Vita Nova - anno III - n. 9 - settembre 1927

nota, documento ufficiale di indubbia importanza; la Sublime Porta· nettamente stabiliva i limiti del suo impero in Africa: rifacendosi alla dottrina deH 'hinterland essa dichiarava che i diritti imperiali dovevansi estendere sui territori co1npresi nella zona seguente : la linea che, partendo dalla frontiera meridionale della Tunisia, al nord •est di Berresch, discende verso il Bornu passanqo ali' est di Gadame.s e d 'Argar Tuareg e comprendendo le oasi di Dj-ebabo e d 'Agrain : essa passa al nord del Camerun e continua verso est, seguendo la linea di displuvio .fra il bacino ,del Congo e quello del Lago Ciad, così ,da ,includere .i territori del Bornu, Baghirmi, Ouadai, Kanem, Ounianga, Borku e Tibesti. Per il tracciato d,escritto la località di Barrowa sul lago Ciad rimane sotto la sfera d'azione del Governo Imperiale. Ragioni stor,iche e lo-giche mi1 itavano a favore di questa dichiarazione : la località di Barrowa infatti che si trova sulle grandi ca ... rovaniere di .Murzuch e di Kouka non deve ,essere necessariamente 1 in altre mani che quelle che dominano le carovaniere stesse : la Li - bia deve trovare con una stazione sul Lago Ciad uno dei più vitali gangli per la sua vita, per poter compiére la sua miss,ione di convogliare il traffico d,ell' Africa cen-- trale verso il Mediterraneo. L'azione continua di lenta penetrazione nell 'AJrica centrale ,della Francia corrodeva a poco a poco tali limiti e - dopo F ~scioda - otteneva dall' lngh.ilterra, che temeva per i suoi possessi del Sudan, un nuovo accordo ,nel quale ca1pestati i diritti dell'Impero ottomano si procedeva ad una nuova delimitazione della zona d'influenza : il territorio intorno a I Lago Ciad ve- .niva lasciato completamente alla Francia ; che continuava la sua mar,., eia e si portava fin quasi al limite del deserto libico•. Le proteste ,della Turchia, la quale per le sue specifiche condizioni interne non poteva appoggiarle con la forza, a nulla valevano. Ma il nuovo accordo del 28 mar... ■ RASSEGNE zo J 899 riusciva dannoso anche per l'Italia, poichè nella prassi diplomatica, esso fu ritenuto come la base ,di discussioni, ed anche i:l nostro Ministro Prinetti, pur con 1 'intenzione di impedir-e alla Francia una più ampia presa d,i possesso del territorio lo riconosceva come allora efficace a delimitare la zona d' influenza reciproca. Ora noi crediamo che tale riconoscimento sia con1pletamente v•enuto a cadere allorchè. la gHerra italo-turca dava alla Nazione ii possesso effettivo dei territori ottomani in Africa : la Porta per -confermare la nota dichiarazione del J 890 aveva in quel ·tem.po occupato i territori del Ti~esti, del Borcu e dell 'Uada,i., a significarvi la sua sovranità. Dopo la guerra libica nessun altro accordo diretto: una convenzione anglo-francese dell '8 settembre 1919 solilevava le nostre opportune riserve, mentre doveva trovare piena applicazione l'art. 13 del Patto di Londra che riapriva a nostro favore le questioni coloniali, che ancora non sono state definitamente rinchiuse. Abbiamo qui accennato soltanto - poichè queste nostre cronache non consentono una lunga trattazione - al problema dei confini della Libia verso il Lago Ciad poic1 hè •noi crediamo che sia-no da trattare in ,due mo1 di ben distiinti e la rettifica d,ei confini e i co•mpensi colonialli che ancora ci sono dovuti ~ per i quali abbiamo un assoluto diritto d1 i precedenza su ogni altra Nazione : per la rettifica del confine meri,dionale della Libia noi siamo giunti alla conclusione, dopo un sereno e -cosciente esame dei fatti e ,degli accord,i esistenti e che qui non abbiamo potuto ripetere in esteso, che la de.limitazione ,di essi è ancora d,el tutto ,impre... giudicata e che l'Italia d-eve po,rre e sostenere la risoluzione migliore che non si allontani troppo dai limiti nei qual1 i la Turchia poteva svolgere la sua sovranità o che erano nella zona di influenza di querlla Nazione. Per i compensi che il Patto di Londra ci assicura, la Francia che già ci ha r,ifiutato il territorio di Bi lioteca Gino 1anco 607 Gibuti, da noi richiesto, dovrà riesaminare se sia veramente opportuno e consono a giustizia che l' Italia non abbia nulla ottenuto dal1 'impero germanico, ,i territori coloniali del quale sono, stati assegnati ad altre nazioni.· Quando una equa risoluzione avrà appianato ciò, , allora po•trà 1' Italia accingersi ad una fattiva collaboraz,ione coloniale cO'nla Francia, la. quale ne potrà ritrarre indubbi vantaggi: interesse di quella Nazione è quello di c,ercare che non abbiano a •sorgere nuovi equivoci, che non a,bbiansi a leggere g,iudizi o falsificazioni su quanto l'Italia compie per crearsi quel vasto imp-ero coloniale, al quale la spinge la sua · potente demografia e di cui l'ha fatto degna l'enorme sforzo sostenuto per raggiungere la Vittoria e dare così uno dei maggiori contributi a1 lla .sco1 n.fitta dei popoli avversi. UGO BASSI ClJLTURA • FASCISTA Noi abbiamo sempre •sentito la nostra fed-e ,d,i fascisti intimam,ente so,stanziata d,alla coscienza e sapienza della nos,tra -storia ,di popolo,, dalle .sue oirigini ~h•e~a~cono nel buio ,del •M1edio :Evo .ad oggi ; non abb.iamo mai creduto -nè saputo credere éhe l'idea ,di Patria, ,sulla quale ,il F ascism·o ba,sa com,e principio •e ragio1 ne, fosse idea nata ali' impro,vviso nel tempo del nostro insorgere contro il ,so-vv,ersiv:ismo,ma anzi fosse i.dea riaffiorata e ria:pparsa, più •sicura e più ·sch,ietta, come uno scoglio da marosi che 1 'avevano p•er br,eve tempo coperto. Qu,esta sto-ricità del Fascismo era ed è a noi la mallev,eria certa del suo valore e della sua influenza duratura, nè da essa noi avremmo saputo scompagnare la nostra fede, che, al'l'oppo,sto, s•enz',essa non avremmo accettato. Ma questa persuasione ed opinione nostra non ,è da tutt,i che si dicono fascisti accettata : vi son

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