I UNIVERSITÀ FASCISTA I . queste parole fatidiche : « L'Italia non può vivere se non vivendo per, tutti, µon emanciparsi se non emancipando. Dobbiamo essere grandi o perire. Le sorti d'Italia sono quelle del mondo. » C'è un · Mazzini politico, c'è un Mazzini che ha preso parte alle agitazioni, a tutti i tentativi di rivolta, da quelli di Savona nel 1834 fino a quelli di Genova nel 1857; c'è un Mazzini che ha anche avute delle intuizioni politiche che· appaiono C(?me lampeggiamenti profetici, come quando rinnova la carta dell'Europa sulla base dello scompaginamento dell'Austria, della caduta dell'impero turco, dello sfa- . celo dello czarismo, del rinnovamento della Ger- • mania. Queste cose sembravano assurde allora, e for- - se lo erano ; oggi_non lo sono più. Se prendiamo una carta dell'Europa dopo i risultati della grande guerra, noi vediamo ~he le previsioni del Mazzini • • • f • • s1 sono avverate 1n una maniera ~1mpress1onante; non attraverso, è vero, alle sue idee e ai programmi rivoluzionari, ma attraverso una guirra mondiale ; ad ogni modo il risultato è quello. C'è quindi un .Mazzini politico il quale già prevede, il quale già precorre i fatti, forse troppo da lontano, e perciò appare ai suoi contemporanei come un utopista ; bisogna · dire. che la sua grande, la sua massima utopia è questa : dimostrare che fra tutti i programmi sbandierati allora e destinati a vivere più o meno a I lungo, sia pure attraverso a difficoltà, quello destinato a vincere e che oggi è un fatto compiuto, è il pr~ncipio dell'unità nazionale. Di questo principio schiettamente, nettamente mazziniano, dal 1815 al 183 5 si possono forse trovare alcune tenui traccie nei movimenti carbonari · dell'Italia centrale ; ma dal 1835 al 1856 le perJone più assennate ritenevano che il concetto politico dell'unità d'Italia fosse una cosa assurdn e pazzesca, qu.asi ridicola. Cesare Balbo nel 1843 nel suo celebre libro : « Delle speranze d tltalia », defir.iva il concetto dell'unità nazionale come « puerilità, sogno tutt'al più di scolaruzzi di rettorica, di poeti dozzinali, di politici da bottega. » Tre anni prima, Gioberti scriveva al Mamiani « che il far d'lt~lia un solo Stato, cosa bellissima, è ai , dì nostri una utopia sol~nne. » Lo stesso Cavour scriveva nel 1846 da Parigi che il Manin credeva possibili parecchie corbellerie, tra l'altro quella , dell'unificazione d'Italia. In altri termini, poichè l'Austria era piantata riel cuore dell'Italia e le coscienze italiane erano tuttora incerte o assenti o . Biblio eca Gino Bianco contrarie, nessuno credeva realizzabile l'unificazione italian,a. Soltanto uno, uno solo ci credette allora, ci credette per tutta la sua vita e fece nascere questa convinzione là dove non esisteva : e quell'uno fu Giuseppe Mazzini. Qyesta è stata la sua gran-. de funzione, di diffondere l'idea creatricè del Risorgimento stesso. A questa _id_ea egli ha tenuto fede . incrollabile fin· dal primo giorno, fino ali' ultimo giorno, dalla sua giovinezza precoce sino alla sua vecchiaia solitaria e sconsolata. Attraverso a tutte le delusionÌ, attraverso agli scherni e alle sconfitte egli tenne sempre alto e fermo il principio dell'unità italiana e combattè con tutte le sue for- • ze qualunque altra soluzione del problema italico che non fosse quella unitaria ; e quanto più le sue iniziative sembravano dannate fatalmente all'insuccesso e, più che gli uomini, i fatti stessi s'incaricavano di dargli torto, tanto più egli si attaccava disperatamente alla sua fede e riuscendo con la sua appassionata tenacia ad accendere questa sua fede negli altri animi, a comunicarla intorno a sè, a diffonderla sempre più lontana, a renderla ~empre più operante, così che è veramente sua ' gloria l'avere creata quella temperie politica, che doveva rendere possibile la formazione dell'Italia una. . r In questa p~eparazione psicologica, creata dalla propaganda mazziniana che aveva già rese vane, tra il '56 e il '60 le manovre per una restaurazionè murattista e napoleonica, affondano le loro radici gli avvenimenti risoluti del Risorgimento italiano, dalla spedizione dei ·Mille nel '60 ad Aspromonte nel '62, da Mentana nel '67 alla presa di Roma nel '70. Finchè l'idea unitaria, così come era ,sangue del sangue di Mazzini, non fu divenuta elemento essenziale e ineliminabile della vita pubblica italiana dominatrice sovrana di ogni altra idea politica, finchè quella che era apparsa una solenne utopia e un sogno infantile non fu divenuta una realtà viva ed effettuale nella vita nazionale. Donde era scaturito nell'animo di Mazzini questo prepotente concetto dell'unità nazionale} lo penso che questo concetto dell'unità nazionale che investe e domina così profondamente fino alle sue fibre più intime dello spirito di Mazzini, nascesse dal concetto che egli ebbe di nazione e di patria. ' Nel concetto di Mazzini, la patria non è il
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