La Voce - anno I - n. 32 - 22 luglio 1909
LA VOCE esse e trasformabili nell.1 misura che si trasforma. t: si accresce il loro contenuto, cioè la vita. E da ciò lrae origine e legittimità d'esisteuza il suo mo– dernismo. La salvezza . 131 . uggia le formulette fi:,:,e e Skrc:otipate e i dogm,t• tismi invariabili, di qualunque natura essi fossero. • Le difficoltà speculative, difficolta tratte dalla scienza, dall'istoria o dalla filosofia possono bene ispirarci dei dubbi concernenti la difesa logica della nostra fede; e può diusi anche che abbattano intenunente questa difes:t, ma non 1>0ssonomt1i in~ laccare la nostra fede; cosi come l'insufficienza delle prove ordinMie non scote la nosta creden;ca nella nostra identità personale o non modifica 111 pra– tica il più minuto particolare della nostra condotta. Malgrado tutto, la nostra fede può indefinita– mente aftorz.arsi o può s1>egnersi e dileguare J)OCO a poco secondo che ci avviciniamo a Dio o ce ne allontaniamo. In realtà non t: pensando ma ope– rando che apprendiamo 010 e fa. sua verità ... • Bi– sogua operare la propri,1 fede, bisogna tuffarsi nella reallà per iscoprire la verità. Dio è amore, la vita è prova ed è amando d'amore attuoso che la prova si compie e si scopre quel sommo bene a cui Platone facev,1 tendere com' a mèta infallj. bile tutti gli uomini e tutte le cose. La fede che si compit: e si perfczionR nell'amore quando'è stala messa seriamente c1l cimento e alla 1>rova dell'azione non h,- da temer nulla dalla specula. zione. In questo Tyrrell conSènte pienamente con Pascal e con tutti i mistici: e 1out ce qui ne "'' pas à la charité 6t figure>. Perciò le dollrine, le teorie son buone, ma le opere sono anche meglio. E perciò appunto gli scola~tici non trovan grazia pres..~ quest'inglese pratico e realista. e L11teo– logia è umana, la rivelazione è divina. La rivela– zione è un'esperienzR divinamente materiata di realtà e si esprime spont,rneamente in formR po-– Polare, imaginosa e non scientifica; la teologia è l'analisi naturale, approssimativa, br:tncolRnle, fallibile di quest'esperienu. La missione della Chiesa è cl' insegn:1re e propagare una nuova vita, un nuovo amore, una nuova spenrnza, un nuovo spirito e non l'a1:alisi di quest'esperienze. La sua teologia è vera ed è utile nelh1 misura a1>p1111to in cui esce perpd1111mente e rientra nella espe– rienza religiosa collettiva di coloro che vivono la vita e respirano la speranza del Vangelo come fu annunziato da Gesi1 >. Perciò il buon Tyrrell se la piglia con l'Enciclica Pasundi che rispecchia tro1>· po fedelmente e grettamente la mentalità scola– stica e crede che Dio "i raggiunga col sillogismo Poichè le forme vecchie non si adeguano al nuovo contenuto, bisogna trovarne delle nU0\'C nelle quali si riconcilino la.chiesa eterna e il mondo che passa. Nè imporra se queste forme S.'lranno anch'esse imper(ette e transitorie come furono c1uell~del passato. E il ctestiuo umano di non po· ter vedere il vero se 11011 per approssimazione e in ncni'gmale e di non poter operare il bene se non parzialmente e imperfottamenle. • Quando una definizione o formulaz1011ed'esperienz:.i ècon– siderat;i. com'esauriente, allorn vien subiioa usur– pare il luogo dcli' esperienz.,, a essere I' X o I' Y che fa le ,,eci di quella ... Il modernista, pertanto, 11011 riconosce àllo scolastico il diritto di esigere definizioni e couc-lusioni che sono sempre provvi– sorie e 11011 mai definitive ... Si avrebbe torto, però, di supporre che perchè le idee che si s1,mno ela– borando dalla teologia modernista, sono necessa– ri:unente incomplete e i11dcfi11ibili, sono nuche µer questo prive di valore o ill';ignific-,mti. La verilà umana è un processo inces~nte di adeguazione, non è mai un resultato dtdinitivo. L'intelligenza e l'nnalisi umana non 1>0ssouo far altro che con– tornare lievemente, disegnare RJ)prossimativa– menie la massa crescente dclln esperienza umana. L' in1tdeguatezza delle sue concezioni non è sol– tanto qtrnntitativR. Ogni addizione cRmbia la qua– lità, il colore di lutto ciò che è stato, come ogni nuovo ingrediente cambia la (Jualit:\ del composto clurnico. Ma quello che è acquisito, è acquisito per sempre. Il verme sopravvive nella farfalla e il feto nell'adulto; e cosi è per le successive espressioni che la medesirnn re.\11:\ od esperienza crea nella mente 11ma11,1. Ognuna di esse es1>rime la stessa cosa; ognuna produce quella successiva ed è pro– dott,1 d,1 quella precede111e. Oguu1rn, altresi, serve sempre per determinare la direzione dell'intero p<ocesso che uon si può comprendere o criticare è 10 001. lit.\ buone t' nei !.uoi difetti il mome1110 storico in cui è nato. Tutte le riforme del Concilio cli Trento ,0110 ispirale da 1111 sentimento di rea– zione. )lentre la rfroluzione proh.'-.lante era ,;tata uno ,forzo a sbarau.,re J'um:rnit.\ da tulle le rorrne coml' da legacci inutili chl' per tanto tempo m t-;1110 soffocato la dta dello spirito. cd una liberazione dt-1 J>as,ato e un rilorno .1ll 'i11- tcriorc: o~ra della reazione cattolica t' proprio di insi"'erc ..,u le forme combattute, ,u tutto e non per la via dell'esperienz.a interiore. L'astrat– tismo scientifico gonfia, empie di vento, la CAritfl SOIA edific11e feconda. e Melius est sapere modi• cum cum humilitate et piuva intelligentia quam m11gniscientiiuum thes:1uri cum vana. com1>lacen– tia >. Rispondendo a Mercier, Tyrrell osserva: e voi direte che il Vangelo è una illuminazione ... , E sta bene: ma che illuminazione? risplendano davanti agli uomini le vostre buone opere a glo– ria del Padre celeste >. Dunque il buon Tyrrell ~ :1111iscola;;tico e imma• nentista. Ma di che immanentismo si parla quan– do si applicR a Tyrrell? Mercier da buon tomista ve<le lo speuro di Kant in tutte le forme d' irn• manentismo ma Tyrrell declina <1ues1afiliazione e presenta come suo padre e suo autore, indovinate chi? S. Ignazio di Lojoln. I suoi esercizi spiri. tuali sono, a detta di Tyrrell, un perfetto manuale d'immanen1ismo. e Per quanto concerne il metodo d'immanenza (quel metodo che cerca la verità religiosa nell'azione e non nella speculazione) io Posso esattamente indicare il punto t il momento in cui il mio immanentismo venne llllfl luce. Nelle sue rt:gole per il discernimento degli spiriti rit:;1- vate, del resto. dai gr:rndi mis1ici cattolici. Ignazio di Lojol;i. dic'e: e Come la consolazione è contrn– ria alla desolazione, cosi i J>ensieri rnmpollanti da quella son contrari a quelli rampollanti da c1ue– sta. > E in tutta. la sua trattazione egli sostiene che le nostre opinioni e crede111.e sono detenni nate e dipendono dalle nostre di11posi1.ionimorsi li e aflt:zlo– ni. E di nuovo nelle sue regole per fare una buona scelta e conoscere la volo111!1 divirm, il vedt"r chia– ro e bt:ue è t-tm1>re mc;;so in relazione e dipen– denza del buon go,·t:rno e del reHo indirizzo de– cli aflelli >. Ama e fa quel che vuoi e facendo vedrai. Fac et lliddis. La. conoscenza é iu fun. zione del volere, emerge dall'esperienza e vi torna. Tyrre:11 è cattolico e resta cattolico, m:1lgrndo tutto, perchè nel cattolicismo , 1 ecle l:1 più gr:tnde esperienza del di\ 1 ino che siasi verificata nellò'\sto-- ria. Gli errori, le col1>e, i difetti sono grnncli e sono innegabili ma poichè l'es1>erienza è <I'uomiui non d'angeli, quei m;1li sono inevitabili; non si estirpano i vizi se non si t-stirpano gli uomini. La Chiesa, però, 11011 è la lettera che uccide. è lo spi- rito che vivifia. L'autorità di cui il l'a1>a è clepo~ silario, in 1a11to è legittima in quanto serve a svi– lup1>arela libertà dei reddi. Cristo è la liberazione: 111 chiesa 11011 ha altrn missione che di compire il mcss;iggio divino. In m:tteria disciplinare e costituz1011ale Tyrrcll nou è mt:no nntiformò'\lisla cl11:: in lt:ologi:-i. E per la stess:t ragione. La vita è mobile e movente: la legge che la vuol disciplinare e la fo11nola che la vuole es1>rimere, bisogna C'he siono mobili 1111chc a dovere se non collo studio e il paragone delle dh•er~ ,iue fasi >. L'autorilà tlelle formole e l'au. toril:\ delle leggi attingono la loro forza dalla cc:,.. scenza alliva, creatrice, perpetuRmcmte in moto di tutta In Chiesa visibile e invisibile. La società cri– stiana è un bene ed è una necessità; ma bisogna che sia una società di vivi e 11011 di morti, di per– sone libere e volenterose, non di schiavi. Nè que– sto è protestautismo: è sempli<..-emente la tradi– zione sana e vigorosa del ca11olicismo. Doellinger e Newman vi si courorma\·ano come "i si con– formano i modernisti i quali, a detta di Tyrrell, con~rvRno il concetto tradizionale e cattolico della costituzione della Chiesa che ~ quello della supre– mazia dell' o,·bis ltrtar11111, della totalità della Chies.t sopra i suoi rappresentanti ed i111erpreti anche pili alti. È questa l'unità che si fonda sopra un conse11so recondo e sponlaneo, so1>rala carità ine• sauribile che è la libertà vern, in omnibus cltnrila.s. Il modernismo di Tyrrell si riduce dunque, in sostauw, a combattere lo spirito scolastico e for– malisla in teoria e lo spirito servile in pratica. L'obbedienza cieca alle formule e alle discipline ecclesiastiche è profond:1me111e odiosa agli occhi suoi perchè para.lizza l'azione e l'efficacia del Van– gelo in noi. Bisogna liberare lo spirito dal giogo degli uomini per sottometterlo a quello di Dio: la lettera inceppa ed uccide, lo s1>iritolibera e vivifica. l'arlando d1 Tyrrell, vien fotto cli pensare a Pe– lagio. Questo Pelagio era 1111M1.>rga11 qualunque della fine del IV secolo che a\•ea greciuato il suo nome ed era probabilmen1e di razza completa– mente affine al nostro. Anch'egli ricco d'ingegno, eloquente, colto, ebbe, come Tyrrell e come tutti i grandi riformatori religiosi. una segreta e pro– fonda simpatia per l'immanentismo. Il suo im• manenlismo ru origenista. Quello di Tyrrell è piuttosto hegeli:1110. i\1,1 trn i due la difiert:uza è apparente, non rea.le. È il nesso e il complesso cli tutti i d11tidell'esperienza che portarono l'uno come l'Rltrl) a cerc:ue e a 1rovare dentro la coscienza la re:11iuazione del Regno di Dio: \'t:nga il luo regno, sia fatta la tua volonlà. Anche gl' inuova– tori, anche gli eretici. aute111icio no, son necessari: son necessari i disturbatori che impediscano ai dormienti di dormire eternamente. Sono uon1111i di questa r.,ua quelli che servono,come dice il noslro, di strome11ti quasi ciechi uelle mani cli 1111 Potere che ha vedute ben pili ampie e profoude delle loro. Essi servono precisamente n trasmettere ai futuri tutta c1udlst parie del passato che merita,•a di essere conservata e trasmessa e recondata. Son 11a1urc ricche e potenti nl'lle <1u11liDio de1l011e come in terra feconda i germi dcs1ina1i a fruttifi– care nt"I proi;..-imoe lontano av\•enire. T11. N1u1.. Sartmo grnli a tutti gli abbonalirhr.m.:endo cambia/{) O dn cambiare l'iwlirizzp 11ell'cslale •vorram;oma11darri 'miti r11r1<,/i11a ro11 risposla paçaJa.C<..>!lfusia,!10 volen~il'ri_ di 11~11 nseu r!c– ch,. E rt,s,.prtghwmo rin r, _scrn·ea 11111re s,mp,r il Jrann,b,,/fo prr lt, rrsJ><>s/11. Bibloteca Gino Bianco La Voce, tliriawolo ancora 10m ;·01/11,11011 è 1111a rh•isto t11(X/t!r11isl11;ma 110Jt può hasnoarr le amdi=io111di studio e tl'rdura::imu- dr/ duo, d,e 1um dmn•bbt' ,·sser /'111/ima dr/le dassi rolle tl'llaNt1, r doz,,·, possiamo assirurm·lo, r't' 111u1 pierol11 111i11ora11::a pil'lta di fi·nw·,· t' di urirttJ. Ptt66litltim110 q11i11di,a /n111/alr, 1111mmws,nllo rlte ri 1·1i-1udll "" .trruppo di srmwarisli: ,' 1111 ap~/Jo ai toro romJ>t,C"ti l' di1110Jlrt1, St! .triti lcwle alln um11ifi·s/a=io11i11011 lo dirrsstro, rlte il molo di , i111w:m11n1loe11lro la Chie.m 11011 è s/,1lc1sof– /orafo. I.o pubblirhiamo tait! r q1111/r,ro11 lufle lt sue in.tre1111itd r ro11 i suoi' di/dli di retorirt1 g-iot•anik: p,,•rrltè questr i11Jre1111itt1 t questi dift'lli 11011 r1111rrlla110, ù1 primo f110J:O,la b11om1 i111- p1·,•ssim11• tilt' si /111 di tro;•arsi dm'fl11li "'' a11i- 11i. sù1u-n, t' in scroudo luugCJ jCJIJtJdi 11'p,ora dcllr tristi ro11di=io11i rdtm,li;.,,. rh,• q11rsto~,·11ppo di ~io:·,111i deplor,,. /:.' be11r ,kr i loro lamrnli e l'ordinamento e,1eriore minacciato. l'iù che a una rifornu della vita cri'itiana che era <1uella che in rcalt.1 rnanca\'a e la cui dcfic-ie:n.t.'1 a\~,a pro\·ocato la cri:,i, si guardò a una riforma di c;1rattere giuridico. Si Ct>rcò un'unione: e..,teriore a ba..,e di autorità t: cli coercizione al posto di un'unione intima degli spiriti che manca\'a. F. tulle (1uesh.: rilorrne se ebbero un effetto buono di presennzione e cli difesa nel primo momento 1>resto cli\·ennero inutili ed ingo111bra111i, Anche il beminario - ideato e promo,so dal C. cli T. - ebbe il peccato di orii;inc ,,di esser 1rop1>0 formale e fu concepito pi;) come un luogo di prescn·azione che come un luogo di educa– zione po'iili\a. lmcce di e:,...er ,·h·aio ..,,,irituale donde !-i estrae e :,i pro1:,.1gala \ il,\, in\'ece di es::o('r ri,errn poderosa cli forza, non riuscì ad t:,!.cr pili che: 1111 povero i,tituto cli daubum ::opi– rituale. E l' icle~1del seminario per :,è buona, pcrdè molto della sua bellezza e clclla bila efli– cacia per le circostanze storiche in cui \e1111eal• 1ua1a ; t: innegabile che se la nuo\a forma di reclutamento del clero andò a \'<Hllat,a,:iodella <111an1i1à e clella disciplina, la qualit:\ dei i,.."lcer– doti ne discapitò, e che se poi il clero fu pi1i raramente a1>0s1ata e ribelle non fu certo più buono e più "J>Onlaneamcnte altivo. La scelta clei sacerdoti folta anteriormente fra il popolo, fra le persone che a\'e\·ano p."lssa1a la vita in mezzo ad es-.o mcm qunlche cosò'\cli più \·icino alla hl>ontaneità pri111i1ivae alla sem1>licit;'1e\·an– gelica. i loro propCJsili. gùi 110/i a lui/i q11dli rltr si illtcressn110 alla crisi rdig-ios11 i11 /Jali11, l'l'l11(a110 Il COlltJSffll:a di 1111 pul>bliro più 111,-JrO; (' rosi LA I "OCE adempie a,11·/tea 11110 dei suoi rom– pili, rl1t! ;, qurllo di rm!l1irùu11·,·i11 ,,,, rampCJdi co1111111r sù1l't'ritd, molltf dirt·rs,• t' "/'/>Oste1t·11dt11:e. Queslo srriflo 11oi <'01·remmop11t>l>lirar/CJ i11opu– scolo, per diffo11de,·lo ,,ppt.1rllo111111e11/r du 1111lela slag-io11resli;•a; "'" 11011 ICJpossiamo /i1re, laulo impe~11ati rome siamo iu allrt' p11b/J/ira:io11i,se IION ri 1•ie11e 1[ara11Ji/11 11110 1·r11dil11 di almr110 500 ropir. I. 'op11srolo,di rirra /O fkt,l[Ìlte, sar,l messo al/or11 in wmli/11 al pre::o di re11t. Jo. per 10 ropic I .. 2,~J. pr,· 50 co/nl! I •• 9.00, pe,- 100 ropie L. 15. Questi prr::i l'O(t:0110a11rhrper i rinmlitori. - La spedi:io11e sard /alla i11l111str o p,urhi rltiusi se11:a i11Jcstazio11e,e la massimll St'Jrrt'fe::::11 tiie11e ,rara11lila. Ci impeg11a1110multr a S/)t'dir,• ropir dirrlfame11te ag-li it1diri:::i rlte ri sara,1110ro11111- flirali: luuft'rd 111,irr i fra11rol>olli ~r la spt'di– ::io11e o 111111 somma t'Jruale a dur u11/esi111iper ogui ropia dt1 spr:dire. Ua po' di storia. - Un po' di Moria invece del• l'introduzione d'uso: breve e ~cn,rn nomi. « Noi, piccolo grnp1>0 di seminaristi - come \'Oi, mille d' Italia, perduti nelln misera comu– nità d'un :,tminario arci\'escovih: - \'i\·ernmo da lungo 1c:mp0 per la nostra educazione al Sa– cerdozio, s1>0111aneamenté uniti in un' os-;en•a– zione continua su noi stessi e sull' ambiente, c11rnnclo avemmo una :,peranza ingenua. F:1cc,a110 il giro dt:i nostri seminari i \"i<,ii:ttoriApostolici, ci interrogavano, prenclcv:1110note. Fu un giorno di spernnza. E passò del tempo. • Tutto continuò come 1>ri111a:un concentra– mento che permetteva sei in\'CCCdi due o tre teo– logi o filosofi: I' ipocri!<tiadi qualche scuola ac. cresciuta con qualche professore im1>rO\'\'isato : un regolamento pontificio ristretto a tuuo un ordina– lll.Cnto c!-oternoper <1uanto :,.a\io, e fatalmente re– :..tato pur c,so una lettera morta. • Koi ,i :,offoca\'a come prima. • ~la allorrr fu una luce imJlrO\'\ i~t nelle no– stre anime: - inutile aspettare l',tiuto da nitri! « E ci mellcmmo ad un lavoro febbrile. e Il la\·oro durò tutte le vacnn1c cieli' auno :..c:or-.o: rkhiamammo alla memoria le c..,pcri<:nze fatte nellò'\ vita dolorosa, esaminnmrno diligentc– rncn1e le no:,tre convinzioni e noi !>tessi. Pre– parammo un convegno. Fu pronto un appdlo n voi tmti 'tCminaristi d' Italia: l'appello cht \ i lanciamo oggi, dopo un anno, purificato cl:ille inutili cligres:,ioni e dalle clivcr~e questioni secondarie, mitigato·d:ill'impeto della parola che prorompe da un animo per lungo tempo pcn– -,ieroso e so1Tere111e •· I .:t ,toria bl'e\·e è finita. N'on ci diluul{hiamo di piil. \'oi compagni che crediamo fremt.nti dello stes<;-0110,tro ideale, -.offerenti 1>er le ste,:,e mi-;erie che nngu,tiano noi, voi ..,aprc.;tecomprenderci: ri,1)(mdcretc al 110-,troapJ><:llo. ci 1enderete la mano amica per il ,occor.o. Lo ,tesso bi.!.ogno che abbiamo noi di te:nde:rvi la mano, I' nvcte \'0i cli tenderla a noi! Le cauK del male. - Xes-.uno 1,otr,t negare: la cri:,i gr.n i,,;ima, il male<:o<;ere che :,c-01wolgc in tulle le -.uc libre il \·ccchio organi.,1110 <le! ..,emi– nririo. I.a <:ri<ti .:.-tanto acuta e co,I i,:cncrale, che anche i :,uperiori ne :,, 0110pr euccup.ni e si <,for– zano con 11110,·iregolamt:uti a J)Ort;tr\•i un ri– medio, ... cn,m però accorger-,i che il nmcdio no11 può consi,tcre in una modificazione cli or,1rio, in 1111acomplicazione cli rormolc t.· r<:gult: e'ite– riori. Il male è più profondo che non si creda. Il mah: 11or11e nello :ilesso sorgere del seminari. - Coml· ogni altro fatto della :,toria, il 'tcminario e figlio del ...iu>tem1>0t: ri-.pc:cchia nelle sue qua- Il male si accruu coa Il molllpllcarc co•lfauo delle formolt t delle re1ole esteriori. - N'ei c1ua1tro se– coli che ci separono dal C. di T. ru :,e:mpre un peggiorare. Lo spirito che da quel tempo \'eni\'a sempre fatalmente svolgendosi si \"enha a tro-, \'are :,empre più mortificato e a mal' agio nelle forme che :,i vollero mantenere fisse. - Si volle rimediare - e si 1>cnsòsolo ad un accrescimento di regole e di formole. Il nostro spirito oggi sof– fre in r111Ps10 ecce..,-.odi formole e di esteriorità, forzato a \'Ì\ ere in un ambiente, in un temp0 che 11011 è Mio - impedita ogni libertà di 1110- \'imento ! Ci riguardiamo intorno. Con ~tridente anacro– nismo ::oiado1ta110 oggi nella nostra cduca,donc i metodi di clausura t cli repressione che rurono Ìll\'<:11ta1i dalla rca,done cattolica. Il M11>eriorepiù che dirigere, illuminare, confortare le nati\·e energie dei KiO\ani alla libera gioin clcll'nzione cristiana, accen1ra e si impone. I nostri rego– lamenti credono di raggiungere la perfezione quando sono riu-.citi a siabilire dalla manina alla sera tutte le 110,tre azioni senza la:,ciare neppure 111m piccolissimn parte di margine che debba esser riempito dalla libera iniziatha indi\idualc. (\on !.Ì tiene nessun conto del C-'rattere par1ico– larc t.· cieli<:: qualità per:,onali; l' indh idt10 11011 è riconosciuto e 11011 ha diritti, anzi si compie ogni sforzo J)crchè -.1:,;1riscanell' uniformiti) di uno stami>o Rtncrale. Si giunge persino a stabilire la qualit,\ e la qua111itilcli preghiera che il chie– rico de\e recitnr(' durante la messa. 1•: 111ttaque– sta educazione ha I'es1>011entcnel Padre di Spi– rito, che - mentre è l'unico su1>eriore che en– trando a legiferare nella coscie111.adel gio\'ane pretende dare unn \'era educazione - congiura anche esso con gli ahri ad uccidere in noi tutto ciò chi! può e!<t..,<:re coscienzn indi\'iduale, sosti– tuendo-.i hellamcnte alla nostra coscicm:a, al 110- s1ro l)io. Il pit'1delle \Ohe è un uomo dall'a-.cesi macerante e buddi.,tica, che ad ogni lc1\ta7ione, ad ogni dubbio ci inculcher!t. un atto di amor di Dio o 1111 atto di fede, a.cl ogni ingiu..,tizia la calma e l'abùandono nelle braccia dtlla l'r0\'\'i– clenza, che sembrano di\'eutate il rifugio dei \ ili. Sulla \'OCazione il :,uo gi1Klizio \0rrà tencrt! il luogo della più perfetta conoscenza clinoi 'ìh::--.i, delle alli1t1dini, <lelle incli1m1ioni pe1·sonali. In tal modo, tolta la ,pontanitil e sforzo indi\ iduale, tulle I<.-pra1icht.· dt:\'Ole tenderanno a di\entare un fornulismo. E tuIla una ro\ i11airrep,'lrabile. Il male poi 1i1antenla nelle scuolee nttll 11udl. Qui ogni \ 0l0111.\di riforma, nata da una co– scienza più o mc110 precisa del male è riuscita ancora più vana. Sotto molti a::opetti, buona è Mata l'idea - bt:nchè per om e per ancor molto tt:m1>0 sin clc~tinata ,1 rimanere nel cnm1>0 delle idee - del parc1,:~ia111e11to con le scuole ginna– siali e liceali; ma non co::oi è della riform.t delle scuolt> di tl-c>logia. Si è creduto rimediart: con
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