abbiamo nel solo primo semestre 1927, una diminuz.iione di importazione di ba,lle di cotone di quasi 600 milioni. Che significa ciò ? Significa che le .nostr,e indùstrie coto - n,iere lavoreranno assai meno che non negli anni precedenti, quindi produrranno di .meno, venderanno di meno e guadagneranno di me!lo. Se si tien conto poi che moJti nostri cotonifici lavorano per I' esportazione, avremo d,i _conseguenza una nuova diminuzione nell' esportazione dei manufatt,i di cotone, .Ia quale data la cifra ingente di minor materia prima importata sarà alquanto forte. Nè possiamo a questa palese verità trovare de,i palliàtivi: lo po• iremmo fare col grano che produciamo noi, ma ·col cotone no. Questa materi,a da noi non esist,e e sè vo,gliamo lavorarla dobbiamo aèquisiarla da fuori, e tanto meno ne acquistiamo tanto mino·r quantità .di rnanuf atti produrremo. L' od,i-mpico corrispondente del « Sole » arriva a questa magnifica · conclusione : se le esportazioni d-elle cotonate è diminuita di 300 milioni le importazioni sono diminuite nell'acquisto ,di materie prime di oltre 863 milioni. « Sono quindi oltre 550 milioni che l'economiagenerale del P. aese ha risparmiato ». Tenendo pur conto che una parte di. questo diminuito valore di importazione· e· ,di esportazione sia dovuto alla rivalutazione della lira, abbiamo sempre una quantità di materia prima che non è entrata nei nostri cotonifici, cosa che non costituisce affatto un risparmio, ma una diminuzione di lavoro, di r-edd,ito e quindi di ricchezza, proprio il contrario di quello che il corrispondente del « Sole » voleva d,imostrare. Lana. - Anche pe_r la lana possiamo far-e l'eguale ragionamento che per il coton,e. Soltanto eh.e qui le esportazioni sono diminuite di valore e ·non di quantità e ciò in parte per la rivalutaz,ione della-lira. Le· importazioni invece sono diminuite cli -ben 250 milioni, i quali rappresentano altrettanti quintali di lana c·he non sono entrati nei nostri lanifici e che quindi non saranno RASSEGNE lavorati e non daranno alcun prodotto. Si potrebbe continuare su questo tono per altre mat,erie prime industrial,i e tutto ciò mentr•e sono di ben po,co diminuite le importazioni di generi che anche noii produciamo? di oggetti voluttuari ecc. Non nascondo che tutti dobbiamo rallegrarci che la nostra bilancia commerciale si avvicinri al pareggio, ma che questo si faccia a detrimento delle materie prime che noi non abbiamo ,e che ailimentano tanta parte d,elJa nostJa industria, è pericoloso. Occorre dunque richiamare l 'attenzione di chi di dov,ere su questo pericolo che si add,ensa sulla no ... stra industria, poichè mancanza d,i . . . . materie pr,1me, sia pure importate, significa mancanza di lavoro e di ricchezza! FILIPPO GALLI CRONACA FINANZIARIA È rico-rsodurante il mese I' anni... versario del discorso pronunciato da Mussolini a Pesaro, discorso che ebbe una definizione po.litica e morale molto appropr.iata in queste parole del compianto Luzzatti : « Il breve e sostanzioso disc9rso · fatto dal Primo Ministro dinanzi al popolo di -Pesaro a difesa della nostra lira, i,I cui falllimento, come egli ha detto, sarebbe l'onta mo-• ra.le e la catastrofe economica de J- r Italia, ha due singolari pregi che lo raccomandano. Uno, fra tanti progetti fatali, anche nelle sole parole, di svaJutazione d-eJ.la nostra lira, conforta al lavoro ser,io tutti coloro che producono e risparmia--- no, cioè la grandissima maggioranza ,de.Ila nostra Nazione; l'altro pregio è quello di aver dato con autorità veemente un colpo di grazia ai giocatori ester,i (e ve ne d,evono essere tanti) contro la no-stra lira e a quelli italliani (non po•ssono essere molti) che se sono spogliati tramuBi i t ca Gin Bianco • 611 tandola in dollari, i•n sterline, in fìor,ini olandesi ». Ecco il valore morale e politico della battaglia dellla lira, che è dura ma è necessaria. · A un anno di distanza da.J di-- scorso di Pesaro è interessante quanto espone il Ministero delle F'inanze in un suo comunicato sui risultati delle importazioni e d.elle esportazioni, per quantità e valore, nel primo semestre 1927, raffrontati con lo stesso periodo deJ 1926. L' esame deUe tabelle degli scambi d,imostra gli effettivi bene~ fici della politica di deflazione nei rriflessi dell'economia del Paese. Le previsioni p•essimistiche suH'invas,ione di merci straniere in Italia e sulla forte contrazione de:ll 'uscita di prodotti nazionali, che avr-ebve dovuto •ess,er .inevitabile conse'"' guenza · dèlla politica finanziaria del ·Governo fasc.ista, non ·si sono avverate. L' economia d,el paese r,isentiià del beneficio della notevole diminuzione di spesa per ]e importazioni { 11,9 mi,liar,di di lire nel primo semestre J 927, .in con- , fronto ai 14,2 mil,iar1 di d,e,l primo semestre 1926) che compensa largamente, agli effetti dei risu,Itati complessivi della bilancia commerciale, la leggera diminuzione delle espo•rtazioni (8 miliardi, in cionfronto degli 8,5 del periodo corrispondente del 1926). Il d,efìcit de]la bilancia è diminuito, infatti, di 86I milioni d,i lire. Il migliora-mento appare ancora più evid,ente quando le diminuzioni siano tra-dotte 1in percentuali ; si vede allora che le importazioni sono diminuite del 16,2· per cento, le esportazioni soltanto d•el 5,8 per cento -e -lo s,bilancio del 30 per cento. È, inso,mma, un progressivo adeguamento fìnanz,iario ,ed econo-- mico deg 1 li scamìbi commerciali alla quota di cambio della lira in rapporto alla· valuta aurea, che il Gov,erno fascista ha determinato, a seguito d-ei provvedimenti cautamente e s,istematicamente attuati a partire dal settembre del1l' anno , , scorso. Uno sguardo aHe singole . VOCI
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