BOLOGNA 13 ,, Ionie per trasportarviuna sia, non è una possibilità credere. parte di italiani purches- costa, impediti a penetrare molto addentro nell'ina cui si possa facilmente , terno dalle . condizioni del· clima desertico mentre a E non si tratta poi dei soli territori equatoriali. Ho accennato poco fa alla piovosità, ma anche le parti asciutte come le regioni > verso i deserti del Sahara e del Calahari sono quasi inabitabili per un altro verso. Insomma nei riguardi delle condizioni climatiche la situazione è stata compendiata così benchè con troppa esagerazione, per tutto quello che si riferisce al clima africano : i paesi sani in Africa non producono niente,· quelli che producono _sono inabitabili per la malsanìa. La sera poi, e parlo delle regi~ni sane, la temperatura si abbassa con tale rapidità da far l'impressione di un freddo -insopportabile e non è solt~nto l'europeo che prova questo disagio ma anche l'indigeno delle· regioni desertiche e di quelle centrali dove la temperatura scende di notte a 20 gradi. Una tale temperatura che nelle nostre estati italiane ci renderebbe nella notte il riposo mal sopportabile per il caldo, appare in quei paesi insopporta- . bile per il freddo. Insomma il raffreddamento not- . turno anche di pochi gradi riesce ivi penosissimo, tanto che i viaggiatori che si recano in quelle regioni non sanno se preferire il giorno col sole con quei suoi raggi verticali che abbruciano o il freddo • relativo della notte. Questo fatto fisiologico non è ancora spiegato ma intanto diventa un inconveniente 11ravi11imo per poter condurre la vita in quei paesi ' che sono la parte più sana dell'Africa. T aie il quadro complessivo : molte sono le parti dell' Afyica che dal punto di vista climatico sono aperte alla esplorazione degli europei, ma quelle che si possano prestare a un trasporto considerevole di masse emigranti sono poche, e oltre ad essere poche sono già accaparrate e anche queste stesse non possono contenere che un numero limitato di emigranti.Degli europei ne sono diffusi in Algeria e in Tunisia e anche nel Marocco ; non parliamo della T ripolitania dove siamo sempre agli inizi, dove vi sono soltanto poche migliaia di italiani presso la Bib ioteca Gino • 18 CO centinaia di migliaia e a milioni si contano in Algeria, in Tunisia e nell'altra parte, voglio dire, nel sud Africa. Nella parte meridionale dell'Africa, cioè nel sud Africa abbiamo un vero trasporto di europei : di inglesi, di buri (olandesi), di f~ancesi, di spagnoli e di italiani ; degli italiani che si erano recati in Algeria e che si sono trapiantati colà. Questi europei si sono affatto distaccati dai loro paesi di origine, i buri sopra tutto hanno già assunto la fisonomia di un popolo nuovo, autonomia non solo ·politica ma anche spirituale, ~a non si tratta che di una porzione dell'Africa; può darsi ~he da questo popolo nuovo si diffondano. i ~olonizzatori dell'interno i_nquanto è gente già assuefatta al clima, ma questo in un avvenire che può essere anche lontano. Abbiamo così passato in rivista uno dei fattori principali fra le difficoltà che si oppongono alla colonizzazione africana, fattore che per sua natura non è transitorio, che noi non possiamo mutare. L 'europeo potrà cercare un adattaménto, potrà cercare di vivere nel modo migliore perchè la sua salute sia meno minacciata, e in verità c'è pure qualèhe parte dell'Africa equatoriale nella quale migliaia di europei vivono abbastanza bene, e fra questi ci sono • molti italiani : per esempio nel Congo belga ci sono molti ufficiali italiani, molti funzionari coloniali i quali hanno assunto servizio nell'esercito o nello stato del Congo, ma generalmente la durata di soggiorno degli europei in Africa è limitata, dopo un certo numero di anni devono tornare indietro per vivere in paesi nei quali le condizioni climatiche siano in minor contrasto allo scopo ·di ritemprare le forze del corpo, di riacquistare l'ènergia perduta e tante volte senza trovar modo di combattere quei fattori µialigni. Queste cose danno molto a pensare, e bisognava parlarne perchè questo che ho detto rappresenta una chiave di volta, un avvertimento che per noi va ripetuto : quando si accenna alla possibilità •
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