Vita Nova - anno III - n. 12 - dicembre 1927

VERSO CAMPOFORMIO (DAI RAPPORTI AUSTRIACI) 797 (25 luglio 1796)(1 ) veniva assolutamente esclusa la costituzione di una Repubblica Lombarda che sarebbe stata « semence étemelle de guerres ». Si accennava invece a possibili ingrandimenti di Venezia. . Ben differenti erano le .intenzioni del Bonaparte. Abbiamo visto che il suo concetto di guerra era di- -verso da quello presentato dal Delacroix al Direttorio. Alle considerazioni d,i carattere esclusivamente -- militare egli ne aggiungeva altre di caratté1e piuttosto politico; unite ali' ambizione di mostrarsi nCJnsolo conquistatore, ma uomo cli Stato e ,legislatore. Escludendo che Napoleone avesse un debole per gl,i italiani, dovuto ad affinità di razza o che so io, egl,i tuttavia aveva delle ambizioni e questo già conta. Inoltre egli -intendeva di esperimentare in It:1lia quelle forme d,i governo che più tardi, rivedute e corrette, avrebbe applicato in Francia appena ottenuto il potere. L'idea di una r•epubblica in Italia faceva parte -del piano di lotta contro l'Austria. Al concetto di guerra cronica -sostenuto dal Direttorio, il Bonaparte ·sostituiva il concetto di una guerra di corta durata ma con tal:i vittorie strabilianti da prostrare per lungo tempo l'avversario. Le repubbliche o Ja repubblica nuova sarebbero servite poi come minaccia perma-- -nente contro l'Austria p•er toglierle l'idea d,i una rivincita. Qu,indi il problema stava soltanto nel demo- •craticizzare una parte dell'Italia per fame una zona di influeza nella penisola. Il numero ,de,lle repubbliche, la loro grandezza, la loro posizione e la loro costituzione interna, erano dei problemi di ,indole puramente secondaria. La scelta della Lombardia o delle Legazioni o di qualche altra provincia in Italia per co- .stituirv,i un ordinamento democratico, dipendev ~ da-Ila fedeltà o dalla capacità a governarsi di una popolazione piuttosto che un'altra (2 ) •. Nessuna ragione sentimentale di preferenza. Que- .sto forse era il piano di Napoleone, arditamente geniale, rnèntre invece :il Direttorio nelle trattative diplo!'Jlatiche e nella politica estera seguiva ancora un po' troppo le abitudini « ancien régime » come osservavano appunto i diplomatici avversari (3 ). ~apoleone agiva, invece direttamente sui popoli e aveva :il pregio di entusiasmarli pur commettendo v,erso di loro dei veri atti cli pirateria. In questi suoi audaci progetti però era il germe d,i tutte le grandi lotte future. L'Austria non poteva ammettere un centro den1ocratico contrario alla sua egemonia in Italia, alla sicurezza • ( 1 ) Il progetto del 7 Termidoro anno 4" (25 luglio 1796) del Direttorio, cof!)pilato dal Delacroix, era nett~mrnte con.trario alla co- ·stituzione di repubbliche democratiche in Italia, per molti motivi, tra ,cui alcuni di carattere strettamente nazionalistico. · · ( 2) Una parte ·dell'Italia doveva essere democraticizzata secondo Napoleone. Quanto• al resto delle provincie la questione era secondaria per il momento. Questo per collocare la cessione di Venezia .all9Austria nel suo .più giusto valore; che cioè non ha , he una scar~a i~portanza; anzi fu una soluzione provvisoria ed affrettat-1, c"me tutto il tratt~to di Campoformio. Non solo si esitava nella soppressione di ·Venezia, ma· anzi in un -cert~ mom, nto pareva se ne volessero estendere i domini. La questi11ne, ripe.to, per il Direttorio, era sul Reno. • ( 8 ) Lord Malmesbury durante la sua prima ambasceria. Biblioteca G·no • 1anc immediata, e -sopratutto a quello ·spirito <li controllo legittimista che era lo spirito che dirigeva la sua politica. P,erciò cedette soltanto nell'imminenza del pericolo, ma appena ebhe le forze riprese la lotta. Così Napoleone pur eseguendo una politica p,ropria, diversa, anzi contraria a quella del Direttorio giungeva allo stesso risultato ; l'impossibilità di una pace duratura. Eppure Napoleone i.n quel momento aveva biso,gno di una pace qua~i immediata e personalè. Occorreva accelerare la guerra, ampliarla, ottenere dei successi veramente abbaglianti, ma poi farla finita almeno per un po' di tempo. L"esercito era estenuato dalle hattag•lie continue, non soltantò sanguinose, ma pure faticose nel vero senso della parola a causa de.I metodo di Napoleone d,i vincere le battaglie sopratutto p•er l'abilità strategica con cui trasporcava i suoi ·soldati da un punto aH'altro con enorme rapidità. La guerra in Italia non era tuttavia delle più facil,i. È inutile cred,ere a tutte le sovrapposizioni dot::rinarie sorte in seguito. I F ran,cesi non turon accolti quas,i in nessun luogo con dimostrazioni di giubilo. An2ii in generale le popolazioni si mostravàno ostiii ad essi. Disabituate da lunghi anni di pace ai disagi d-ella guerra e delle invasioni, e soggette spe-- cialmente nella Lombard,ia e nel Veneto a forme di governo :paternalistico e circospetto, ma 1nolto interessato ai ben-essere materiale dei sudditi, esse non vedevano ne,i francesi gl 'importatori dei tanto decantati immortali principii, ma i brutali invasori che senza tan~i comp·limenti e< con la solita spavalderia gallica » requisivano i raccolti, i carri, i viveri, e tutti i generi ,, di prima necessità . Le classi agricole,- più numerose in proporzione, allora che oggi, risentivano più degli altri della guerra e -clell'invasione; e ,il sentimento legittimista tortissimo nei contadini, accresceva il loro odio contro i francesi, innova~ori che disprezzavano la religione e tutte le loro abitud,ini. Quanto aUe classi dirigenti delle città, o erano attaccate al clero ed ai governi, e,d in questo caso naturalmente erano contrarie agli invasori, oppure aderivano alle ide,e nuove con una tale abbondanza di rettorica e di luoghi comuni che lasciava facilmente comprendere lo scar-so valore pratico d,elle idee dell '89 nell'Italia di allora t: la nullità deiÌa nuova classe dirigente. (La Lombar,dia fa 1 in parte eccezione). 2pecialmente nella Repubblica Ven,eta, abituata ad una· calma dom1 inazione oligarch,ica, si rivela l 'incapa~:ità della nuova class•e dirigent~ chre assume il - governo- democratico nel 17%. Chi .legge i manifesti di quel tempo, o segue ·i giornali p,ol,itici democratici di allora, è realmente spaventato della iriancanza di idee chiare e della f enom,enale do,se di rettorica che vi domina. Questo non per criticare la buona volontà di quella minoranza, ma soltanto p•er d,imostrare la impreparazione politica dell 'ltalia d'allora e lo stato di ·disordine generale. ,· S.i aggiunga che il popolo negli antichi domini della Repubblica Veneta era si·nceramente attaccato r I

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