' - GIACINTO RICCI SIGNORINI 593 famigliari verso altri affetti ed altri amori, egli si ripiegò tutto nell'amore ,del padre, della m.adre, dei fratelli. E, quasi ,per un g.iuoco crudelissimo della Fatalità, tutti, l'uno appresso de l'altro gli muoiono : ed egli resta solo coi suoi ricordi : tristi ricordi! Ed è allora c1 1l'egli c:Livienescontroso ·e ancor più wlitario : super.bo lo giudicano gli egu,ali, gelido i discepoli. Ma nè superbia nè freddezzia son cose sue. Nello splen,dido ·sole di una mattinata di giugno, mentre sente per la campagna correre i fremiti della vita e sonare i richiami dell'amore, di sopra ~Ila visione, gioiosa e animale della vita che germoglia e sempre passa e non muore mai, mortale sen·te l'impotenza curi è condannato, e in uno scoppio di pianto par chiedere a l'universo, a gli uomini, a Dio, il perc1 hè :· Ahi I nel fuggevole istante, per questa vastissima terra, Quanti misteri ignoti salgono su dai cuori ! Quante parole lievi, e singhiozzi languenti, e sospiri Di desiderio nella felicità profonda! Quante assetate bocche nel calice bevon, tremando, D' altre assetate bocche I' anima spasimosa I · Quanti,· sdegnosi, calmi, nell'aspro delirio, la vita Gettano, e su le labbra gelide muore un nome! Tutti travolti lungi dal turbine rapido ; o quanti Vivono per l' amore, e muoiono per l'amore ·1 Forse nel cielo muto, negli astri ignorati, in quest'ora, Altre bramose bocche dànno roventi baci, Sento un sussurro, un ronzo; palpiti e frèmiti; passa, Ecco, I' amore eterno : solo, solo io non amo ! (Eleaia di T essello) ... • I Ma non si ferma nel suo pessimismo : l'anima sua non può arrestarsi nello stagno di scetticismo cui l'ha condotta la torbida corrente della sua vita : Egli sarà il poeta del pianto, il demjurgo del dolore: « • • • • • • • voglio chiedere a tutti i dolori Per i miei canti un verso, per le mie rime un pianto. » (Elegia di S. Marino) E canta. M.a i suoi canti non sono intesi. Vuole .la gloria, non la lode; vuol commuovere, scuotere, suscitare ... e riceve invece ·dei complimenti. Questo fu jl suo tormen,to, e questo ,lo spinse ali' ultimo disperato atto cli sua vita. È ora la pace dell'oltretomba, è la sublime mestizia del l.im,bo scesa a quetare i tumulti del1'anima tua, Giacinto? lo non so. Non sappiamo. ,Ma •possano .le mie parole, ma possa la nostra rive- ~ renza, il nostro amore,. d_are alla parte immortale di t~, ai tuoi canti, quella corona di lauro che le negàrono i tempi cattivi e gli uomini piccini. Che ,t'avrebbe valso il plauso 1 del,le folle, se il tempo, ,l'oblio, e le nuove correnti della vita avesser sommersa, travolta, cancellata l'opera tua? Questa in vece manda a noi, c·he sia,mo il tuo dimani, un raggio di divina poesia. E il rapido avvenire cui veloci marciano con passo romano, ·conterà il tuo nome, Giacinto, tmaquelili dei Poeti del loro tempo e i Vati di queLlo Futuro ! ·T. LIPPARINI Credo anche che tutti voi siate d'accordo nel deprecare le vio~ ,, lenze spicciole, le violenze brute, non intelligenti, che non possiamo .coprire ma dobbiamo colpire. La camicia nera non è la camicia di tutti i giorni e non è nemmeno una uni/orme : è una tenuta di combattimento e non può essere indossata se non da .coloro che nel petto albergano un animo puro. MUSSOLINI · Bib ioteca Gino s·anc
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