.._ BOLOGNA 15 storico ed un politico, che resta al di quà della riflessione filosofica, libero da ·tutto lo a~tratt"smo trascendentale del Medioevo, collo sguardo inteso alla semplice realtà empirica della Storia e col fine ,unico di costruire su questa realtà uno Stato italiano capace d! saivare la peni iola così discorde dalla servitù ·interna e dalle servitù straniere. · Egli non si è proposto mai di indagare l' intima essenza e l' origine prima· della coscienza e della legge morale. Egli è un politico e considera il valore morale delle azioni umane semplicemente nella condotta di carattere politico. Per il compimento dei loro fini, gli uomini hanno dovuto costituire delle società civili regolate da governi e da leggi ; di qui il Machiavelli vede sorgere la giusti2ia nella vita della società umana, e vede fiorire i buoni esempi di moralità, che è anzitutto devozione alla buona legge e al buon governo, alla società civile, santamente ccstituita, alla Patria. Qui anche il Machiavelli ammette un limite morale alla virtù dell'individuo. Questo limite scompare quando si tratta di fondare o di rafforzare così all'interno come all'estero que~la organizzazione deHa società civile, che con astratta denominazione comune oggi noi chia- .miamo Stato. L'uomo ha dei doveri verso lo Stato in quanto il compimento del dovere da parte sua è necessario al buon andamento della vita sociale, alla retta applicazione della legge, all'opera di giustizia del governo, in una parola quando ·è necessario allo Stato, alla compagine della sua unità organica, allo sviluppo della sua funzione. L'uomo . cessa di avere qualsiasi dovere in quanto l'uomo non rappresenta più un elemento dell'organismo sociale, ma rappresenta l'esigenza viva di quest'organismo stesso, l' esigenz1 cioè di essere e di prosperare, di costituirsi, di consolidare il suo ordinamento e di espandere il suo diritto. Quando l'uomo insomma rappresenta il diritto dello Stato non ha più doveri, se non quello di spiegare tutta la sua virtù, senza esclusione di colpe, pur di giungere a domare la fortuna ed imporre il diritto che non è . più soltanto suo. Il problema centrale che ci si presenta dunque nell'interpretazione del Machiavelli è il problema· che abbiamo sentito e che sentiamo nostro, del rapporto fra morale e politica, il problema cioè se lo Stato debba avere un limite alla sua azione fuorchè il suo interesse. Ora è evidente che se noi riconosciamo una dogmatica predefinita legge morale che dall'esterno si imponga alla coscienza ed alBibliotec Gino Bianco · l'attività umana, anche lo Stato viene ad avere una finalità fuori di se stesso e quindi l'attività politica dello Stato deve avere un limite etico più fotte anche del suo interesse. Se il compito supremo dello Stato è quello di orientare la condotta degli uomini verso un fine di perfezione che trascenda la sfera dei suoi fini e della sua attività, per conseguenza lo. Stato deve obbedire a quelle stesse norme alle quali deve obbedire l'individuo nei suoi rapporti cogli altri individui, vale a dire la politica deve essere subordinata alla morale. Se invece l'idea della legge morale è forma della coscienza stessa e della stes1a attività umana, se cioè l'uomo nello sviluppo della sua essenza più profonda, si ~rea ad un tempo la sua moralità e la sua storia, allora lo Stato non ha più ragione di servire ad un fine esteriore, serve ai fini degli individui in quanto serve a se stesso, porta i'n se la giustificazione di ogni sua attività, ed ha perfettamente ragione di porre come unico criterio di azione il suo interesse, che essendo• interesse di una collettività è anche moralità vivente nella concretezza delJa Storia. Noi oggi, dopo un secolare travaglio dell'azione politica e della speculazione morale, abbiamo raggiunto finalmente que~ta posizione e vediamo limpidamente senza ombre e senza interru- .zioni questa sintesi fra la legge morale e l'azione politica dello Stato. Ed avendo compresa tutta la f portata del concetto di questa sintesi, possiamo nitidamente vedere la via percorsà e ·)a fatica durata per raggiungerlo, e possiamo quindi comprendere il Machiavelli come non è mai stato compreso ancora, collocandolo in questo processo storico che dalla posizione scolastica viene fino alla posizione del nostro idealismo moderno che la divinità oscuratasi nella trascendenza dei cieli rivede oggi splendere immanente nella realtà delle cose. Oggi il Machiavelli sta precisamente a mezza via fra l' antica concezione politica trascendentalista e la nostra concezione moderna essenzialmente immanentistica. , Egli ha abbandonata la prima posizione e non ha ragg~unta ancora la seconda. Egli ha affermata la · libertà della vita politica da una superiore moralità astratta, e non è riuscito a vedere la luce dell'idea morale nella concretezza della realtà storica libcrat1 dalla trascendenza antic3. Questa la contraddizione fondamentale, da cui derivano tutte le contraddizioni del pensiero del Machiavelli. Il Machiavelli ha perfettamente dimenticato l'Impero e la· sua utopia di un teologico dominio •
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