Vita Nova - anno III - n. 9 - settembre 1927

BOLOGNA 9 . • I vivo dopo il '60 il desiderio ansioso degl'it~liani di aggio,nare la loro cultura, appropriandosi i metodi e i risultati del lavoro delle altre nazioni più progredite !) ; l'uomo che per spiegare liberamente il pensiero e procedere spedito e franco nella ricerca scientifica deve sopprimere in sè il sentimento religios'o. Religione divenne sinonimo di oscuratismo. l rapporti contingenti del nuovo Stato con la Chiesa spinsero anch'essi gli animi verso certo ideale insipido e sciocco di una mentalità laica, nella cui cultura (arte, scienza, filosofia)non c'è posto per la religione. Quella che era stata la grande forza del Risorgimento parve scossa, crollata. Nei libri, nelle scuole, nei cuori parve non si dovesse più parlare di Dio. Noi, cresciuti in quell'atmosfera, abbiamo ancor l'animo pieno delle voci discordi di quelli che stavano a guardia dello Stato, della scuola e della cultura nazionale e di quelli che combattevano tuttavia pro aris et focis contro la scuola e la sua nuova cultura, e talora anche c~ntro lo Stato: e innanzi agli occhi ci resta ancora lo spettacolo di quei combattenti che lungamente irriducibilmente stettero in campo., fermi nella covinzione che la lotta non potesse finire _ se µon in un modo solo; la fine d'uno degli av- • versan . . Questo il problema religioso italiano ieri. Oggi le condizioni sono mutate. C'è di mezzo la guerra. La quale fu da noi combattuta con lo spirito stesso del Risorgimento ; ed è in verità la conclusione di quel moto, ancorchè non tutte le mète siano state raggiunte. Ma con questa differenza : ' che alle guerre del '48 e '49 e del '59 e '60 bastò la fede di pochi. Questa guerra nostra richiese il sacrifizio e la fede di tutti gl'italiani. Essa fu la prima grande guerra nazionale ; la prima che abbia messo il popolo d'Italia innanzi alla morte per la vita della Patria. La scossa spirituale che essa variamente produsse fu quil\di vasta, universale. Il Fascismo è oggi la coscienza viva e operosa della nuova anima nazionale, della giovane Italia (di questa seconda « giovane Italia » ), che fece la guerra. E perciò l'atteggiamento dell'animo italiano ■ ■ 1no 1anco verso la religione oggi è mutato. Oggi la fiamma che investì i cuori, e fece morire serenamente tante migliaia di giovani, a cui sorrideva con tutte le sue attrattive la vita, il popolo italiano, investito dallo spirito fascista, sente che non deve, non può più estinguersi, se tutte quelle morti e l~ finale I vittoria non devono essere infeconde. E alimentare quella fiamma significa restaurare il sentimento della serietà, della religiosità della vita : ravvivare in tutto il popolo italiano, confortandolo con I•assenso e con le cure dei dirigenti della p·olitica e del pensiero nazionale, quella religiosità che vi s'era anneghittita e mortificata in forme esterne, o frantumata e dissipata in sentimenti e concetti leg- . . . . . . ger1 e 1ncons1stentI, o cacciata e compressa 1n un nucleo senza vita e rapporto con tutto il complesso delle relazioni, in cui l'uomo vive. S'è andata perciò a c~rcare questa religiosità giacente nel fondo degli animi, depostavi di generazione in generazione dall'educazione e dal naturale perpetuarsi del patrimonio morale del popolo nella _sua storica continuità e unità. S• è curata e promossa, circondandola di tutto quel rispetto che è l'atmo- · sfera dei valori dello spirito. Quindi il contegno del Fascismo vérso - la religione, rimasta già per memoria (come si dice nel linguaggio dei ragionieri !) nel primo articolo dello· Statuto. Quindi fu possibile nel '23 una legislazione scolastica, che sarebbe sembrata assurda dieci anni prima : introdotto l'insegnamento della dottrina ·Cattolica in tutte le pubbliche scuole del popolo ; proclamata la religione fondamento e coronamento di ogni educazione; instaurato un regime giuridico· dell'istruzione superiore da consentire libere u·niversità cattoliche sul piede della parità assoluta ·con gl'i- - stituti superiori dello Stato: e non per un vano . principio di liberalismo laico ed agnostico, che lasci fare e lasci passare, ma per un consapevole proposito di favorire, per quanto è dello Stato, l'alta cultura del clero, già rimasto in Italia per questo ' rispetto in condizioni d'inferiorità, rispetto alle più colte nazioni europee. La scuola, la cui laicità si ritenne già dom- '

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