diretta-mente sul latino dal prof. Ercole Quadrelli e dall~ stesso so~ briamente annotata, può essere dunque considerata com,e la prima tradu2;ione che si pubblichi in ltali,a della parte essenziale d-el celebre epistolario, i cui valori storici, letterari e psicologici sono lumeggiati in una p11efazione da An,tonio Bruers. · FRANCESCO Picco: ll Cavalier Marino. Roma, F ormiggini (Coli. · Profìl,i), 1927, in 18°, p. 92, con ritratto, L. 5. Il Cavalier Marino, napoletano spirito bizzarro, è giunto a questa nostra età moderna circondato da un alone di leggenòa. La •sua llita, intessuta di ca,si stran,i, di amorose follie, di giovanili errori, di carcerazioni, di colpi di pistola, di fierissime e saporitissime polemiche letterarie, coronate dal suo ritorno triionfaie dalla Francia, quando iii poeta reduce fu accolto e a Torino e a Roma e a Napolj con publica ,apoteosi, ha del romanzo. Le sue Opere, che fecero al tempo •suo stupire il mondo, scam,biate poi per miniera quant' altra mai do- . v,iziosa di l1 etteraturr\ pornografica, stampate e ristampate alla macchia da ,editori venali, mutilate, def ormate, mescolate a brani apocrifi, hanno trovato sui muricciuoli la stessa fortuna di quelle, pur esse manomesse, de.Jl' Aret 1 ino e del Cas~- nova, e dato mala voce ali' autore, che non fu, a d:ir vero, uno stinco di santo, ma che, tuttavia, non merita di andar confuso con gli « erotioi » da strapazzo, offerti .in busta chiusa agli adolescenti o ai vecchi . . . VlZIOSI. La sana critica esercitata dal Croce, dal Borzelli, dal Bellooi, dal Damiani, dal Balsamo-Crivel1,i, dal nostro ·Picco, e da ,altri. valentuomini, è venuta in questo ultimo ventennio pazientP,mente ado- ■ RECENSIONI prandosi per ristabilire la autentica biografia, s&ondata dagli encom,i iperbolici dei marinisti, dalle denigrazioni velenose d,egli avversar,i : ed ha riconosciuto il valore cospicuo della produzione ·mariniana, che dà il suggello letterario e denomina da sè tutto un secolo. Nel1 'A don e, ,infatti, poema di oltre quarantamila versi, il secentismo, comunque lo si giudichi, ha il suo capolavoro, e prend~ aspetto specifico e nome di marinismo. Orbene, ,il « Profilo » del Caoalier Marino, che Francesco Picco, delinea in queste ·sobrie e lucide pagine, ricompone in armoniosa sintesi vel'litiera la biografia romanzesca di Giambattista Marino, recando anche novità di risultati, relativamente alla sua fc)rruna .in F rancia e a quel pelliodo d-~l suo lungo soggiorno francese. Il Picco, inoltre, con eleganza di d,ettato, che dissimula nel decoro esteriore la seria e ben digesta ~ua preparazione erudita, dà una valutazione equanime e assennata della ingente e varia e non tutta caduca operosità d,elMaxino. APULEIO: L'Asino d) oro. Nuova versione integrale di Felice Martini, con antiche x,ilo:grafìe. Roma, Formiggini « Classioi del Ridere »), I927.. du•~ volumi in 16°, di compl,essive pa·g. XVl350, L. 20. Gl,i eruditi, conoscono sopratutto ·le ver.sioni che ,due nostri s,critto•- . . . r1, un c1nquecent1sta e Wl quattrocentista hanno fatto dell'antico romanzo, in gran parte di imitazione greca, detto le flt1 etamorfosi o, più comunemente, 1·4sino d'Oro di Lucio Apuleio: un avvocato, africano-latino, che visse sotto l 'i1 mperatore Ad.riano. Ma possono chiamarsi vere traduzioni quelle di Agnolo -F.irenzuola, abate di Val1anco . . .,,..,. .. • 839 lombrosa, e di Matteo ·Maria Bo,- iardo, conte di Scandiano ?... Toscano il primo, e fra ~ p.iù eleganti scrittori del 5ecolo XVI, lavorò su Apuleio, oomponendo un'opera pr,essochè originale, col sostituir sè in persona, mutato il nome, al protagon,ista, col fingere suoi contemporanei, oltre ru. fatti romanzeschi, anche uomini e >donne con nomi differenti e cristiani, qua e là agg1iungendo, alterando, saltando, pure alcuni parti dei primi dieci libri, •e l'intero libro undecimo, perchè mal -sar,ebbe adattato alla propria, per quanto ing•egnosa elabo- . razione. Non così fece il quattrocentista Boiardo, che, lasciando intatta la sostanza, si diportò ìiberissimamente, in .q~anto alla sua - per così drire -· traduzione. Felice Martini, attratto dalla vagh1ezza del .soggetto, intes,e ripa.rare alle sopradette mancanz,e, pubblicando l'intera versione deg,li undici libri apuleiani, i quali so.no una curiosa opera d'arte, che piacque a romani imperatori e a dotti c.ristiani, che fornì, nel corso dei temp,i, non pochi soggetti ad artisti , quali Raffaello, Giulio Romano, Canova, che ne sfruttarolllo parti ... colarmente l'episodio d'Amore e Psiche, le •tui vicende ci rimangono ancora illustrate in beU1issimi fregi di Pierin de Vaga, che adornano una sala di Castel Sant' Angelo. S,embra a noi che :il Maitini, il quale già da molt,issimo tempo attendeva a questo lavoro, spesso interrotto dalle cure dell 'insegnamento, sia riuscito nel suo p,roposito, perchè pur mantenendosi fedele altesto .latino, ha fatto della sua ver-- sione un' op•era d'arte, superando gravissime difficoltà d' int•erpretazione e ottenendo sempre una rara e singolare evidenza. L'Opera è resa a,ncor più attraente da numerosi,ssime e rare illustrazioni x,ilografich,e degJ 'incunabuli . N. N.
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