Vita Nova - anno III - n. 12 - dicembre 1927

.. .· I • 790 .. ITA~O CINTI .. I · <l-uti, ridiamo su Dante che non ha scritto in un . giorno la ~Commedia, su Michelangelo che ha soffèrto l'inenarrabile, solo, contro pareti vaste come pian-ure, ridiamo sulle opere non finite di Leo .... nardo, s-u tutti i martìri, ridiamo sull' infinita tra-- · gedia dell'umanità che dolora da· millenni, che piange, che sanguina eppure dopo le disfatte, do-- ' po i crolli, dopo le s,confitte che la ributtano d-uramente nella polvere,. si risolleva pallida e su.... blime e ricomincia, degna di Dio, un altro tentativo. Nessun vincitore ha vinto di colpo, anche , ' Dante ·ha rico.minciato, anche Michelangelo, anche Cristo. Non è il tentatore che bisogna deridere, è il tentatore che non ricomincia ed è sopratutto chi non tenta. Montevecchi è di quelli che tenta. Attorno a · lui altre correnti si agitano. Ora è il momento dei -<<novecentisti>>P.er essi è il plauso ufficiale, le grandi mostre li accolgono con l-usinghe, eppure Montevecchi, il mobilissimo, la palla sullà tolda della nave, non piega collo. È il rovescio della logica, abbiamo <letto, ma basta che si abbandoni alla cieca certezza del suo istinto per rientrarvi. I « novecentisti » sono gli esaltatori di qu.anto ha messo radice nuo:va e non va oltre il segno) del secolo. Benissimo, sentire l 'or- ' goglio per la propria età è da maschi, è porre netta- . mente -una distinzione fra sè e gli altri per accettare senza paure le responsabilità che pesano su tutti gli uomini di fronte ai posteri e di fronte a sè medesimi. Queste responsabilità sono di vario· ordine: politiche, scientifiche, fìlosofìche, estetiche, ecc., e sono tutte in rapporto a problemi di vecchia o nuova impostazione, ad ogni modo insoluti. Ebbene i problemi estetici ricevuti in retaggio e da risolvere quali sono? Quali sono i n-uovi? Benchè la formulazione ~ ·non sia stata fatta in modo chiaro, dai saggi che abbiamo esaminati risulta un crudo e violento ritorno ali 'arcaismo. Ma .si p-uò bissare la storia? È l.ln tentativo colossale di copia, il « noceventismo >>, o u.n rifare integrando? Perchè indubbiamente la storia non si ripete. 11 neoclassicismo appetto ali' a-utentico è -un'ombra: andar attorno alle rupi si resta schiacciati dalle frane. Tornando al « novecento » costituisce q-uestoun movimento er-udito o artistico? Ricor- \diamo a q-uesto proposito il ritorno ali' arte antica iniziato e prop-ugnato dal Mengs s-ulla guida del Winckelmann, ma ricordiamo altresì il vuoto di quel- ] 'arte declamatoria e formale. Poi Chatea-ubriand, Schlegel, contrattaccarono ed ecco sul ru.d. ere grecoromano un'ondata religiosa e f-uori da q-uesta i « nazzareni » del convento di S. Isidoro, ma anche questi, • 1 fissi al medioevo, altrettanto schiavi come quelli d 'altre forme e d 'altre età. Il « novecento » e per questa china ? · In arte essere contribuenti è questione di vita e di morte. Vediamo allora qual' è il supporto logico o passionale dell' indirizzo in qU:estione. Riconosciamo subito che vi è l'~nt-usiasmo della forma, della forma sintetizzata a groppi poderosi di linee e di volumi, che vi è I' inno alla forza, alla brutalità Biblio eca scatenata o raccolta, e che tutto ciò è un impuls~ potent~, torbido di giovinezza, butta~o giù ad occh~ chi-usi, a teste chine, come una rovinante corsa d1 stalloni. Tutto q-uesto è barbaricamente bello e selvaggio, ma una muraglia gl' impone l'alt, categoricamente. Cos'è la forma? Cosi staccata, così astratta non è che la forma fisica, qualcosa cioè di misurabile che ha tre dimensioni e in pittura due con l' illusio~e della· terza. Ma questa è arte? È arte una questione di cubat-ura, di spessore, di solidità e nien- . t 'altro? O è falegnameria? Malgrado tutto, qualche accento di commozione riescono a raggiungerlo anche i « novecentisti », in questo caso però l'oppressione dogmatica è stata vinta da un 'ondata lirica che ha rotto le dighe e ha frantumato gli schemi. Montevecchi dunque è l'antitesi ·del « novecentismo )); abbiamo detto ancora che è isolato in -una solit-udine qua.si da s-uperstiti, ma dato il ritmo febbrile delle correnti artistiche non è improbabile che tra qualche anno si trovi in un rango ufficiale, alla testa d'altra gente, o magari di quella d'oggi che forse cambierà. Perchè tutto quanto' è sbagliato ha in sè germi di una senilità spaventosa e una èondanna di mutabilità che ha tuttavia di immutabile il cadere e il rimbalzare da un errore al sue contrario. Perciò q-uesti moderni classici barbarici che ali' ideale della fredda bellezza han contrapposto - la fredda forza, saranno spinti dalla nausea o dalla paura delle zone gelate verso le zone torride, verso l'incendio di un neo--romanticismo. Eppoi, giacchè dall'arte esulano le proprietà fisiche di peso, di massa, di spinta, per forza in pittura non può intenders . che potenza espressiva. Che rimane allora al « nove- 1 centismo » se il suo ideale è la tridimensionalità più esasperata e non &ltro? Resta l'impotenza di un gesto teatrale svuotato di qualsiasi dramma interiore e resta l'enfasi. Ciò addolora perchè è imposto un nuovo travaglio all'arte italiana, perchè ancora un equivoco toglie allo spirito di sfociare in quei larghi oceani di gioia che dànno ai popoli la coscienza di una vita piena. Eppure c'è tanta passione negli animi, c'è q-uello scasso profondo che rivoltola al sole le zolle più dimenticate dello spirito, e corrono ventate ruvide che raschiano, ma portano cieli d'aria vivida e fresca. Perchè mai Montevecchi ha evitato i pericoli dell'odierna sc-uola bolognese epicurea e limitata al piacere sensuale della pennellata e del colore, senza aspirazioni a sintesi umane, senza drammi, saporita nell'epidermide,· ma ·vuota di contenuto? E perchè ha evitato il pericolo « novecentista »? Non certo di proposito. In siffatte questioni è l' istinto che salva. Non si pensi tuttavia che la ragione non abbia argomenti da opporre agli edonisti felsinei. Anch'essi staccano il e 11ten~to dalla forma dichiarando semplicemente che quello è « letteratura » e come tale da escludersi senz'altro. Come si vede giungono essi pure all'astrazione. Un'astrazione che sopprime senza badare a tanto l'uomo nell'uomo. Bisogna chiedere

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