La Voce - anno I - n. 51 - 2 dicembre 1909
OC.E Eace 'ogni giovedì in Firenze, via dei Robbia, 42 .:J, Diretta da GIUSEPPE PREZZOLINI.:,. Abbonamento per il Regno, Trento, Trieste, Canton Ticino, L. 5,00. Un numero ccnt. IO Anno I ,Jf, N: 51 ,Jf, 2 Dicembr~ 1909. SOMMARIO: Dnldc: Lazurettl, PIERO M1sc1ATTPl.l.1 - La ~lllltlca della Destra, G1ovAN!'.I AME!\l)OI .\ - la "Il• d1 U10 Foscolo. t\Rot.:-. .. ;o SoPFtCr - A Trieste. I.A \"ti<:1-~. Davide Lazzaretti. D•vldt L,uurtl11. Su la cima del monte Labbro che s' inalu nudo e triste a 1 166 metri d' alteua a flan• co dell' Amiata ubertosa e ridente si scorgono ancora le rovine d'una chiesetta, d'un eremo e d'una torre. Netln piccofo chiesa si racco!• sero fra il I Sjo c-d il 1878 gli uomini sem– plici della montagna in fervorose preghiere– rinnovando nei cuori la fede dei primi cri• 1ti1ni; in una delle po,·ere stanze dell'eremo distrutto Davide latzaretti ~risse appelli ispi– rati e passò le ore migliori della sua vita in eslasi piene di voci profetiche ed in sante conversazioni con i compagni eremiti, a nu– trire un suo vasto sogno di rinnovazione re– ligiosa della società; su la torre la sera del 17 agosto 1878, s,·entolò per l'ultima volta fra i sanguigni bagliori d'un tramonto fatale il rosso vessillo del messia, ove campeggia la scritta: «. La repubblica è il regno di Dio» che aveva un significato purnmente religio– so, ( 1) ma grazie alla quale le autorità po– litiche crederono di poter giustificare in qual– che modo l 1 eccidio ordinato dal delegato di P. S. De Luca (2) la mattina del 18 agosto, ed intentare a carico dei principali seguaci del Laz.iareui un processo sotto l'accusa pre– cisa di minacciata sicurena dello Stato, per a\'cr commessi atti esecutivi diretti a rove– sciare il Governo eJ a mutarne la forma. Il processo di Siena è un documento sin– golare ove stride il contrasto fra lo scetticismo freddo, ostentato con lusso provinciale di gente spiritualmente po\'era 1 onde facevano sfoggio giudici e giurati e dh•ersi spettatori desiderosi di mostrarsi all'alteua della co– scienza cosidetta intelle1tuale dell'lt,dia con– tempornnea, e la fede calda, coraggiosa, se– rena, degli accusati, poveri montanari che di– scoprivano sotto la 11:itur:il rozzezza una viva e nobile idealit:). Siccome le risultanze del processo pro\·:t– rono luminosamente I' innocenza dei lazza– rettisti1 che uc;cirono llllli :lS'•olti, l'Italia uf– ficiale t bbe buon ~1110..:0 a n.i.sconJere la (1) l>,l\·ide ript·lt·\,t -.t·mpn· ,li -,uoi seiul 'l.ci : e la mia rcpuhhlk,1 n,,11 C:• •1ucll,1 del 1S,..,•· Cfr. Al/i dd J>wt"t'.Htl l.11:.:cudli, (Mg. li• G. Bracco, t·di1. Ro111,1. 1"'ii9. (2) Il ddi.:g.11,1I h- l.tK<l fu in,h,.:nito per c1uc– sto fatto clt'll,t nlt'd;1.:lia al \alun: eh ile. Cfr.. I/li dr/ prorc "S.HJ ritirt,,, p.1;;-.75· gravità d'un assaMlmo e le accuse ridicole di un pubblico ministero col mcnere in ca– ricalura gli apostoli di questa minuscola re– ligione nascente. Poi il tempo mise su tutto il polverino dell'obllo. Fra l'indifferenza degli uni e le facezie Jegli altri finl l'ultimo atto della sanguinosa tragedia che circonfuse d 1 un'aureola di mar– tirio la fiera testa di Davide Lazzare1ti, che milite volontario sui campi di Castelfidardo nel 1860 dopo avere sfidato il piombo fran– cese doveva cadere ucciso sotto il piombo italiano per non aver voluto cedere ali' inti– maiione d'un poliziotto che cerca,•a d' im– pedire ad una follu pacitica cd inerme il di– ritto di pellegrtnare ad un santuario. Uno solo tra gli i1alia11i contemporanei, Giacomo Banellotti, fu mosso da un fine più serio che non fos-.e quello di soJdi..,fare ad uua morbosa curiosità del momento a scri– vere del profeta di .\rcidoc:!io, e gli de,licò un libro eh' ebte rapida fortuna, e del quale la casa Tre,·es ha dJ qualche 1e111poannunziata una nuova edizione, essendo ormai divenuto introv;ibde. Basta tu111wu scorrere la prc-fa- 1.ione di questo volumetlo del Barzclloti, che l'.4utore presenta 1rnzitu110 come un'opera d 1 111te, ed ove il Lazuretti , ie11e al tempo ~tes~o rassomiglialo o meglio iJentiti;ato a personaggi psicologicamente cosi diversi come Snnon Mago, Apollonio di Tian:1 1 Bar-Cochba. Brandano e Maometto, ed ove il materiale di fatti e di osservaiioni del fenomeno reli– gioso viene offerto alle ricerche psichiatriche dei Verga, dei Lombroso, dei Tamburini, coll'augurio che ne profittino Enrico Morselli e Gabriele Buccola per i loro s1Udi su la f'";_;Ja 5islemali\{{fll.1 primilit•a, per compren– dere il pun10 d1 vis1a di questo studio sul lauarettismo {1). Da,•ide Lazzaretti vi è defi– nito come uomo « furbo e a un tempo esal– tato, credulo e accorto, ignorante e ingegnoso, ingenuo e intrigante, :1 volle assennato, a ,·olte ,naniaco ~. Era cosi. prt!-S0 a poco, che si delinivano in Italia durnnte quegli anni, molti mistici. lo non posso dilungarmi in un articolo ove intendo solo di rile,·are br1::vemente l'es– sen1.a di una fodt: religiosa non ancora spenta, e I' arch1te11ura di u11a piccola chiesa, non peranco crollala, io non po'-SOdilungarmi a porre in quella luce che credo ferma e giusta la figura strana, 111adiriua e sincer3 del pro– feta eh 1\rcido-.so qu,1le mi si è 1h•el.11a so• prntullo in un epistol11rio inedito che mostra l'uomo nuJo e vi\'O 111 meno agli uomi11i dubbiosi o entusiasti del suo ideale, credenti o av,•ersi all.1 sua mis.sione, in ogni modo lontano dalla ~ua aureola leggendaria. Frat· tanlo mi J:,reme di osservar subito che un tipo d'uomo come quello descritto dal Bar– zellotti non poteva guadagnarsi la fede di uomini sani d1 mente e di cuore come erano e come ~ono tuttavia i veri lazzerettisti, nè avrebbe po!UtO atferm.ir' -i coeì sicuramente condottiero religioso: i furbi prima o poi (1 (;. Jl\~/1-1,LOTTI: /). f.t1::.:a1elli. Bolo– ).:"lhl, Z:mic:hdli. ,s~~- - lnlt'rc,,,111te per far'-i un'idea clt:ll,1 mc11tali1:1 rcligio,a elci moch:mi J.:1,,z;tre1ti,1i l· una copi,1 di •1ue,to lihro che io ho ; 1 v,no ira le mani, app:trtt'nentc :1.duno dt>i pii" 1 :1.utor1.:q1litra gli apo..,toli di Da\ide e ch)\e ho ri,routratt.·, di -.110 pu~no, 159po,tillt· rile,anti er– rori \torid ._-, teologici nei 1111.,li -.arebhe taduto l';1t1tur\". Bibloteca Gino Bianco s1 discoprono e cadono riel c!iscredito :anche fra i con1adini, anzi prircipalmente in mezzo al popolo della montagna mistico 11 1 ma non troppo ingenuo, e c:he s'accorge, mosso da f.::e istinto, quando alle idee non corrispon– dono le nioni. Il mondo della vita religiosa è il più serio nel quale sia dato di vivere all'uomo. 1 cari spiriti c:hc in ogni tempo dopo lunghe prove e talvolta durissime riuscirono alfine a pene– trarvi do,•ettero dimettere gli abiti vani che lusingano per i vivaci colori la maggior parte degli uomini ed in cambio indossare quelli umili e gravosi del sacrificio e dell'eroica veri– tàj dovettero riconoscere, cosa difficile per molti filosofi, che lutto non è vanità nell'11ni\ 1 Crso, malgrado le apparenze contrarie, e che perciò falsi e miserevoli sono di fronte 111' enigma che ci :a,•volge gli :m~ggiamenti ironici o fatua mente spensierati e goderecci. 1.' uomo religioso ~ colui che si è foi-mato della vita una concerione tragica ove il dolore è com• prei:o come un meno di purifica1ione e di esaltamento dello spirito, come una vi:. di li– berazione. come un arme di conquis1a del divino, inliieme all'amorf'. Ciò che caratte– rina il ,·ero staio religioso, come bene ha notalo \Villiam J:unes, è l'en1Uc:iasmo in una commozione solenne, e la religione, nel senso pi\l intimo e genuino della parola, comprende i sentimenti; gli atti, le esperienze degli in– dividui nella s.oli1uJine del\' anima loro in quanto c;j sentono in rapporto con l'oA~etto 91'.-. .. lu Jcifc .,,vv, .. awpiratic..ni, Dia. ~eslo entusiasmo di una commozione solenne e quec:lo rapporto continuo e diretlo con la 0 di,•inilà ehbe certamente Davide Lau.aretti nei dieci anni che seguirono la sua cnn,•ersione 1 cioè dal 1868 ~I 1 878 nei quali propugnò tenacemente il proprio ideale di giu"ò1i1ia e di riforma. * Ciò che domina la fede cattolica di Da,•ide Lauarc-tli alla quale ei volle restar fedele fino ali' uhimo giorno della sua vita, pie,:ando il capo dinanzi alla condanna del tribunale del S. Uffiiio emrnata contro le c:ue dcttiine nel marzo del 1878 1 forse per seguire l'esempio del Cristo che s• inchinò alle leggi della chiesa ebraic:t, ò 11nagig:mtei.:ca illusione che s'accese a poco a poco, fiammeggi1111Jo, nel suo animo, di esc;ere veramente il Figlio del- 1' Uomo annunciato dal Cristo qual giudice del mondo instauratore del regno dello Spi– rito per quanto i tempi sarebbero maturi, un sogno da pauo, dinanzi al quale però non è permesso di !iOrridere troppo preslo e troppo facilmente come tanti hnnno ~rriso, giacchè è un fa1to che la fede di quest'uomo nella propria di,•inilà non si proiettò nelle nuvole, ma divenne energia ,·i,·:1 in molte anime, ed eserdta anco1a in alcune, dopo pl\.1 di tren- 1',mni, il fascino della sua primiti,·a potenza, ed è certo un sogno di grande bellezza per chi in un secolo come il nostro, scettico ed ironico, ne consideri la s1raordinaria temcra~ rielà. E questa non è di un \'Ol~:ire impo– store quando si tiflella che D11\"ideLazz:irelti non si approfi11ò mai per fini disonesti del grande pres1igio che possedern su le anime de' suoi seguaci ma cercò di far trionfare un ideale di gi11c;ti1ia fra le popola1ioni dell' .\· miarn e della Maremm:t, gettando le basi e facendo proc;pe1arc per 1u110 il tempo ch'egli potè dirigerla, una socie1à di fJmiglie cri– stiane retla 'iecondo il pnnrnh·o regime co– munistico dei tempi apostolici, alla quale egli a,·e,·a aggregalo due scuole, aperte con l'au- 1orizzazione del Go,·erno, per l' ic:trur.ione e l'educazione dei figli soci, la prima nel vil– laggio delle Macchie, la seconda nel ,•illaggio dei Pasrorelll. Si comprende tntta,•ia abba– stanza come gli uomini seri credcs.~ro il Lazzaretti un m•!ato da manicomio, scanda– lizzati dalla spaventosa audacia delle sue idee e dei suoi propositi, m1 della pcrfctla s,nit:\ di quel mis1ico cen·ello 1 ohre che le opere proJotte 1 ci f,. fede l'attest:Ho di due nlen1i :nedici chirurghi i quali furono incaricati dal– Pautorit:\ giudizi.uia di Perugia di esaminare acc11ratamen1e il Lazzaretti qmrndo dai suoi detrattori ,,enne trascinalo in un processo dal qui1le usci a~'-Ollo per pro\'al11 innocenza. li Lazzaretti ebbe certo il cor,1ggio della sua pauia o,;:ando proclamarsi re d'un im– pero d'anime; ebbe un'ambizione più Hlta di quella dei salili riforma1ori. Frattanto il suo sogno di trasformare il mondo rinnovando la chiesa e l:1 socie1à, I' idea tenacemente vissuta di la,orare aJ un ris,·eglio della co– scienza religiosa i1aliana sopita nello scettici– smo e nell' indifTeren1a 1 per quanto t!(li si abbandonasse 1al,·olta a manifestazioni al· quanto teatrali ed a frasi un po' gonfie, l.1 preoccupnionc costante del proprio mistero ed il tormento continuo di questo mistero, e la \'Oluuà intine di sacrificarsi tutto per J' idea, il deside1 io preannuncialo di versare per questa il proprio sangue, ciò che gli fu concesso, sono tali cose che richiamano \'erso di lui la noc;tra nlteniione e che ,,algono, mi sembra, la pena di essere ricordate anche se nou ci intctt:,s.ane d 1 indugiarci nell'esame delle dottrine ttologiche di quest'uomo sin– golare, delle sue molteplici e c~lesti "isioni, dei prodigi d,1 lui compiuti e riferiti dai suoi seguaci, quantunqut-, s.i noti, giammai il Laz– iaretti siasi attc-ggia10 ci:ulatanescamente in mezzo alla genie semplice, a taumaturgo. Anzi, a questo proposi10 1 nella bellissima esortazione ai c;uoi fratelli eremiti, pronun– ciata il 24 Dicembre !-ul .,toote Labbro cosl e~plicitarnenle s.i esprime: e Oggi che mi presento , voi, chi io mi sia mi vedetf' 1 e non è d'uopo chiedere a me 4uello che non a,ete dirit10 di chiedere, cioè il prodigio, il miracolo, il ,,eg~ente ed ahre vili curiosilà tutte parto cl' infodch:\ 1 d' indiscrelena e di studinta mali1.ia di S:il:rn:i. Le opere sono gli attestati che confe, mano la mia missione e mi autori1.1ano ll do\!er seminare frutti di ogni buon principio. Le a\'\'enioni che fin qui ho avute e mi prepara per l'a\'venire il mondo, sono cose di poco rilie"o di fronte a quel potere immenso che io dissi più volte nei miei scritti essere a me fnore– \'ole. lo, miei cari, sono come un albero in cima a un monte, combattu10 dai venti e impervers:110 dnlle tempeste ma b;ubicato in forte profondo terreno che ahro d:.1rno non risente d:1II' infuriare e 1mpen•ersare dei \'enti che maggiormente profondarsi nelle sue ra– dici e d1la1arsi con la ,·egelazione dei suoi frondosi rami. Tale sono io nell' av\'ersione del mondo ». I.e parole di que!l-lO rude ba– rocciajo, forte e bello fisicarr:e111ecome mo– ralmente, dagli occhi pieni d, in1elligem.a, dalla fronte alla e screna 1 abitualmente grave e malinconico, e che usava dire d 1 aver due cos.e in c.ommo dic:pregio, il giuoco e la com•c-rsazione delle dClnne, sembrano c;pesso 11.nimate dal soflìo delle tempe,;te url.mti su l'.\miata fra i lampi notturni. Per \':11io tempo il clero cattolico non ra\'visò nel L111uc.-11i 1\ perkolo~o e,e ..iarca i molli sacer\loti :mi mirando le, i11i1 dell.1 s~a \'ita lo c.tim1,·ano un s1n10 1 ed alcuni aht,an– donarono ogni cc.~a per ,;:tgui1lo j il , ec;.:o,·o
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