BOLOGNA to con noi armi e insegne per fare della nostra adunata un rito religioso e guerriero. Oh nessuno dimenticherà mai il tacito corteo svoltosi per le vie della città nella notte piovosa di novembre alla luce delle fiaccole, e nessuno dimenticherà I• ora nella quale, giunti nella severa basilica, quegli uomini tornati dal regno della morte, quegli eroi che eran rimasti alti e dritti sotto il cr~pitare delle mitragliatrici, si inginocchiarono sulla tomba di San Francesco e su quella tomba deposero il segno più alto del valore, un grande fascio d•alloro, tutto l'alloro che fiorisce nei giardini e nelle valli della Patria. Il Fascismo, trovatosi di fronte alla celebrazione centenaria di San Francesco, non poteva non raccogl,ere questo palpito. In una mia ·recente pubblicazione, io volli distruggere quella falsa leggenda della democrazia .del- Poverello di Assisi, che era diventata la parola d'ordine di tutti i partiti demagogici di ogni colore. Stolta profanazione. Lo spiritualismo e, se si vuole, l'ascetismo del Santo di Assisi, sono in pieno contrasto con quel turpe materialismo che noi vedemmo trionfare nell'Italia del 19 e del 20, attraverso le bestemmie dei falsi tribuni adagiantisi sul principio della società per l'individuo, proclamanti la religione dell'utilitarismo, quella stessa che sul c~mpl aveva gridato non valere la vita se non per quel tanto di agi e di comodità che ognuno può procacciarsi, ed esser meglio, piuttosto che arrischiare di perderla, adagiarsi in una comoda e beata schia- . ' v1tu. ~ La Povertà del Santo frusta anche in pieno la bieca viltà di quell'altra classe che tenne in quel disgraziato periodo le redini dello stato, della plutocrazia, del grosso affarismo internazionale che non conosce confini di patria, poichè l'oro per sè stesso non ha patria, dei giocatori di borse per cui ogni sventura della nazione era un terno .al lotto, di quei messeri che al nostro ritorno dalla trincea ci guardavan con aria contrariata, dimostrandòci tutto il loro disappunto per esser noi tornati a disturbare con i nostri lugubri fantasmi le loro laboriose digestioni. Ebbene, il Fascismo spazzò · tutto questo, il Fascismo dovrà spazzare ciò che rimane di tutto questo. Compagni nostri caduti nel fior .degli anni, pugnando come gli antichi paladini uno contro mille ~enza ceder .d'un passo, fratelli colpiti. alla • Biblioteca Gino Bianco schiena proditoriamente nelle . _imboscate più vili, tormentati e straziati come gli antichi martiri, adolescenti di Sarzana cui prima di morire fu imposto il supplizio del ferro rovente, giovinetto Berta precipitato nel fiume tra i dileggi di una moltitudine ubbriaca, e tu Giulio Giordani, mutilato e fascista d'Italia, che, colpito nel cuore cur~asti la testa sul tuo seggio consigliare quasi a significare che, anche morto, avresti tenuto sempre con bravura il tuo posto di combattimento, ben voleste voi redimere col vostro sangue tanta miseria e tanta vergogna, ben voleste riscattare col vostro sacrificio la Nazione, e riscattare altresì tutti i popoli oppressi da ogni forma incomposta e torbida di demagogia, poichè noi siamo, come è stato affermato, non solo un potente· movimento del risveglio nazionale, ma anche una nuova e grande forma di civiltà Il Fascismo accoglie così .in sè la luce più alta del Francescanesimo. « Anche· il Fascismo » ·- permettetemi di ripetere i termini del confronto con le parole stesse pronunciate .dal magnifico Rettore dell'Università di Palermo, nel discorso tenuto alcuni mesi or sono alla Casa del Fascio di' Palermo ·- « anche il Fascismo è sorto come radicale reazione alla società del suo tempo : anche il Fascismo mira ad uccidere alla radice il mostro sempre risorgente ..della lotta di classe, negando il diritto dell'individuo a vivere per sè e affermando il suo dovere di vivere per la società di cui è membro : anche il F ascisll)o afferma che ogni pace è frode e menzogna, sinacchè .gli uomini voglian la pace per insofferenza di sacrificio, e non per avere in sè medesimi supe- · rato l'egoismo, cioè la cupidigia e l'orgoglio che senza tregua li scaglia gli uni contro gli altri ». Per queste ragioni· che, fanno di Francesco di Assisi il simbolo dell'Italia nuova, nei proponemmo,. alla vigilia del centenario, in un memorabile colloquio col Duce nostro, con Benito Mussolini, che il giorno sacro alla morte di San ·Francesco fosse dichiarato - e lo fu per volere del .Presidente che volle lui stesso fare la relazione al con1Siglio dei ministri - festa nazionale. . . Coloro che vorranno ricercare il documento , che consacra l'omaggio reso dal Fascismo al Santo· cavaliere e poeta della patria, ·non avranno che· a · rileggere il famoso messaggio lanciato agli italiani · dal Capo del Fascismo : « Il più alto genio alla poesia con Dante ; il : - /
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