_ ... Abbozzo di un ritratto df ·un figlio del tempo Lo scolaro di lettere che dalla .sua remota provincia sici1 liana ,si recava a Pisa col cuore pieno dei fantasmi carducciani e con la mente sconvolta dalle prime letture crociane, non poteva prendere la direzione eh.e gli anni dovevano dare a;lla sua vita. Diiigente ma un po' ribelle. alla disciplina filologica, si credette un naufrago alle pr,ime difficoltà scolastiche. Le sue ore passavano lente ma ricohe di emozioni nel vasto salone .di lettura della biblioteca universitaria, dove l'eco delle varie polemiche vocian,e giungeva affievolita e confusa con quella .d'altri :interessi letterari e filosofici. , T u·mu1 ltuavano i giovani nel co-rtile ,e .sotto gli archi dellla Sapienza, su cui la placida rettorica di un cinquantennio aveva murato tante lapi,di ,da trasformarli in uri cimitero; tumultuavano per ottenere ,il prolungamento di una sessione d'esame o p•er solidarietà con altri colleghi scioperanti, ma ,egli rimaneva impassibile, quasi rapito, ,dalle letture vertig,ino-se, in un mondo lontano, dalla sua vita di studente. Co,sì passavano, nelaa ·sua mente accesa parole discordanti, lasciando, ciascuna, un impalpabile segno, sicchè di tanto jn tanto ,egli s'arrestava sulla pagina aperta di un libro per attr.ibuire ad esse un significato che sfuggiva, per saldare le maglie di un pensiero ch,e diventava sempre più •slegato e contra.d,dittorio. Talvolta si sentiva quasi accasciato sotto il peso di meditazioni ·filosofiche fatte senza coerenza e senza viv,o inter,esse, 1dopo •le affrettate letture dei Libri èhe via via pubbil.icavano i fratelli Bocca, Carabba di Lanciano e Laterza da Bari. l .,.e. indicazioni de La Voce prezzoliniana, ,mutevole di veste come di collaboratori, in tutto simile al mutevole tempo di cui voleva essere I' espre·ssione, r,ieclieg ... giando correnti spirifuali d'oltralpe, nonchè appagarlo, lo, disorientavano maggiorm,ente, sicchè rompendo i cancelli ben s,errati d,el Crocianesimo, faceva rapide escursionii in territori che sembravano disseminati di . eresie. Cercava un centro di vita in un lavoro qualsiasi; e gli argomenti di storia, d,i critica o di filologia lo tentavano, lo accendevano di subiti entusiasmi per lasciarlo, app•ena iniziato il lavoro, più freddo- e più vuoto di prima. · Critica estetica o critica stor,ica ? N,elle facoltà ,di lettere si battaglia va da tutti, grand,i ,e piccoli. I maestri di filologia affettavano i•mprovvisi amori p,er le teorie -crociane e consigliavano la lettura ,del De Sanctis. Ma quando un malcapitato presentava una tesi di estetica, ecco le smorfie dei cattedratici agghiacciare i giovani li entusiasmi degli studenti, che, per strana presunzione, si ritenevano iscritti di ufficio in un'ipotetica univers,ità crociana in cui tutto Biblioteca Gino Bianco era da sup•erare - si dic~va c~sì - pr~p_arazio~~ grammaticale, filologica, storica, 1n una v1s1one p1u vasta e comprensiva. In verità, tanto l~i, c?me i suoi co~- pagni non trovavano conforto e st1mol1 nelle aule universitarie, dove la fredda, nasale voce del cattedratièo, leggeva un discorso S!:ritto in cui er~no segnate, a margine, perfino le pause e le alzate di voce. Parecchi, sed'uti negli ultimi banchi preferii vano, a quei monoto,ni accenti, la gustosa lettura de L'Uomo finito del Papini o La Storia della critica roman-ti'cain ltalia d,e1 Borgese. QuelJe sì erano letture ; ma bisognava farle quasi d,i nascosto perchè il « Maestro » non arricciasse il naso per lo scandalo. « C.ritica storica o• cr11t1caestetica ? >> gridavano i giovani e quelle voci si ripetevano in mille suoni nelle aule grigie e sonnolente. In fatto, nessuno faceva della c11itica'storica nè d,ellla critica estetica: neanche i cosidetti Maestri, i quali guardavano alle opere del D'Ancona, del Carducci, del Comparetti, del Rajna, come a mod,elli da tener sempre presenti, ma poi, loro per i primi, si fermavano a qualche collana inedita di sonetti, a qualche po1 emetto <lei T ansillo, al d.ecennio della vita di un cinquecentista. I grandi argomenti, il teatro, la novella, la critica r•estavano belle parole nella bocca di quegli eruditissimi maestr,i, mentre Foscolo, Leopardi, Manzoni erano alti e grandi uomini sui quali bi.sognava scrivere la .bella monografia « estetica >>: ma chi si azzardava a far tanto? Le tesi, coronate e lodate restavano sempre quelle sull'oratoria sacra, su la poesia del Frugoni, su le fonti della po,esia burlesca. Colui che tentava Carducci o Pascoli poi era decisamente un folle e bisognava compatirlo. Polemiche .innocue dunque, che ,non scalfivano l'epidermide degli accademici i quali, in ultima ipotesi, annunziavano con suss,iego eh' era venuta l'ora di conciliare le due scuole. Ma mentre nel vuoto deglii sforzi inani, di quelle letture disorganiche e dilettantesche si stendeva come un'ombra di d.ecadenza, ecco il fragore delle prime cannonate ·sulla fronte francese, interrornpere auella v1ita ,fittizia. • La guerra ... Trasalirono tutti a quella parola tremenda e trasalì, alzando lo sguardo ·dalle pagine distratte anche lo_~tudente di let~ere e co~~e anche lui ai primi com1z1per la neutralità, per .I intervento e per la guerra. E si trovò tra i primi, alla staz1ione di Pisa, a grid_are e~viva la gu-erra quando il Poeta, dopo l'orazione d1 Quarto, per recarsi a Roma, sceso dal treno, disse ·parole d'incitamento che sembrarono una sacra
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==