Vita Nova - anno III - n. 9 - settembre 1927

... \ UNIVERSITÀ F:ASCIST A più audace navigatore agli oceani, con Colombo ; la mente più profonda alle arti e alle scienze, con Leonardo ; ma l'Italia, con San Francesco, ha dato anche il più Santo dei Santi al ·cristianesimo e ali' umanità. Perchè insieme con l'altezza dell'ingegno e del carattere, sono della nostra gente la semplicità dello spirito, 1' 1 ardore [ delle conquiste ideall, e, ove occorra, la virtù della rinunzia e del sacrificio. » E ancora: · « Ovunque oggi, per tutte le t~rre di ogni continente, è splendore ed umiltà di opere, nel · nome del Santo costruite o sofferte, ivi è un'orma · della patria nostra. Nel 1926 si compiono settecento anni dalla morte di San Francesco, e l'Italia con anima nuova, più pronta a sentirlo, si rivolge al ricordo del sublime suscitatore. Gli Italiani alr estero, che si dispongono ad esaltarlo nelle loro imponenti adunate, nei santuari, nelle scuole, nelle associazioni e nei ricoveri della carità, siano fieri • di poter accompagnare, nel superbo rito, la celebrazione dell'Italia, onde sors ! al mondo una così meravigliosa aurora. » Vi sorto nella vita delle· rispondenze strane, delle circostanze portentose, che non possono non rendere pensosi coloro che sanno penetrarli ·oltre la su- , perficialità della loro parvenza esteriore, nel loro ~ più intimo ed occulto signific~to.Questa, ad esempio, che ci colpì singolarmente alla vigilia di una delle nostre più belle e solenni celebrazioni. I Ad' eternare il ricordo della santità del nostro più grande concittadino, noi volemmo innalzare sulla nostra torre del popolo una campana grande e bella, su cui scolpimmo la figura del Santo e i versi del Cantico del sole : la chiamammo la campana delle Laudi. Tutti i Comuni d1ltalia diedero la loro offerta per la sua costruzione. Vecchio e caro popolo d'Italia, infinitamente, eternamente smanioso di sogni e di imprese eroiche come un giovane a vent'anni, pronto sempre a sigillare col sangue la sua illusione, la sua abnegazione, la sua prodigalità verso ciò che è buono e che è bello, il suo sacrificio, il suo ardimento, la sua generosità. Per conoscere l'anima di questo popolo nel- . l'ora presente, basterebbe rileggere i messaggi che accompagnarono l'obolo per questa campana delle Laudi, i gridi di amore e di fede che s•alzavano veri e sinceri, senza ostentazione, nella consapevolezza di rimanere iinorati tra le righe di un arido protocollo. iblioteca Gino Bianco Nessun plebiscito d'amore fu giammai più solenne e più san.to. Da ognuna delle cento città sono venute parole sublimi, frasi misticamente elette, le quali tutte culminano nel· voto espresso da un piccolo paese dell'Italia centrale : <~ Nessun comune d'Italia può rimanere assente nell'offerta alla città di A~sisi e alla sua campana che nel- : l'ora nostalgica della sera, con i suoi rintocchi solenni porterà il palpito devoto del popolo italiano al grande Santo Francesco. » Era fissato che questa campana dovesse sonare per la prima volta il , 12 settembre, data destinata alla rievocazione del Cantico del sole. Ma alla vigilia di quel giorno, I'11 settem• bre, sulle prime ore de,la sera, una voce corse per la città, come un brivido, un fremito cupo, che all'improvviso esplose in un grido solo unanime, altissimo, della folla raccolta sulla piazza maggiore : era giunta la notizia delr attentato alla I vita del Duce. Allora la campana delle Laudi, la campana destinata a ripetere ad ogni alba e ad ogni sera il Cantico della magnanimità e dell'idealismo della nostra gente, il canto del nostro cielo e del no• stro sole, allora quella campana sonò per la prima volta. · E parve veramente che nel fremito aonoro dol bronzo si dilatasse l'anima dell'Italia benedicente all'uomo che fra tutti ebbe il più gran cuo1e, che .novello San Giorgio, seppe abbattere il dragone empio e smis·urato, dai cento occhi e dalle cento fauci, all'uomo che lddio, o cittadini di Bologna che la vostra fede mostraste diritta e forte e lucida come una bt:lla spada nuda nell'ora dell'ultimo sa• crilego attentato, che Iddio conservi per lunghissimi anni· ancora alla fortuna d'Italia. Questo augurio io non saprei qui meglio ripetere che con le sante parole pronunciate dal Cardinale Legato, rappresentante· l'Augusta persona del Pontefice, la sera del 4 ottobre, nella sede del Palazzo Comunale di Assisi, in presenza di un ministro d'Italia : « Vanno i miei ringraziamenti a chi tiene in mano le redini del Governo d'Italia, che con chiara visione della realtà delle cose ha voluto e vuole che la Religione sia rispettata, onorata, praticata. Visibilmente protetto da Dio, egli · ha sapientemente rialzato le sor.ti della nazione accrescendo le prestigio in tutto il mondo ». Pieno e forte e potente noi udimmo il giorno successivo a questo avvenimento dell' 11 set-

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