Vita Nova - anno III - n. 10 - ottobre 1927

non possono non scuotere la generosa rudezza del popodano livornese, che ne cerca con occhio avido nella sua città ,le rare vestig,ia per esaltarne e per esagerarne poi il valore, quasi · volesse illudere se stesso e gli altri intomo ali' importanz_a di quei documenti. Ber' mt Livorno : lì ciebbi i natali da poveri, ma onesti genitori; lì fabbriai i 'astelli e gli ideali, lì n~cquero speranze, gioie, amori ! · Belle mi' passeggiate a Porta a Mare a sant' Jaopo, Ardenza e Montenero; che serenate nelle notti •hiare, come volava in arto· ir mi' pensiero ! E i 'vattro mori di 'olore oscuro ? Lo straniero di fronte ar monumento, a vedè que' 'olossi a muso duro, rimane a bocca aperta e l'occhio attento. O 'I Domo, bimbo mio, dove lo metti ? V arda "vi soffitto che ritagli in oro ; ma ci pensi che razza d' architetti, ene proprio uno splendido lavoro. Canta iii popolano, e tutto ciò è affermato seriamente senza che la increspatura di un sorriso ne attenui il valore, perc·hè in fondo l' arte, che non è SIUO retaggio, non lo . ' commuove compiutamente, e un patrimonio che va difeso ,e sostenuto per l'orgogl,io della città, non altro. Il mare, la modernità, sono gli elementi della sua vita, l 'aspirazione del suo cuore e la creazione del suo sforzo ; lo commuovono e lo esaltan~. Ti saluto città cara 'ar mi 'ore e ti sovvengo o perla del Tirreno, che cor tu" porto ti fai tanto onore : di 'ommozione 'ome mi sento pieno ! E quando sarò vecchio be rimambito . tutto 'atarri curvo ormai dagli anni il tuo riordo non sarà sbiadito, anche pieno di acciacchi e malanni ! ' • • , ,, RASSEGNE' Escramerò : ho girato tanto mondo, ne ho viste di bellezze : è tempo perso, più simpatia di te, e 'un lo nascondo 'un ce n'è una in tutto l'universo! Ma ! 'orgogLio del livornese non è sprezzante albagia ; figlio dell 'amore, è soprattutto bonaria e tranquilla sicurezza di sè, scompare nelle relazioni famigliari e nell 'aperto sorriso d,ell 'ospitaJità. L'amore della fam,iglia è nel livornese altresì amore e .cura per le suppellettili d,ella casa, a oui, anche se di condizione sociale umilissima, egli volge l'attenzione che è particolare prerogativa del marinaio, il .quale .nelle parentesi bre.vi del suo vagare ha ,bisogno di rifugiarsi in un nido in cui ,sia dolce il Iiiposo. E la casa del livornese, tenuta sempre con un certo sfarzo, è quanto mai ospitale : nelle cose come nelle persone che l'animano, rispecchia il cuore gentile del popolano che aiuta 'ir sofferente e chi nun ·pole combatte ir' prepotente, ir' farso, ir' vile, è sempre ,pronto al sacrificio quando sono in giuoco il buon nome e. la reputazione comune, gli interessi della città. Livorno nul'\ è qui ; ma in ogni strada, in ogni 'asamento, fra i monelli ; letiano, ma qualunque 'osa accada . sempre son pronti, semo fra fratelli. C'è 'r core; se t'arriva una disgrazia si levan la 'amicia, fanno a gara per fa' la 'arità con tanta grazia che co' tempi moderni è cosa rara. *** Una piega caratt•etistica dell 'anima livornese è .la ,donna. Fenomeno strano in un popolo che è amalgama di razze così di- · Jioteca IO 1anco .. 687 · verse e fuse ,in epoca non lontana. vi è un tipo di donna livornese ·riconoscibile anche ai tratti fisici tra milrle. Dalle forme esuberanti, alta, lo sguardo penetrante, la popolana li-- · vomese porta con alterezza dignitosa la propria beltà, e la sua fierezza non nascosta può addolcirsi nella fernmini1lità più soavemente remissiva, .ma anche avere ocatti di temibile orgoglio. Le ragazze 'aro mio son bone e care ma non le stuzzià, ferma le e dille , , I , tutto r tu amore e nun e anzonare se nun ti voi piglià dell'imbecille. E ,i popolani sano fieramente gelosi delle loro donne, per le quali si accendono di ire subitanee e tremende di cui sente tutto il peso chi per avventura abbia osato offenderle. _Non abbiamo bisog,no di ricordare là ventata furente, che una sera, durante la guerra, segnò la ca coia al france-se, per la licenza con cui alcuni soldati accasermati tradivano i doveri ospitali. Anche Livorno ha il wo piccolo vespro. *** Le po,esie del Gori, disadorne e senza pretens,ione di arte, ci dàBno compiutament,e il senso dei vizi e delle virtù deH 'anima di questo popolo, che 1 nella tenacia del lavoro, nell'onestà del carattere e nella fierezza dei propositi porta tranquillamente il segreto del suo av- . venire. V,izi e virtù, che non possono andare disgiunti, p,erchè aspetti vari di un unico impulso, testimonianza di una umanità che nel lavoro trova la sintesi di ogn,i dolore e di ogni gioia. U·MBERTO BISCOTTINI

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