Vita Nova - anno III - n. 12 - dicembre 1927

.. 28 UNIVERSITÀ FASCISTA si poteva volere le riforme senza mancare di fedeltà alla dinastia sabauda. Il compito pertanto di questo programma appare appunto quello di far penetrare più largamente e più in fond·o negli strati della popolazione italiana, il sentimento ,di nazionàlità. , E di fronte·agli idealisti o fantastici maniniani, i mocferati si credettero pieni ed avveduti realisti. La prova dei fat~i avrebbe presto . dimostrata la fallacia di questa loro illusione. Intanto ·nell'Aprile del 1846 Carlo Alberto venne in, contrasto per motivi doganali con l'Austria, e invece di cedere, come tutti si aspettavano, resistette ; nel giugno di . quello _stesso·anno venne eletto al trono pontificio · papa Pio IX, il quale si affrettò a concedere una limitata· amnistia ai condannati politici e ai fuorusciti. Sono due piccoli fatti della vita politica di I allora, che però i moderati aflerrarono, esagerarono e ne fecero pretesto per infinite dimostrazioni di tripudio, di riconoscenza e di augurio, quasichè questi fatti dovessero signifi~are in modo deciso un nuovo orientamento politico tanto in Carlo Alberto quanto in Pio IX. Le dimostrazioni si susseguono constantemente in questo periodo e l'anno appresso 1847 è l'anno delle grandi dimostrazioni, delle luminarie, dei fuochi di · gioia che si fanno ovunque dove c'è un gruppo di moderati : in tutte le città d'Italia si organizzano grandi dimostrazioni per festeggiare Pio IX, per indurre i principi a imitarlo e lo imiteranno. Queste dimostrazioni in parte sono sincere e in parte sono espedienti per dimostrare il proprio desiderio di riforme, ma la polizia non poteve aggredire la popolazione perchè si recava ai Te Deun in onore di Pio IX ! Questi era senza dubbio un bravo uomo ma non certo una testa forte. Avrebbe potuto forse avere delle velleità riformistiche : c~rtamente egli era stato uno dei lettori del Gioberti, ma non poteva non sentirsi prigioniero del suo proprio ambiente e delle tradizioni . che rappresentava. . Nel 1847, trascinato da queste dimostrazioni popolari che mai finivano dal magnificare la sua generosità, abolì la censura preventiva sulla stampa. Aveva fatto quest'altra concessione nella speranza • che fosse stata l'ultima, ma non aveva fatto che I acuire l'entusiasmo politico delle popolazioni, dalla cui pressione morale egli fu indotto a concedere nell'Aprile anche una Consulta in cui. i rappresentanti avevano il diritto di esprimere i desideri del popolo e nel giugno appresso permise ]'istituzione t della guardia civica, destinata a difenaere i novatori dagli attacchi dei rea !ionari. L'Austria la quale era rimasta da prima sorpresa e poi màlcententa di questi procedimenti liberaleggianti di Pio IX e temeva che questo spir,{to liberale dilagasse nei territori da essa governati; av~va cercato di mettervi un freno occupando Ferrara. La protesta d~ Pio IX contro l'occupazione austriaca di F eriara, interpretata come un risoluto atteggiamento antiaustriaco, non solo accentuò l'esaltazione dei liberali, ma il moto parve dovesse irresistibilmente dilagare oltre i confini dello Stato pontificio. Infatti i gruppi liberali delle altre provincie reclamano tanto in Piemonte quanto in Toscana le stesse riforme, dal Re Carlo Alberto e dal granduca di Toscana : sembra che da un momento al1'altro il programma giobertiano debba realizzarsi poichè è proprio il Papa che da l'esempio delle riforme agli altri pr~ncipi italiani. Il 1847 è l'anno in cui lo spirito di riforme invade' le popolazioni cittadine, è l'anno in cui sembra imminente che il loro desiderio debba essere accolto dai principi. Soltanto l'Austria nel suo territorio, il duca di Parma e il duca di Modena resistono a questa corrente liberaleggiante e resisteva ancor.a il regno delle Due Siciliequandoil 12gen- ·naio 1848 scoppiò la rivoluzione a Napoli : ·la rivolta si estese a tutte le isole e Ferdinando di Borbone, sentendosi poco sicuro nel suo trono di Napoli,· a prevenire un maggior sviluppo della rivoluzione .concesse addirittura la costituzione, offrendo ai suoi sudditi più di quanto i moderati stessi avevano chiesto fino allora. Promulgata la costituzione nel regno delle Due Sicilie, i liberali del Piemante, della Toscana e dello Stato Pontificio chiedono che sia concessa anche ad essi la costituzione : Carlo Alberto, dopo molte esitazioni, dopo molte crisi spirituali, 1'8 febbraio 1848, concede la costituzione affidandola ad un ministero presieduto da Cesare Balbo, e il I 7 febbraio concede la costituzione anche il granduca di Toscana. Il ·Papa resistette più a lungo perchè la sua situazione era ancora più delicata : aveva dei motivi più gravi : éra un fatto nuovo, si trattava di inserire autorità locali nell'ingranaggio governativo fino allora riservato agli ecclesiastici, si temeva di procurare dei conflitti tra le due autorità e infine si ponevano problemi nuovi e gravi che in,estivano il rapporto fra lo Stato e la Chiesa. Pio IX esitava ancora a concedere la costituzione, quando il 24

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==