I '. I virtù che il Mach~avelli poteva invocare per lui. Era necessario che il popolo Italiano facesse l'esperienza del suo sentimento cosmopolitico ed individualista, che a poco a poco si venisse raggruppando in un più ristretto numero di signorie, che gl'ltaliani · si conoscessero meglio e riuscissero a fondersi in una più compatta unità etnica, e che finalmente una grande rivoluzione ideale afferman- . do contro l'antica concezione teocratica. il divino diritto sovrano dell •umanità, rendesse ~spiicito anche nel popolo italiano la coscienza della sua unità· nazionale e anche della necessità di dare a questa unità nazionale l'unità giuridica di stato. E d•altra parte era altrettanto necessario che colla nazione si formasse anche il Principe, dotato della realistica virtù che il Machiavelli aveva insegnato ; ma che avesse anche quella forza etica che mancava al Principe del Machiavelli e che gli frustava tutta la virtù insegnatagli dal suo autore. Era necessario che si farmasse il Principe capace di sentire nel suo stato vivere la sintesi di una realtà individuale e di un'idea universale e che sapesse cosi far coincidere l'interesse della sua sovranità colle aspirazioni di un popolo che aveva finalmente conquistata la consapevolezza chiara e distinta di costituire un' uaità nazionale e di poter rappresentare nella storia una espressione vivente ed operante di spiritualità umana, una forza creatrice di umano destino. Era necessario insomma per compiere l'opera che il Machiavelli affidava al Principe, un secolare processo storico, che preparasse all'Italia i due elementi costitutivi dello Stato moderno, I~ coscienza nazionale e una potestà sovrana; che preparasse cioè la rivoluzione nazionale ed il priincipe che ne coordinasse i liberi impulsi colla sua forza e la santificasse nel . -diritto. *** ' Ali' appello del Machiavelli non ha risposto nessuno dei Signori Italiani, ma ha risposto una dinastia. Ha risposto, si capisce, inconsapevolmente, _ per la semplice ragione che la Storia l'aveva foggiata in modo da darle ciò che mancava al Principe del Machiavelli e metterla in condizioni di prepararsi nel processo secolare della nostra f or- ·' mazione nazionale ad assolvere il compito per cui Machiavelli invocava un redentore. Ormai è decisamente ~operato quel momento in cui si credeva che l'idea nazionale fosse sorta in Italia solo dalla iblio eca Gin ■ 1anco Rivoluzione francese. Or.mai si comincia a capire che c'era una tradizione rivoluzionaria di schietta marca italiana che maturava in forma consona alla ·nostra indole e alla nostra storia : un 'idea di libertà umana e di, unità nazionale. E io credo che si potrebbe cominciare a capire anche che non è stato affatto un. arbitrio dellà sorte, che un principe di Casa Savoia abbia assunta l'impresa di guidare la rivoluzione italiana. A misura che si studia la Storia di Casa Savoia èi appare sempre più chiaro che una Provvidenza storica la veniva preparando da secoli all'impresa: che suo doveva essere il principe che il Machiavelli indicava : libero dai pregiudizi di ogni ideologia, ardente di amore del dominio, diplomatico e guerriero, cauto ed audace, accorto valutatore della realtà ed instancabile eseguitore di un'ideale. · La Storia del Piemonte che è poi la storia di casa Savoia, se ben si guarda, ha un carattere ' che la distingue ben nettamente dalla Storia di tutto il resto dell'Italia. Il Pie~onte nel risorgere della vita italiana dal Medioevo è rimasto anch•esso un po' alla periferia ed ha quindi un po' risentito -il destino delle nazioni occidentali piuttosto che il destino delle altre nazioni italiane. Il Piemonte non è stato toccato che di scorcio dal generale movimento colturale che scaturiva dal Cristianesimo latino, e che aveva naturalmente il· suo centro in Roma. Per conseguenza il Piemonte ha anche sentito meno delle altre regioni Italiane l'ideologia del sacro Impero universale e le astra-- zioni trascendentali che pesavano sulla coscienza e sulla vita politica italiana : ha mantenuto la sua coscienza in quella libertà semplice ed aperta che era necessaria per raccogliersi intorno ad un principe e riconoscere la sua autorità con sentimento di obbedienza e devozione sincera, senza riserve • • e senza sott1ntes1. ' E verissimo che ancora nel Rinascimento il Piemonte rimase fuori o per lo meno ai margini della colturia Italiana. So benissimo che si è molto esage, ato sulla rozzezza del Piemonte nel Rinascimento, e che un erudito di Storia piemontese può confondermi facilmente enumerandomi infiniti esempi di attività colturale svoltasi durante il Rinascimento· anche nelle terre più remote del Piemonte, ma ciò che resta sempre è che la coltura dei Rinascimento non ha penetrato l'intimità della coscienza piemontese, non le ha d.1to la eleganza brillante che è propria della mentalità di altre re-
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==