Vita Nova - anno III - n. 10 - ottobre 1927

...... 638 G. M·. O lo Stato dunque rinnega la sua autorità, la su.a ragione di viver,e e la sua, f.ede e si arrende e si consegna strumento servile alla ,Chiesa, o è giudicato e condannato. Se pur non si giudica egli da sè e · non giudica egli stesso la Chi.es,a e la ddìmsce con la sovranità sua, legittimando la storia nel nome .stesso di Dio. Questo è il ,problema fondamentale dello Stato. Lo Stato italiano soltanto, per la sua vita e per la sua storia, lo :può risolvere. Lo d,eve. ,Perchè i,1 conflitto e' è ed è f ol'midabile ed impegn.a la nost,ra u~anità fra lo Stato e la Chiesa, fra il valore del1 'uomo e la necessità di ,Dio. Ma l'autorità del popolo itéllli.ano, c.he solo è giudice e a·rtefice degli istituti e delle opere sue, non si può d,elegare nè prescrivere. ,Lo Stato e .la C1 hiesa sono i suoi necessari istituti. E .lo spirito ·de l'Italia, che li ha creati per la sua vita (non per la sua morte), li rinnov.a, conciliia e disciplina nella universalità della sua • ston.a. Cerchiamo e riconosciamo le C·hiesa. . ' ver1ta della Dio è otti1 mo; noi siamo creati dalla sua bontà; e se noi soffria,mo, abbiamo certamente peccato. Dobbiamo dunqùe espiare, e obbedire alla legge di _ Dio. Ma quelli, c1 he sono vissuti con giustizia, viwanno la ,felicità dei ,beni e.terni nella giustizàa etern-a, fuori dalla scia·gura d1 alla morte daJlle tre,mende prorve di Satana, perchè la storia è la esistenza di Satana contro ·Dio e Dio porrà ,fine alla storia col regno suo vittorioso che venà. Che sarebbe Dio se potessimo salv.arci da noi, e come sa1 rebbe la fede senza la s,peranza della felicità eterna? E noi saremo salvi da:l peccato dalla morte dalla storia, con la g.razia di Dio che ci ama. Perchè il re d'Israele, <.< Colui che deve v•enire in grande gloria sulle nubi » è già venuto, ma per morire e risorgere. Egli è il Cristo. C,he è salito per noi sulla croce, con la nostra oarne, , dove ha crocifisso il peccato, ,la morte e la schiavitù. Muore sem•pre e ci prende per mano e conduce a Dio e ci chiama ed elegge figliuoli del Padre suo, e sempre risorge glorioso. Col suo sangue la giustizia tremenda e misericordiosa di Dio si fa ancora infinito e salvezza della nostra infinita miseria. La fecle nostra di Dio è ,l'amore e la f.ede c-he noi sentiamo del Cristo. Se noi .l'amiamo davvero anche noi vorremo soffrire per il nostro male e per il male di tutti, anche noi sareiblioteca Gino s·anco mo crocifissi dall'infinito dolore, e risorgeremo. L'amore è .l'ineffabile esperienza dell'eterno, fuori da questa storia di sciagure e di pianto. Lasciamo dunque ogni cosa. Questo amore che riempie l 'anima di gioia, è lo spirito di Dio e ,l'anima viva della .nostra vita ·redenta. ,per Ile sue origini storiche e per le sue esigenze religiose pratiche e pe~agogic,he, la Chiesa dunque è soggetta ancora ad Israele. E dove non vi è soggetta, e pare c-he lo abbandoni (e lo condanni), più è :pericolosa -allo Stato perchè vince col dolore e con l'amore di Gesù le anime dei più forti combattenti e li sottr.ae alla sto.ria. iRoma antica non le può resistere. La Chiesa h.a distrutto per sempre, ne.Ila coscienza dell'uomo cristiano, il diritto di Roma senza dovere, la potenza e la gloria terrèna, la fortuna, il caso ed il fato, ·per la giustizia etema, per la felicità e la im,mortalità dell'anima. Maha pure avvilito e 1 posto in pericolo la fede nel valore uman~ e divino di questa vita : la vita è il peccato e la pena dell'essere nati, è la prova tremenda che impegna e decide per l'eternità, è una triste prigione. E ,I 'uomo ne uscirà vittorioso soIta.nto con la morte, se avrà sperato d.alla •g,raziadi Dio la i,mmortal,e felicità dell'anima sua, dell'anima che è mutile .a ,Dio e ad ogni opera c·he non sia l 'es.pi.azione, la u.miliazione, e la negazione della vita. D,aLla vita .giudaica di Dio dunque la inutilità della vita e ,la schiavitù dell'uomo ; d.atl 'orrore puerile de1 lla morte, la puerile speranza della inu,tile im,mortalità ; ed è rinnegato il compito di questa vita necessaria ,a 1 Dio, svalutato il sacrificio e l '~- rienza di Cristo, avvil~ta e isterilita l'interpretazione latina, luminosa e gloriosa, del più fecondo mistero : l 'Uomo-""'Dio. Qua·ndo ci sa1 premo noi decidere fra una speranza codarda e una necessari.a fede eroica? F,ra la im,mortalità e la felicità ,della nostra esò.stenz.asenza valore, e il valore eterno dell 'oper.a nostra di uomini 1 mortali ? Quan,do ci strapperemo dal cuore quella stolta speranz.a? Noi saremo allo.ra uomini forti e glo.riosi. E la nostra vita, dervota a Dio, commetterà morendo a lui ,le sue opere per l'eternità. Non avremo sofferto inva·no. Dio non muore. Noi gli doniamo l'opera e la vita per la sua vita. Questa soltanto è fede, che è la fede verace dell'eroe italiano. Lo St.ato è questa fede, e lo Stato di Roma risorge dalla inesora.bile rovina dell'antico impero,

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