Vita Nova - anno III - n. 10 - ottobre 1927

g1oni italiane, ma non le ha dato nemmeno quel carattere universalistico e individualistico che la coltura del Rinascimento ha ereditato dalle sue origini scolastiche del T r.ecento, e che ha reso così difficile al popolo italiano la conquista della . ' sua unita. , Il Piemonte in un certo senso ha avuto la fortuna perfettamente opposta alle altri regioni della penisola. Queste hanno scontato la loro gloria nel campo teorico delle scienze e delle arti con que - sto ritardo nella formazione della loro coscienza statale. Il Piemonte è stato compensato della su a inferiorità colturale, della mancanza di un suo Rinascimento artistico e scientifico colla formazione di una sua coscienza statale e di un suo Stato perfettamente libero ed indipendente da ogni soggezione feudale e teocratica, con una sua compatta unità e una sua intima distinzione dialettica di sovranità e di popolo, con una sua gerarchia di classi e d'autorità, magnificamente disposte ad ogni resistenza e ad ogni espansione. • Noi troviamo, da una parte, un popolo un po rude e massiccio, ma che sente con devozione religiosa il vincolo di sudditanza verso il suo principe e troviamo, d•altra parte, fin dai primi tempi della potenza dei Savoia in Italia, un principe che sente con devozione religiosa il suo diritto ed il dovere che lo lega al suo popolo. Fin da quando il Signore della dinastia dei Savoia non era che un Conte Verde, si sente già netto e preciso lo _sforzo di una volontà risoluta e superiore alla Signoria del Rinascimento, a togliere cioè alla sua Signoria il carattere del puro possesso . materiale, e liberarla da ogni dipendenza sia pur · formale, da qualsiasi ideologia o ideologica potestà trascendente, a costituire insomma una sovranità leggitima solo e direttamente dalla grazia divina, che però dà al suo diritto di sovrano un dovere sacro, a costituire cioè uno Stato pur piccolo ma sostanzialmente perfetto, sintesi vÌva di una realtà individuale e di una idealità etica universale. Ecco perchè mentre gli altri principati italiani sorgono nell'età moderna col carattere di staticità materiale che li fa immediatamente soggetti alla potenza straniera, il Principato di Savoia sorge in: vece col carattere preciso di una libertà essenzialmente attiva e dinamica, che gli fa sentire tutti i grandi interessi e lo getta in tutte le grandi contese della politica europea, che gli segna immediatamente il destino di rappresentare l'unità itaib ·o eca Gino Bianco .. liana. Da Emanuele Filiberto fino a Vittorio Emanuele II Re d'Italia si sccpre un'unica fondamentale tradizione politica, e lo sviluppo di un•unica azione in cui Casa Savoia risponde all'appello del Machiavelli. E Casa Savoia può compiere l'opera che il Principe del Machiavelli non poteva compiere per questa semplicissima ragione, che i suoi principi erano soli in Italia verame,nte sovrani di , un vero Stato, e nell'essenza intima dello Stato trovavano la giustificazione etica della loro politica e la forza· di risoIvere via via i problemi. Se noi consideriamo la politica dei ·Carlo Emanuele o dei Vittorio Amedeo e, aggiungiamo pure, dei Vittorio Emanuele noi vi troviamo i più schietti esempi di realismo Machiavellico, ma di un realismo pienamente giustificato e veramente capace di penetrare e dominare l'intima essenza della realtà. I Carlo Emanuele non si sono mai proposti precisamente il sarito · fine di unificare l'Italia in uno Stato come si proponeva il Princif)e del Machiavelli. Ma per il Principe la moralità, se era nel ·risultato che l'audace prevedeva nell 'opera compiuta, non era e non poteva essere nel1'intima attività che egli svolgeva per compiere l'opera a cui era chiamato. I Carlo Emanuele combattono per il più crudo egoismo di sovrani. Ma in questo loro egoismo di sovrani è intimamente fusa e concreta la moralità che vive nello Stato, nella organizzazione di spiritualità umana, di cui essi si sentono _custodi e vindici dinnanzi a Dio. Il Principe del Macchiavelli propone un fine mo~ raie al suo egoismo puramente individualistico: i Carlo Emanuele vivono e realizzano la moralità di una grande idea a traverso l'egoistico amore di potenza che li travaglia, e attraverso il compimento dei fini in cui non si appagano totalmente mai. L'idealità dello Stato nazionale, che si disegna per il Principe del Machiavelli come una astrazione fuori della realtà storica vissuta, è invece una forma vivente entro questo Stato Italiano assolutamente libero, e quindi si attua pr(?gressivamente a misura che l'egoismo del suo Sovrano si appaga nell'espansione dei suoi domini. Per il Principe del Machiavelli la lotta politica si colora tutta di carattere personale, mentre nei Sovrani del Piemonte anche l'azione politica puramente personale assume carattere politico e trova la sua giustificazione nella moralità che è sempre nella politica di uno Stato. I Savoia insomma hanno risolto praticamente

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