Vita Nova - anno III - n. 9 - settembre 1927

BOLOGNA 3 fronte a sè, una realtà che gli si presenta per necessità estranea, indipendente, inaccessibile; onde il pi11cere stesso si converte in dolore (nessun maggior dolore...), e tutto <..i sfu~ge di mano, e il male (che stava in noi di non fare) una volta fatto, ci sta lì di contro, ombra terrifica di Banquo, e ci morde, e ci perseguita implacabile: rimo1s0 indistruttibile, onta che non si può riscattare, morto ., che non può· risus, itare, oppresso· dalla ferrata ne· cessità. Nè il sole si leverà mai dall'Occidente; nè le acque dell'Oceano ba teranno a lavare la .. macch a de) tradimento. L'accaduto è accaduto. E tutto è già accaduto, se noi lo pensiamo. .•Ora quel che c'è stato già è un antecedente, e quindi una condizione, un limite del nostro operare. T alchè noi non possiamo rivolgerci alla realtà, e pensarla, senza sentircene limitati e come serrati in una tenaglia che ci fa inaridire in cuore ogni speranza, ogni fiducia d1 agire liberamente a farci una vita quale noi possiamo vagheggiarla. Ogni desiderio ,diventa vano, poichè, spenta la libertà onde si confida di governare il corso delle cose e di crearsi il mondo conforme al nostro volere, una legge fatale governa il tutto, e ci trae volenti o nolenti nel giro universale dell'essere che è indifferente ai nostri voti e ai nostri lamenti, alle nostre preghiere e alle nostre deprecazioni. Anche quando dal fondo del nostro petto erompe una forza possente che pare spezzi la scorza della nostra limitata natura rendendoci partecipi della vita immortale, e capaci di creare una grande opera · di bene onde s'arricchisèe ed aumenta la somma di questa realtà non nostra e indipendente da noi, che ci frontt-ggia e minaccia d'opprimerci con la sua mole immensa, ecco, a guardarla quest'opera come a un tratto essa sorge e splende innanzi a noi riempiendoci l'animo di stupore, ci sorprende il sospetto che facilmente trapassa in certezza, che non noi ne siamo gli autori, ma un'ascosa potenza che di noi s•è fatto strumento a _una creazione sovrumana: una potenza a noi presistente e però do... minatrice dell'esser nostro. Alla quate resistere sarà vano e da stolto. Alla cui legge il savio si adati lioteca Gino Bianco terà; 1a cui necessità ogni uomo che non sia un fatuo e concepisca seriamer te la vita riconoscerà. Ma questa serietà dell'u~mo, che sa bene di . non poter nulla crear~, dt nulla essere principio· assoluto, e non potere perciò dar origine oè a un filo d'erba nè a un granello di sabb.a, di ·non poter incontrare e t attare altra realtà che non sia quella che nè egli nè altri uomini fanno, e di nascere insomma in un mondo che c'è, e sarà nel futuro essenzialmente quello che è già, non suscettibile di variazioni che non siàno g,à p--evedibili in se stesse pere hè rr,·det rminate nel sistema dr.Ila sua propria struttura, e che sta lì solido, m ssiccio a fiaccare ogni umano arLitrio e velleità di riforme impossibili ; questa serietà, che fa l'uomo pensoso, e gli fa pesare ogni azione, ogni parola, ogni pensiero, e lo pone innanzi alla morte e al mistero, e gli fa sentire la sua radicale impotenza e miseria e la sua nuHità, che è altro che il senso del divino~ Quando l'uomo sente di avere di' fronte a sè tutto e in sè nulla, egli piega le ginocchia, si prostra e adora l'infinito da cui dipende; e non si può distinguere. Egli vive religiosamente. Ma l'uomo non dovrebbe pensare, cioè non dovrebbe vivere, per non entrare in tale fituazione. Egli è perciò naturalmente religioso. E tutto il suo' . . ' . . . pensiero s1 puo ritenere una· coatruz1one continua della divina realtà, affatto oggettiva, a lui oppoata, infinita nella sua posizione, c_o_me realtà oltre la quale (in quanto è pensata) non è possibile pen- • sarne altra. Pensare è presentarsi a Dio. E chi più penserà, più sentirà la presenza di Dio, di Dio, che è tutto di fronte all'uomo che è nulla. Da una parte dunque la necessità della religione. E voi sentite che io guardo un aspetto solo della questione; e accenno, e sorvolo. Ma quanto ho detto pur basta a dimostrarci che l'uomo , non può organizzare la propria vita spirituale, ossia con l'esercizio d-1 pensiero, senza una religione. Basterebbe approfondire le considerazioni fatte e ricavare le conseRuenze della conclusione ottenuta per precisare il concetto della religione essenziale allo spirito umano e definire la mèta verso la quale 1

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