La Voce - anno I - n. 35 - 12 agosto 1909

LA VOCE 143 vincitore; in Frnncia ed in Germania il movimento di emancipazione del pensiero coincideva anche con quello di rinnovelhtme11to della lingua cui Lu– tero da una parte, Calvino ed Olive1anus dall' al– tr11, dettero valido impulso .unendosi in questo, contro i Sorbonuistes, nl Rabel.1isspirito ben di– verso dal loro, in 111111 lottri comune contro quel gergo cde moli latins francisés, en termes s;1u– v1gesemmasq11ez et non accoutumez, lesquels sont e!ICOrchés de latin > che costituiva I" parlata vol– gare. 0' altroncle il lievito clcll'Evaugelo di Cristo aveva sempre fermentato sotto la sovrapposizio"nc cesareo-,giuridica; hl notte medievale è rotta da chiarori di eresie generose; i riformatori sono in un rapporto di continui1;\ ideale con quelle deboli co1clenzemistichechedevinvll110 dal mondo esterno al mondo interno ripiegandosi sugli abissi dell'io Interiore, una spiritunlilà profonda e verace. Essi prestRrono una voce ai silenziosi, un brllccio ni so– lltarii e grid:nouo forte nel ognuno per le strnde e imi tetti quello che 111 bishigliavn nel segreto della cella. Calvino sortl irninm di guerriero, spi– rito combattivo, rigido, tenace, poco simpatico quindi a questa età malata di laici!mlo etico, la qu11lesi contenta che il llrunetière, advocatus Ro– manae-Ecclesine, uomo qualche volta acuto, ma sempre brillante, se ne 8brighi, attribuendogli quella idt:a delln religione che egli si sentiva in gni,do di meglio confutare. Tuua la teologia calvinistR è dominatn dall'idea della sovranità di Dio nell' nssoluto cui fa riscon– tro la aovranilà dell' 1101110 nel dominio del rela– tivo, dogma che nelh, prnticll si traduce nt>lla so– vranità IIIIC;)lutade\lR volont:\ umana direttrice della società. DI qnl derivano la severità dclii\ sua mornle, il rlcore delle sue esigenze, l' 1tsprezza delle sut: censure che dispiacquero n grnn numero dei suoi cittadini e gli sollevarono contro l'opposizione de1 e Libertini•; di qui quella politicn, quella organiz– uzlone ecclesiuti~, quelle istituzione religiose e quea:li ordinamenti civili (il Concistoro, il giura– mento per I' ammis.,ione ne:ll11 cittadinanza, la di– visione in parrocrhie cui presiedeva un pastore con uffici molto simili a quelli del censore romitno) cosl intimamente connes.'li e la perseveranza posta nel costruire, unico tra i Riformatori del XVI secolo, un edificio dogmatico, un fosdo di dottrine uldamente legate e perfino 1111 catechismo per adulti ed uno 1>erbambini.In due prove nvendo riconosciuto il primo troppo arduo per le menti lnfantlli, nonchè una liturgia ancora in gran parte in UIO In molliasime Chiese Protestnnti. Nè si cerchi altra sorgente a quel furore iconoclastico che fu, ahimè contagioso e che gli rendeva mole– lta ogni e qualr.iasi ritppresentazione materiale di una realtà soprasensibile negandogli In possibilità di comprendere il divino nt~II• arte cui assegnava più o meno strettamente, come 1111 materialista qualsh,si, il compito di ritrarre redelruente la realtà. (Il reste donc qu'on ne peiucle e qu' on ne taille alnon les choses qu'on voit h l'~il [quorum sunt capaces oculi]). D'altro lato il suo autoritarismo nello Stato e nella Chiesa ha dato origine alla democrazia :que– sto fatto che nel mondo rlegli accadimenti storici ~ incontrovertibile (Hotmnn, Cromwell, Rox, Chie– se WAlloni in Olanda, Riformate in 1-~rancia,Stnti PuritAni d'America) lo è del pari in quello specu• lntivo; per Calvino la formn democratica del go– verno deriva dal principio del!' uguaglianza stabi– lita tra tutti i credenti come conseglienza della 10vrn11itàdi Dio ed i suoi, giova notarlo, sono i principii d'una sana democratia, in cui la saldez.za del contenuto etico tempern la tendenza degene– rativa di tutte le democrazie, di scaricare, cioè, sul Potere sociale e sulla sua prolificità legislativa i proprii doveri di iniziittiva individuale, ampliando la'cRsistica e restringendo la moralità: principi iche hanno fatto di una 11iccoln terra senza unità di lingua e di rnzz.1, di un 1>01>010 di vaccai, di al– bergatori e di droghieri, i semiti d'occidentt:, sen– u genialità, un modello, per molti rispetti, di edu• cazione e di libertà civili. Ginevra divenne con Calvino un centro mondiale di cultura alla quale più che l'Accademia Genevensis ed il Collegio, dette vita nuova quel movimento di emancipa– zione dAI 9uod sempe,·, quod 11bi911e. quod ab omni– bus credil11m est che sebbene eia lui sostituito con un corpo di dottrine rigoristiche ed esclusivistiche come il suo concetto soteriologico postulavit, co– stituisce un progresso ed un incitame1110. Nessu– na lode maggiore si pub dare 1d pensiero di un uomo del riconoscere che esso portava in sè le ragioni del suo superamento, il lievito dell';-wve– nire: questo costituisc..-esoprnlutto ed anzitutto il valore del calvinismo. e Je n'enseigne autre chose que ce qn'un chacun fidèle e:q>erimente en soi •· Tali pnrole illuminano cli mm nuovn luce le anime credenti, suscitano 1111:t uuovn fonte di religiosità intima ed individuale in opposizione al formali– smo, al pArassi1ismo spirituale nel seno dei riti e delle istituzioni ecclesiAsliche; corollario di que– st" idea \ 1 ivific1tnte sar:\ il ripudio del concetto giuridico, contrattuale, della salveua per mez.z.o delle opere, sostituito da quello della grazia: le opere che egli deve sono di dovere puro o di Puro amore; l'interesse e l'egoismo non debbono par– teciparvi per nulla ; in una tale concezione I' in• dividuo non è posto in antitesi, mit in funzione della comunità ed affermando ~ st~so egli non la minaccia nè la turba, ma 1>iullos10 la garanti– sce e la crea. Di tali idee fu documento ed atte– stazioiit: quest'uomo dal colorito terrt:o, dalle gote infossate dalle veglie t=dalle mc.·dilazioni, reso ira• scibile dai molti mali fisici ed intollerante dalla certezza cli possedere la verit:\ e la salvezza, il quale non conobbe piacere ali' infuori della dedi– zione a.ssoluta ed ~lusivn d1 tuua la sua iudivi– dm1li1flad una lolla cu, :,1iScnth•a chiamato da Dio. l!: vero che dal Calvinismo e d:tl rigorismo protestante in genere, procedt: anche una educa– zione ristretta ed autoritaria <"he nei limiti delle JlAreti do111es1ichee dei doved crlstAlli1.znti, com– piti con malvolere e regolitrità opprimenti, pn::– teude coucludere la vita e il mondo e lottAre con– tro un male che non esiste essendo purnmeute imaginario ed aprioristico (vedasi ad es. quella potente analisi di anime cd attività siffatte che Rom1ti11Rolland compie nel 3. 0 volume del /ea11 C, islophe) ma la disciplina, il rigorismo, la rinun– zi:t, sono le compitgne indivisibili d1 ogni virtù che si anina verso una mèt11; ogni atlivilà è soggetta a questa leggt= se non vuol disperdersi e d'altronde una tale educazione virile ha in sè ~li elementi dt:lla riv~l1a e della rinitscita e 11011 infiacchisce l'anima nell' ol,bedienza 1>assiv11 1 1>t:r..tccompa– gnKrlR poi traverso i tortuosi cltemi,,.r de velours al suo precipizio. li Protestantesimo s1esso infatti, ha superato il Calvinismo; la dottrina del peccato, IAdourina della SAivazione, In dottrina dellit pre– destinazione e soprattutto l'escAtologin calvinista 11011 sono pili AccettAte neRnche dai Protestanti nello lora integrilà (Frommel, Uovon, Montel); il Cristinnesimo come dottrina di una salvazione fu– turn ottenuta nel seno di uun determiuata chiesa in vista cli un fine oltre mondano è tramontato: il fideismo (Auguste S.,batier, Ménl!goz), il soli– darismo, il cristianesimo sociale (1-"allot.\Vilfredo Monod) sono teorie che non richiedono una dog– matica e neitnche una chiesa, tanto è vero che nel seno del Protestnntesimo stesso si ~ posta la qui– stiout: se la chiesa sia orga!1ismo uecessario t: fa– vortwole AIIA. vila religiosa, risolvendo negntiva• mente ( Das Chrisle11l11m tler ZtJ!nmft vou Haus Fnber). Ed infatti bisognerebbe uscire dalle Chiese anche nel paese di Calvino, 1>ertrovare: una trac– cia di vitalità di schit:tta indole CAlvinistA e bu~ sllfe forse ;dia porta che il solitario Forel ha chiusa ad ogni relig-ione per pontificare contro la disonestà sessuale dell'età nostra e contro l'alcoo– lismo, dettando IA e Confessione di fede • del– l'Ordine dei Uuoni Templari in cui 111 nomencla– turn metAfisica è pure evitAtA con tKnto rigore I A nchc le idee hanno i loro corsi e ricorsi e su– biscono la sorte di certe vesti: perchè la gente 11011 le riconosca ed accetti IAnuova moda, basta che una sarta ingenua od 1tccorta ne rialzi un lembo o ne spiani una piega. La tendenza all'approdo nella serena atmosfera di un elevato spiritualismo filosofico è tanto con– corde nelle 1rnime di questi protestanti anche se t:ssi non osano confessarlo, da giustificare la con– cezione del Protestantesimo come di uno stato di transizione. Se ne preoccupino 1>ure gli ecclesia– stici, ma non coloro che g,mrclano alla vita e sanno che uon vi sono idee morte ali' inluori di quelle che dormono ; di un mondo dormiente Cal– vino fu appunto il risvegliatore e l'animatore. Que– sto è l'essenziale : e ci ha legRto la ricetta per destarlo: e pour le résveillcr il n'estoit point que– stion d'y alter par parole ou par cri, mais à haut son dc trompe, avec tonnerres et foudre!- •· l'IRkO jAIIIP.R., NEI PROSSIMI NUMERI CU:PPERELLO : Cavour. GtUSliPPE PREZZOLINI: «Il Viandante». Lettere Triestine. Egregio direttore, mi preme constatare tre fatti: , .oche Ella nel suo articoletto riassuntivo del N. 31, ~ccettando la mia esposizione ciel fenomeno slavo, mi ha considerato porta voce di un partito, mentre io ho esercitato uRicio critico senza alcuna riserva o preoccupazione di disciplina; 2. 9 che L:111za,nelln Voce dèl :2.9luglio. mutando la di– scussione genernle in una meschina e aggressi\la polemica d'atluAlità, ha attribuito alle mie parole un sig·nificato che non avevnno, per colpire di punta e cli rendente questo sig;nificnto fittizio, men– tre il reale rinrnue\•a fuori di discussione; 3. 0 che l'amico Slat.11>er,impigliato nello stesso frnintendi– mento, ha pronunciato un arbitrnggio non invo- Bibloteca Gino Bianco cato e prem.1t1iro, al quale oppongo cifre ed espe– rienze storiche. Per quimto si riferisce nlle accuse mossemì da Lanz.a, mi piace innanzi tu110spogliarè l'anonimo, anche per sollevare Lei, egregio direttore, da una resr,ons..bilità eh' Ella ragionc,-olmente non può assumere. Ho scritto essere a\'\'enuto che i socia• listi si alleassero col go\•erno e collo slavismo. r ... ,nz.a risponde che 11011 ci fu alcun patto nè al– cuna promessa di com1>c:11so. Questo io non l'ho da,•vcro aAermnto; e L..,nza :wi-ebbe 1>0tu10 ri– sparmiare la rettifica e i rimproveri, se avesse sa– puto considerare l'intonazione oggeuiva del mio artjcolo lauto diverso da 1thrl a cui egh in questi 5:"iorniha dovuto ris1>0ndere, e - dal suo; nè egli potrà ni:gare in alcun modo che, nel rispetto sto– rico, le ultime elezioni còmunitlf triestine sono state contrassegnate, oltre che <falleCAndiditture socialiste slave, dal ,,010 compatto degli slavi nei btlllottaggi a favore dei socialisti, i quali de\•ono sei dei loro dieci seggi all'nlh:anzn slava (Spazzai 685, soc. 38g + slavi e diversi 1g6, contro nazio- 1rnlisti 588; Perez 1084, soc. 504 + ~lavi e diversi 580, contro naz. 733; Blasizza, Calligaris, Seuiga– glia e Simonetta 1190, soc. 1474 + slitvl e diversi 816, contro naz. 2235) sarebbe stato assurdo che gli slavi nazionali avessero votato 1t p,·imo scru– tinio per i due candidati slavi socialisti, perchè avevano candidKti propri; ma è anche provato dalle cifre che in un distrello dov'erano in bal– lottaggio nazionali italiani e slavi, i socialisti non seguirono che in parte l'ordine di de1>0ri-e schtd11 billnca, ma fecero invece una indisciplinata professione di nitziom,lismo, votando 11er i raneli– dati nazionali (aumento degli slavi, di cui è nota la ferrta disciplina, 2.50). L'accenno infine che Lanza fa all'elezione di Pola non ha scopo, per le circostKnze speciali che egli deve conoscere an– che meglio di me. Certamente gli slavi non vota– rono per i socialisti come proletAri per 1>roletRri, ma perchè il socialista è per loro avverS1trio meno temibile dcli' itAliauo nazionalista. Ancorn due parole sulla difesa che l'amico Sla– taper mi sembra fare della candidaturR slitva dei socialisti. lo 11011 dubito che sieno un errore (non altra llarola uscì nel primo articolo) e dal punto sociale e da quello nazionale. Dal ratto che gli slAvi ci sono sArebbe assurdo derivare agl'italiAni l'obbligo cli no11romba//erli. La questione è molto semplice. Giovano meglio, nella lotta, le conces. sioni o l'intrAnsigenz.a? lo sono per la intransi• genza e ne deduco la necessità dal fatto che gli slavi non hanno bisogno di concessioni. Queste nè li Lratternmno, uè essi ne osservernnno i patti, come non li hanno osser\'ati nè in Istria nè in Dalmazia. JI fenomeno sla\'O è in Austria un re– nomeno generale. Gli slavi marciano in colonne formidabili nlla conquista del potere e hanno mo– strato anche recentemente che non si può gover• nare senza di loro; gli iugosla\•i pArticolarmente hanno bisogno di nuovi centri di cultura e di commerci. Essi non possono essere assorbiti - illusione di miopi - dalla cultura italiana pure infinitamente superiore, perchè il loro movimento è 1tppunto avviato allA conquista di una cultura nazionale; -così, malgrado gli sforzi dei socialisti, non possono essere penetrati diti socialismo inter– nazionale, perchè ll'l ragione storica della loro avanzata è appunto la coscienza t:tnica che pro– duce il nAzioualismo. li socialismo per la sua fur~ zione, favorisce in Austria le nazionalità inferiori; ma poi le rivede colorite di nazionalismo come in Boemia. L'ufficio dei socialisti come calmieri della lolla nazionale è completAmenle fallito, perchè il socialismo è fatalmente tratto Il favorire quelle nazionalità che al socialismo stesso non sono ma– ture. Tornando a Trieste, ogni concessione dedotta dal principio li do questo perchd '" 11011 chieda allro è assurcln. Gli slavi chiederanno sempre .tl– tro, come nelle recenti trattative per I' Universit.\ italiana. Questo per IAdifesa nitzionalc, Per il so– ciAiismo la questione è poco diversA. Gli sinvi sono una nazione di pse.udoproletari tendenti a dh·entar borghesi, sono unA nazione che deriva il diritto d' esistenw dalla coscienza nazionale; favorirli credendo di compenetrarli significa chiudere gli occhi al corso della storia, significa anche, dAtOil numero esiguo degli organizz.ati slavi, mostrar ec• cessiva arreude\•olezza. La conclusione è pessimistic;i. ; ma gna, egregio direttore, vede che alle sentinelle triestine la fie– rezzi. del Jlerirolo non de,•e scemare la gioia de.Ila ballagli.., rua l\nzi insegnitr loro a render le 1trmi sempre 1>ii1 tcconce alla difesa. Gtl"SEPPK \"1ooss1c11. Saln1ort Frasapaat. JlrOieS!)ore da filosotin del diritto nella R l'nher;:it3. di llolot,:"na ~ morto il 28 luglin n T,,gliacouo don: ,i era recato 1>er curare la depre,,ione fi~ic;-n dn cui c:ra ,tato .,,. !>alito. ,\\·e,a .1ppena 44 anni e con lui -.co1111x1rc il più ,crio lrn i j,.riO\;\lli J>O'iith·i,ti itnlinni, l'u– niro for:-.eche, tenendo fede ai 1m1e:-.tri di què ..ta filo-..olia, ,i era ,ahato dalla b.ubarie intellct• tuale in cui -.0110 c.,duti i troppa numero,i po– ,ith+ ..ti italiani tr.tflicauti :attorno alle c;medre uni\ersitarie. Ila "Critto poco, 1>ei-ciòi ,uoi libri ~ono materiati cli idee e ,i leggernnnu ,empre con 1>rofitto: Omlnzllualismo t' Soriolt,Jrin Cu11• lrmponum,, Il f'ro/J/rnm drllr Or~,ri11i dr/ Di– rillo, 01>/Jidlo t' Umili dd/a filosofia tld nirillo, '-Ono opcrt= che, a par:e il preconcetto 1>0siti– \·ista. hanno \·i:,, filosofica e una lucidt:na e ,e– \"crit!i di ragionamento mern,·iglio~e ; forse per questo non lmnno tro\"IUO fonmm pre~~o i :,.a– cerdoti del positivismo italiano, ed il Fraj,,ra1,nne è rinrn,10 ,empi-e 1111 -.olitario sdegnoso di com• promcs!t1, cd ha ripagato la noncurnnza di cui ern oi:~retto con 1111 signorile disprezzo cht: spes~o lo foceva prorompere in giudizi pieni di sot– til<: ironia. L'ultima \"Olta che lo \'idi mi di,sc che ~,a"a pen,.nndo di scrivere un libro a cui anebbe 1>0sto per titolo: U sdlr pia.trlll' dr/h1 Soriolo,iria, e sarchl>e stata certamente unn gu• stosissima ras.segna della deficienza di cultura e cli buon st:n:-o che sono le stigmate dei boriosi sociologi nostrani. La morte gli ha spezzato il disegno e, cosa più grnve. gli ha im1-.e<litodi condurre a termine un'opem n cui lnvornva da oltre dieci anni: l•t',rome110/og-iadel tlin"llo: noi \"Ogli;uuo s1>erarc che <111alcunocurer:\ la ))Ub– blicazione di quest'opera già quasi ,,i-ontn 1><:r le stampe. Ricordiamo nncora, come titolo di \'enernzione e di rimpianto per lo scomparso dalla \"ila, che egli facente parte di commissioni J>er concorsi a cattedre di filosofia del diritto, riusci ~empre a debellare le camorre e ad imporre il trionfo dei più degni, senza preoccuparsi se questi fos– sero o no posith•isti; io ho la soddisfazione, mi diceva un giorno, di aver sostituito al t.:riterio settario di giudicare secondo la fede filosofica dei candidati, il giudizio obbietti\to del \'alore di questi. A questa più serena giustizia alcuni e-io– vani cultori di filosofia del diritto di tendenze neo-idealiste devono se hanno già conquistato una cattedra universitaria; e se un giorno, ces– sati delicati ri~•1.mrdi,io potrò raccontnre alcuni retroscena di concorsi, saremo ancora più am– mirati della profonda onestà del Ftal{apane che ad ogni pro1X>stae<1uivoc., seppe rispondere sem– pre risolutamente, no. Allo scienziato :,crio, al- 1' uomo onesto, al professore pieno d •amore e d' incoraggiamenti per i gio\•ani studiosi, mi ~ parso do,·eroso cons.,crare uu ricordo in c1uesta nostra Voa che ciii stimava, come già :weva tenuto in molta considerazione l'atth•ità del I-LO• nardo. E. CAttl'ANI. Ilprof.T roilovuoldirelasua. Egrt'g-,·o Sig. Pre:::olini. Se si trnttasse di me personalmente, io non risponderei alla Sua nota a1>pars., ncll' ultimo numero della Vou. E quanto nlla Sorieltt Hlosojica llalia11n, nè io ho \•este per difenderla e giustificnrla, nè essa in fondo ne ha bisogno se si guardi nlla so– stanz.a t:d allo spirito delle cose, e non si sofi– stichi trop1>0 leg-~crmente attorno a formule sta– tutarie od altro. Ma come Segretario del Comitato del Con– gresso, ordin:tto esclusÌ\'amente dal Circolo di filosofin cli Roma, io non debbo lasciar 1>assare sotto silenzio quella Sua nota acida e stizzo'ia e tanto sconveniente qmmto infondata. Lasciamo andare le infiocchettature, i rug-iil– dosi complimenti etc .... Già, va di moda ora la E uscito di ARDENGO SOFFICI: 11CasoMedardoRosso Un volume di J'.00 pagine con 20 illustrazioni L. 2,50. Chiederlo ai librai e all'edi– tore Succ. B. Seeber, Firenze, Via Tornabuoni, 20. Gli abbonati a LA VOCE o a VITA D'ARTE potranno averlo per L. 1,50. 11 volume e LA VOCE da oggi fino al 1910 (l9 numeri) per L. 3,30, invece di 4,40, inviando cartolina vaglia alla nostra Ammini– strazione. Per gli abbonati esteri il volume L. 2,00 e insieme a LA VOCE L. 3,85.

RkJQdWJsaXNoZXIy