lucominciano, poi, a comparire sa~gi svariati sulla nostra ,toria politicn, per opera di rndi e :.olitari giO\'ani studio:-;i, sparsi <1ua e I:\. 011editori. Uiblioteche circol.1nti, fuor che a Bari, non esbtono; e siffa11,1 1>0,·ertà di cultur:1 -,piega la mancanza di editori e cli periodki d,l noi. 11 po\·ero ,·cechi era una 1empra arti-,tica ed alacre di editore; nrn non chbt.: fortuna; anche pcrchè la maturit:\ degli anni suoi .. i riscontrò rol te1111>0 in cui più duro era il '-Onno pu– glie:;e. Più fortunato fu il Latert:t, che ebbe la ventura di es-,ere guidato e aiutato da l~ne– detto Croce. l.'01x:ra del L.1.1crza, coraggiosa t:1nto da p.atere audace, è im1>0r1,111ti-,sima per le noslre Puglic, e me;rita Ot,:ni pili :-alta lode e ammirazione. ~la dica il L.1.1crt:i.: quali inco– ragJ,:"iamcnti, qunli aiuti egli trovò 11ci suoi con– terranei? Con 111110 ciò, g·iustizin ,uole che si dica c,;scrc noi in 11 11 i11i1.io d i risve1,:fo>, nm1e lo stes– so sorgere del Lnterta indica: .umi fa, neanche il po' di buono, che ho rilernto, csi,u:L1. I sloraall. :\'aturahnente, i J>Crioclici, i Kiornali, -.ono scar– ~issimi. L·na <1uinclicina d'anni a clielro la ~ola pro\ lncia di Bari contava igiornali: il .lkridio11ale, c1uotidiano liberale; lo Spart,uo, settimanale ra– dicale; il l'opolo 1ìw,rsr, settimanah: conscr\'a· tore; la J)em0<rt1:ia, settimanale; l:t .Wm11pt1 Li– ber11, '-ettimanale politico-letterario-commerciale; la Vl'dellt1 Pugliar, l>ise11imanale cattolico; la Fa:·illa, settimanale politico-letterario; il Fra 253 Afdilo11c, umoristico; e le ri\"istc: la !'11,glh, me– dica; il l'i.rn11dli , cli giurisprudt:nu : la (,"a::– ::ellt1 Ci11ridirn: la Ri..-isla di Ci11,i.fpr11dr11::a, che prosJ)era dal 18;6 sotto la direzione dcli' on. avvocato Pui;:liec;e; la Nasseg11aP11,:liar, di sto– ria, lettere ed arti, fondata nel 1bS3 dal bcne– merilo \\•echi: e l'. lrrltil'io sloriro pu_f[liru, nato e morto il 189,1, dopo a pena uno o dne fasci– coli intcrcs~a111i. Il più dil1u!'to è il CtJn it're ddk Pug-lic, <111otidin110,politico-lil>eralc•moderato, sorto nel 1886, che risente, come la A'll.sU![lla Pug"litse e come il Gn ,iu,: .ln',•iifim1,1k di Lecce, della grama vita del paese. L·n orJ,:ano, politico o letterario, che , i\·a delle energie raccolte di un encr~ico gruppo di pe,rsone. <1ui11011 histe, e non esister~1 fino a quando gli uomini non muteranno. In compen:.o - bel compenso dav– vero! -. per ogni 1011aelettorale sorgono, a clie– cine, fogliacei che sono la 11ega1.ione della· le1- teratura - non e-.clusa la gr.uunmtica - del pudore, della 0111.'st,\. C non C'-agero ! I.a 1>0li– tica qui è una delle forme dell'ozio; e <1ue~to spitga perchè, 111e111re nelle tri\•ialhsime uostrc lolle elettorali si ;1do1:>eranofin le nrmi, 11011 esi~ sta, poi, \'ero, caldo, senlito interesse per le cose politiche; JlCrchè tulla l' accen ..ione dei \'Olg:1ri spiriti anenga pochi giorni prima delle votazioni; perchè ,;i dorma pigramenle avanti e dopo di esse; 1>erchè 11011 esistano veri pnrliti di opposizione, e il controllo sia perfettamente ignoto, mentre la maldicenza, la calunnia, la gu-!rra alla sordina, tanto in uso! Lt: scule. Tuttavoha, a giudicar dalle apparenze e' è eia ingannarsi: pare le Puglie non J>en<.;ino che ali& scuola e agli studi : ginnasio e scuola tecnica a !!arietta! ginnasio e liceo a Trani; scuola tec– nica a Corato ; scuola tecnica n Ru\·o; ginnasio e liceo a "lolfoua, a Bitonto, nel Altamura; a Bari, tuno un ben di Oio di istituti e cli scuole, specialmente tecniche, che si 111oltipli..:ano \'er– tiginosamente. ~la 11011 ce n'è uno che pos– segga una buona biblioteca, come nell'alta Italia: anzi, quasi tutti, esclusi quelli e.li Bari, che non so se ne siano ben forniti, ne sono com– plelammle privj ! A Trani. 1>eresempio, il liceo possiede una bibllo1ecuccia con pochissimi e co– muni libri scola~tici. In Andria e in qunlche al– tra citt:\ non c'è n\'.!anche l'idea, ncmmen l'om– bra, di una biblio11•ca per gli istituti. I profes• sori non leggono, 11011sono a~:-ociati a riviste importanti, non lavora1\0 a cao,a. In qualche città non sono a-.:.ociati neanche al Fa11/111/a della Domr,,ira, che costa si poco: non leggono se non un solo giornale politico, che è o il Cior• 110/r d'Italia, o la 'lri/n111a, o il Corrieri' ddla Sera. Qunlche<luno le,:ge, a \·ohe si a volte no, qualche numero del .Jlrrr:orro, senza es'ien·i ns– sociato; qualchçduno acquistn da giornalai la Storia dd/a ,·ii•ol11:io11e fra11ase ciel )tichelet o qualche ahra opera illustrnta del Sonzogno, ma difficilmen1e la legge o la legKC per inlero. Si dice cli tenerle per con,;ulta.:ione, ma il bi-;ogno di consuharlè non \'ien senlito mai! I.o ~te~so dicasi della Moria 1>0litica e di tiuella lcllèrari,1 per secoli, come anche cli <1uella per generi pub– blic:1te dal \"allnrdi. Le confm:aie. È naturale, quindi, che non esistano nè co– mitati, ne.':conferenze o letture: CJllCStcsono effeno cli cultura. A \'Ohe, nell'i1werno, ~i ten– gono a Bari, a Trani, a 13arlctt;i, o,e ~uno povere sezioni della )),mte Alighieri, alcune conforen– zc, al ma'-si1110 <1ua11roo cinque, da a\'\"OC:tti che hanno tnnti secondi fini nella tc~la : ma 11011 \'i s' im·ita a pari.ire che costoro. dai quali non si odono grandi o belle co-.e; non ~i cercano buoni o illu-.tri conft:renzieri cli fuori,; e quindi, se ci si va, è ~r 111tt 'altro che 1:>er l'istruzione; per esempio, 1>erchi· "' interve11gc,uo delle si• gnore la cui cultura nu.-dia è quasi pari a ttuella delle :uumiratrici elci De Amicis nei Rirordi dr! l8i<>-JJ (J), qo). Il clero. L'esponenH: cli 1:1111;_1 ignoranz;i, c.': il clero; un clero crnnpletamcnte abbrutito dal bi-,o)(no, dalla corruttela, dall'o✓.io; un clero al <111alesono estranei il sit,:"nilicato e la portata di ogui motu spirituale, l'interesse pèr 111110 quello che non con-;Ì'-1,l in -.oldi, la notitin di o~ni lihro, di ogni rivhta. I•: ar111egKia con un partito ch:– ricale ! Sol qualche. gio\ine prete, \'cramcnte ra– rissima al"i.r, -,'crn ri-,c;1lclato 1>er Don )lurri, e aveva acl1ui,ta10 libri, a\'e\a fatto an icinarè il momento di \ edere perfino qualche ri\'ista reli– giosa in mano ,1iconfr:nclli; se non che, nella rea– zione, qualche buon \'esc0\"O obbligò i \'0lo111e– rosi finanche a cuuc,;eguare i libri! Tutta volta, è forza dire d1c se t1ui c.': ancora 1111.1 persona che sappia gustare una 1:,.1.gina cli latino od' italiano, che sa1lpia com1l0st,11nente dctta1e una pagina, che saJlpia r.1re un disCOt!,O garbato, è ancora

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