La Voce - anno II - n. 1 - 16 dicembre 1909
L'uomo mediocre sembra abitualmente mo– desto; non può essere umile, se no cessa di esser mediocre. l. 1 uomo mediocre adora Cicerone, cieca– mente e se111a res1riL1one; non lo chiama col suo nome: lo chiama l'oratore romano. Di 11nto in 1:11110 cita: ubi11.1m gmli11m rùcùmn:> l'uomo mediocre è il pii1 freddo e fc:=roce nemico dcli' uomo di genio. Gli oppone la for.-:1 dcli' incnia, resistenza crudele; gli oppone le sue abitudini macchi– nali e invincibili, la cittadella de' suoi \'Cechi pregiudizi, la sua ind1ffere111.a male\'ola, il suo cattivo scet1icismo, quc\t'odio profondo che somiglia ali' impan.ialità; gli oppone l':mne della gente senza cuore, la durez.za della stu· pidaggine. Il genio conta sull' cntu111iamo, chiede che uno s'abbandoni. L'uomo mediocre non s'ab– bandona mai. È senza enlu~i:1-.mo e senza pietà : queste due cose vanno sempre in– sieme. Quando I' uomo di genio è scoraggiato e si crede vicino a mollt' 1 l'uomo mediocre lo guarda con soddisfa1ione i gode di questa agonia; dice: l'avevo indovinato io, quel• l'uomo batteva una cattiva strada; avea troppa fiducia in sè stes~o 1 Sti l'uomo di genio trionfa, l'uomo mediocre, pieno d'invidia e d'odio, gli opporrà almeno i gr'1t1di modelli classici, come dice, la gente celebre del se• colo scorso, e cercherà di creJere che l'av– nnire lo vendicherà del presente. l'uomo mediocre è molto più caltivo di quel che crede, e che non si creda, perchè la sua freddezza vela la sua cattÌ\•eria. Non va mai in collera. In fondo, vorrebbe annientare le razze superiori: si vendica di non poterlo fare, irritandole. E commette delle piccole in• famie, le quali a fort:t d'esser piccole hanno l'aria di .non essere infami. Punz.ecchia con degli spilli, e si rallegra quando il sangue cola, mentre I' ass:111sino ha paura - lui - del sangue che versa. L'uomo mediocre non ha mai paurn. Si sente appoggiato dalla mol– titudine di coloro che lo somigliano. L'uomo mediocre è, ntll'ordine letterario, quello che nell'ordine sociale si chiama un uomo fortunato. I successi facili sono per lui. Dimenticando il lato essen1iale 1 e aOer– rindo il lato acci~lentale di ciascuna cosa, corre dietro alle circostanz.e; v:1 in traccia delle occasioni i e quando è riusci 10, è ancora dieci ,·olle più mediocre. Giudica sè stesso, çome fa degli altri, dal successo. ~lentre l'uomo superiore senle la propria forza in• ternamente, e la sente soprattutto se gli altri non la sentono, l'uomo mediocre si crede· rebbe uno sciocco se passasse per tale, e trova il proprio equilibrio nei çomplimenti che gli vengon fatti; la sua mediocrità aumenta in ragione della sua importam.a. Ma insomma, aite v,,i, perchè e come riesce •gli? Seduti alln vostra scrivania, davanti a un libro firmato con un nome conosciuto, e che il pubblico ,umore designava alla vostra at– tenzione, non \' 0 è mai accaduto di chiuderlo con una inquicla tristezza e di chiedervi: - Come mai queste pagine hanno condotto l'au• 1ore alla riputazione, Ìll\'CCe di condannulo all'oblio? E come mai il tal nome, che po– trebbe figurare acc:mto ai grandi nomi, è as- 50lutamente ignoto agli uomini? Perchè i pochi amici, i rari amici di colui al quale penso in questo momento, mormorano timidamente il suo nome fra Joro, non os:mdo pronunziarlo davanti a tu11i 1 f">Crchè non ha :t\'UlO la san– zione di tutti? La gloria ha dunque dei se– greti, o 111 ella forse dei capricci? Ecco qu:1 1:1 risposln ; La gloria e il suc– cesso non si somigli:1110; la glori:i ha dei se– greti, il succe'-'-O dei capricci. L'uomo mediocre non lotta: può riuscire alla prima; in seguito s'arrena sempre. L'uomo superiore lotta prima e riesce poi. L'uomo mediocre riesce perchè segue la corrente; l'uomo superiore trionfa perchè \'a contro corrente. Il procedimento del successo, è I' :mdare con gli altri I il procedimento dell:i gloria è l'andar contro gli alt d. Ogni uomo che f.1 conoscere il proprio ■ome produce questo effetto. pe:-,hè è il rap· LA VOCE presentan1e d'una certa pon1one della specie umana. Ecco la chi.1,·e di 1utt1 ~li enigmi. Le razze c.uperiori si f.tn rappresr:ntare dai granJi ; le ran! inferiori si fan rappre-:entare dai piccoli. I e une e le altre lunno i loro deputati ncll'a~c;emblea uni\'ersale. i\la le une ai loro deputati danno il suc– ce,;~o, le altre d:111 loro l.1 gloria. Q1ei che lusingano i prei1iiudizi, le abitu– dini dei loro con1empornnei fiOno c.pinti e \'anno \Crso il successo: sono gli uomini del loro tempo. Quei che calpestano i pregiuJ1ti, le abitu– din1j <p1ei che re11;piranoin anticipazione l'aria del serolo che li seguir3, cos1oro ~pingono gli nitri e v:rnno verso la gloria; sono essi gli uomini dell'eterni13. Ecco perchè il coraggio, che è inutile al successo, è la condizione assoluta della gloria. Grandi sono coloro che s'impongono agli uomini i1wece di subirli; che s'impongono a sè stessi in\'ece di subiisi; che soffocano con lo stesso sforzo i lor propri scoraggia– menti e le resistenze esterne. Ciò che chia– miamo gr:tndezza è I' irraggiamento della sovrnni1~. l'uomo mediocre che ha del successo ri– sponde ai desideri attu:1li degli ahri uomini. l.' uomo superiore che trionfa ri11ponde ai presentimenti ignoti del!' umanità. L I uomo mediocre può mostrare agli uomini la parie di loro stessi che conoscono. L' nomo superiore rivela agli uomini la parte di loro stessi che non conoscono. L'uomo superiore scende in fondo a noi pii1 profondamente che non itbbiamo l'abitudine di scenderci noi. Dà la parola ai nostri pensieri. È pii1 intimo con noi che noi stessi. C' irrita e ci rallegra, come un uomo che ci svegliasse per andar con lui a vedere una levata di sole. Strappandoci dalla nostra casa per trascinarci nei suoi domini, c'inquieta, e ci dr. nello stesso tempo la pace superiore. l' uomo mediocre, che ci lascia star dove siamo, c'ispira una tranquillità morta che non è la calma. L· uomo superiore incess,antemente tormen– tato, dilaniato, dall'opposir.ione dcli' ideale e del reale, senle meglio d'un altro la gran– dena umana, e meglio che un altro la mi– seria umana. Si sente chi:1mato pi\l forte• mente verso lo splendore hleale 1 che è il fine di tutti noi, e più mortalmente danneg• gi ..to dal vecchio decadimento .dell:i nostra povera natura: ci comunica questi due senti– menti che egli subisce. Accende in noi l'a– more dell'essere, e s\'eglia in noi senza tregua la coscienza del nostro nulla. I.' uomo mediocre non sente nè la gran– dezza, nè la miSt"ria, nè l'Essere, nè il nulla. Non è nè rapito, nè precipitato; resta sul penultimo gradino della scala, inc:tpace di montare, troppo pigro per scendere. Nei suoi J:,Ìudizi come nelle sue opere, sostituisce la convenzione alla realfa, appro\'a ciò che trova un posto nel suo casellario, condanna ciò che sfugge alle denominazioni, alle catego.-ie che conosce, pnenla la maraviglia 1 e non 3\'\'ici• nandosi mai al mistero terribile della vita, evita le montagne e gli :ibissi attraverso i quali essa mena a spasso i suoi amici. L'uomo di genio è superiore a ciò che ese– guisce. Il suo pensiero è superiore :illa sua opera. L ·uomo mediocre è inferiore :l ciò che ese– guisce. La sua opera non è l'attuaztone di un pensiero: è un l:woro fotto secondo certe re- ~L . I." uomo di genio trorn sempre la propria opera incompi111a. L~uomo mediocre è pien del\:1 sua, pieno di sè stesso, pieno di nulla, pieno di \'Uolo, pieno di \';rnit:l. \°aniù ! quec;to odioso per· sona~gio è tulio intero in queste due parole: freddezza e: ,·ani!J.. Ernest Hello. Trad, 1\RD. SOFFICI da / '/101m111·, P.uis, Li– hr,:ria ac.ld . J)idier 1'1.•rri11, ICJOI. _,.,., .,..,,. __. . ..,._.,,,.- Te Ief on odella VOCE 2 8-30 Abbonamentolino nl 1911, L. 4,50 L' Action F rançaise S,m tirc.1 tre ,umi che Romol,, \lurri. quandt> l.1 puhblic.1 tipiniune cieli' lulia 1.·J'.tltri p.. 1e,i era ri\olu ai l.1~ni dd P.1p.1•· dei c.1tt11lidfran– cc<.i ronlro.J il loro t,:.O\t:rno, ,nht'\.1 <l,1l'arit,:.i. do\·'era di 1u,,.1i,a,:i1>,,1kunc lt·tlt're ili CfJ11ù·u ,I, U11 .ft•,1. ,: in e..-.e rin.·Ln.1 l'c.-,i,ttn.c., di una curiu,a stua di c,1ttofai nlt·i, di poli– tin m.1d1i,l\•t:llid, di fìlo-.ofi '>e111,1 ,crupoli, rhe sfrntt<I\.UIO il di,pctto dei bigotti cnntrn l.1 l<è• 1>ubùlit.1 IN.'r r1,)\è-.('i,1rl,l a tullO prntitlo <li Fj. hp1>0 d' Urlt·.111-. e dcll.1 mon.irchi,l tralli.ziun,\le. (,Juc..,tn 1>11inodi fìlo-,olì, cht: J:Ì,1 ,'er.111 i,: -u.ul ,1- t,:.nati 1111 a'(t'ntlt:nte con,iJ(.:re\lllc, di,ponhono o;.:i,:i dì tutti 1 1111:zzi che o,corrono pcl" •l).tirc -.ti l'opiniont-. ,\Ila loro nHxle... ta rh i,1.1 bimt•n,ilc h,111110 .iJ.a~iunto 1111 <111otidiano. 1111' l 'nin.·r,ità 11Aici,1lc h,mno op1>0..,touna o;pecic di lslituto, del <1mtle occu1l.-ino le cattedre e .fi,~ano i p•'.lj!'rammi. F l'Aclimt Fn1tt(t1if,, la Lega, la RI\ i,1.1, il giornale e I' i,tilllto, e ,opratutto la <lollriua che anima quc~te \'arie i~titu.zioni do1>0 che è rie,dta ., pre\·alere nella societ;\ più elè· \·ata e J>iù diflìcilè a muo\ere, do1>0 che ha :,cosso il quartier latino t: lancialo le manifc,ta• .zioni coutro il profo.,sor Thalama..,, mcritan d'es– ser studiati non pili come un parndO!>SO e un caso cli terMologia ment:ile. 111ncome un fatto del c1unll' s'c,ngcra forse l' importnnza, mn In cui e. ;istcn.za è incontc,1.1bile. La chntrina dell'.l,lio11 1-i·ancai.u è In dottrina cli Chnrle.; Mnurrns. F. chi è Charle-. M:rnrra,? lo non nè so nulla, o me1:lio ne ~o as,ai poco e sup1>0ngo ('he non difforisca molto dalla dot– trina di Chnrles '.\laurra,;. Di certo le sue radici sono francf',i. e ancor 1>iùlatine che francesi. Si sa che c1,:li è di ~larsili:'\ da (lunlchc bel verso dle Ann1olc France scrisse nitra \·olla a impresa d'un suo libro di gio\ inezza. ~on 1>0 nc11pure se da giowwe il ~l:'\urr;ts abbia scritlo libri e se son molli. Ilo letto rl,r//u'11ea, che è un inge• gnow 1>,-irallclo tra Atene e Firen1e. citt:\ che il '.\laurra-. ebbe la fclici1à di \'isitare lo stesso anno. Prima di darsi a corpo pcrM> alla poli1ica a\'e\'a scritto, con maggior \'i)Core che autorità, di critica letteraria. In 1>ienoJ>eriodo :,imboJio;ta a\'e\'a affermato la superiorità dell'nrle classica e, sem:'cs~er sordo agli incanti dei romantici e dei grandi poeti d'allora, aveva condannnto, pii, SC\'cramente del Brunetière <r! con una frase più sièura, le seduz.ioni d'un'arte che giudica\'n JlCr• versa. Un'abbondante collezione dei suoi giudizi si trova nel Nappor! sur la Pols,'r di Catulle Mcnòès, un libro utHc soltanto in quella p.,rte che ri1>0rta, in carattere minuto, come un di– zionario, le critiche dei giornali e delle riviste su ciascun poeta. Ma per conoscer davvero Mnur– ras si deve ricorrere n due incli,;pensabili sor• genti: ai libri l' Az•e,rir de /'/11/rll(,rr11;r e l' /ù,– vutte 1111·la 1l/011a1·;/u'e. Essi si completano a \'icenda, e le soluzioni dei problemi letterari e filosofici ser\•ono di base e di sostegno alle solu– zioni dei problemi 1>0li1id. Augusto Comte è lo scrittore pi1ì in\'OCalodal Maurrn~. Se ~i distingue con cur:i la t!ollri11a dal programma, si tro\·erà giu,t:i <111esta scelta. Ed è mea,::liodire subilo che il ,\laurras ha do– \'uto aggiungere al suo progrnnunn certi articoli poco com1)atibili con la sua doltrina, ndl' inlcnto di accordare il p:irtito dei preti con quello dei conser\'ntori. Il primo anzi gli ha 1c-.o delle trnp- 1,ole, come <1u:111do \·ole\a lanciarlo contro l'a– bate Loi,y che teneva un cor~o :li Coll})rt dt Fr'111U: ma il ,\laurras se n'accor,e e non ci cao;cò. Cosi i;:-lincc.1.ddt:d'e:,..,cre nn..1ccato dall' l '11i:·,·rs e d:ll /h1p/r fnwcm".r. che sono pmtlo~to clen– cnli e cauolici che monarchici. ,\la lui se la cavò scmpn.: ricordando l:1 ma~:,imn • prinrn di tutto In politica » e <1uando il ."jillm, del democratico cristiano ,\I arco S :i.ul{ nicr ~li rimpro\ crò il ~uo atci-;mo, e~li ri,1>ose distinguendo l' did1i:1- r.111dod"accct1are della Scrittura In lettera cat• tolica e rom.ma. ~,ua lo spirito cbrnico. Gi:\ : Chnrlc, '.\l.111rra3 ,a c;\\'ar,i d' impiccio. li suo pilì ,ero principio i:• \,1,o\'ranil,\ della ,ah ezza pubhlic:1 •. i~ rcali:,ta 1x:rchè prima di tutto i: p.miotta. Odi:1 l,l Rivolmdonc perchè ci \'Cdc l'eruzione dello spirito inlt'rnazionalbta e unuudtario. la Kep11bblicn pl·n:hl· mantiene con l';,iuto della frammn,.,oncrin intt:rnazionnle. tki pro1c,1nnti ana.::lolili,degli t"hrd nonmdi e dei metcchi o :,tranieri residcuti in Francia, l'e– n:dit:l -.pirituale della Ri\'olu1ionc. Come nrni t! JlOS~ihilt: il dominio di que<;ti quattro st.1ti con– federali e della minoranza che ,i ct>mponc sopra 1111 n grn11 111;tggior;uwa di fr,uic<.·,i puro ,a111,:"11e natura\nu:ntc.: monarchki? ~on :-.itr:itla tli \'i• 1-;liacchc.:rindei francc..,i, co1111.· \'orr1.·bbero t'èrti del partito re:izionario. I franct•,i non ~ono de– ~1.•nernti.Rendete loro la. monarchi,l tr:idi.-ionnlc, e dom;ini ,aranno j:!"rnncli come lo furono ..otto J.uigi \.I\ Tutto il male è rco,;o 110-, ..ibilc dal Bibloteca Gino Bianco re~ime 1urhrm:nt.lft " e dalla ccntr,dìuMicmt• nm– mini,tr:tli\.1. Sono questi i punti fo1rt1ddl:1 ui• tica del \laurr,,-. da li ha ,aputi ._,ilupp.lrt• mc.•– ra\ig"lia-..,me.ntl' '.\!il non ,ono di ,u.t t·,du,i,a propriet,I. And1e i l'arli,ti ... p:11:noli h.111110 ,c.·m· prc prote5tato contro il regime p.1rl.11m·111.,re domand:1to l',,111icarappre~enl.ln.z;\ n.1,ion.1lc pt"r meuo di ,1a1i 1radiLionalì. Prmlhou. d,l p.u1e :;u,1. h.1 tlenun,i,110 le mcnl.<1p1e di t1u1..:,to ..,j. stcnM 1,.•, per tli pit1 1 1,:liincOn\'cnit·nti ddl.t cen– tralia.uiune. Il ,ind.,calb,mo è nclt,Hlll'llk nn– tip.1rlaml'nt,lre 1 . E ll.'lrecchi liht·r.1li fr.mct:-::i,di quclli t:he formano o~i,:-iun 'tlllpo,iLionc.: ro,titu• zion:ile e n.:1rnlil,1'.,n.1. cri1it·,1111l \ i\·,,ml·ntc In a,,urtli1:1 di 1111 ,,,tema che ci nlll,ulta ugni t1uattrtl anni ,ulla !>Oluziom·Ù,l d.m.- .ii t,::randi pr,1!, 1, mi ddl.1 ,,olitu.:,l interna cd e,1crna. ma ci lc;.:,1lt• mani Oj.!ni ,olla che :.i tratl,1 di una f.,cct•nd,, d' interc....,t• locale. Ci è pc,ml•sso di parlnrc delle tJUt•,tioni ndle qu;,li non ,iamo compe1enti, e dobbiamo tacere su t1udlc nelle t1unli lu :-iamo. Secondo Maurr:1-..però, soltanto la 11101urchia può llll'llere un fine a que:.to male. ty,•a ..,011adto -.ar,, al,ba~t,111zaforte per concedere le libert.l locali. municipali, pro\'inciali e ridar \ it.1 alle piccole citt:\ e alla campagna france~c: e.,,;n sol- 1an10 mrà il C"Oraj:"gio di diris;:-erei <le.,tini poli– tici dd 1>aesc. 1.n sal"ezza llt1bblic:1non è mai così &icur.1, come fra le mani d'un uomo e cl' una f.tmiglin il cui i111e1esse non è ,cJ>arato da t111ellodel 1>aesc. )leglio di un prc't1dcnte irre,1,om,abile e d'un minbtro rcspon .... ,bile (da• \·nnti alla Ml:l. m.1ggioranza ! meglio 1><'r,i110 d'un im1>era1ore rcspon..,abilc (davanti un plc:bi..cito ') il re intere&sato direttamente, tanto nella sua 1>er.ona quanto nella sua famiglia, si confonde ,•eramente, di spirilo e di cuore, con la sal\'erza pubblica e ihcarna l'anima eterna della nazione. Rompendola con queste massime, \'CCchie quanto l'um:mit:\, la Ri\'oluzionc francese a\•C\':I fatto atto d'idealismo o per lo meno d'ideologia. Essa aveva suppo•.to che nell'uomo ci fo.,-.e1>iù \'irt\l carattere e in1elligenza, che non ci si.a. Essa n,·e\·a credulo di poter sfuggire alla legge della divisione del lavoro. Essa non a,•e\·n ,·o– luto che la facolli\ politica fosse specialità di una famii;:lia, di una dinns1in e nemmeno di un'aristocrazia 111lertao chius.,. Es!'lan\e\n spe– rato che bastasse rivestire o~ni ci11ndino clt·lla potenza di sovrano, per renderlo proprio con ciò degno e capace di sovranità. Abbandonando <1uesti errori generosi e que~ta utopia mistica, il l\laurras dà a di,·edere uno spirito renli:,tico. (Come gli 1>iacerebl>ela lingua italinrm e.lo , e rea– lismo e mom1rchicismo hanno una sola parola !). Egli pem.. , che l'uomo non 1>0trà mai ;1lzar~i al punto clo\'e lo vorrebbe la l<cpubblica 1x:rchè ciuesta fosse possibile. Gli t10111ini :,ono quel che sono; an1.i, re,;teranno quel che sono. l.'c:);Oismo, il biso~·no di pcr1,<:verare nell'e-,sere con 1tttti i meni. P istinto di proprie!:\ fanno pane dell'idea di uomo, nel medesimo modo della nozione di bipede e di carni\'Ol"O.Perciò ,\lnurras ha potulo dire che il regno della legg-e astratta e i1np r.ona'e sognato dalla repubblica era • inumano •· i\011 i>er ciò nega il progresso, nè gli è o~tile. Ma non lo concepisce che dominalo da <1ue..,tibi– SOJ."'lli fondamentali che sono la legge e la defi– nizione ste:--;a dell:i. natura 111uana. I.e riù belle paJ,:inc ispirate dal nrid di Ull:riot alla s1.1m1,a francc.,e sono <1uelle di Maurras, tutte impre• gnatc di <iuello spii ito po,iti\·o che :-n conser– \'ar:-.i misurntO anche nel :,ublimc e nell'entu• si:ii.snu,. Gli repugna anche, nel -.ogno ri\'oluzionario, la larga parte di misticismo che ci -.copre. E <1ui :-i mo,1ra l'importante clcmentt> ra,ionali..,ta e u1ilitario della dottrina del ,\laurra, che lo snh-a dai rimi>r0\·e1i mos,;igli spes-.o di a,cre attinto a sors.:1.·nti1t ~t.le <.icl1e. È \·ero che gli J)Ì.lce citM C.ocihc e che 1111 suo di'iccpolo, il Lns~erre, !!-' in-.i•ira volcnlieri da t\'iet1:..,chc. '.\In nt' l'uno nè l'ahro debbono punto a quei teorici tcde'>chi del diritto. Sa\·igny, ~iebuhr, Jhering, pretesi fondatori della scuola storica e iradizionnlista. Per c1ucl eh' io ~o, mai '.\lnurras s'è pronunzi:'\lo in fa\'ore della 1radizione per In tradi1.ioue. D'altra parte c'è una tradizione ri"olu1.ionaria come c'è una 1radi1.ione rcalb1n. Es~c hanno anzi in comune un fallo imbnrazwnt(', qutllo c1·e.s,ere :,tate ,pc,so intcrrouc. « I grandi ante– nati dcli' S9• sono citati 1an10 '-Il'-"''° <1t1anto le j::,lorit: dcll'an1ica monarchia. I.e tradizioni, im·cci:, per '.\laurras, non han ,alorc che ,;e ~no p.,,s..,te al crh·e11o della ra~ione. Chi \'O• le,sc çercargli Ln precursore prcci,o, t.uebbc mei-:lio a citare il Hossuct d<:11' 1/it/j/fre du /'mit,tio11s e l'ammirevole Ci11quià11t .ltf,,e,•liJ– srmt11! e gli ar,.;omcnti del gran \ C'>CO\"O t he uno o.;piritopur così libero come <111el\o <li Pierre j1 S11llc tlle\le 1el1.1ion1 tra •indicai inM • n1ona1chici fu,nccu pubblichuelllO ua a,t,colo di G. P,cu4,1\1111 • 11n' ln- 1cnuta coa l"lcrr• La.ueuo d, A L1n1.11lo, 1,\·. J R
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