Vita Nova - anno III - n. 9 - settembre 1927

I I ./. .. 6 UNLVERSIT À FASCISTA . prudenza, quello ·che Dante stesso non potè com- fu vicino a morte e volle tornare in Assisi, tutti prendere se non salendo di cielo in cielo al lato i cavalieri della città gli cavalcarono incontro, per di Beàtrice, lo rivela di un subit~ il lampo che rend'!re onore a colui che fra i cavalieri fu il più folgora ed abbaglia, l'impeto eroico di cui avvampò perfetto, a colui che nella sua giovinezza desiderò ·.il Santo che ebbe la sete del martirio per amore. trofei di armi e castelli con l'insegne al vento, e Noi comprendiamo cosi lo sdegno di lui con- appassionatamente seppe rimaner fedele alla dama tro la grande casa costruita in Bologna, da cui fece del suo cuore, a qUf•sta che fu amata come nessuuscire tutti i. frati, perfino quegli che era malato; · na donna fu amata mai, alla sposa cui egli si strinse comprendiamo la maledizione contro quel frate Gio- sempre più. forte, con ·un vincolo cosi potente, che , vanni da Sciacca fondatore in Bologn~ dello studio nulla, nemmeno la Morte, potè giungere a spezzare. dei frati minori: « Tu vuoi distruggere il mio ordi-- In un giorno dello scorso settembre, allorchè ne I lo desideravo e volevo, sull'esempio del mio volemmo ripercorrere passo per passo il cammino . Signor Gesù Cristo, che i miei frati avessero pre- di Francesco morente, celebrammo in Assisi questo ferito di pregare piuttosto che di leg~ere. » , ritorno_. Ognuno che visse quell •ora. non potrà più Ecco perchè il Santo diceva di voler di fronte dimenticarla, poichè ognuno credette veramente con_ alla scienza opporre· i suoi cavalieri della Tavola occhi mortali di scorgere il Santo, in quella sua Rotonda. .. tunica rappezzata che i frati minori portavano alta, La ·generosità e la prodezza della cavalleria,' nel reliquario che s'ergeva come una bara. diritta, questo eterno canto dell'umana giovinezza, ~ra, come. in quel cappuccio calato donde sembrava di veder ho avvertito, la forza più ardente del francesca- emergere ad ogni istante la faccia di lui stanca e nesimo. Per cqnvincersene basterebbe rileggere i affatic~ta, chiusi gli occhi, i poveri occhi spenti detti memorabili di frate Egidio, quest'altro citta- consumati dalle lacrime, tor~entati dal ferro rovente, dino di Assisi, che in gioventù sognò come F ran- muta la voce che aveva la virtù di incendiare il cesco di conquistarsi il grado di cavaliere : sono cuore degli ascoltator.i. parabole, immagini, similitudini in cuì ritornano E ancora quattrocento cittadini di A ~sisi, che frequentemente i baleni delle armature cesellate, la avevan con loro le sciarpe di seta coi colori del bravura dei feudatari, i cavalli scalpitanti, gli asse- Comune, rosse ed azzurre, si fecero come un tempo dii sotto i castelli, Orlando, la corte del Re. y incontro al Santo e cavalcarono ,al seguito di lui. -- Il buon· francescano deve, come il perfetto ca- Una tempesta ravvolse il corteggio che entrò in città valiere, preferire alla meditazione e al raccoglimento per la via aspra che precipita a picco sul torrente contemplativo, l'ardore della battaglia : dalla porta me Jioevale di P erlici, tra il balenar « Fratello mio » afferma Frate Egidio « io re- della folgore e lo scrosciare del tuono, così, con un puto, che sia molto più prodezza d'uno signore, il senso di ansia per qualcosa di drammatico, che quale tenga uno castello, essendo assediato e com- realmente ognuno sentiva accadere in quell'istante, battuto dalli suoi nemici e pure si difende sì valo- mentre tutte le torFÌ e i campanili di Assisi prorosamente; che non ci lascia entrare dentro nessuno rompevano in uno stormo confuso e le · donne al suo nimico, che non sarà stando in pace, non aven~ passar della reliquia si prostravan sulla via dove la do alcuno impedimento. » pioggi~ scrosciava e cento trombe salutavan con \ Nella lotta la sua bravura s'accende; percosso, gli squilli lunghi dell'inno del Comune e da ogni incalzato da ogni parte, egli sa tenere il suo posto finestra era una pieggia interminabile di fiori. e non cedere di un passo, « come fa il buon ca- Ebbene in quell'ora, guPi cittadini, <;juei ca- . valiere in battaglia, .c~e. avvegna~h'egli sia ~ pun!o, ~alieri.' che, con 'così strano e inusitato Corteggio o percosso ~al suo. m1~1co, n~~ s1parte pero subito 10 cui sembrò veramente di rivivere per un attimo dalla battaglia, anzi resiste v1nlmente, per avere il sentimento cavalleresco del nostro popolo medioevittoria del suo nimic,o, acciocchè avuta la vittoria, vale, voHero far scorta al loro Santo tutti anche e~li si. allegri, e consol~ della glori~; ma se egli i più ignari, sentirono che questo st:sso se~timento s1 pa~tlSSe dalla batt~gha, • co~e egh fosse pe1cosso cavalleresco è il fascino segreto e avvincente dele ferito, certa cosa e, eh egli sarebbe confuso, e l'idea francescana. • svergognato, e vituperato. » N Il · ' d. ·' b li · Il · I h u a v1 e 1 p1u e o ne a vita morta e e e Narrano gli autori, ~he, allorqut1ndò il Santo questo prodigarsi, questo donarsi intero senza nulla ino Bianco

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