Vita Nova - anno III - n. 12 - dicembre 1927

• MINERVA A LOCARNO • IV Congresso mondiale per la nuova educazione, convocato dal " New Education Fellowship ,, Locarno, 3-15 agosto 1927 · Sarebbe offendere ,indebitamente i valorosi organizzatori affermare che al Congresso di Locarno non si è fatto nulla. Almeno, si sono incontrati uomini, si sono scambiate idee in lingue più o meno approssimative, si è visto qualche nobile viso, si è udita la viva voce che già parlava da pagine mille volte percorse. S.i è fatto molto, si è fatto-bene: purchè non si pretenda di aver fatto progredire effettivamente la pedagogia e la scuola. Mentre invece fu appunto per questo che venne proposto per tema fisso al Congresso : « Il v•ero sign,ificato di libertà nell'educazione ». Naturalmente, di fronte ad un tema unico e preciso, avvenne quello che ·era umanamente prevedibile. Alcuni oratori prepararono un componimento di circostanza e coscienziosamente lo ripeterono ali' udienza : altri cercarono di far rientrare nel tema una esposizione delle loro idee predilette; altri infine si limitarono a riesporre i risultati del loro metodo o della loro scuola, considerandoli come manifestazioni della libertà edu- . cat1va. Si andò •così verso l'atomismo e fu possibile una • fertile discussione, che sii accese soltanto sulle comunicazioni speciali che nulla avevano a che fare col tema del Congresso. Anche per il grande ,distacco culturale fra gli oratori (nomi universalmente celebri) e l'uditorio (:in massima parte maestri elementari), le conferenze furono soltanto espositive e magari divulgative. Se un congresso di medici si propone come tema, ad esempio, la stitichezza od il cancro, qualcosa sulla stitichezza o sul cancro &i conclude perchè si sentono oita.re casi diversi, resoconti di esperienze, statistiche, ecc. : ,e tutto questo materiale, collazionato e messo a fuoco per mezzo d,el congr,esso, dà qualche risultato, permette qualche conclusione. -Ma se Sti domanda ad un insieme di uomini che cosa è l,ihertà, ognuno darà la sua idea, porrà in evidenza la sua coscienza morale e non si avrà· risultato perchè se vi fosse un risultato veramente unico, ciò significherebbe che non si sono incontrati uomini ma automi , bestie pensanti. Qualcuno infatti provò a presentare alla fine del Cong·resso un ordine del giorno sull'argomento : ma l'ordine del giorno non fu posto in votazione. Sarebbe stata una scottante ironia. Però l'incoerenza vi fu, anche praticamente. V'era Biblioteca anca / nell'aria uno sp,irito d.i fraternità, di cordialità che pretendeva (come ogni intemazionaliismo) di superare le distinzioni nazionali, sperando che la « nuova educaZJione » potesse essere cosa identica nelle più varie . scuole, in diversissimi climi cultural,i. In realtà, quando si 'giunse a toccare il valore della educazione presso i singoli popoli, la bella unità, se pure non si sfasciò, suonò vuota. Abbiamo sentita un'autorevole persona, di lingua francese, dolersi della preponderanza an,gloam,ericana nel Congresso. ~a stessa persona avrebbe voluto tra~si in disparte perchè i suoi connaZJionali erano in .minoranza. Abbiamo udito applausi intenzionali salutare l'oratore della nazionalità più rappresentata. Osserviamo questo non già per biasimare sentim,enti ed ideali nobilissimi, ma per mostrare come lo « spirito dii Locarno » che avrebbe dovuto guidare questo Congresso (intenzionalmente convocato a Loc~rno) n~n sia che un fantasma evocato dei limbi del Lemano ed ondeggiante a tutti i soffi che vengono dalle borse e dai trusts. Aria d•i equivoco, beri· sottolineata dal triste- episodio pr,eliminare. L'organizzazione del Congresso aveva infatti promesso, prima ancora di interpellarli, che avrebbe ottenuto l'intervento di Gentile e di Lombardo Radice .. Su questa avventata promessa, la « Libera Stampa», organo del socialcomunismo ticinese, sfruttando Ulll vecchio equivoco, minacciò di richiamare dalle varie parti del mondo fuorusciti _italiani perchè, trascinando la questione dal campo pedagogico a quello politico, attaccassero l'Italia nella persona degli uomini più rappresentativi del suo pensiero pedagogico. · Che del resto aria di politica spirasse intorno al Congresso, lo !Ìnd,icò anche il provvedimento di un ·vescovo· che proibì ai cattolici di partecipare ad esso. çitiamo questo episodio, non certo come prova di intell.igenza e di buon senso, ma per comprovare che, in un senso o nell'altro, l'ambiente era politicamente prevenuto e non già assolutamente neutro, come si pretendeva. Così potevano int,ervenire ufficialmente solo certe rap,gresentanze : quasi tutte erano rappresentanze di scuole od istituti isolati. Solo così erano rappresentate più di 40 ,nazioni . Anche questo, effetto del tema del Congresso, ben scelto per suscitare insuperabili antagonismi pol,itici. E •

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