Vita Nova - anno III - n. 10 - ottobre 1927

., A. DE ANGELIS I ... LA GERMANIAVISTA DA UN ITALIANO I 24 NOVEMBRE 1926 « non è già, se nascoste nei sott,.,rranei delle Of- « ficine o nelle Grotte delle foreste cj siano an- « cara delle mitragliatrici, importa indaeare e co.: 1 Ritengo sia grande 9nore per me, Signore e Signori, potere ~enere un discorso di cronaca politica in quest~ Casa del glorioso Fascio Bolognese, che Leandro Arpinati saldamente regge. « noscere qual'è lo stato d'animo delle nuove ge- I' E aggiungo che occo1·re adorare, come io adoro, il mestiere del giornale. per osare di tenervelo. Non altro che la mia passione mi giu-- stifica. E la cortese condiscen,Jenza dell'Avv. Maccaferri, che ques~a Università dirige, me ne rende degno. Ma nè Voi mi chiedete, nè io potrei farvi, una disanima esauriente e completa, di quello che sia oggi la Germé\nia. lo vi racconterò semplicemente quello che ho · visto e udito attraverso i paesi tedeschi del Re- , no e della Ruhr, nel mio ultimo viaggio recente. Non so quale efficacia la mia fede-le narrazione potrà avere perchè, se misurassi le forze, probabilmente non_ mi avventurerei nt-ll'impresa; ma se davvero i forti convincimenti hanno la virtù di acuminare le parole, per questo soltanto io potrò, mettendovi dinanzi la realtà dei fatti, farvi rispondere a quella questione che Benito Mussolini stesso ha posta nella sua prefazione· nel libro di Roberto Su~ter, la quale - c<'me tutte le azioni e le parole del Duce - è nella sua brevità definitiva. · « Ma quello che importa indagare e cono- « scere - ha scritto il nostro grande Ministro - ■ ,no anca « n erazioni tf desche ». lo mi sono sforzat ", Signore e Signori, di seguire questo ordine nel mio viaggio di osservazio- • ne e nPi mi -i artico~i e, questa sera, riferendone a Voi. Ma non enuncerò conclusioni. Lascerò che in Voi esse si matur. no. ' . E finito il tempo in cui ai giornalisti competeva il compito d, d if consigli al Governo, .riuscendo . all1l scopo di fare ondeggiare l'opinione pubblica e di rendere proprio al Governo la sua opera difficilissima. Era quello il temoo della so- , & cialdemocrazia. E morto, signore e :iignori, ed è stato sepolto senza onore. · Oggi noi· lavoriamo a descrivere e prospettare. Il · Governo agisce. _ Quando le sorti d'Italia sono rette da Benito · Mussolini, a tutti noi che pure abbi~mo un . c~rvello per pPlnsare, non occorre adoperarlo, se non per lavorare secondo le nostrfl forze, dentro i lim ti da lui tracciati, dietro le direttive che lui ci imprime. Poichè lui o signori è un Genio, qu1lunque sia per essere il g udizio della storia, e l • noi altri, tutti quanti noi altri non siamo, quando lo siamo, che uomini ont sti. .... /'

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