Vita Nova - anno III - n. 10 - ottobre 1927

GLI " OMUNCOLI ,, D'OGGI È un feno,meno veramente curioso, quello p1 er cui, s•eco1ndoJa m,entalità d.i certi « microitaliani », l'Italia, contrariamente ad ogni esperienza sitorica e a,d og-ni processo naturale, dovrebbe eternamente sussistere nella fase diremo così, di << ad01lescente ». 1 ' . Co,storo invero sono presi .da' una -strana inqu1etudi,ne, quasi temessero ad ogni momento di sentirsi m~ncare la terra sotto i pie,di, dacchè l'Italia ha cominciato a far-si rispettare. A n,essuno di costoro è ,mai venuto in mente che una nazione, sopratutto una nazione giovane come la nostra, da poco rinata alla .stor.ia (che cosa sono quindici .lustri per la vita di un popolo ?) po•ssa 1e debba crescere e svilupparsi, come ogni altro organismo; così che quei giochi fanciullesc•hi ,e qruedla. int~re~;ata protezione (da parte delle consorelle nazioni piu adulte) che potevano conv,enirle ne1 i tempi .in cui essa, malamente bastando a sè stessa, non poteva ancora prendere parte attiva e preponderante nell'agone internazionale, doveva.no pur cessare un bel giorno ed essere smesso per sempre queill' abito d.i umil~ insufficienza che, fino allora, av,eva, spinte o sponte, indossato. Chi oserebbe paragonare ,I 'Italia di Abba-Carima con quella di Vittoriio Veneto ? L'errore donde tale ·mentalità ,e tale ·atteggiamento derivano è ancora un residuo della cultura positivista e d.ei famigerati suoi principi i : re1 siduo che deve ess-ere una buona volta ·superato. È ,la concezione empir,ica, contingente e periferica della naZJione: 'la prepotenza della « qruailità » sulla « quailità », de1 lla forza bruta ,sulla ragtion,e: l'assenza di ogni principio veram•ente unitario a fondamento d,ello Stato. . . Finchè qu,e.sta concezione non ,sarà ·sostituita con quel.la per co,sì dire trasce,nd,ente, che fa dip•endere l_a realtà e .l'esistenza di una nazione ,da un ,elemento unitario che trascend,e i var,i caratteri geografici ed ,etnici, politici e religiosi di un popolo, che so1 no altrettante forme derivate da quell'elemento unitar.io, com1 e la idea e l'unità trascende ,ed .integ-ra ,in sè i vari attributi o le va~ie qualità in cui si dispiega nella co,sa; finch•è non si .sarà approfondita l'intima essenza d1 egli organismi politici e sociali, osservandoli alla _luce di . .un principio veramente unitario e di una concezione schiettamente spiritualistica, e non sedicente tale, m,entr,e è tuttora un intruglio di preconcetti sensistici ed un residuo inconscio della vecchia mentailità; finchè tale svolta nella storia dell'umano p•ensiero non sia superata, non si potrà ·contare sulla definitiva dispersion~ dei sullodati « microitailiani », tremebondi e ve,rgognos1 di ogni gesto di forza e di impero. Biblioteca Gino Bianc *** A parte ogni ormai vana r,ecriminazione ,siuciò che fu : p,erchè nuHa nelle vicende storiche è dovuto .al caso, bensì tutto si .svolge secondo una perf et'!a r~zionalità - anche .s•equesta è frutto del senno d,1 poi --:- ,non è questa una ragione per lasciare che il passato s1 prolUIIlghicome una coda belluina nel presente a ~amu: tare per « forza di inerzia » ( questa la ,causa ?i tutti , i mali !) in anacronismo, cioè in « errore », c.iò che, nel1lacornice del .suo tempo, •era logico, e naturale. Ed << errore » sarebbe inv,ero il lasciar prolungare, senza combatterla, la vecchia m•entalità quasi infantile, certo non virile, e peroiò ,egoistica (l'egoismo è un attributo necessario dei deboli e, d'altra pa:rt,e, un'imprescindibile coodizione per l'adeguato sviluppo di un organismo 1in crescenza) d1ella nostra società, _cu_l~inante in quella educazione grossolanament•e materialistica ed utilitaristica~ affatto vuota d,i ideali che non fossero quelli del denaro, come strumento ?i god1 iment~, d~ potenza ,e di prepotenza. Se, senza il pungolo d~ tali meschine ambizioncelle, la ma)ssa non .si .sarebbe 1ncana1lata verso la vita attiva delle in.dustrie e dei commerci - ch•e son pur necessari alla vita della nazione come lo ,sono per noi lo stomaco e gli_ intestini - ;. se l '.istinto ,di rapacità mercantile.sca e 11 culto fanat1co del vitello d'oro da parte deHa maggioranza d-egli uomini di azione dell'Italia di ieri, debbono consid,erarsi alla stessa stregua dell ',istinto brutale delle s.ingole cellule ,di un organismo in via di .rapido ,sviluppo, a prendere quanto p1iùpossono di oiò ch,e è a portata dei loro vibriot11i; ·se, appunto grazie a questo un,iversale appetito, a q.uesto ideale pancia,fichista, l'ltaiia ha potuto, durante i passati ,decenni, rimediare alquant<? alla :SIU,~ clorosi di fanc.iulla troppo rapidam,ente cresciuta, oggi inv•ece bi,sogna comincia-re ad aver cura c·he questo motivo « piccolo-·borghese » - per ri,evocare un ter: mine dei tempi SOII'pa,ssati- alligni solo negli strat,1 sociali ,medi ed inferio,ri (che da altro ,sprone fi()(Il sarebbero spinti ad ag,ire, a lavorare •e a fati,ca~e, se _non dal materiale intere,sse e dalla concreta con,siderazione di un benessere immediato), ma ne rimanga immune I~. nubva classe ,dirigente, che da altri ·motivi, ben più alti •e subl;imi, deve •essere mossa. Co,me, invero•, nell'umano orga•nismo (ed è ora ,dii cominciare a capir•e ch,e la raziona1lità del reale bisogna coglierla in atto, cio•è nel I.e ~ue niatura,li manifrestazioni, qualunque sia il loro grado e aspetto: eh-è comunque si presentino, come mondo della natura o de;llo spirito, si tratta ,sempre di una pluralità gerarchica di fo1 rme, ,c1 he, grazie alle loro ooità ,di orig.in,e, non variano so1 stanzialmente, ,ma solo si potenzia•no •e si pe1 rfezionano) havvi una funziona-

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