' •/ F. T. MARINETTI ' • • L I PER LA INAUGURAZIONEDELLA ESPOSIZIONE FUTUR-ISTAALLA CASA DEL. FASCIO I ' • I (20 GENNAIO 1927) Mi· dispiace di vedere tanta gente in piedi a stancarsi per ascoltarmi, ma vi suppongo armati di gambe solide. Del resto s~rò anche molto rapido perchè credo che non convenga, in questa sala do- • ve anche il futurismo è ben rappresentato, parlare passatisticamente dando troppe spiegazioni. E poi, il futurismo ha circa 18 anni di vita; non come dice il mio simpatico amico Nediani del Resto del Carlino, che è nato 1O anni fa: ci tengo a questa verità perchè il futurismo si è ben diffuso nel nord ·di Europa, nella lontana America, della quale parlerò fra poço, nel Giappone, e così via, il futurismo ha sparso ovunque le sue vibrazioni innovatrici: siamo stati noi futuristi italiani che ab- . biamo lanciato delle vere e autentiche creazioni, per quanto discusse, che hanno una ..forza f econdante, e lo abbiamo irradiato dappertutto tanto che è divenuto mondiale. · Se tutti questi paesi lontanissimi, la Norvegia, la Russia, il Giappone sono all'avanguardia del futurismo occorre ben stabilire che 18 anni fa fu-., rono gli italiani a lanciare il grido di rivolta contro la vecchia cappa tradizionale, contro la tirannia çlell'estetica per procreare infinite creazioni spirituali fuori di tutte le tradizioni. Il futurismo nacque in un gruppo di artisti, in un ambiente dove era ben conosciuto il grandissimo Boccioni dal cervello carico di fosforo, il primo che fece la rivoluzione plastica e ne segnò ancora la sua potente sigla, · il primo fra tutti i novat~ri del ■ 1anc I . mondo. Mi piace ricordare un altro grande, un comasco non abbastanza ricordato in Italia, il genialissimo e ·meraviglioso Sant'Elia che ha rivolu-- .zionato l'architettura, mi piace di gl~rifica~e la genialità di Leandro Arpinati che ha creato una delle più belle opere di scultura del mondo, col campo polisportivo del Littorio. Ho pensato a Sant'Elia non perchè vi siano state delle imitazioni nelle opere magnifiche che avete qui perchè fu il primo a buttare da parte l'imitazione, il plagio, il culto, il criterio dello stile antico.... che si trovano in tutti i bestialissimi rifacimenti del Brasini, che disonorano · 1•Italia fascista la quale non può essere che creatrice e non plagiaria : questa verità la sosterremo fino ali' estremo' nostro palpito perchè non vogliamo che si ri- • · conducano i pedantismi delle iniitazioni che non sono oggi che · porcherie. Sant'Elia, e parlando di Sant'Elia vi parlo del futurismo, pensò 18 anni fa a Milano, (voi non sapete dove egli sia, si pigliò una palla in fronte, alla testa dei suoi zappatori, morenélo gloriosamente par l'Italia) c~e ritalia èloveva avere un suo stile, certe formule architettoniche rispondenti alla s~nsibilità italiana dei nostri tempi, doveva crearsi il suo ambiente architettonico : non si poteva vivere in questa epoca di celerità senza l' architettura propria degli uomini veloci, che non ha più a eh~ fare col passato nel quale si trascurava èiò. che è conforto, nel quale si curava soltanto la.ricchezza I ,.,
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