la commissione in solido, come egli dice, le cose sono scivolate per il pendio dell'analisi, vanamente coperta da questa forma estrinsecamente unitaria. Dove si va a ·cacci•are l'analisi e la sintesi ! L'esame deve constatare se una materia è famigliare o non è famigl,iare all'esaminando; e questa constatazione non si può f élle che per via d'analisi ; la sintesi verrà dopo, quando si tratta di pronunciare iJ giudizio finale che deve essere il frutto non di una logismografia, ma d'un' impressione generale sulla capacità mentale e sulla cultura del candidato. E per otte~ere questo risultato non è davvero necessario costringere gli esami:nato.ri a sentire interrogazioni e risposte ,in una materia della quale dura nella loro memol'lia .solo un'eco lontana. Sentiamo però l'articolista: e< Stanno iin realtà i diversi componenti la commissione attenti a quello che fa il candidato? chè, nell'ipotesi più probabile che fossero passi vi o distratti, _rion potrebbero in coscienza dare j,l loro giudizio sulla capaoità del giova~e a pensare e a discorrere con senno intorno ad un determinato contenuto. Questa ipotesi molto verisimilmente deve essersi verificata nella .m~ggior parte dei casi. Def erenza ai colleghi che interrogano ? consapevolezza di incompetenza ? Mal,inteso riguardo nel primo caso, errore nel secondo. Il primo· è trop ... po chiaro, il secondo si fa anch' esso chiaro ancora appena si consideri che l'incompetenza è fuori questione nella grande maggioranza <;lei casi, o meglio, per la maggior parte delle doma·nde cui si deve rispondere per il giudizio di una prova ; intorno cioè alla prontezza d'orientamento, alla connessione Jogica delle ri~poste o degli -svolgimenti : cose che in un esame di matematica, ad esempio, non possono sfuggire al ,più incompetente di ·matematica ... » . ·Ebbene; la vaìutazione di un profano di un esame di matematica - sto all'esempio addotto dalJ 'articoli,sta - coincide con quello cieli' esaminatore C\lmpetente se le risposte sono calzanti, se l'esposizione è sicura, se questi fa segno RASSEGNE di approvazione : se 1· esaminando invece si confonde o ll'isponde a caso, la prontezza d'orientamento, la connessione logica delle risposte e degli svolgimenti non avranno luogo, e solo il competente potrà scem,ere quanto d'ignoranza si debba a incapacità congenita e quanta a preparaz,ione insufficiente o affrettata ; giammai potrà fare questo lavoro d'indagine l'assistente profano o lo fa a spr~posito; e, se non ha la prudenza ciel silenzio, farà ridere anche l 'esaminando. Scompartimento stagno tra ima disciplina e l'altra; entrare in gara a cercare i punti delle risposte che richiedono integrazione e lavoro associativo di cognizioni provenienti da fonti diverse; sondaggio che deve essere compiuto da ogni commissario che ripensi quei nessi ideali, sono tutte espressioni fosf orescenti, non lo nego; ma come il don Ferrante manzoniano n~gando la peste non negava i fenomeni morbosi e d,iceva gravemente « La scienza è scienza, solo bisogna saperla adoperare: vibici, esantemi, antraci, foruncoli nigricanti sono tutte parole rispettabili che hanno il 1loro significato bello e buono; ma dico che non han da fare con la questione >> - così io modestaménte riconosco la rispettabilità 'dei filosofemi sopra sciorinati, ma risolutamente affermo che ,in questo caso I' egregio articolista mi rende l'immagine di un pasticciere che invece di CélOOirealbicocche o pesche o ciliegie, si metta a candire rape o patate. Si tenga bene presente che la riforma deUa scuola è ·stata elabo- . rata da un filosofo, il quale non ha èurato pun,to quei nessi ideali e tutto l'altro bagaglio di terminologia filosofica, ma ha trovato ragionevolissimo creare delle sotto-commissioni e, prescrivendo che nessuna di queste potesse esser composta di meno di tre .membri, veniva ad am- ~ttere la possibilità non di due, ina anche di tre sottocommissioni. S,i dovrebbe riflettere - e non sarebbe difficile - che la distrazione e anche l'ottenebramento · in un e~me lungo_ e sfibrante .'in cui si .rimane per ·molto tempo Biblibt ca Gino s·anc 823 passivi ed inerti, sono cose 1inevitabili e umane. Il commissario d'esami è un uomo vivo, non una . figura stilizzata, e sulle sue capacità bisogna fare assegnamento, se si vuole che l'esame funzioni come ~i conviene, e funzionerà bene se si tien conto della potenzialità umana di tensione mentale e vengano scelti uomini retti e di buon senso. senza meschine preferenze per Ja . . . . . . propria materia ; esam1nator1 111JSOmma nei quali sia istintiva 1 la persuasione che una commissione è il succedaneo pratico d'un solo esaminatore, e quindi nel pronunciare il giudizio di ~aturità non seguano un criterio di gretta intransige•nza, ma siiano disposti a dimenticarsi cl' esser cultori e professori di una data materia, fosse pure una di quelle .per le ·qu~li è stereotipata· la qualifica di più importanti. Ma dovere strettissimo di tutti gli insegnanti cui viene affidata una missione così delicata, sarebbe sopratutto quello di non nascondere mai la vellità per non dispiacere al legislatore, il quale ha bisogno non della incondizionata approvazione di tutti i suoi atti, ma della cooperazione coscienziosa di coloro che sono chiamati ad applicare le sue disposizioni, e questa cooperazione consiste in gran parte nel manifestargli lealmente i risultati della . . propria esperienza senza nessuna preoccupazione per I' accogljmento che saranno per avere. M,i sia permessa una osservazione che fortunatamente riguarda non ..già la tecnica degli esami, ma una .semplice esteriorità burocratica, non però trascurabile. Non si vede perchè si fa coi ano passeggiare da un liceo all'altro ,i e.api d'istituto, quando la loro presenza può essere utile nella loro sede, avendo essi pratica àell' archivio, dove sono depositati tutti gli atti, i regolamenti, le leggi, le circolari, i registri e le pagelle. Il preside del luogo è il più adatto a prestare •una collaborazione al presidente della commissione ; non occorre che fac-- oia parte della commissione e non si può offendere di quest' esclusione, perchè viene cosi trattato alla stessa stregua dei s·uoi professori.
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