Vita Nova - anno III - n. 9 - settembre 1927

I 5 quaJi mane expansum Juper tenebras. , T omaso da Spalato, che fu testimonio oculare, Un illustre maestro che in.segna nello studio ce ne dà sicura attestazione: , di questa città scrisse delle belle pagine su questa « Trovandomi in quell'anno in Bologna· io, eloquenza ~i San Francesco : T omaso da Spalato e arcidiacono della Cattedrale « La sua parola semplice e cordiale, >> - egli di questa città, vidi S. Francesco predicare nella dice - « ardente e miracolosa, si effondeva come un piazza davanti al Palazzo piccolo, ove si era ractorrente, · teneva più dell'estasi lirica che del di- colta quasi tutta la cittadinanza. L •esordio del suo scorso, si vestiva spontaneamente di immagini e si discorso furono: gli angeli, gli uomini, i demoni. mo1 dul sva sul ritmo del verso..... li lampo degli E di questi spiriti razionali ,-gli discorse con tanta occhi, l'espressione del volto, la voce, il foco in-·' opportunità ed eloquenza che molti dotti ivi ,preteriore che traspariva da tutta la persona, balenava senti si stupirono non poco pel discorso di un uomo in certe parole profonde e prorompeva in grida senza cultura ; pure egli non tenne il metodo di possenti, eran ben più efficaci di ogni ragionamento un pred1catore, ma piuttosto di chi arringa il poa scuotere e rapire una moltitudine per sè entu- polo, e l'argomento generale delle sue parole insiasta ed ingenua, avida di fede e di meraviglioso, tendeva a spegnere le inimicizie e a riannodare i in cui fermentavano tanti gern1i di aspirazioni su- patti della pace. Le sue vesti erano povere, la perbli~i e di fanatismi brutali, sollevata a tratti, come sona meschina, il volto senza bellezza ; ma Dio i flutti di un oceano, da impeti subitanei di odio spirò tanta efficacia nelle sue parole, che egli in- , e d'amore ». dusse a far pace molti no.bili, la cui feroce discorFu forse quello il più bel discorso che Fran- dia aveva infuriato in grandi spargimenti di sangue. cesco tenne durante la sua vita. E taie era la divozion~ universale per lui, che uo- - . In realtà mai come in quel momento, in quel- mi.ni e donne traevano a lui in frotta, e chi riuscisse l'incontro di Francesco d'Assisi in Bologna con la a toccare almeno il lembo della sua tunica si stifolla studiosa del diritto romano, si eran trovati di mava beato ~. fronte l'Amore e la Scienza. L'amore riporta così la sua più strepitosa vit- ~\:r Noi_ non sappiamo che il tema della predica toria : gli scolari curvano il capo in sil'!nz.io,qu~l... del Santo : gli angioli, gli uomini ·e i demonii; ma cuno di essi si inginocchia nella polvere e cinge la possiamo immaginarne la sostanza. . povera corda del frate minore. L'uomo può ben vincere il dolore della vita, Non si può non ricordare il miracolo attraverso il -tormento che è figlio dell'odio, il cerchio chiuso le infocate parole dei Fioretti : in cui il cuore si dibatte cercando invano la via « Giungendo una volta Santo Francesco alla . della liberazione ; egli può, accogliendo nel suo città di Bologna, tutto il popolo della città correa cuore la pace che sQla conoscono i discepoli della per vederlo ; ed era sì grande la calca della gente povertà, giungere a una delizia così perfetta onde che a grande pena potè giungere sulla piazza ; ed per gioia di contemplazione può assidersi al lato essendo tutta piena la piazza d'uomini e di donne di Dio, simile all' Angeh,: conviene però per questo e di scolari, Santo Francesco si leva suso nel mezche egli rinneghi il vizio tutto proprio dei tristi zo del luogo, alto, e comincia a predicare quello demoni, lo spirito dell'orgoglio, lo spirito della che lo Spirito Santo gli aettava : e predicava sì stolta presunzione. maravigl:ose cose, che parea più tosto chè prediFu anc~e probabilmente questo del Santo un casse Angelo che uomo : e pareano le sue parole appello ai futuri legislatori della civiltà nuova eu- -·celestiali a modo che saette acute le quali trapasropea che lo studio di Bologna preparava, un ri• s1vano sì il cuore di coloro che l'udivano, che in chiam~ al rigor delle leggi che, troppo ispirandosi quella predica grande moltitudine d'uomini e di alle pandette, troppo dimenticando il \/ angelo, donne si convertì a penitenza. Fra le quali furono avrebbero immolato ogni senso di pietà e di gen- due nobili studianti della Marca d'Ancona; e l'uno til.~zzaal cieco interesse de Ila prudenza sociale, avea nome Pellegrino e l'altro Rinieri, i quali due rinnPgando quello spirito di generosità che al me- per la detta predica, toccati nel cuore dalla divina dioevo veniva dalla cavalleria. Comunque il trionfo inspirazione, vennono a Santo Francesco ..... » ·di Francesco in questa prova suprema fu pieno Quello che non potrà mai dire l'indagine faed assoluto. ticoaa, la norma pesata sulla bilancia dell'umana • o CO

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