18 l'Italia riconquisti· con le proprie forze la propria indipendenza ripudiando ogni aiuto dello straniero. Ma perchè la carboneria aveva posto a fulcro del movimento l'aiuto dei sovrani stranieri?_ Semplicemente perchè era debole. E perchè era debo!e? si domandava Giuseppe Mazzini: perchè era un'associazione aulica, aristocratica, mentre la forza alla associazione sarebbe venuta dal concorso del popolo al movimento stesso. ' Perciò egli intende fondare, non più una setta limitata agli antichi esponenti del periodo napoleo-. nico o a quei liberali che accanto all'avvenire dell'Italia avevano da tutelare i propri interessi offesi dalla restaurazione legittimista, ma un movimento d'indipendenza nazionale che traesse le sue forze da tutte le classi sopratutto da quelle inferiori, vale a dire da tutto il popolo italiano ; e che si fondasse non più su una minoranza aristocratica, co- ·me quella carbonara ~ massonica, ma su una maggioranza che, muovendo dal basso, investisse i troni e li mandasse in rovina. E poi, siccome ciò che aveva costituito forse la causa maggiore della debolez~a interna dei movimenti precedenti, era il segreto, non soltanto -limitato agli aderenti e ai dignitari, ma un segreto che investiva il programma stesso delle sette, Giuseppe Mazzini, che ·non ammette per principio le società segrete e le ammette solo e le legittima in un regime dispotico come una dolorosa necessità, mantiene bensì nella Giovane Italia il segreto sul nome e sul numero ·degli affiliati, ma nello stesso tempo. vuole che sia -data la più ampia pubblicità e che sia fatta aperta propaganda al programma della Giovane Italia, affìnchè coloro che si inscri- - vono sappiano quello che si impegnaqo di fare, e così all'indomani della vittoria non si continui più a demolire ma _si ricostruisca, e che tutti siano concordi nell'opera di ricostruzione come concordi si era stati prima nell'opera di demolizione. Quindi il programma dalla Giovane Italia appare a noi come un superamento del programma carbonaro e di quello ma~sonico :· esso è il frutto d'una più matura coscienza politica, esso esprime tutto un progresso politico che rappresenta un passo innanzi nella comprensione e nella dichiarazione di qµello · che dovrebbé essere il programma nazio- - nale. Giuseppe Mazzini, sin da quando era carbonaro, aveva sentito la deficienza della carboneria b O •-e.e sin da allòra dovettero balenargli · alla mente i i ·i ·s] %'i,saldi del programma futuro; ma fu specialmente ili" c::1 ~ ::s . .-,4 :e •... o .. ., 0 -1 A~ ~ . td • • ~ c0 4> Cl e ..... .-! s ·~ ~ .11 ~ ~----a Gino·BiancQ ·a i; ~ ~ ::s durante la sua prigionia di Savona, dove egli, arrestato come carbonaro, rimase chiuso qualche tempo, brev; del resto: fu allora che egli rivisse il suo programma, ne fissò i contorn~, gli diede un assetto definitivo, perchè veramente questi punti programmatici della Giovane Italia sono definitivi nella concezione politica di Giuseppe« Maz~ini : tutto ciò che egli ideò e realizzò più tardi non fu che elaborazione e sviluppo di quel programma di cui egli ebbe visione piena e definitiva nella fortezza di Savona. Egli aveva già votato l'anima sua alla causa nazionale sin dalla sua fanciullezza, sin da quando giovanetto in Genova, aveva incontrato i primi esuli del 1820 e del 1821, quegli uomini che per avere amato l'Italia, erano costretti ad abbandonare la patria ed affetti ed agi, per andare poveri ·e soli in paesi lontani ! Egli ne aveva avuto un'impressione indelebile e sin da quel giorno _aveva sentito la sua vocazione, il suo destino era stato ' segnato. Egli sentì che vi era da far qualche cosa per questa patria, per questi esuli che soffrivano per una patria che non esisteva neppure se non forse nel loro sogno e nella passione della loro anima. Il suo programma che veniva a dare un indirizzo nuovo all'agitazione politica dell'Italia, non era nè poteva essere limitato soltanto ad un ·programma strettamente nazionale. Furono notate da alcuni le debolezze e le difficoltà di realizzaziqne che presentava il suo programma. Egli ~vrebbe naturalmente dovuto, se voleva realizzare questo suo programma, farsi banditore della guerra immediata contro l' Austria. Era già un fatto acquisito, che finchè l'Austria non fosse stata cacciata via dall'Italia non sarebbe stato possibile 1isolvere il problema della indipendenza nazionale nè quello della libertà costituzio- -nale : bisognav~ anzitutto -portare la guerra contro l'Austria nel Lombardo-Veneto e a ciò era necessario un movimento nazionale che si estendesse a tutta la penisola : così che dopo di aver paralizzato la reazione dei governi stessi, gli agitatori rivoluzionari fossero pronti ad accorrere armati contro l'Austria nelle pianure del Lombardo-Veneto. Ma l'Austria non era un così debole Stato, che potesse essere tanto facilmente sopraffatto. Esso . contava non meno di 30 milioni di abitanti di fronte a 22 milioni di italiani frazionati in tanti piccoli Stati. L'Austria gli eserciti li poaedeva e non li possedevano invece i rivoluzionari italiani
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