Vita Nova - anno III - n. 10 - ottobre 1927

Noi che viviamo un'umiile vita semplice e laboriosa, onesta e pura. Il lettore ora veda qual' è 1a sua strada per una sua cultura fasci sta. GIANLUIGI MERCURI ECONOMIA POLITICA jACQUES ANcEL ha pubblicato nella Co11lezione Armand Colin, Paris, m volumetto interessantissimo su Peuples et Nations des Balkans. La terra ,chiamata la polve- ~iera d'Europa è a,ppunto tale per la vanetà .infinita de~lii uomini, dei tipi, ,delle nazionalità, delle lingue, delle civiltà che si ,sovrappongono, si m•escolano o semplicemen- . . . te s1 1nterseca·no e ~1ustappongono senza fondersi. N,e deriva un complesso oltremodo instabiJe, dal quale sono scaturi:te e possono scaturire tutte le .sorprese. Per questo la zona balcanica è una zona che debbono tener d~occhio con la massima cura tutti gli stati europe,i, ma specialmente il nostro che occupa la penisola quasi parallela, ,separata (e forse più unita), rispetto alla gemella, dalla lunga e profonda f.endi·tura del mare Adriatico. Il Titmo degli avveni 1 menti si ripercuote ,intensamente e rapidamente da una sponda ali' altra del1 'Adriatico e un destino comune allaccia spesso in contrasti ,e in accor,di dii interessi ,gli abitanti delle due rive. Le piccole dimensioni d1 ell 'Adriatico non sono favorevoli ai condom·inii e il ma.re stesso fu in pas- •saitolago e 1 lago potrebbe ritornare. Non si parla qui soltanto in rapporto alle f onne nette e precise di signoria territoriale, ma anche in rapporto a quelle •f Oll'Ille di supremazia indiscussa, che costituiscono l'unità di direzione politica ed economica d,i un territorio o di un complesso terrestre-marittimo. Non sempre i dominii diretti sono i più convenienti ed economici. Ci sono forme di ,supremazia e di • RASSEGNE controllo, che, condotte con vero tatto, presentano il massi,mo di ,uti~ità e il minimo di sforzo per i , popoli 1ohe le sanno imporre e rendere tollerabili. L'lnghiltema govema la magg,io:r parte d,el .mondo non con la méllllo ferrea .del gigante massiccio onnipresente, ,ma con la rete ampia, sottile e duttile delle sue i1nfluenze, dei suoi controlli, dell,e sue assistenze, che, seb,bene a malincuore, i popoli minor,i sono costretti _ad accettare. Questo non significa che, nei punti più delicati di questa immensa ;rete •mondiale, non ci siano dei •nodi sald;i, dove, in casi di estrema necessità, la resistenza el,astica si può !l'accogl,iere e il dominio ferreo riapparire 1saldo, i,ncrollabile, irremovibil,e. Sembra que-sta, in ultima aoalisi, la ta_ttica migltiore, dato che il successo largamente ~a favorisce. Noi avremmo molto da imparare in questo senso. Imparare non vuol dire copiare, ma comprendere iin modo pronto •e S111el10, adattare .alla nostra mentalità ,e ,al nostro temperamento, facendo tesoro a,nche del1lanostra esperienza diretta e d,elle oircostanz,e oaratteristiche, nelle quali la nostra attività si deve eser- . ' citare. Veduta da questo punto d,i v,Ìsta, qualche questione dibattuta .in forma astiosa può apparir.e in una luce meno antipatica dii quella in cui è appar-sa talvolita. E allora vien fatto di domandar.si se cerili abbandoni di oocupazione territoriale diretta non abbiano iin certi momenti stor1c1 rappresentato runa mossa util~ e ne.Ilo :stesso tempo 111ecessar.1a. Sii intend:e che per una poli 1 tica così elastica e così rricca di possibilità anche economiche è necessaria una notevole potenza ma•rit-- tima ed aerea, senza della quale la rete de'.lle .influenze ,e dei controHi rischia di rompersi al ,minimo urto. La penisola balcanica entrerebbe come elemento e fattore capitale nella po.litica •economica d,el1'1,talia, quando essa, mantenendo-- si su solida .ed accorta difensiva da altre parti, mirasse decisamente Biblioteca Gin 1anco 673 a!ll'o~iente in genere ,e ali' Asia . . . . minore 1n 1spec1e. Difficoltà grandisS1ime si intravvedono nella penombra dell 'avvenire, ma, per altre v.ie, queste difficoltà potr,ebbero ,essere molto più gravi e forse insupera:bili. La diversità dei popoli abitanti la penisola balcanica apre Ja via a una serie notevole di possibil,ità e di combinazioni, in cui possono entrare pesi e contrappesa' vantaggi e danni, ami,oizie e inimicizie. Resta soltanto da ,sta·bilir,e una via precisa di ooientamento, c·he raccoJga e ·unifi,chi le azioni sparse, che potrebbero altrimenti perder~i in un empirismo troppo radicale. La penisola, così com'è costituita, è. un terreno mcco di energie e ,d,i possi 1 bil1ità, da tener,si in conto, se non immediatamente, in un futur-o non troppo remoto. · La natura del territorio, l,e stirpi, le lingue, le civiiltà dominanti non costituiscono ostacoli a una attività program1 matica di tal g,enere, ma anzi forniscono elementi pre- . . . . . c1s1 e prez1os1 per una costruzaone metodica, avveduta, coerente e duratura. L 'Ance,l mette ,in evid.enza che le carte etnografi.che ,della penisola oalcanica ~ono carte etnografiche per modo di dir,e. Scegliendo i tre caratteri essenziali, statura, indice éef alico, colore dei capelli, Pittard ha tracoiato tre cart.e. Ma il guaio è che la ca•rta dei crani non coinaide 1 collla carta delle stature e la carta dei capelli non . ' s1 puo sovrapporre a nessuna carta preced,ente. Si può adlunque fissare su delle cart,e la ,ripartizione di certi elementi morfologici, ma è imposs.ibile fondere queste carte in una sola : non si può dunque costruire la ,carta del~e razz,e ,cl.ella Penisola. Spesso le così dette carte etnografiche lilon sono che carte linguistiche o addirittura re1'igiose. Di qui le grandi difficoltà che an... contrarono i diplomatici, che, alla fine d,ella grande gue1 rra, vollero tracciare 1i coofini dei nuovj stat,i. La razza adunque, concl,ude I' Ancel, non può essere .la base dello Stato ,balcanico. ,Ma difficilmente lo può essere anche la lin- • ,, --

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