, veva essere conquista spirituale, fatta con i sacrifizi che rendono prezioso e caro l'acquisto : la patria non poteva essere un dono o l'elemosina di uno straniero. La concezione era giustissima, la patria bisogna conquistarsela, bisogna farsela, . lo abbiamo già visto l'altra volta. Ma vi era pericolo di dovere aspettare ancora parecchi 'secoli prima che il popolo italiano fosse in grado di potere conquistar la sua patria e un uomo politico non avrebbe potuto lasciarsi sfuggire l'occasione di realizzare subito il proprio ideale, e quel contenuto spirituale che sarebbe mancato al risorgimento dell'Italia sarebbe stato creato più tardi, sia pure più faticosamente, dalle generazioni che ·verranno dopo, realizzando così in tutta la sua ampiezza la concezione del suo profeta. Napoleone d'altra parte si trovava in. una situazione delicata. Per giustificare il colpo di Stato, e per consolidar; la sua dinastia desiderava far vedere che per la Francia in fondo era stato un bene l'averlo eletto imperatore, e intendeva correggere gli antichi errori del congresso d--1 1815 ,mediante l'acquisto di nuovi territori. N.:Ilo stesso tempo, pur badando a non perdere l'appoggio dei clericali, non era molto soddisfatto di dover fare da gendarme in Roma al Papa. Napoleone inoltre carezzava il progetto di sostituire in Italia al pre- · . . dominio austriaco il predominio francese e sperava, · qualora il Piemonte avesse potuto con l'aiuto francese cacciare gli aust~iaci dalla penisola, far nominare Girolamo Bonaparte granduca di toscana, e mettere Murat al posto del re di Napoli. !:..'accordo fra· Napoleone lii e Cavour avvenne, come è noto, a Plombières, nel 1858. Napoleone si alleava col Piemonte e sarebbe intervenuto, se una guerra fosse scoppiata dietro provocazione dell'Austria, con 200.000 soldati. In caso di guer~a vittoriosa, il P1emonte sarebbe ~ntrato in pòssésso del Lombardo Veneto, poi dei ducati di Parma e di Modena e infine in Romagna sino a Rimini. In compenso il Piemonte cedeva alla Francia la Savoia e il nizzardo. Tutto il resto d'Italia avrebbe formato una confederazione che insieme con il regno dell'alta Italia avrebbe potuto avere anche come presidente il Papa stesso. Nel 1859 scoppiò la guerra fra il Piemonte e l'Austria, nelle condizioni desiderate e determinate da Cavour. In Firenze, il gruppo liberale si solleva e il granduca, per non dare la costituzione preferisce fuggire sperando di tornare a Fir Biblio eca Gino Bianco - renze dopo la guerra. Nel giugno dello stesso anno la battaglia di Magenta obbliga gli austriaci a sgombrare Milano, la Romagna e l'Umbria: i piemontesi incalzano gli austriaci al Mincio ; nel luglio avviene improvviso l'armistizio di Villafranca. La guerra era stata stroncata in pieno sviluppo con grande delusione di Cavour e suscitando un interminabile coro di recriminazioni, specialmente fra i democratici italiani. Per spiegarci l'inatteso armistizio possiamo fare parecchie osservazioni. Anzitutto Napoleone non imaginava che _la guerra contro rAustria sarebbe stata lunga e difficile, e che avesse richiesto truppe imponenti per condurla • a termine. D'altra parte Napoleon~ era preoccupato della crescente ostilità dell'opinione pubblica francesé prevalentemente clericale e che diffidava delle in- .novazioni del Piemonte e in particolare dell 'atteggiamento di Cavour. Inoltre, i circo)i politici di Francia erano contrari alla . formazione di un forte Stato .in Italia che avrebbe potuto nuocere a{!li interessi francesi. Ma sopratutto Napoleone stesso si avvide che il suo sogno di predominio francese in Italia appariva irrealizzabile perchè i romagnoli, i marchigiani e gli umbri non intendevano di sottoporsi al predominio francese e la Toscana non accettava una candidatura granducale francese. Finalmente a spiegare l'atteggiamento di Napoleone III, si aggiunga che le trattative fra la Prussia e l'Austria erano arrivate già a buon punto e la Prussia costituiva una grave minaccia per la Francia sul Reno, nè la Francia avrebbe potuto condurre nello stesso tempo due guerre. Mazzini, ostile per principio all'intervento straniero, aveva particolarmente diffidato di Napoleone lii. Da tempo egli andava annunziando che questi sarebbe stato sempre contrario all'unificazione italiana ed aveva, con profetico intuito, previsto, che egli avrebbe lasciata a mezzo la prova iniziata, e avvertiva i suoi a tenersi pronti per fare la rivoluzione repubblicana quando la dinastia di Savoia avrebbe abbandonata la causa nazionale. Tuttavia, durante la guerra, aveva assunto un atteggiamento nazionale e aveva incitato i suoi seguaci a mettere le loro forze a servizio del Piemonte, e anche dopo l'armistizio di Villafranca, egli mette ancora una volta da parte la sua repubblica e in armonia con gli interessi nazionali, si oppone non solò al ritorno degli antichi ..principi, del Papa in ·Rtmagna e del granduca in Toscana, ma anche
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