........ , ........... ..-.. ' ,,,._,..,.-"t~,.,. " • ,. ·1 •· .,. •• ""i," I.''· l. i t UNIVÉRSITÀ FASCISTA tifg~.... I ~ 1 t M t ·Sahara do've ~i 'trovava egli solo cristiano in mezzo à ger~te beduina; egli narrò le sue avventure com1nerciali e da questo pioniere si ebbero notizie di quelle località. E dire che noi europei avevamo creduto nel 1863 di arrivare per primi, col Rohlfs 1 tedesco, in questa oasi sconosciuta. mentre 400 anni avanti vi era già penetrato un italiano! Ma questi non sono che casi isolati, e quindi nel medioevo penetrazione veramente non e 'è. · · Nel secolo XV ci incontriamo finalmente col periodo delle grandi navigazioni portoghesi che rivelano al mondo le coste africane dal Marocco a mezzodì. Il Portogallo ottiene l'esclusività, concessagli per privilegio pontificio, dell'approdo alle coste di t sso che vien ·mano mano scoprendo ; però fra i prÌmi navigatori che compaiono fra gli scopritori per conto del re portoghese parecchi sono italiani. Abbiamo in ogni modo per decenni di seguito navi portoghesi che si affaticano a 2irare attorno all 'Afr :ca e finalmente con.pletano il giro e arrivano alle coste asiatiche, dal Capo di Buona spe- . ranza arrivano nelle Indie, e sono questi lunghi viaggi che portano finalmente a riconoscere tutto quanto il contorno dell'Africa fino a quel giorno ignota e misteriosa, abbiamo insc.mma il riconoscimento completo di quello che è il giro dell'Africa, ma il giro soltanto, e il Porto gallo scopritore , privilegiato si accontenta di averla girata e di averne potuto rilevare il contorno : la possibilità di circumnavigarla rappresenta la possibilità di arrivar facilmente alle Indie dove le ricchezze sono diffuse in un modo strabiliante, dove non si parla che I ·tli oro, di gemme, di pietre preziose, di piante e di animali straordinari. Dell'Africa insomma noa • • importava niente. E questo è il quadro per un paio di secoli. I navigan~i hanno girato attorno al continente, ma non hanno tentato pènetrarvi in nessun punto fuorchè a pochissimi Km. dalla costa ; se qualcuno è penetrato oltre questi, sono stati quà e là alcuni missionari, ma l'interno rimane sempre una colossale macchia bianca. Si chiamò il continente nero, ma chì per p,rimo usò que~ta espressione non inBiblio a Gino Bianco tendeva dire perchè ivi si trovano i negri, bensì perchè quelle terre erano oscure, tenebrose, di cui nulla si sapeva e il velo che era stato sollevato non aveva rivelato che l'orlo del continente. E le cose arrivano così fino alla fine del secolo X V lii, quando si comincia veramente a sollevare il ,·elo • • • • • dell'ignoto : e allora poi tutti prec1p1tano e 1mprendono e compiono in un tempo relativamente brevissimo quello che per tanti secoli era stato vietato di fare. Ma perchè prima, dal secolo XVI al XVIII, non si era mai· tentato di superare questi ostacoli? P erchè oltre alle difficoltà del deserto, così a prima vi~ta inospitale di fronte alle esigenze della vita umana, vi erano altre difficoltà : i primi missionari avevano trovato al sud dell'Africa, non appena scesi alla costa, vere barriere di montagne, essi si erano trovati 'di fronte a gradini alti migliaia di metri ; e una situazione consimile si incontrava in qualunque punto della costa. Si erano bensì trovate anche larghe ·foci di fiumi che sarebbero state magnifiche vie per penetrare nell'interno, ma arrivati a questi scaglioni costieri, a queste montagne i fiumi precipitavano giù verso l'orlo marino coa una serie di cascate rovinose che in nessun punto si offriva il mezzo di superarle, di modo che questa condizione di cose lungo tutto l'orlo delle coste africane pareva mantenesse chiuso per sempre l'accesso a chiunque avesse tentato di penetrare. E se qualcuno più coraggioso ai fosse provato a superare gli ostacoli e a penetrare munito di larghi mezzi di vettovagliamento, non doveva superare soltanto le difficoltà del suolo e del clima 111a anche l'ostilità delle. popolazioni che opponevano la più fiera resistenza per impedire l'accesso. E ciò è durato lungo tempo 6nchè l'europeo d'oggi • • • • • non s impose, e noi tutti sappiamo contro quant~ difficoltà gli esploratori dovettero lottare in questi tempi moderni per po ersi aprire la strada per mezzo delle armi fra quelle popolazioni che in generale li accoglievano ostilmente tendendo agguati in mezzo alle foreste, alle alte erbe, nelle immense steppe, dappertutto, e di quelli che si avventura- -
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