Vita Nova - anno III - n. 9 - settembre 1927

• . àòLòèNA "11 .,..r : L"'t t. :,é( é' 1' 1 ' - vano facevano un sacrificio umano, o li esponevano . alle maggiori vessazioni e ai più- gravi sac~ifici. D •altra parte a fare delle spedizioni ci voleva • • • un seguito numeros1ss1mo,gente che portasse sulle spalle le vettovaglie, i bagagli e tutto· quanto era c_ecessario, ciò che aumentava le difficoltà di penetrazione. Si aggiunga poi che l'ostilità delle popolazioni si era moltiplicata in seguito alle prede dei mercanti di schiavi : i missionari e gli esploratori s•inoltravano nella terra ignota, i primi per spirito di apostolato con quella benevolenza che alletta gli spiriti allo scopo di elevarli spiritualmente, i secondi con l'intento prossimo o remoto di sottrarli alle barbarie ; ma si trovavano di fronte a popolazioni esasperate per il tu.rpe mercato degli schiavisti che penetravano nell'interno per fare preda di quelle popolazioni, cari~arle sui velieri e portarle a lavorare nelle piantagioni dell'America tropicale. Questa piaga, che rendeva giustamente le popolazioni negre tanto ostili verso chiunque si presentasse, non fu ·che una complicazione di più per impedire quella che poteva essere la colon.izzazione africana. E le difficoltà della vegetazione? E quelle degli animali? I mondi vegetale e animale parevano congiurati ai danni dei colonizzatori ; pareva e pare tuttora, chè le condizioni non sono mutate, • soltanto l'europeo è agguerrito di più e ha imparato a evitare o a combattere questi ostacoli. Il clima. torrido poi e l'umidità che accompagna la regione equatoriale per la caduta di pioggie torrenzi~li e repentine, cogli uragani di tutti i giorni, • col vento carico di una pesante umidità, prostrano in tutti i modi l'europeo che, se anche non conrae alcuna delle malattie locali, è debilitato in ogni modo dagli eccessi di un clima al quale esso non è fatto per resistere. • Vi sono le difficoltà del mondo vegetale perchè si incontrano immense foreste impenetrabili coine possono essere solo nelle regioni equatoriali, s'incontrano steppe o savane che costituiscono un 6tto tale di grandi erbe da rendere pi~ difficile il passaggio di quello che' non aia attraverso le fore- . Bibl-i teca ino Bia co \ ste. Vi sono poi le difficoltà offerte dal mondo animale: i piccoli insetti che costituiscano un tormento indicibile, infiniti insetti molestissimi e pericolosi per le conseguenze che apportano. Così i rettili, così le grandi belve, che· ora sono in diminuzione, in molte regioni hanno costituito e costituiscono un grave ostacolo. E vi è ancora la difficoltà dei mezzi di trasporto, che noò sono impediti soltanto dalle difficoltà del terreno, del clima, dall'ostilità delle. popolazioni ma altresì sono ostacolati dall'impossibilità di poter approfittare degli animali da trasporto. Nell'Africa equatoriale i trasporti sono unicamente possibili a spalle d•uomo ; questo vuol dire per il viaggiatore europeo dover a~traversare centinaia e migli~a di Km. f ca foreste e steppe immense, incontrando enormi fiumi che bisogna comunque passare, e così è indispensabile prendere dietro a sè centinaia di portatori in lungo e lento cammino per un numero infinito di giornate ; diversamente mancherebbe al viaggiatore europeo . tutto ciò che gli sarebbe necessario per la vita e dovrebbe tron- . care la spedizione. Questo per l'impossibilità di allevare animali domestici, perchè dove è diffusa la terribile mosca tsè non possono vivere nè i bovini, nè i cavalli. Se leggete dei resoconti di spedizioni africane voi sentirete in queste narrazioni la lunga fila di portatori che i •viaggiatori devono prendersi con sè : chi porta dei pezzi di battello, chi delle armi, . chi delle vettovaglie, chi delle suppellettili ; e tutte quelle infinite cose solo per quei due o tre europei dai quali e pei quali si organizza e si compie la spedizione. ' E poi da tener presente la grande , incertezza nel procedere non conoscendosi dell'Africa che il contomo, che il disegno. l:}na volta abbandonato il mare, il viaggiatore non aveva più nessuna comunicazione col mondo civile per trovare la via e far ritorno in patria; e soltanto dopo lungo, dopo lunghissimo cammino poteva ritrovare un altro mare che lo portasse sulla via del ritorno.

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