La Voce - anno I - n. 7 - 28 gennaio 1909
LA VOCE pianto v1v1ss1mo di quanti ne conobbero l'ardore infatic:uo e le pubblicationi, a cui legò il suo nome. ~la lo 1elo dello Zincane non impedh•a che molti gio,•ani da ~lessin3 venissero a studiare in Napoli, che può di• sporre di un abbondante materiale anatomico. Per la stessa ragione, nelle piccole Università, come Cagliad, Sa,.sari ecc., gli studii anato– mici si compiono in gran pane su tavo.le mu· rn\i 1 che non possono soddisfare, e, 1anto peggio su preparati 111 cer,11 che sono tante violazioni della realt.L Sono dunque molto complesse le ragioni per cui n~II' Universi!~ di Napoli alcuni in– .,egnanti ~ono molto affollati. ~la le stesse ragioni dovrebbero valere per non mantenere piì1 ol!re cer1e scuole :rnemiche, di cui non si :ivv:rntaggia alcuno, tranne l'organico dei professori. La c:ol111.io11e di que~to problema è meno difficile di quel che sembra 1 se si tien conto che imporrn meno :were una scuob quanto una scuola, che sia un Iichiamo pei gio\'ani. Noi dovremmo a\'el'c una sola l 'niversil;\ si– cilirma di'-trihui111 nelle tre c.1pitali: Palermo 1 C:uania, ~leliii.ina; ed una '-Ola Universit:1 sarda diii.tribuitn trn C11gli:1ri e Sa'-'-;tri. Alla nuo,·a Mcssin.i c:i polrehbc ,dlìd:ire In focol1!l di scienze 11:1111rnli,poi che il mnre del c:uo sii etto ofTre 1111prc1ioso materiale di srndio; ed il Klcinerberg ed ;mche I' llneckel ,·i compirono delle ricerche origin:di, che sono rima'-IC nel c:1111podcll.t c;cienn. l'na 1,1coh.1 <li scie111.e, comple1:1, ,·arrcbbe certo molto pii.1 delle tre che non po<;.,1cdc In Sicilia, come I' unica S1,,,,0m·\f)Oh>gim, creala dalla Germania in Knpoli, ,·al pii1 di 1utte le focolt:\ scien1ifiche -.p,1rc;e per l' llalrn. Noi sino1-;1 nhhì111110 crc;11n po<:tì pel' professo1 i 1 non centri di cohur,1. Co,.J il problema del• I' l'ni,·er~il:\ a BMi non riuscirebbe in-.o– luhilc, se si pcn!i-:i-.se di nilid.irc alla cnpi- tale delle Puglie una o al massimo due fa– cohà affini. Ed egualmen1e 1 tenendo conto delle tradizioni delle varie città, che ora pos• siedono Cniversitl intere, che rimangono sfol– late, si potrebbero creare focolai ,·i'"i Ji stu– dii, mantenendovi le sole facolt:,, che possono bene s\'ilupparsi. Le l'ni\•ersilà complete in Italia non do– vrebbero essere più di tre; ed anche queste, quando nelle altre ciUJ \'i fo~sero richiami di studii, rimarrebbero folte solo per le scienze biologiche e sperimentali, che nel progresso incessJnte dei mezzi d'indagine, richieggono Istituti ben forniti, ed a cui lo Stato largisca non scarse dotazioni. ~cl nuo– ,·o progetto uni,ersitario im·ece, ch·è la cosa più informe che un Ministro abbia mai con– cepito, le piccole Universit:1 sono C'4Uiparn1e alle grandi; e l'esercito dei professori corre :1.lla conquisla dell'aumento deoli ~llptnJi, la~ci:mdo per via l'uhi mo brandello di di• gnit~. Antonino Anile. Nel prossimo numero: B~"YDFTTOCRoct:: / laurc,1/i ,1/ bif.'10. Ldlerr di Ro~1ot0 .\h"RR1 e di UN "1ooeR• NIHA che dis,ultutO /',ulirnli.> « L.1 Cris, dtl Cltro > di SAl\"ATORE ;\11soc.cH1, qui (~aro, n. ; e , iporl.1/cJ dal/' .\vnnti . 1 dd :!I a,r– l'enlc, che h,1 pubblù-11/0 pur,\ il giorno 2+, 111111 /ellel'a lttllt> .\lt:sso11,gommlo, dd .\fino.:· chi. Co11/i,111o·rmo,011 m,1g}!ù1ri d<1li di J,1llo, /.1 110Slrt1 cnmp.1g11,1 po /' Unit·tr:,,il,ì II B.,ri, p11bblù.m1do nndu r.irit Id/or: .,111/,1 Qur-:.lionr Mrri.lù'11al.: di .\. or Rt~ALDI\ .\. P, ROTTI, ARc,,~tìlll.O 01 Sr,Ho tft. /:.'d11re1110 lt1111ù1t111/,,qurJlion.: tltl/' ,111/i– dtrit,,l/"110 co1111111 ldlaa di . \. di Sor,,gn" t 1d,1liv.1 rùpMl,1. IL" CORRIERE DELLA SERA,, Dirt"i che è una hllituziont: f.tmilinre e nazio• mtlc. Unn j,.titm~inne e 1111.1 nei:t"'Nll.\. )!ohe centi• nnìa di ml~liaia di ilalinni -.i rnccolguno iutorno a que,.10 foglio con l,1 p1111l1mli1/\ cou In quale nelle c,1-.e li' 1111 te1111>0, t1Iprimo scendere dell'om• brè ve.-.llt'rtmt', p:ulrom e i.ervili'I ,.i r,1ccoglievano per recitare insieme le buone pre~hiere clei vivi e ~lei moni. L' 1101110 costretto a vh•cre muta mio la tristena di un lcllo d',1lbergo rifallo da una cr,– mcriera impudente con la \'Olgari1:\ tli 1111 t;wo– liuo di locnndn sen•i10 tl:i 1111 monello mal la– w,to, non iguorn che il Co,, un: dtlla So·a è :mche 111111 p on•ida islituzione delh, 111e11,;;a: tlclla men,, p1ez1ol,1ta --Olinga Mrnuier.1, sulla cni to• Vilglir, 11011liori-.ce la sern la blandizie della luce <lomc~ti1·a.Ci sono molti profes,.01 i rhe ormai altro non leR1,:ono: i compili degli scohui, poi il Co,. , ie, t: ddln S'ern. poi :, lt'tl0 ; dormono, poi il C.11, fr,,. ddl,t S,.,-n e i compiti clqtli scolari. O,, <111a11do e \'ÌIISNO » il pri1110 concorso (o povero verbo di Giulio Cesare, di quanto scaduto I) da <111anclo011e1111ero di accucciarsi in quel piccolo pre;;epio i11tiepidi10 Ila trcnrndue fi ;i.ti , 11ltro non vollero d1c Ii111,mcrci,e scel;;ero, senza <lubbio, il modo pili -.icuro. Se voi poteste cl' im\lrov,•iso aprir gli u;;ci d1 cento -.cuolc it.tliane. dalla latitudine di Vare;;e a quella cli Bologna, ~orprendercslt.: :ti• meno clied in,;;e~mmti i111e111i a leg~ere il CcJrriere ,ltllir ,Sera. Ali' f-.1i11110 Superiore, con buona pace <li tutti, non lo legg-ono i prore-=~ri, perchè in due o tre o,e cli lezione settinrnuale nrnl si potreb– hero leggerl' i-ettt: n11111c-ri del a,,, int ddln Si:,"· ma lo h•~j:.0110gli studenti, ,-0J1:1ncloloe rivoltan– dolo sotto 1\banco, fra ì ginocchi, con 111eravi1,:liO'-O 1i1110rt", e rou infinita cura per non C<;serveduti uè 11c\i1i.E 1,llora, improvvisamente frugali dal– l'alto, in '-è s1 rc-.tringouo e si ae<1uat1anodietro J:1 schiena dd compakno, e il foglio squadernato pende di tpM e di là in malo modo: come qu:rnclo il \'Cnto lnn•ol~e sulla schiena o fin le zampe <li 1111 <111aclmpede ht coperta ... che 11011 è senza qualche diletto a \ff'llere. 1\la t1<1ci,;se il Uu·, itrr conve• 11ienteme111eripie~ato in piccola fo1ma e 11011 ri– chiedes'-e l'aprirlo 11n'ngitaz1one atletica clelle brac– ri:1, 1>resto diventerebbe 1111a istituzione scol.1stica. E non sMebbe gran male. Dico anche perchè 11011 SMebbt: g-rnn male. Pcrchl" una clelle pl"lrtisue me• ~lio fatte, con piil competen,m e diligenza curale, con pili ,::..irbo sempre riui,cite, è quella che <I.i lutti i qnotidi,mi si suole ormni dedicare ai bei giuochi gi111rns1ici. lllic g111 e sporti,•c, alle lotte, alle cor"e cidi,tiche e llOclisliche: e,;;errili nei quali i gio,·ani dt.•i ginnasi e dèi licei dovrebbero ec~I- lt:-re, dei qunll dovrebbero :l\ere piena 111forma– .r.ione e chiarn 1..vuo,-.:enz,1,verso i qu..,\i Ùv\1cb– btro nudare con baldo e nllegro sentimento di forza eh en111lazioue e di \'Ìlloria. Dico che quella letturn ammaestrerebbe e inanimerebbe i g-iovani meglio cli mm lezione ginnastica accademica e go– venmtiwL Poichè 111M delle ,,ergogne nrnggiori 1lelle U0'-lrC scuole classiche è il non essere st:\te ,111corncnpaci <lii<;t11uireaccanto agli esercizi della mente quelli metodici raJ:iOnati ccl eflicaci del nervo e del 11111-.colo. Quale s1>ettacolo pili triste della 1>alestrn di 1111 nostro ginnasio lkco? Sulla cav:1\lina spelacchiata c1w.1lc:rno i lnrli, sulle corde hallano i ragni, sulla sojtlia il titolare rosict:"hia il cannello ddla pi1>.1,riandando i Riorni quando ern forier maggiore ne' bersaglieri e le rag;izze tr:t le persiane butt:t\'nno occhiate e gèrnni !-nlle sue penne di cappone. I.' obbligo dt:11'insegna– mento ginnastiro c'è. nm perchè i giovani pos• s:1110vantarsi cli esserne cse111:iti. E. co~i es– sendo gli animi, è una fortuna: che ,.e in una 1rnleslra nella q1rnle 01lern"'-ero \"enti giovani stu– denti, uno di CS'-i precipitasse mai cln una sbarra e si fiàccasse la canna ciel naso o si spezzasse la cln\!icola o si sloga-.se 1111piede, il giorno dopo sui giornali della pro,•iucia si levert:hbe un puti. f~rio, se ne farebbe un'ampia e sever,1 inchiesta, e nelle t:uniglie del111citt:'I 11011 -;i parlerebbe d'al– tro per 1111 peuo, e la co'-a arriverebbe forse in P.irlamento. T.utto s'è r.1110 rnzza b;,,.l.irda questo popolo nostro, cavaliere antico d'ogni lotll1, d'o· gui rischio e d'ogni conquista. ,·orrei dunque che i j!iovnni tntti leggc:--sero i resoconli s1lorth•i del Conio e della Sera, veramente fatti come in nes• sun altro gionrnle d' Italia: e, in tempi ne' quali siamo cosi lontani d.111'.,vere 1111 secondo Pindaro che non giungiamo nemmeno :1intendere il primo, ave;;ser-o per 1111 cronisl,1 sportivo quella sim1>ntia e anche quel rispcllo eh- meritano tutte le ,,ersoue le qunli adempiono l>enc a 1111 importnute quanto modesto ufficio di miglioramento sociale. Se non che, pèr aìlug;ire I1 110<:trnit1d,1gine, tiella politic,1 clèl Conicri-. che è <lire ciel suo Sèntimento e della sua azione e della sua con• ,lotta atlra\'erso le vicende politiche del pae• se, non possiamo dire la ntet;\ clella me1,\ del bene che meritn la umilissima cronacn sportiva. l'ar– rebl>e che un giornale, il qu:1le èedica ogni giorno mezza colonna, e certi giorni tlella settimana, in certe slngioni. 1111:1 intera pagina, alla cronaca dei Ca\'alli, delle biciclette, delle automobili - e persino articoli d1 fondo a uno chaufft'm, firnut1 col nome di uno dei piil brillanti collaboratori - Bibloteca Gino Bianco dico che un <;imile gN)rn11le dovrebbe dedicare oini giorno almeno mez.z.., pagina a quelli che sono gli interessi ideali e storici della n.tzione. A meno che, per tenere dietro al pneumatico di un Gerbi o d1 un Petit Breton e ai gam:11i di Pelri e J>èr-,·oler ~tare tropp0 ,11 volante di 1111 N:u:uro o d1 un \Vagner non..,, voglia rinunztare alla guida delle menti e delle coscienze e costringersi a spo– stare e ad annc:bb:are le p:ù grandi ,·isuali del111 \·ita e della storia ..... . Si dice che il Co,, in e è un grande gior• nale. Ma dice co,;l solamente chi non sa che cos., sia un grande g-iornale. chi non h,, 111:ii prc'iO in muuo neppur ,;ulle stecche di una birreria i ,•cri grandi giornali d'oltralpe:. che quando si a1>rono par- d'entrare nel cervello stesso della nazione: non di quell,1 che gioca o che chiacchiera : sl della nazione che pen<m, che opem, che fa il chiaro e lo scuro sulle terre del paese e •mi mari del mondo. llisoguert'bbe gli italiani capissero che il Con in e dr/la S°t', a è ancora un 1>1ccologior• 11,le, la c111 krz."1edizione lascia ogni sc-ra il tem– po stesso che lrovò a\l ',tlba la prima. Si erra ){r0'-SOla1rnme11teSC.lmbiando la grandezza d' 1111 giorrmle con l,t sm, d1fh1,.ione: e ,;;icrede a priori, per un sofio;ma ddl'occhio, che abbi.i 1>ii1 idee il ~iomale che ha piil p;igine. Sarebbe come credere che uu rom:wzo di ciuqueceuto f1cci111esi:1, n priori, o almeno abbia molta prob11bili1:\di essere, su1>eriore a una no,•ella d1 ve111i.Se Il giornale non è opera t.l'arte, 11011può 11011 essere co11sider,1to nnch'es<ro come una produzione dello spirito: e 1)eròd111a11z1 alla pur;i. mdagine cri1ica 5eomp,1iouo tutti gli elementi che sono materiali: cli ahezz.,1,di 11111,:hezi:a, di numero e cli color-e, e 111 irnzio 111 quali il pubblico giudica 1111 giornale gr:wcle o ,,iccino. E-.a111i11andoil Couie,·r dtlla S011 noi ricerchiamo con le att1\•i1à dello s1>iri10una pro– duzione dello spirito; con la 110,;;tracoscienz I ci occupiamo di cercare In manifestazione di un'al• tra coscienz;1. Che il gra,,;;o inchiostro del Co,, it, r apparten1,:a nl!a 111edesi111a c tegoria d1 prodotti dli• miei che tingono ogni oi.:gcuo che toccano, t.:che non si 1>0'51 l'"ggc1e -.l'nY.:tin'-uthc1.,rcisi i polpa– -.1relh, quc~1a è sc111.atlubbio una veri•~; 11111 -.ulla quale 1101sorvolmmo. Noi vo~liamo sapefe quali sono i 1)rodutti 11011chimici nn spirituali \lntle c-.ce formalo il Cm, ir, t; \ 1 ogliamo ;walii:• 1.1re 11011il '-llO ii1rl1io,.1ro, ma h ,;;ua libra ~ 11suo i.:1111,:uc. ì:: vt:r,1me111eil Co,, iere 1111or– gano cli ,•ita ideale, e uno '-trumenlo di evol111io11e 11azio1rnle? I la venonente le icle~ e il coraggio delle idee? Atlila le armi o fobbrica conlinua• 111e111e g1111111e 1>er nasconden•i 1111chei 1ro11co11i spezzati delle vecchie battaglie? Dove sono le sue audacie, quali sono le sue vi11orie e quali le -.confitte? In 11rn110d1 chi è la 1>oli1icadel Co,·• , iert I Donde \•engouo le sue iufonunzioni? Se d,t Roma :t i\lilano corrono seralmente le notizie telegrafiche e telefoniche; da Milano a Roma, ,·ogli.tmo ~"'pere. si è o non si è stl'lbilita nnn cor– rente di azione e di propulsione, <li criticn e cli cooperazione: in modo che si possa dire non -.alo ricevere il Co,, iere alcune informazioni po– liticht:-, ma anche aver st.tbilito tm:\ ,·era e pro• pria :lzioue politica che agisce in ~eno alla N:l• zione? l'urtroppo ognuna di queste dounude ha nell,1 meute 11ostra J;, sua chiara ri,.1>osta. S tolg.1110gli ;irticoli di dnt o ire valentuomini, studiosi sereni e severi di sociologia ell economin, ~ente per bene e di scienz:1 e di coscienz1, la politica cl:::I Co,, irt t 11011 è che l'assenteismo e il qu elismo. 11 Co,, ie, t è per q1wi.to ris1>e1toun giornale che non suscita e non i11forma, non agita e non ri"olve; ma S)hlca, livella e addormenta. Si è che que:sto giornale - e dobbiamo dirlo per giungere sino in fondo - è profondamènle nialnto cli due 111al,1ttie,che si rassomigliano ll<:sai nd sintomi al r;\,nunolli– mento spinale e alla idropisia. li Co,, iere non ha libra di quel generoso midollo onde è formata la con<iistenza politira cli un graude gionmle e 1>ercui vibr,, la sua a1.ione 111zio11alee socfa,lc. La sua spina dorsale è 1>erfett11mente scavata e r.1schiala come la cannuccia di 11110 schizzello, 111- 1ra,•erso la qual~ 1>oi un 1101110 qualunque. 1111 ragazzo con facili1:\ di scrivere, f.l passnre ogni sera quei dati centimetri cubi di liquido incolore, che 1>rendono poi nome di articolo di fondo E soflre di idropisia per lii stessa sua tiratura spro• 1,orzionaln ai bisogni politici di un paese come il uostro. 11 CcJ1 ,-;~,e è il giorn.tle t1111i:lo di• cemmo fin clalhl prima rig.1. I.o leggono i socia– listi e lo commentano i cleric.,11, lo sorbiscono le persone cl' intellig~nn e le nndri di famiglia. D<>· vendo e~s..re di tanti non è t>il1di nessuno. In t,mt:'I c:llca non !-i llllÒ 1,i(I 11111'.l,•ere s non con infinita circospezione. Non può condurre ues,11110 alle baua~lie: de,•e es,;ere letto in poltrorn od in letto ... socldisft 1utti gli istinti, s1>ecialmente q lèlli di qniete edi noncuranza e di sonno, ma 11011 guida le facolt:\ superiori dello spirito; vn con tut1i e non precede nc,-.uno. Bisogna a\·ere il coraggio di di– s.liacere a cento uomini insulsi 1>ermeritarsi l,1lode 27 e la cooperazione di un sa\iO. Questo cor~g1:io il Cm, itrt non I' h:i e non ra nulla per acquisl~rlo. Il CcJt ,ù, e è un giormtle con molta p:lncin : senza \'irililà, magn:1.11imi1.\, liberti\, audacia di azione. Le sue camp;igne quasi qu"1Sisi scambiano con srnm- 1>agn:t1edi distraz.ione e di piacere, così come lo stile <h quasi tutll i suoi collaborntori è quello medesimo con cui -.ì scri,·eva una ,·oltn il bo:u:etto borghese. Dicono, il C-11, 1r, e è il primo gior, nale d' llalia 1>erl,1 copi;i. e \·elocità delle infor• mazioni. Siamo d'accordo; e aggiungiamo volen– t1e1i che per questo rispetto pochi giornali fr;1n– ce.,i 1>0-.~no stMe a pari del CcJ11ù1 t. Ma a que– sto hn·oro qu.1'-i brutale d' infornmzioue noi non possiamo dare uè un' im1>0rt;111zaintellettuale nè un \·alore morale. lo \'Orrei C'he il Co11it1~ in\·~ di spendere dieci o ,·ent1111ila lire III cablogrammi per informare l'Italia dei pettegolezzi d'America le spèu<le;;_-.eper miglior.tre i suoi ste~... i lfttnri, facendo inchies1e storiche sociali economiche e Politiche III qu~s1a medesima terra d' ltali;1, dalle Alpi ,t quel f.tro che orma, purtropf)O 11011 è pia) che 1111' inrngnH· retoric,1. lo ho "eduto uomini co– me 1l:uz1111, come Civinini cioè uommi completa– mente sprovvi-.1i di ogni -.tudio sociale e di ogni serie!~ di incl;1g 11t". trnttnre :ugomeuti che do,•~ vano servire n henaltro che n for delle fra"i pia– ce\'oli e delle i111:.gi11i harocche. Non ne(:hi.:nno a lbrzini le quali,~ 1>iùpi;1le,•oli di uno scri11ore: ma gli 1111rnc:rno co111plet11111ente ulle le nitri!'. Un suo articolo è bello <1ua1110,•olete, è 1•iaCC\'Ole allegro fc,tanle, vi\!ace; m I questo 11011toglie che i ~uoi ,·olumi, forse meno uno, vi 1•esiuo sullo Sl0lll:ICO come ci :westt: la torre degli Asinelli. Orhem', n 1rzinl è fra 111thi colh1bomto1 i del CcJ1 • , irt <', qudlo che h, fattn '-1>enderè le somme maggio1i. E Uarzi11i1'1101110 che h,-inelle mani il hilnncio ciel giornale. Questo è l'enorme, e C'he hi,;.ognn pur dire. Il ,nini è la curio-.it:\, B ,nini è 111 tira· tura E per questo che il Co,, io e è for,;e un cer– vello, ma non è ancorn una t-oscienz.1. Ad ogni modo, anche come cervello, è cli costitu1.io11ener• ,•os,1, femniinea. curios.,. chmcch1erina, sofietti• :.t1ca. ca 1,i;;co benissimo di <Hrcose che sanno di forte :1grn111e.Ma io non faccio la fior11.iae non mcllo i liori all'occhiello di nessuno. lo crtdo nella po– teuza ddla critica, molto 1•iùche non facdano que• gli altri scriuori che rinrnngono <lei Co,, int ddln Se,n: J.:'IÌ artit-olis1i. Appunto in 1111 suo a11icolo ,ul Cm, i11e Ugo Ojelli ha annunziato che il regno della critica lcuer:tria sul giornah:è finito. Eh, noi lo sa1>evamo da 11111>ez1.o ! Ce ne dolevamo in silenzio: non l'avrèmmo apertamente de11oco11sì quieta r:ts• segnazione; ma lo sapevamo da 1111 pezzo. \la tanto pcg~io per il giorn.tle e t>erqudli che ci scrh•ono. Perché, 1111:1 delle due: o costoro rin11111ia110 a nrni pili parlare di co">ed'artc, di letteratum, ili lilowlia; non J>OtenclofAre 01~ra di cruic;t: o 11cparlano ancora e farauno quello che hanno st>mpre fallo ~li scrittori senzi, coscienza e gli accademici di tutte le arcadie. Non c'è scampo. La critica è pen– ~iero, è dignità, è coscit!nz.a, è az 1ont-. I.e piroette ~i 1>0tranno magari fare dìu:rnz.1a un.1 duà subis• sita dal terremoto, quando si ha la \!entura di scri– vere in un l,:iMdino di rose; ma le piroette dinanzi alle produziom dello spirito, siano 1,oi romanzo o 1,oesia o f-ilosolia, non le fauno ~e non i burattini. La vostra clitica ltllernria è motta, come è 1110,ta 1.,vostrn 1>olitic,1:unto è vero che quando qualche allo dello s1liri10 ces..,1 in un uomo, i111111 org.tni– ._1110 di es-.ere d1gnitO'>0,t111tigli altri alli se ne ti– scntouo e imitr1110.Ma che la critica lt:tteraria e del pensiero sia morta, questa è una miseda vo-.1ra ed 1111.1 col 1,a. E un'accusa e una decadtnz t vo'-tra. E voi siete <1uelliche ne \lagate per 1Hirni il fit•. Alcun1 d1 voi che scrivo110 su un libro, fosc;e ma– ~ari il libro di una cantatrice, o di una sig·nora H.aliana che non conosce l'ortografi.1 1 il primo at• teggiamento che prendono è quello cli scnitori, e di gente <la meno. Credete pure che nella critica ltllcr.11 ia co:-iicome la (,'Ilevoi or;1 c'è metà di stf\·ilismo, nh.:I:\di msin• cerit~ :ie dir 11011 ,,ogliamo ignoranza. I.o 1are-libri e cose che voi i.tcs'ìi nella intimit.\ amit..:hcvolescher• nite e bistrattate; è ufficio j:.iornaliero della vostra tlennA, è condizione principale 1lelb1 ,o ... t1:l colla• !)orazione. Una \'Olla sul Con iert pa,111\•adi \'ersi ,I l'astonchi ; e io 11011 dico che il 1'11!>to11chi s a molto fine intcndi1ore di se11ti111en1i poetici. Ma, 111 nome cli O.o, i \'ersi belli dai brutti li s11leva distinguere. \"oi mostrale d1 non sa1,cre:-11ém111eno qu~sto. Con,;;iderate. d,tl\' iutelligenz I le ,,os1re cri• liche e presentazioni letter,1rie s.ono c.1pol;tvOri di ig11or.1nn e di cattivo gu-.to. Giurlicatt' d.-illa CO· i.cienza sono opere clid1sone ... 1.\. Pott"le \'Oi uegue di :tvere diunnzi alle co,;e piil mde,· 1i.1:i..! che ab• bia mai scritte Gio"auni 1>,,-.C'oli, cle\'aln le mede– sime , 1 oci di lode che dom 1111 le\·cr,•-.1.-dinanzi a un ca1,olavoro? Non avele le,·,110,1l1c..1dle con le frn-,i pi1'1 servili che usassero 1111i uom111idi lcllert.: e di critica quel111C11.nz(.)11e dd Carnicdv che se– gna la estrema decadenz t di mente e di a11imo cli
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