786 LEONARDO GRASSI mente posta : ecco il vivo del problema storico, nel crazi~ cavallottiana, alleata col pavido conservatotravaglio della cui soluzione ci troviamo. Problema rismo, gli aveva mosso nel paese. Esso veniva esalstorico che certo il Crispi non si poteva proporre, tato come grande italiano, cioè una cosa sola con perchè egli statista era, uomo d'azione, soldato ed l'anima vera della patria. come l'ultimo grande uomo apostolo, non filosofo o storico. Piuttosto che avere di stato italiano e autentico uomo di governo, cioè un problema teorico davanti, egli stesso colla sua capace di volere, di iniziare, di fare,_senza paura, , azione, come ho detto, fu un problema, è il nostro senza compassione, senza compromessi » • problema, quel problema che cominciò a turbare ed t vero che anche sotto altre bandiere si racco- . · · assillare le menti delle nuove generazioni. Negli ul- glieva quella giovinezza irrequieta: quella di revitimi anni di sua vita che il Crispi visse in solitudine sione critica del marxismo con a capo Antonio Lanella povertà e nell'abbandono, accasciato dalla trage- briola, quella neo-idealista in aspra. battaglia sotto dia nelle sue carni di vegliardo, ma non domo lo spi- la guida del Croce e del Gentile, anche quella futurito vigile, quelle crescevano già commosse da tanto ristica, che se non toccava per allora la politica ad spettacolo .. I giovani cioè sentivano, chiaramente al- essa era molto vicina, incitante a rompere ogni tracuni, confusamente altri, che quell'uomo che si av- dizionale schema, e a vincere conl'accademia aÒche viava alla tòmba era di tutt'altra statura dagli animi ogni pigrizia del pensiero e della volontà. Insomma, di Montecitorio, che esso era della razza dei giganti per servirci ancora una volta del giudizio del su cie gli altri dei pigmei ; sentivano che esso era troppo • · tato nostro valente storico, « era una (Ìio1'ane ltalta grande perchè quell'Italia troppo piccola, che aveva che si affacciava più seria, più assetata di coltura, sentito il suo sprone, potesse comprenderlo e seguirlo, più capace di vivere i suoi problemi, più amante di .troppo piccola e meschina e piazzaiuola· e pettegola coerenza, più. volta alla sintesi, più sostanzialmente · perchè appena potè rovesciarlo di sella, non lo di- italian~, anche se attraverso atteggiamenti negativi, lapidasse. E al di là della sua figura vedevano splen- che erano pur essi tappe o momenti necessari del · dere il sogno di una rinnovata grandezza, d'un av- divenire. Gli uomini partivano da interessi e da preocvenire inconfuso di speranze e di promesse. cupazioni .diverse: la filosofia, l'arte, la cultura, la Questa ideale germinazione, questo spiritu~le politica, la borghesia, il 'proletariato e finivano con rinnovamento, che s'inizia· dal fatale 4 marzo del 1•allargare più o meno la loro visuale, con l'investire 1896, segnante la catastrofe parlamentare del Dit- tutti quei problemi ed agire in qualche modo su tutti : ~ tatore, trova uno dei suoi più importanti focolai nel- con lo sfociare nella unità della nazione, nel riconol' incipieµte cenacolo nazionalista che si costituisce scimento della nazione ». attorno al Leonardo e al Regno, ai primi scritti del Ma insomma fra le due ltalie campeggia la fiCorradini, ali' ancora oscuro e misconosciuto Oriani, gura di Crispi. E o si partiva da lui o a lui si aniche solo, o quasi, ~veva salutato fra il 1880 e il '90, vava, anche se ci si arrivasse provenendo da poli l' inizio della politica coloniale e si era schierato poi, opposti del suo pensiero politico o da quei « nuovi assieme al Carducci, a fianco del Crispi, nel mo-. problemi che egli non intese e che perciò non domento vile, nel tenebroso giorno della patria, quando minò » chè « per un altro verso, fu un anticipatore » l'Eroe cadeva · · (Volpe). E da un certo punto di vista si può dire tt l t ·J l duaque che q·uesta ~io1'ine Italia non facesse che . . . . so o a s rt u a 'd Procella d' onte che non fur più mai. riflettere sul carattere dell'azione dello statista sici- « Egli era morto _da poco - nota ancora il Volpe ~ dopo passati in abbandono e povertà gli ultimi anni, ferito dalla condotta del sovrano dopo Adua, amareggiato dalla mala fama che i suoi av- ~ versari gli avevano fatta e dalla incomprensione dei più, ma tutto chiuso nel suo sdegnoso dolore. E già dava segno di rivivere e di guidare nuovamente l'azione dei vivi; già si perdevano nella lontananza gli echi della rumorosa caccia che la dem0Bib.lioteca G. o Bia co liano, a separarne l'elemento contingente e caduco, e già morto, da quello immortale e vivo ed or palpitante ed assillante nell'anima nuova dei giovani; ~ riflettere sul suo pensiero politico ed eliminarne le soprastrutture dal clima storico in esso accomulate, per estrarne il nucleo profondo, l'originale e sosta~- ziale sua virtù. In tal modo la statua del grande veniva purificata da ogni incrostazione e ridata alla storia nello splendore delle sue linee armoniose. Perciò l'ombra sua grande eh' era dipartita è
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