Vita Nova - anno III - n. 10 - ottobre 1927

sercitazioni del suo sesso: ella rifugge daHa retorica, àall 'artifìzio, dai 1lenocini che tante volte condannammo nelle signore che scrivono. Forse anzi potranno taluni rimanere non molto ,benevol,mente sorpresi della crudezza di certe situazioni e della sincerità violenta di certe osservazioni, abituati come siamo alla fads1 ificazione d'ogni nostro sentimento e al mascheramento di ciò che di più oscuro e· torbido è in fondo a1 lle nostre coscienze. No.i invece lo,diamo assai in questo romanzo di donna una scarnita e nervosa immediatezza, scevra di psicologismo di maniera, e sopra rutto rileviamo la mancanza quasi assoluta di pezzi di ibravura. li romanzo ci vive avanti ai nostri occhi: non c'è narrazione, ma rappresentazione continua. Potremmo dire che anche gli stati d' animo ci sono «plasticamente rappre- . . . . sentat1 In aZIO!Ill. È il libro che turba e conquista e ad quale si finisce col credere. G. M1 ANZELLA FRONTINI FILOSOFIA È giusto prendere in consid,erazione il tentativo che RICCARDO Dus1 sta facendo, da alcuni anni a questa parte, di Ullla critica radical e dell'Estetica crociana, che dovrebbe portare, nella ,sua ,intenzione, a ·porre il problema su tutte altre basi. Egli ha pubblicato recentemente un volu,metto, L'opera d'arte (Priulla, Palerm(!, I927), e alcune memorie: 11 primo problema dell'arte letteraria (Chiantore, Torino, 1926); Note su la vita spirituale nell'arte letteraria (Cabian- . ca, Verona, 1927); Arte musicale , e arte letteraria (,in « Rivista musicale italiana », 1927). Ma le idee prime del Dusi sono g.ià i.n alcune memoriie di alcuni anni addietro : nel I' lntroduzione alla storia dell'arte letteraria, e in ll Classicismo e il romanticismo (pubblicate nel. « Giornale storico della lette-- ratura italiana » nel· I92I e 1923. RASSEGNE Il Dusi, dm:ique, dice che il Croce non muove propriamente dall 'esame de.f.l'opera d'arte in se stessa, ma dalle dottrine filosofiche intorno a essa ; e .la sua Estetica si regge tutta, secondo il Dusi, su l' affermazione posta, senza esame filosofico profondo e senza prove adeguate, in capite libri, con la duplice forma. di conoscenza, particolare ed universale, d,el concreto e dell~astratto, intuitiva e 1 logica, artistica e concettuale .. Essa prosegue, poi, si svolge e, si può dire, conchiude tutta in una serie di nega21ioni : si nega che l'arte sia fatto fisico, si nega che sia fatto concettuale, o un atto utilitario, o un problema morale. Dopo di ciò resta pur sempre da sapere che cosa è l'arte, o, che è Jo •Stesso, che cos, è quella intuizione o espressione che il Croce id.enti fica con 11 'arte .. V eramente il Croce, lo sanno, tutti, non si è fermato a 'Ullla vuota definizione. L'arte è ,espressione deHo stato di animo dell'artista, del 1suo sentimento o ,indiv,idualità ,spirituale ; ed ha perciò essenzialmente un carat ... tere lirico: è, anzi, liricità.· Non solo: ma, sotto Ja spinta, in parte, deI:l 'esperienza critica eh' egli veniva facendo su grand,i poeti italiani e stranieri, e :in parte delle considerazioni ch,e su la sua Estetica faceva il G,entile, i.I Croce è arrivato a cogliere e ad agg,iungere a quelilo della liricità un altro carattere fonda.mentaie dell'opera d'arte : 1a .sua universalità o co- . . ' . . ' sm1c1ta, per cui un sentimento e arti-stico quando è collocato nelle sue relazioni, n,ella viita universaile (e così innalzato a nuova vita, n0111 più passionale pratica, ma passionale teoretica). Come il singolo palpita ,d,ella vita del tutto-e il tutto è nella v,ita •del ,singolo, così ogni schietta rappresentazione artistica è se •stessa e l'universo: l'univ,erso in quelila forma ,individuale. <( In ogni accento di poeta (d,ice ·il ..Croce), in ogni creatura della isua fantasia, c'è tutto l'umano destino, tutte le speranze, le iillusioni, i dolori e le giioie, le grandezze e le miseliie umane, .il dram,ma intero del reale, che diviene ·e cresce in anca 683 perpetuo su se stesso, soffrendo e gioendo ... ». Già il Genti.le notò che « il Croce nel carattei,Ìzzare la forma in- , tuitiva o artistica del conoscere come idealizzam,ento del particolare nell'universale, accenna a scorgere . . oo certo 1ntr1nseco rapporto tra arte e filosofia, che egli per l'innanzi considerava come due forme di conoscenza non solo d,istinte, ·ma opposte : anche l'arte ora tende ali' universale, come la fi,losofìa, idealizzando la vita ; e tanto più è bella, quanto più idealizza e attinge alla cima dell'universale ». Pr,escindiamo da qu-esta identificazione gentiliana, così come ne prescinde il Dusi (il quale accenna più volte al Gentile, ma in ·termini vagh.i, che fanno sospettare che egl•i ne. a~bia una conosce1I1Zapiuttosto superficia.le): in ogni modo, p·ar chiaro che le ultime affermazioni del Croce non possono più reggere su que·IJesili basi eh' egl,i aveva poste al principio délla sua Estetica. E il Dusi ha ragione di non essere soddisfatto. Ma co,me, poi, pensa ,di fortificarle ? quali altre basi vuole sosti,tuire a quelle crociane ? Hic Rhodus, hic salta. Il Dusi muove, se non s'ingaruniamo, non solo dal primo Croce, ma dal primi,ssiimo : da quello che prendeva per punto di pa.rtenza le impressioni o sensazioni 'ancora allo stato bruto, e d-i ess•e faceva un materiale grezzo che riceve .la prima forma nell 'espressione, da lui po,i i,dentifìcata con I' intuizione, e questa con · l'arte. La differenza è questa : che a Dusi non si acquieta in questa identificazione, perchè per lui l'espressione non è arte, sì materiale e strumento di arte. Egli con: duce qui una serie di nicerche di carattere psicologico-introspettivo di scarso valore filosofico, tra positivistico e scol~stico {il Dusi, infatti, 1 si contenta, a questi lumi di luna, dopo Kant, di rifarsi da San Tommaso!), 1 le quali, in ogni modo, mirano a porr,e, tra I' espressione o rappresentazione eh' è arte, e quella che arte non è, diff erenza analoga a quella che il Cro- · . . . ce poneva tra sensaz1on,e e 1nttu-

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