.... 808 • M. M. ROSSI se ci si dirà che si intendeva parlare soltanto della l,~... bertà ,in senso pedagogico, domanderemo che cosa significa esattamente libertà pedagogica ali' infuori di u:n concetto generale della libertà~ se si p,ossa determinarla in,dipendentemente da esso. - Il discorso d,i ap•ertura ,d,elpresidente Pierre Bov~t, dell 'Unive,rsità di Ginevra, voleva appunto sancire questa divisione e l'agnosticismo pedagogico di fronte alla libertà come ideale umano. li Bovet aff.ermò possibile distinguere libertà come fine, problema filosofico, e libertà come mezzo, che apparte~ebbe appunto alla pedagog,ia. M,eglio, si direbbe, alla didattica cioè, quasi, alla pratica quotidiana dell 'insegnam,ento. Questa libertà ipotetica sarà per forza un concetto (se pure così si può dirla) indeterminato, empirico, soggetto a tutte le fluttuazioni e le esitazioni d,ell'esperienza, e non allo sviluppo incessante dello spirito educato e dello spiriito educante, ma alle incertezze del tentativo quotidiano, alla contingenza del fatto educa-- tivo considerato esterio•rmente, fuori di ogni legge etica. Non il riconosoimento della creatività dello spi-- rito, che nella libertà crea la legge: ma 1'elimina-- zione indiscriminativa (se non per le transitorie opportunità) degli ostacoli esterni, dei freni ambientalii : non si sa fino a che punto, in quale misura, poichè il punto e la misura della aboliz1 ione dei freni non può essere data solo dall'osservazione dell'esterno, ma in con-- fronto ad un concetto unitario e categorico della libertà interiore. Il maestro, :sembrava dicesse il Bovet, darà più o meno libertà secondo 1i casi: se un ragazzo è indisciplinato, lo costringerà più; se ubbidiente e ordinato, lo .sorvegl,ierà meno. Ma corrisponderà questa azione esteriore agli intimi bisogni d,el fanciullo ? E se si osserveranno questi intimi bi59glli, ecco che si dovrà prend,ere in considerazione l'intima libertà, lo spirito infantile che non è più mezzo, ma fine e fine as-- ooluto. Vediamo ritornare sempre la considerazione dello ambiente: concetto eminentemente· pos,itivistico, tale che contrasta di per sè con una cc nuova educazione » se questa voglia .veramente fondarsi sulla libertà. L' ambiente è,il mondo, il vasto mondo: e se anche lasciate che il fanciullo si agiti in esso a sua guisa, non lo educate nella libertà : appunto come la libertà di coazione non è la libertà morale. In f<?ndo, il Bovet I è giunto a dire che si può liberare il fanciullo dal mondo, ma non si potrà mai liberarlo nello spirito cioè educarlo . eticamente. Qu·esto, non altro, significa un agnosticismo pedagogico rispetto alla libertà come ultimo scopo -dell'edu- . caz1one umana. Il Bovet rappresenta con molto fascino personale ed una bella intensità di propaganda le tend,enze prevalenti in quell'Istituto J. J. ,Rousseau di Ginevra che dà ,il tono alla pedagogia svizzera e che venne fondato da uno dei più bei nomi della pedagogia svizzera : Edoardo Claparède, che presenziò al Congresso ma purtroppo non si indusse mai (fuorchè in una ·seduta di classe nella quale parlò molto assennatamente sul Biblioteca Gino • 1anco mètodo Momtessori) a tenere un ,discorso. Parlò inyece un altro bell'ingegno e nob,ile cuore (de~ qual~ abbiamo visto pubblicato in questi ~iomi_un delicato hb!o 1~Ila Casa editrice cc La ,Nuova Italia »), Adolfo F err1ere, che non cercò di stabilire nuove teori~ o distinzioni , più o meno possibili ; ma parlò da buo~ educatore e~ una limpida .semplicità. In fond?, e_gl1volle. porre lf!- guar,dia (e Dio sa se ve ne- è 1 11 b1sogn~ !} 1 maestri cont•ro il feticismo p,er la libertà pedagogica : che secon-do 1il F errière vive appunto nella disciplina. Concetto ben chiaro, concetto anche singolarmente equilibrato. È bensì vero che nel pensiero pe•dagogico italiano ,non si può dare ali' istinto l'importanza che dà il F errière che considera l'educazione solo :in rapporto ad esSii. Ma le conclusioni sono quanto mai accettabili da tutti, positivisti ed idealisti, poichè il F errière considera che libertà e disciplina sonq elementi indispensabili d1i un interiore equilibrio. Il F errière sente religiosamente la funZJionedella scuola e così si eleva, da un certo schematismo concettuale, alla più elevata consi,derazione etica. Anche il F errière ,insegna all'Istituto J. J. Rousseau, .. col quale è connesso, almeno spiritualmente, il pensiero, di Ovide De,croly, dell 'Un,iversità ,di Bruxelles. Per mezzo del p,erio.dioo cc L'Ecole par la vie pour la vie » e della celebre scuola dello Hermitage, il Decroly ha mo,dificato il metodo attivo, tentando di sup,erare il punto morto al qualè deve arrivare per forza una scuola fondata .in ultima analisi sulla psicologia atomistica del positivismo. Egli vuole che si educhi non per elementi ma per complessi sensoriali, realizzando nei lim,iti del possibile le esperienze del fanciullo nella vita comune eh.e è sintesi. Questo aspetto pratico, il Decroly lo ha rivelato anche nel suo discorso che è :stato anzitutto il discorso di un uomo di buon senso. Egli ,infatti, ,non potendo o non volendo stabilire .. un concetto di libertà date le implicazioni filosofiche e politiche di esso, ha posta bene in luce la relatività di un concetto empirico d-ella libertà che va sempre riferito al tipo individuale. Molto vi sarebbe da discutere sulla classificazione dei tipi ,individuali e sulla possibilità di applicare alla scuola, che è spirito, il metodo tipologico che ,dà così buon,i risultati, ad esemp,io, nella medicina. Ma il vigil,e equilibrio del Decroly sgombra la via della pratica da ogn,i sospetto di dogmatismo e tende ad eliminare quel settarismo che vediamo facilmente sorgere più nel cc nuovo » educatore che nel vecchio. • Il cc nuovo e,ducatore n è soggetto infatti ad un fac~le gioco d'orgoglio per il quale egl,i crede le sue idee più nuov•e e si crede più isolato di quanto in realtà non sia. Anche il Bov,et ha detto che temeva di essere un r~mpicol.lo e che le .idee espresse da lu1ie dai cong~ess1st1_avr,ebbero suscitato la meraviglia e 1 • opposiz_ioneun1ve_rsale.~er affermare questo, bisogna dimenticare che 1n Italia queste idee sono applicate universalmente, da oltre quattro anni, e con una ,omogen•eità tale da evita.re il pericolo (acc-ennato da.I Decroly e da C~rsoi1 R yan) che la cc nuova educazione » in tm
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